Jazz Agenda

Francesco Mascio racconta il disco I Thàlassa Mas: un viaggio nelle culture bagnate dal Mediterraneo

Pubblicato dall’etichetta Manitù Records, I Thàlassa Mas è l’album d’esordio nato dal connubio artistico fra il chitarrista Francesco Mascio e il sassofonista Alberto la Neve. Un progetto che rappresenta un vero e proprio viaggio nella cultura e nei suoni del Mar mediterraneo che uniscono Oriente ed Occidente. Francesco Mascio ha raccontato a Jazz Agenda come è nata e come si è sviluppata questa avventura…

Francesco, per cominciare una domanda di rito. Come è nata questa collaborazione con Alberto La Neve e come siete arrivati alla pubblicazione di questo disco?

La collaborazione con Alberto è scaturita dalla voglia di continuare a suonare insieme dopo che, durante un mio concerto lo avevo invitato su un brano a suonare con me, e ci siamo resi conto entrambi della grande intesa che si era creata sin da subito, così abbiamo deciso di portarla avanti fino alla realizzazione di un album realizzato a quattro mani.

I Thàlassa Mas racchiude in sé diversi mondi, linguaggi e culture che per certi versi fanno parte del nostro e senza dubbio anche del vostro DNA. Da dove nasce l’idea di racchiudere tutto questo in un disco?

Sia io che Alberto abbiamo una estrazione proveniente dal Jazz così, ad un certo punto del nostro percorso musicale, abbiamo entrambi sentito l’esigenza di scavare alle radici di questa musica che, come sappiamo, è un’evoluzione derivante dall’incontro della cultura Africana e quella Europea impiantate nel Nuovo Continente. In I Thàlassa Mas nello specifico abbiamo voluto porre l’accento sulle origini europee più vicine alla nostra penisola, appunto le atmosfere musicali provenienti dai territori bagnati dal Mare Nostrum.

IThàlassa Mas, dal greco Mare Nostro, a nostro avviso racchiude l’essenza del disco. Ci vuoi raccontare perché avete scelto questo titolo?

Abbiamo scelto questo titolo principalmente per due ragioni. In primis il nome era già presente in una delle composizioni che Alberto aveva proposto per il progetto. L’altro motivo è invece relativo ai luoghi che maggiormente hanno permeato la nostra musica, ovvero le coste del litorale cosentino, e in particolare la città di Paola (Cs); luoghi che nel corso dei secoli, hanno subito innumerevoli dominazioni caratterizzando fortemente le tradizioni, i sapori e ovviamente la musica fino ai nostri giorni. Tutto ciò ha ispirato l’intero concept dell’album.

Quali sono invece per te le musiche e soprattutto le culture presenti nel disco che hanno destato la tua curiosità durante il tuo percorso musicale?

All’interno di questo disco, le culture musicali maggiormente enfatizzate sono naturalmente quelle legate all’area del Mediterraneo (Francia, Italia, Spagna, Grecia, Maghreb), ma nello stesso tempo vi sono riferimenti a sonorità che affondano le radici in culture più lontane come la musica indiana e la musica dell’Africa subsahariana. Tutte queste sonorità hanno destato e destano tuttora la mia curiosità.

Parlando del tuo partner in questo disco, che abbiamo già intervistato in passato in altri progetti, cosa ti ha colpito maggiormente di lui e cosa ti ha spinto a fare un progetto discografico…

In particolare ciò che mi ha spinto ha dare vita a una collaborazione con e Alberto é stato il feeling che è avvenuto sin dal primo incontro. Con grande sorpresa, un intesa relativa non solo ad aspetti prettamente musicali ma anche alle idee e alle scelte da attuare per dare concretezza al nostro progetto.

Dando uno sguardo ai tempi moderni, in un periodo dove vige la globalizzazione, un ritorno alle origini e alle radici ancestrali della musica, può essere un fattore che ha la forza di preservare una propria coscienza culturale?

Conoscere le proprie radici è a mio avviso fondamentale. Come un albero per svilupparsi in altezza ha bisogno che le proprie radici siano ben piantate nel terreno, così un musicista per sperimentare nuovi approcci compositivi ha bisogno di conoscere i territori culturali che lo hanno preceduto. Naturalmente ciò aiuta sia il musicista che l’ascoltatore a scoprire e quindi acquisire una propria coscienza culturale.

Chiudiamo con una proiezione verso il futuro. State già pensando ad una evoluzione di questo progetto in duo? Magari allargando anche le collaborazioni e la formazione?

Hai detto proprio bene, in effetti si sono già affacciate delle prime nuove composizioni, e quindi abbiamo già delineato l’idea di lavorare alla pubblicazione di un nuovo album. Di sicuro ci avvarremo sempre della collaborazione di altri musicisti ma questa volta non solo; il nuovo progetto prevederà infatti l’iterazione con altre forme d’arte…ma per ora non posso rivelare altro.

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