Jazz Agenda

Eugenio Mirti parla del disco Music For Meditation & Celebration: “Riflette la passione per molti stili”

Un disco in cui si fondono jazz, rock, classica ed elettronica e da cui fuoriesce una grande curiosità artistica e verso i nuovi linguaggi della musica. Music For Meditation & Celebration è l’ultimo progetto in guitar solo di Eugenio Mirti che uscirà a Natale 2018 in digitale e a gennaio in copie fisiche per l’etichetta Alfa Music. Ad un mese di distanza dalla sua uscita abbiamo approfondito il discorso con il diretto interessato.

Eugenio, per cominciare parliamo subito del disco che stai per pubblicare. Avendo ascoltato alcuni brani, abbiamo notato un bel mix di suoni e linguaggi. Ce lo vuoi descrivere?

È un disco in solo che contiene brani registrati con varie modalità (chitarra live, varie chitarre sovra-incise, brani con loop creati in tempo reale...) e con suoni differenti (dalla chitarra pulita alle distorsioni fino all'ultimo arrivato in famiglia, il pedale sitar); riflette la mia passione per molti stili (jazz, rock, musica elettronica, musica modale...), ci sono sia brani originali sia riletture (dai Beatles a Béla Bartòk)... si tratta una sorta di autobiografia in musica, che racconta di me e di tutti i miei interessi.

Zen # 4 - Music For Meditation & Celebration è il titolo del tuo disco: ha un significato particolare per te?

Come ascoltatore mi piace particolarmente quando scopro che i dischi hanno più chiavi di lettura; in questo caso ho scelto Meditation perché spesso notato che la musica per meditazione è noiosa e fatta male, e allora come strumento di lavoro mi sono posto l'obiettivo di creare una musica con tale scopo che fosse viva e intensa e non una musica plasticosa new age fatta con il pc. Celebration perché il mondo della musica, che è stato sconvolto dall'avvento di internet, è a volte popolato di personaggi lamentosi che auspicano il ritorno a un passato d'oro che non c'è più (ammesso che sia mai esistito), mentre io mi trovo più a mio agio a fare festa quando posso suonare, creare e registrare. Zen # 4 infine è il titolo di uno dei brani, che vuole idealmente descrivere il processo della vita per cui capita costantemente di inciampare e cadere, ma se si è forti ci si rialza ancora più forti, processo in cui mi riconosco abbastanza, specie nell'inciamparsi e cadere.

Parlaci anche della lavorazione del disco: come hai scritto questi brani e come avete lavorato in studio...

I brani sono stati scritti nel corso degli ultimi cinque anni; non pianifico mai la scrittura, non mi metto mai a tavolino pensando "ora scrivo"; di solito suono la chitarra e mi esce non si sa come un intervallo, un riff o un frammento che mi sembra interessante, e allora me lo appunto e poi lo sviluppo coerentemente con lo stile che voglio affrontare. In studio ho lavorato con Matteo Pellizzola, che di fatto ha poi prodotto con me il tutto: io registravo una prima take del brano, discutevamo insieme l'idea generale e poi lui lavorava con gli infiniti effetti disponibili arrivando così a registrare una seconda (o terza take) che convinceva entrambi.

Come dicevamo abbiamo visto una grande commistione di suoni e linguaggi: ti va, dunque, di parlarci anche dei tuoi gusti musicali? Quali sono, dunque, quei musicisti che per te sono stati davvero importanti nel corso della tua carriera musicale?

La lista è lunga, perché a fasi alterne ho ascoltato rock, jazz, classica, elettronica, etc. Se dovessi dire qualche nome tra i mille che ascolto ricorrentemente direi i Beatles, John Scofield, Magnus Ostrom, Chet Baker, Fela Kuti, Ben Allison, Thomas Bartlett & Nico Muhly, la big band di Kenny Clarke e Francy Boland, Carl Stone... mi piacciono particolarmente i progetti che mescolano linguaggi diversi, per esempio i taiwanesi SiZhuKong (https://www.youtube.com/watch?v=hUiPy5tlVww)

Visto che oltre ad essere un musicista sei anche un giornalista e come noi ti occupi di jazz ti va di raccontarci il percorso artistico, musicale e professionale che hai fatto nel corso della tua vita?

Il mio quotidiano si divide in tre rami principali: da sempre insegno chitarra in varie scuole della mia città, e da sempre ho avuto i miei gruppi. Dal 2009 collaboro con Jazzit per le grandi interviste internazionali e per recensioni e approfondimenti; poichè ho anche due figliole ho diradato negli ultimi dieci anni l'attività musicale a favore di quella didattica e giornalistica, e questo album segna un gradito ritorno (per me, almeno!) alla musica attiva. Una cosa che mi piace ricordare è il viaggio di un mese realizzato a Taiwan nel 2015 per documentare la scena jazzistica dell'isola (e suonare con i musicisti incredibili che lì lavorano, e fare una vacanza con la famiglia!) e che ha poi dato vita al libro The Taiwan Travel; altra attività di cui sono orgoglioso è il sito in quattro lingue Jazzespresso (www.jazzespresso.com). Sono dei gemelli, e per non annoiarmi devo fare tante cose diverse...

Per concludere vuoi darci qualche anticipazione sulla data di pubblicazione e sui concerti in cui presenterai il tuo progetto?

L'album uscirà per la meravigliosa etichetta AlfaMusic di Roma: la versione digitale dovrebbe uscire a fine 2018, mentre il disco fisico a inizio 2019. Il primo concerto è fissato il 28 gennaio a Torino (dove vivo) e sto definendo le altre date. Tutte le info si troveranno su www.mirtieugenio.com .

A presto, allora e in bocca al lupo

Crepi il lupo!

Vota questo articolo
(2 Voti)

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Torna in alto