Andrea Pozza docente alle Summer School del Fara Music: "Tutti noi progrediamo confrontandoci"
- Scritto da Carlo Cammarella
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Come ogni anno anche nel 2019 una parte importante del Fara Music Festival sarà legata alla didattica e alle Summer School. Quest'anno fra i docenti che prenderanno parte alla manifestazione ci sarà anche il pianista Andrea Pozza: gli abbiamo fatto qualche domanda per capire come organizzerà i suoi corsi e sulla sua visione di insegnamento nella musica:
Andrea per cominciare partiamo dal primo giorno in cui si viene a contatto con gli allievi: come organizzi i corsi per gli studenti?
Di solito li faccio suonare un po', qualcosa di semplice, in cui si sentano a loro agio, per capire che livello di conoscenze hanno. Comincio così a conoscerli, il che mi serve per capire che argomenti posso affrontare e a che livello di profondità.
Essendo una settimana di completa immersione nel pianoforte e nella musica, che tipo di input ritieni sia giusto dare agli studenti?
Credo che la cosa più importante che voglio comunicare a chi vuole intraprendere lo studio della musica jazz sia il rispetto di se stessi, nel senso di coltivare una sana obiettività riguardo alle proprie capacità e conoscenze. Più riusciamo ad essere realisti su noi stessi e le nostre capacità, più siamo consapevoli di quello che dobbiamo fare per migliorare. Suonare jazz è come parlare una lingua, nessuno ti può dire quello che tu vuoi dire, devi scoprirlo da solo, ma devi conoscere bene la lingua per poter esprimere te stesso tramite essa! E' un grande lavoro di consapevolezza, prima di tutto e poi di studio per mettere in pratica quello che hai capito.
Quanto è importante per uno studente fare delle esperienze di questo tipo?
E' di vitale importanza entrare in contatto il più possibile con chi parla il linguaggio del jazz, tanto quanto lo è farsi un soggiorno in Inghilterra per chi vuole parlare inglese.
E' più utile fare una esperienza del genere quando si è alle prime armi (diciamo con pochi anni di studio alle spalle) o quando si è già un po' navigati nel proprio strumento?
Specie all'inizio è utilissimo per capire certi meccanismi e cominciare a rendersi conto delle conoscenze e capacità da acquisire. Chi è già più esperto può utilizzare queste esperienze per confrontarsi ulteriormente con professionisti che stima. Consiglio sempre agli studenti di imparare a fare domande, prendere iniziativa, essere attivi nel processo della propria crescita musicale, semplicemente per aumentare le probabilità di ricevere un consiglio azzeccato dagli insegnanti e perché, alla fine, ognuno deve imparare a prendersi cura della propria preparazione musicale, specialmente nel jazz! In realtà tutti noi, da chi è all'inizio a Charlie Parker progrediamo confrontandoci con altri musicisti e nella nostra epoca, con i mezzi di comunicazione di cui disponiamo possiamo veramente imparare tantissimo ogni giorno.
Per concludere queste esperienze quanto accrescono il bagaglio culturale di uno studente?
Moltissimo, lo accrescono proprio in quanto esperienze e vissuti. Sono le esperienze che ci fanno crescere, non le conoscenze teoriche. Possiamo non conoscere nulla della teoria, ma suonare bene, non è altresì detto che se conosciamo la teoria sappiamo suonare! Come una lingua, chi è madre lingua a volte non conosce la grammatica ma parla benissimo! L' ideale naturalmente è parlare bene e conoscere anche la grammatica!
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