Jazz Agenda

Andrea Cappi racconta il disco Eleven Tokens: “Un cross-over dalle diverse contaminazioni”

Pubblicato dall’etichetta Emme Record Label, Eleven Tokens è il disco d’esordio di Andrea Cappi Multibox. Un progetto cross-over ricco di contaminazioni in cui si mescolano elementi di improvvisazione con sonorità più vicine all’electro/rock. Andrea Cappi ha raccontato a Jazz Agenda questa nuova avventura.

Andrea per cominciare l’intervista, raccontaci la storia legata a questo progetto: vuoi raccontarci come è nato e come si è evoluto nel tempo

Il progetto Multibox è nato due anni fa. Volevo scrivere brani che prendessero spunto dall’esperienza fatta con il mio trio Flown, con cui ho inciso un disco nel 2019, e che in qualche modo evolvessero in qualcosa di diverso, sia in termini compositivi che di intenzione musicale. Ho sperimentato forme di scrittura nuove per me, ricercando quell’approccio che mi indirizzasse verso qualcosa di diverso rispetto a ciò che avevo scritto in precedenza, per certi versi più semplice anche se più strutturato.

Eleven Tokens, dunque, è il disco d’esordio del tuo progetto Andrea Cappi Multibox: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Il disco è composto da sei brani. La materia musicale è un cross-over dove si possono apprezzare diverse contaminazioni: jazz, electrobeat, rock principalmente. I brani sono piuttosto lunghi poiché cercano di narrare qualcosa attraverso varie sezioni in cui ognuna rappresenta una evoluzione o elemento di rottura con la precedente, tra parti scritte e improvvisate. Credo che il risultato finale risulti uniforme e presenti un filo conduttore facilmente intellegibile.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per te cosa rappresenta?

Eleven tokens rappresenta probabilmente un’istantanea del mio percorso di vita e professionale in questo momento. E’ un a fase dove sento di aver cominciato finalmente a fare ordine tra materiale musicale studiato e ascoltato e ciò che mi piacerebbe realizzare da adesso in poi. Forse Eleven tokens rappresenta questo: una necessità di sintesi tra riferimenti e percorsi musicali passati e presenti e una ricerca di organizzazione e di direzione nel mio personale percorso.

In base a quale criterio hai scelto i brani che lo compongono?

Ogni brano che compone il disco nasce da un’idea musicale abbastanza istintiva: una frase piuttosto che una successione d’accordi o magari una ricerca di un mood emozionale, eccetera. Tuttavia, subito dopo questa prima idea c’è sempre, in ogni brano, una concreta organizzazione dei materiali, basata sulla scelta di alcuni e lo scarto di altri, in maniera molto razionale. Su alcuni dei brani che compongono il disco ho tentato di partire da diversi presupposti, ponendomi dei confini e delle regole entro le quali scrivere. Penso che questo si possa avvertire dal disco. 

Hai qualche nuovo progetto in cantiere o qualche nuova registrazione?

Spero di suonare il più possibile questo repertorio perché è un genere musicale che va prima di tutto suonato e vissuto in maniere coinvolgente nella sua dimensione live, dove si creano situazioni improvvisate anche molto lontane dalla musica registrata sul disco. Abbiamo in progetto alcuni concerti per la primavera/estate 2022 in cui ci piacerebbe registrare qualche performance dal vivo. Ci sono poi alcune idee in cantiere per la stesura del secondo album che abbiamo in programma a fine 2022.

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