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Pierpaolo Bisogno feat. Rocco Zifarelli live al Fara Music Festival: "Un'anteprima del nuovo disco"

Dopo una settimana di concerti sarà il quartetto di Pierpaolo Bisogno a chiudere la tredicesima edizione del Fara Music Festival. La band vede la partecipazione speciale del chitarrista Rocco Zifarelli ed è completata da Roberto Gatto alla batteria, Francesco Galatro al contrabbasso e Pietro Lussu al pianoforte. Per l'occasione il concerto avrà luogo presso il teatro Plotach di Fara in Sabina (Via Santa maria in Castello 10). Pierpaolo Bisogno ci ha raccontato in prima persona questo progetto che a breve si trasformerà in un lavoro discografico intitolato Love Secret.

Pierpaolo per cominciare parliamo subito dello spettacolo che porterai in scena al Fara Music Festival?

Il concerto è una presentazione in anteprima del mio lavoro discografico che si intitola Love Secret ad accompagnarmi ci sarà Pietro Lussu al pianoforte, Francesco Galatro al contrabbasso e due ospiti d’eccezione Roberto Gatto alla batteria, e Rocco Zifarelli alla chitarra, che è anche ospite nel disco. Suoneremo gran parte dei brani del disco ma per l’occasione anche qualche standard più ricercato.

Raccontaci come nasce questo progetto?

Questo lavoro discografico nasce dal desiderio di registrare un disco di jazz che rendesse omaggio un po’a tutta la musica afroamericana, dagli anni 60 ad oggi, attraverso composizioni originali, ma con un tocco mediterraneo. Oltre alle composizioni originali ci sono due fantastici brani d’autore, Il primo, Laurie, del grande pianista Bill Evans, il secondo, The Dolphin, di Luiz Eça pianista argentino e straordinario compositore.  La scelta stilistica di utilizzare anche la chitarra in alcuni brani nasce dalla perfetta fusione che si crea tra i due strumenti specie nell’esposizione dei temi e da una molteplice collaborazione con Rocco Zifarelli con il quale ho molta intesa musicale, inoltre per altre due mie composizioni ho preferito il suono del flauto ai classici sax , perché è uno strumento che da un tocco di eleganza  e si sposa bene col vibes, il suono che si crea con flauto e vibrafono ricorda molti i dischi di jazz -smooth jazz e latin jazz degli anni 70 e 80.

Questi nove brani, che compongono il disco, rappresentano un po’ tutta la mia esperienza musicale degli ultimi anni, che va dalla mia passione per il jazz alla musica latina, dall’amore per il vibrafono alla passione per il mondo delle percussioni e la batteria, il tutto caratterizzati da una vena melodica, ma anche aggressiva e passionale che lascia trasparire un’anima romantica, ma allo stesso tempo carica di energia .........

Quali sono le possibilità timbriche e stilistiche che si possono esplorare con questo tipo di formazione?

Con il vibrafono si possono esplorare tutte le timbriche e tutti gli stili che appartengono al jazz e non solo, In questo caso nel mio disco c’è swing, bop, hard bop, latin e tanti concetti moderni.

Parliamo anche un pochino del tuo background come ti sei avvicinato alla musica e come nasce l’amore per il vibrafono?

Come spesso accade in tutte le forme artistiche mi sono avvicinato alla musica molto presto. Ho cominciato a percuotere la batteria quando avevo 4 anni ed a 7 anni ho cominciato a studiarla col M° Antonio Golino, mentre a 10 anni ho iniziato a suonicchiare il pianoforte. All’età di 14 anni ho intrapreso il percorso del conservatorio avvicinandomi sempre di più al vibrafono, alla marimba e solo in seguito a 20 anni anche alle percussioni latine, ma nel mio harem di percussioni il mio amore principale è “il vibrafono”.

Cosa ti ha intrigato di più in questo strumento?

In realtà con il vibrafono riesco a sfruttare al massimo la mia indole percussiva ma anche la mia vena armonica ed improvvisativa, diciamo che la difficoltà sta anche nell’enorme dispendio di energie fisiche e mentali che questo strumento richiede rispetto alla batteria jazz e alle percussioni in genere, per non parlare del trasporto.

Progetti per il futuro: come si evolverà questo progetto secondo te?

Le evoluzioni che potrebbe avere questo progetto sono molteplici, anche perché sono convinto che può piacere ad un pubblico misto. Poi, se parliamo di un’evoluzione stilistica, penso che sulla base di questo progetto si svilupperanno le basi per progetti sempre più contaminati, ma sempre cercando di far emergere una vena melodica anche nelle composizioni più complesse.

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