Jazz Agenda

Valentina Nicolotti racconta il disco Calicantus: il jazz che si fonde con il soul, il pop ed il rock

Pubblicato dall’etichetta Emme Record Label, Calicantus è il disco d’esordio della vocalist Valentina Nicolotti. Un progetto che unisce il jazz con il soul, il pop, il rock ed anche il cantautorato. La band è completata da Nicola Meloni alle tastiere e pianoforte, Gianmaria Ferrario al basso e contrabbasso e Francesco Brancato alla batteria e batteria elettronica e altri ospiti presenti in diversi brani. Valentina Nicolotti ci ha raccontato questa avventura…

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Calicantus è il mio primo di disco di inediti, uscito a dicembre 2020 per l’etichetta Emme Record Label. Si tratta di brani jazz con influenze pop, soul, rock e anche di cantautorato italiano. L’idea è nata dalla voglia di cantare brani miei e di registrarli in modo da “fotografare” il momento che sto attraversando come artista. Ho voluto mettermi alla prova scrivendo sia le musiche che i testi, seguendo il mio stile senza cercare etichette stilistiche. Il disco contiene otto tracce - di cui uno standard jazz- cantante sia in italiano che in inglese.

Raccontaci adesso la tua storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

Il progetto del disco era il sogno nel cassetto da diversi anni ma per svariate ragioni solo l’anno scorso ho avuto la possibilità di renderlo concreto. Noi jazzisti siamo abituati a suonare sempre musica di altri, musica ormai storica come gli standard e questo ci fa stare nella nostra confort-zone. Invece suonare, e soprattutto cantare, la propria musica ha un sapore tutto diverso e nuovo. Ci mette di fronte a delle scelte e ci lascia scoperti. Il rischio di ricadere nel banale o di risultare “già sentiti” ci fa mettere in gioco in modo diverso e solo dopo un processo di rappacificamento con il mio giudizio accademico, sono riuscita a lasciare posto alla vena compositiva. Dopo aver studiato tanti anni in Conservatorio cercando di arricchire il mio stile il più possibile, quando mi sono sentita pronta a scommettere sulla mia musica ho iniziato a cercare i musicisti che volessero condividere il progetto insieme a me. Cercavo persone appassionate e su cui poter contare, e che potessero dedicarsi con spirito creativo alla mia musica. Insieme a Nicola Meloni (tastiere), Gianmaria Ferrario (basso) e Francesco Brancato (batteria) abbiamo arrangiato i brani e creato il nostro sound. Dopo il lockdown primaverile ci siamo messi a provare e a giugno siamo riusciti a registrare il disco coinvolgendo anche alcuni ospiti eccezionali: Max Carletti (chitarra elettrica), Cesare Mecca (flicorno) e Gian Giacomo Parigini (chitarra acustica).

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?

Calicantus è per me entrambe le cose: un punto di arrivo, ovvero il ritratto di quella che sono oggi e della mia musica in questo momento, e la partenza di un nuovo progetto musicale tutto mio. Per me è stato fondamentale incidere quest’anno per mettere un sigillo sulla musica che ho scritto negli ultimi anni, per farla esistere e vivere con o senza la mia presenza. Ora la mia musica incomincia una nuova vita e non vedo l’ora di iniziare la fase dei concerti dove potremo suonare il disco e farlo conoscere ancora di più.

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?

L’eterogeneità del mio disco mi porta a nominare artisti anche molto distanti fra loro in quello che sono state le mie influenze stilistiche. La musica vocale fa da padrona in un viaggio che parte di Stevie Wonder e arriva a Elisa, passa da Kurt Elling e racconta anche di Norma Winstone. Ma poi non può lasciare indietro Joni Mitchell, Cyrille Aimee, Ella Fitzgerald, Jacob Collier, Sara Gazarek e ancora Gianmaria Testa, De Andrè. Insomma ce ne sarebbero troppi da nominare tutti ma questi sono quelli che ho ascoltato di più negli ultimi anni.  

Come vedi il tuo progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

Compatibilmente con la riapertura dei club e dei festival mi piacerebbe portare sul palco il disco suonando in giro per l’Italia e perché no, anche fuori! Sono molto felice dei riscontri che ho ottenuto finora e mi piacerebbe potermi mettere in contatto con realtà distanti dal Piemonte per assaggiare la cultura musicale di altre zone d’Italia.

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: hai qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

A inizio marzo registreremo con la nostra etichetta un mini live in studio con il trio. Per adesso siamo concentrati sulle prove e confidiamo che l’estate ci porterà qualche concerto! Per il resto sto continuando a scrivere musica, chissà magari tra qualche tempo potrà uscire un secondo disco!

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