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Mediterranean Tales: il nuovo disco di Pasquale Stafano e Gianni Iorio ispirato dal “Mare Nostrum”

Pubblicato dall’etichetta Enja Records, Mediterranean Tales è il nuovo disco del duo composto dal pianista Pasquale Stafano e da Gianni Iorio al bandoneón. Un progetto che nasce dopo una lunga meditazione e soprattutto dopo una lunga esperienza di concerti, ispirandosi ai suoni e ai colori del nostro mare. Questo disco rappresenta inoltre una ricerca musicale portata avanti da due musicisti profondi conoscitori del jazz, della musica classica e dalla world music. Stefano Pasquale e Gianni Iorio hanno raccontato a Jazz Agenda questo loro viaggio in musica…

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Mediterranean Tales è un disco a cui teniamo moltissimo. Si tratta di sei racconti in musica che trovano ispirazione durante i nostri viaggi nel Mediterraneo dove la parte principale non è la descrizione in sé ma la narrazione delle emozioni che siamo convinti traspaia moltissimo nelle note e le esecuzioni

Raccontateci adesso la vostra storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

La nostra carriera è iniziata nel 1996 quando abbiamo deciso di formare un duo con pianoforte e fisarmonica con l’intento di eseguire un programma da concerto con brani vari tra il jazz, musiche da film e le composizioni di Astor Piazzolla. Abbiamo studiato molto la musica del compositore argentino nei dettagli, trascrivendo brani direttamente dai dischi. Poi abbiamo fondato il Nuevo Tango Ensamble, un gruppo che proponeva tango jazz e che con il primo album nel 2002 era un quintetto che poi è diventato trio dal 2005 con il secondo disco registrato live a Vienna. Abbiamo inciso altri 2 album con il NTE e poi siamo tornati alle origini: il duo che riteniamo essere una formazione “libera” anche se difficile in cui le possibilità esecutive sono davvero infinite e per questo la amiamo molto. Siamo stati protagonisti di numerosi tour in tutto il mondo, abbiamo inciso “Nocturno” per Enja nel 2016 e poi quest’ultimo album.  Grazie a questo lungo percorso siamo stati protagonisti di tour nei seguenti Paesi: Italia, Francia, Svizzera, Portogallo, Belgio, Olanda, Germania, Austria, Slovacchia, Romania, Croazia, Lituania, Russia, Polonia, Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Cina, Hong Kong, Taiwan, Giappone, Marocco e speriamo di poterci esibire in America dato che al momento non l’abbiamo ancora fatto.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?

E’ sicuramente una fotografia del momento, ci piace molto questa definizione. Sentivamo la necessità di incidere un album il cui contenuto fosse rappresentato da composizioni originali staccandoci totalmente dal tango e dalla musica di altri compositori a differenza di tutti i nostri precedenti CD. E’ il risultato di un lavoro di ricerca durato due anni durante i quali abbiamo lavorato dapprima singolarmente e poi insieme, componendo, arrangiando e trovando le migliori soluzioni per i nostri racconti musicali.

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?

La musica di Astor Piazzolla ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale nella nostra formazione sia come interpreti, sia come arrangiatori che compositori. Ognuno di noi ha dei musicisti di riferimento nella sua ricerca e studio come per esempio Egberto Gismonti, Luis Bacalov, Brad Mehldau ma senza tralasciare gli ascolti e lo studio dei classici come Chopin, Debussy, Scarlatti e Bach che riteniamo giochi un ruolo fondamentale per la formazione di ogni musicista.

Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

In questo periodo molto particolare e triste per tutto il mondo e soprattutto per l’Italia è davvero difficile immaginare che tutto ritorni come prima in tempi veloci ed è difficile fare previsioni sul futuro. Stiamo comunque preparando un progetto bellissimo che prevede l’arrangiamento e l’esecuzione dei nostri brani con la partecipazione dell’orchestra e che molto probabilmente avrà la sua prima esecuzione presso la Filarmonica Shostakovich di San Pietroburgo il prossimo anno. Abbiamo già in mente quale potrebbe essere la naturale evoluzione della nostra musica che strizza l’occhio all’elettronica ma al momento non vogliamo aggiungere altro.

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

Abbiamo diversi concerti qui in Italia già fissati, uno su tutti quello del 3 settembre prossimo in un importantissimo festival jazz italiano di cui non è ancora stato ufficializzato il cartellone e non vogliamo anticipare la notizia. Saremo in Giappone e Corea del Sud per la fine di ottobre con un bellissimo tour di concerti e poi un nuovo tour nel 2021 in Cina.

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