Jazz Agenda

Marco Bardoscia, The Dreamer – una recensione

Un caos calmo. E Moretti permetterà la citazione. Un caos calmo, dove realtà e sogno si incontrano in un luogo non-luogo che ha tutti i suoni, i colori, gli odori dei bei sentimenti.The Dreamer (My Favorite Records, 2011) è un personale sincero e schietto che racconta, e non potrebbe farlo meglio, Marco Bardoscia. L’ironia, l’arguzia, la dolcezza, la spregiudicatezza, il radicato sentimentalismo e la limpidezza di un genio creativo che non conosce sofisticatezze e allusioni. Marco Bardoscia, il sognatore, The Dreamer, con il suo amore taumaturgico per la vita e il racconto commovente, profondo e avvolgente del suo contrabbasso. Accanto a Marco,Raffaele Casarano (sax), Giorgio Distante (tromba), Gianluca Ria (trombone), AlbertoParmegiani (chitarra), William Greco (pianoforte), Fabio Accardi (batteria), le voci di Carla Casarano e Fernando Bardoscia e la tromba di Luca Aquino

foto di Daniele Esposito

by starlight apre l’album, illudendo le aspettative da Real Book di un lavoro che, invece e per fortuna, si dichiara immediatamente e definitivamente dalla parte di Bardoscia e dei suoi. Lo spirito è chiaro, libero, forte, partecipato. Le voci di Casarano e Ria si compenetrano, accompagnate dal coro libero del fratello di Marco, Fernando, che porta il brano ad una dimensione di naturalezza e spontaneità viva, subito esaltata dall’intertempo in cui si fanno spazio le psichedelie hard dell’arco corrosivo di Bardoscia, quasi una chitarra, e le pulsioni rock dei drums di Accardi. Ninna Nanna per la piccola Sara regala, dolce, un abbraccio di velluto. L’anima lenta della chitarra di Parmegiani culla e adagia un tema semplice, impreziosito dai giochi di luce di Greco e dalle improvvisazioni di Bardoscia che spiega e racconta, intimo, di Sara e del suo piccolo mondo. E il sogno riprende fiato in Rêve au petit sablon. Un gioiello di  poesia dove il protagonismo di Greco dilata, profondo. Hallelujah per il mondo è una celebrazione delirante, una messa moderna, corale a tutti i costi, un’iterazione imprevista che inverte a schiaffo lo spazio calmo e disteso della presentazione. 31-12-2009 data il trio Bardoscia-Greco-Accardi. 

foto di Daniele Coricciati

Lineare e disinvolto, con un drumming secco e funkeggiante che disperde l’alito di sogno e aggancia il reale. Stiloso e accattivante il groove di Bardoscia. Chica y nano riporta, nostalgico, alle tenerezze goffe dell’infanzia. Questa volta è Casarano a ripercorrere al sax soprano il pensiero di Bardoscia che resta, vigile, a guida e ne segue e sorveglia le divagazioni spinte, fino alla sfumatura della coda. E quella di Jet è quasi una ripresa, un risveglio. Esaltante. Bardoscia è il centro gravitazionale di un moto armonico che conosce tentativi di fuga e ritorni obbligati, alla ricerca continua del giusto mood. Dissonanze e lirismo, passaggi roventi e break improvvisi, cambi di tempo e tonalità danno i natali a un variegato entusiasta, logico e coerente che attrae, impressiona, accarezza e trascina. Preludio al sorgere del sole. La tromba di Distante rantola rifratta nello spazio diafano degli armonici e prepara lo spettacolo a levante. Un sole tiepido che sorge e carica. Ritornano le coralità dell’Hallelujah, nell’ostinato di un tema ficcante che arriva allo zenit di una performance febbricitante. Staglia la voce di Aquino e sfuma l’eleganza dinamica di Greco. ChiudeImpro, e l’evanescenza metasensoriale dell’elettronica. Un’esperienza d’ascolto da vivere. Audace e irriverente il coloratissimo booklet a firma Luca Panaro.

Eliana Augusti

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