Jazz Agenda

Al Riverside parte una nuova rassegna Jazz: Daniele Pozzovio presenta Resurrection

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In un momento in cui la musica dal vivo trova spazi sempre più stretti nella Capitale da pochi mesi è nato un nuovo locale situato in Viale Gottardo 12, nel cuore di Piazza Sempione, dal nome “Riverside”. Un ambiente raffinato e accogliente dove degustare ottimi piatti, drink e dove poter vivere infinite suggestioni musicali. Un locale che fonde diverse anime musicali incarnando lo spirito eclettico di questa nuova avventura. La musica live, curata dalla direzione artistica di Gianpaolo Castaldo e  Giampiero Cappellaro, si apre alla contaminazione di molteplici universi sonori, al dialogo ed al confronto tra diverse generazioni in uno spazio dinamico e conviviale.

Alla musica di qualità il ristorante del Riverside, aperto dal martedì alla domenica dalle 20:00 fino alle 23:00, propone piatti della cucina tradizionale, passando per la pizza, al finger food dell’aperitivo disponibile al pubblico a partire dalle ore 19.00 . Il bar inoltre offre una vasta scelta di vini, birra, cocktail originali ed esclusivi, long drink miscelati da barman professionisti fino alle ore 2 del mattino. La filosofia che contraddistingue il Riverside è dunque la sintesi tra la passione per il mangiare, bere bene e lo stare insieme. Sul palco del Riverside nel mese di Marzo si esibiranno alcuni dei migliori musicisti del panorama italiano ed internazionale, una programmazione trasversale che spazia, dal Jazz, al rhythm & blues  allo Swing, per arrivare fino al Pop-Folk. 

primo appuntamento venerdì 3 Marzo alle ore 22.00 con il talentuoso pianista Daniele Pozzovio presenterà ilsuo nuovo album “Resurrection” insieme ad uno strepitoso ensamble, il bassista Stefano Cantarano, il batterista Alessandro D’Anna e il trombettista Angelo Olivieri. Resurrection,  uscito per la prestigiosa Philology, sembra miscelare più elementi musicali e culturali, abbracciare con la stessa eleganza influenze europee, americane e mediterranee, un formato musicale dove la melodia (di varia estrazione) riesce a mostrare un’anima reale, uno spirito guida permeato da capacità espressive e spiccata sensibilità. 

Resurrection mette in luce la personalità stilistica e compositiva di Daniele Pozzovio, che sviluppa un introspettivo jazz moderno, suonato con la classe del veterano e dotato di nobile, raffinato  gusto musicale. Un lavoro che ha il pregio non comune di saper abbinare contemporaneamente piacevole maestria jazz,  spirito romantico e un’anima vibrante che permea costantemente tutto il lavoro. 

 

Riverside

Viale Gottardo 12 (piazza Sempione)

http://www.riverside-rome.com/

Ingresso a partire dalle 19.00- inizio concerto ore 22.00

Prenotazioni Tel. +39 338-3625343 / +39 06 86 89 07 60

Ingresso gratuito

 

PROGRAMMAZIONE MARZO:

Venerdì 3 Marzo

DANIELE POZZOVIO Presenta il disco “RESURRECTION”

Daniele Pozzovio: piano

Stefano Cantarano: basso

Angelo Olivieri: tromba

Alessandro D’Anna: batteria

 

Sabato 4 Marzo

ART OF STING

Roberta Rossi: voce

Sebastian Marino: piano, tastiere

Fabio Penna: basso

Andrea Bonioli: batteria

 

Venerdì 10 marzo

GRETA PANETTIERI In “NON GIOCO PIU’” dedicato a Mina

Greta Panettieri: voce

Andrea Sammartino: piano

Francesco Puglisi: basso

Valerio Vantaggio: batteria

 

Sabato 11 Marzo

GREAT BEAUTY SWING BAND

Marco Ricciardi : voce ed arrangiamenti

Mario Caporilli: tromba

Marco Fasini: sax tenore arrangiamenti

Mauro Scardini: pianoforte

Ezio Peccheneda: chitarra

Andrea Messina: batteria

 

Venerdì 17 Marzo

GIOMINI & MACHELLA

 

Sabato 18 Marzo

ASTRAL WEEK

Ermanno Finotti: lead vocals, samples

Federico Nardelli : guitar, vocals

Valerio Brunori : guitar, vocals

Dario Gambioli: bass, vocals

Federico Santoni: drums

Antonio Arcieri: keyboards

 

Sabato 25 Marzo

5 CANI PER STRADA Tributo a Francesco De Gregori

Federico Francucci : voce, chitarra, armonica

Marzo Ruzzi: basso, cori

Simone Temporali: tastiere, fisarmonica

Daniele Buscioni: chitarre

Pietro Quatrini: batteria, percussioni

 

Venerdì 31 Marzo

FRANCESCO LUCARELLI & FRIENDS

Francesco Lucarelli: chitarra, voce

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Lasciatevi incantare dal Sign Of Sound

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La parola chiave per la serata dello scorso martedì 7 all’Alexander Platz, potrebbe essere “rincorrersi”. Ad accompagnare il progetto di interazione pittorico-musicale Sign Of Sound, sono due insigni personaggi della scena jazz romana: Daniele Pozzovio e Davide Pentassuglia, che abbiamo già avuto modo di conoscere, assieme al produttore, chitarrista, compositore e video maker Alex Marenga. “Madre” di Sign Of Sound è Fabiana Yvonne, a cui abbiamo dedicato una breve intervista. 

Come nasce il progetto Sign Of Sound?

Nasce da una serie di incontri che hanno poi dato l’input all’idea. Io parto dalla danza classica e contemporanea, per poi affacciarmi alla pittura. È per quest’ultima che mi trasferisco a New York, dove entro molto a contatto con la scena jazz locale. Seguire molti concerti ed interagire con i musicisti mi ha portata a visualizzare queste dinamiche musicali. Man mano la visualizzazione è diventata più complessa e assieme all’improvvisazione musicale io improvvisavo visivamente, a mia interpretazione ovviamente, i suoni degli strumenti. Il processo si è sviluppato poi in maniera piuttosto incognita, nel momento in cui vi si è unita la danza. La tela per me troppo piccola e il forte rapporto che avevo col movimento e il corpo mi hanno portata sempre ad essere a cavallo tra questi due mondi, che si negavano a vicenda. La musica, in un certo senso, li ha fatti incontrare. Il primo musicista ad accogliere questo progetto è stato Gregoire Maret. È stato invece più difficile portarlo in Italia, nonostante ora abbia preso molto piede.

Ed invece questa formazione come si è creata?

Anch’essa dal risultato di un percorso. L’ultimo membro con cui sono entrata in contatto è Alex Marenga. Anche lui come me “manipolatore”! Mentre con Davide Pentassuglia ci lavoro già da circa un anno. Ci siamo trovati subito bene a lavorare insieme. Lui è un grande improvvisatore, oltre che effettista e rumorista. La cosa molto bella è che spesso sono io a “suonarlo”. Infatti spesso è il paint performer a creare un ritmo con le spatole (uno degli strumenti utilizzati), che il musicista segue.

Come è avvenuta la scelta dei materiali?

Avendo lavorato anche come scenografa, ho avuto modo di sperimentare diversi materiali; potendo studiare anche diverse cose come il taglio delle luci, l’intensità, le superfici… In base alla loro variazione, ovviamente, si hanno diversi effetti. La cosa nuova è che si lavora in sottrazione del colore, e non in addizione!

Oggi sei stata accompagnata da altre ragazze, chi sono?

Sono Carmen Nicoletti, Laura Fantuzzo (paint performer della serata) e Pamela Guerrini. Tre ragazze che hanno partecipato al seminario che ho tenuto alla Casa del Jazz e che stanno facendo formazione presso l’Accademia di belle arti.

Dicevamo quindi “rincorrersi” come parola chiave. Come il rincorrersi delle improvvisazioni, che non si fermano nemmeno per un minuto; il rincorrersi delle note allora, delle mani svelte di Pozzovio sul piano (o direttamente sulle sue corde), e quelle di Laura sul pannello; dei segni “dipinti” che vengono subito trasformati in nuovi. È indubbio l’affiatamento tra i musicisti, che creano netti contrasti tra i due principali strumenti, piano e batteria, che sembrano scontrarsi, lottare, per primeggiare. Di valenza significativa, soprattutto nel trasformarsi del pannello-scenografia, è la componente elettronica, con l’inserimento successivo di una chitarra, che apporta continuità e fluidità ai diversi momenti musicali e ai movimenti della performer. La divisione in due ambienti diversi delle componenti musicale e pittorica, purtroppo non rende a pieno la bellezza e il fascino creati dalla performance nella sua interezza. Sicuramente da vedere e rivedere ancora; perché, si sa, l’improvvisazione non dà mai gli stessi risultati!

Serena Marincolo

foto di Valentino Lulli

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“Live Report: Il battesimo” del Daniele Pozzovio Trio alla Casa del Jazz

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Tra i giovani talenti dell’attuale scena jazzistica capitolina Daniele Pozzovio, che martedì 10 maggio ha presentato il suo nuovo progetto in trio alla Casa del Jazz, emerge per la sua “gavetta”. Romano classe ’77, si diploma presso la Saint Louis Jazz academy di Roma nel 1996 e al conservatorio di Frosinone nel 2000 con il massimo dei voti. Nello stesso anno frequenta i seminari del Berklee College of music di Boston; conseguendo un riconoscimento alla carriera ed una borsa di studio per la Berklee university, per poi suonare in diverse edizioni di Umbria Jazz. Compone ed esegue al pianoforte le colonne sonore di film appartenenti alla storia del cinema muto, tra i quali: MetropolisL’Inferno del dott. Mabuse di Fritz Lang, il Gabinetto del dott. Caligaridi R.Wiene, l’Uomo con la macchina da presa di D.Vertov, alcuni cortometraggi dei fratelli Lumiere, il viaggio sulla luna di G.Melies, commissionate dall’istituto di cultura tedesca a Roma. Nel 2001realizza un omaggio a Man Ray: una performance di arte realizzata insieme a delle installazioni di pittura elettronica e musica, in collaborazione con Alfredo Anzellini. Nella sua carriera ha collaborato con musicisti come Bruno TommasoGiovanni TommasoStefano TagliettiStefano BollaniRamberto Ciammarughi,Massimo ManziAldo Bassi Gabriele Coen. Nel 2003fonda insieme ad Alvise Seggi l’Arteval TrioScrive nel 2003 quattro colonne sonore realizzate per la rubrica di Rai-educational Il mosaico su delle animazioni per bambini tratte da 4 favole di Alberto Moravia, oltre a diverse collaborazioni con Rai 3. Collabora con l’Istituto superiore di fotografia (2004) per la realizzazione di un seminario di tre appuntamenti sul cinema espressionista tedesco, realizzando tre colonne sonore per il FaustMetropolis ed il Gabinetto del dott. Caligari. Fonda insieme a Leonardo Cesari Max Ottaviani l’Organic Trio, con il quale suona subito al Circolo del Ministero degli esteri. Nasce da qui il progetto Tenco 2005 con Raffaela Siniscalchi cantante di Nicola Piovani. 

Trampolino di lancio per il Trio di Daniele Pozzovio (Daniele Pozzovio al piano, Giorgio Rosciglione al contrabbasso e Andrea Nunzi alla batteria) è, come dicevamo, l’importante “vetrina” della Casa del Jazz, che porta a battesimo questa nuova formazione, come lo stesso Daniele ci racconta: “Con Giorgio suoniamo insieme da una decina di anni. Tra le diverse esperienze fatte assieme c’è anche la creazione di un festival. È un rapporto più duraturo e continuo. Anche Andrea lo conosco da 10 anni, ma sono state minori le opportunità per suonare con lui. Era tanto che volevo farlo però, quindi questa è stata l’occasione… Ed eccoci qua! In pratica il trio nasce stasera. Questo concerto è inoltre il preambolo al disco che pubblicherà la Casa del Jazz e che registreremo a luglio durante l’evento di Villa Celimontana”. Il repertorio esplora un po’ tutte le sfaccettature del jazz classico: “Più vado avanti più mi lego alla tradizione. Sto facendo un back molto forte verso il materiale degli anni ’40-’50”; purtroppo con l’assenza, per questioni tecniche, dei brani originali: “L’esigenza di portare avanti brani originali è forte. Oltre che dal mio background classico, traggo ispirazione molto dai i musicisti con cui lavoro, che mi consigliano anche”. La sua (giusta) “arroganza musicale” contrasta con un’estrema timidezza, che lo porta a sedere di spalle al piano quasi a voler sfuggire agli sguardi e alle lodi del pubblico. Eppure lo si riscopre scenografico e fiero nell’esibizione finale al piano solo, in cui dà un’alta dimostrazione della sua bravura. Rosciglione, come sempre maestrale, fa un po’ da guida e un po’ da tramite tra il pubblico e Pozzovio. Il concerto risulta fitto e incalzante, nel susseguirsi dei brani come nei gesti dei musicisti stessi, tenendo tutti col “fiato sospeso” fino alla fine. Decisamente meritevole la formazione e l’intera serata, immeritata la sala semivuota!

Serena Marincolo

foto di Valentino Lulli

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La parola chiave per la serata dello scorso martedì 7 all’Alexander Platz, potrebbe essere “rincorrersi”. Ad accompagnare il progetto di interazione pittorico-musicale Sign Of Sound, sono due insigni personaggi della scena jazz romana: Daniele Pozzovio e Davide Pentassuglia, che abbiamo già avuto modo di conoscere, assieme al produttore, chitarrista, compositore e video maker Alex Marenga. “Madre” di Sign Of Sound è Fabiana Yvonne, a cui abbiamo dedicato una breve intervista.

 Come nasce il progetto Sign Of Sound?

Nasce da una serie di incontri che hanno poi dato l’input all’idea. Io parto dalla danza classica e contemporanea, per poi affacciarmi alla pittura. È per quest’ultima che mi trasferisco a New York, dove entro molto a contatto con la scena jazz locale. Seguire molti concerti ed interagire con i musicisti mi ha portata a visualizzare queste dinamiche musicali. Man mano la visualizzazione è diventata più complessa e assieme all’improvvisazione musicale io improvvisavo visivamente, a mia interpretazione ovviamente, i suoni degli strumenti. Il processo si è sviluppato poi in maniera piuttosto incognita, nel momento in cui vi si è unita la danza. La tela per me troppo piccola e il forte rapporto che avevo col movimento e il corpo mi hanno portata sempre ad essere a cavallo tra questi due mondi, che si negavano a vicenda. La musica, in un certo senso, li ha fatti incontrare. Il primo musicista ad accogliere questo progetto è stato Gregoire Maret. È stato invece più difficile portarlo in Italia, nonostante ora abbia preso molto piede.

Ed invece questa formazione come si è creata?

Anch’essa dal risultato di un percorso. L’ultimo membro con cui sono entrata in contatto è Alex Marenga. Anche lui come me “manipolatore”! Mentre con Davide Pentassuglia ci lavoro già da circa un anno. Ci siamo trovati subito bene a lavorare insieme. Lui è un grande improvvisatore, oltre che effettista e rumorista. La cosa molto bella è che spesso sono io a “suonarlo”. Infatti spesso è il paint performer a creare un ritmo con le spatole (uno degli strumenti utilizzati), che il musicista segue.

Come è avvenuta la scelta dei materiali?

Avendo lavorato anche come scenografa, ho avuto modo di sperimentare diversi materiali; potendo studiare anche diverse cose come il taglio delle luci, l’intensità, le superfici… In base alla loro variazione, ovviamente, si hanno diversi effetti. La cosa nuova è che si lavora in sottrazione del colore, e non in addizione!

Oggi sei stata accompagnata da altre ragazze, chi sono?

Sono Carmen Nicoletti, Laura Fantuzzo (paint performer della serata) e Pamela Guerrini. Tre ragazze che hanno partecipato al seminario che ho tenuto alla Casa del Jazz e che stanno facendo formazione presso l’Accademia di belle arti.

Dicevamo quindi “rincorrersi” come parola chiave. Come il rincorrersi delle improvvisazioni, che non si fermano nemmeno per un minuto; il rincorrersi delle note allora, delle mani svelte di Pozzovio sul piano (o direttamente sulle sue corde), e quelle di Laura sul pannello; dei segni “dipinti” che vengono subito trasformati in nuovi. È indubbio l’affiatamento tra i musicisti, che creano netti contrasti tra i due principali strumenti, piano e batteria, che sembrano scontrarsi, lottare, per primeggiare. Di valenza significativa, soprattutto nel trasformarsi del pannello-scenografia, è la componente elettronica, con l’inserimento successivo di una chitarra, che apporta continuità e fluidità ai diversi momenti musicali e ai movimenti della performer. La divisione in due ambienti diversi delle componenti musicale e pittorica, purtroppo non rende a pieno la bellezza e il fascino creati dalla performance nella sua interezza. Sicuramente da vedere e rivedere ancora; perché, si sa, l’improvvisazione non dà mai gli stessi risultati!

Serena Marincolo

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