Rocket House e la loro fusione di groove, funk e jazz: un collettivo internazionale nato a Boston
- Scritto da Carlo Cammarella
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Una fusione di groove, funk e jazz. In questo modo potremmo riassumere l’essenza del collettivo Rocket House che ha recentemente pubblicato il disco d’esordio dal titolo omonimo. Questa avventura nasce dall'incontro tra il chitarrista Francesco Staccioli ed il pianista Riccardo Gresino a Boston, dove i due musicisti hanno dato vita a un progetto che unisce musicisti provenienti da tutto il mondo. Ecco il loro racconto…
Rocket House è un collettivo che unisce musicisti provenienti da diverse parti del mondo: per cominciare ci volete raccontare la storia di questo progetto?
Ciao e grazie per l’attenzione! Rocket House é un collective di musicisti creato da Riccardo Gresino e Francesco Staccioli. Ci siamo conosciuti ad Umbria Jazz 2017 dove entrambi abbiamo vinto una borsa di studio per Berklee College of Music. Nel 2018 ci siamo trasferiti a Boston e quasi per caso abbiamo cominciato a lavorare insieme a questo progetto. Preparavamo uno show che ci vedeva protagonisti nel college, abbiamo presentato dei brani inediti e siamo rimasti stupiti dalla risposta del pubblico. Questo ci ha fatto realizzare il potenziale di Rocket House.
Rocket House: il nome del collettivo e a questo punto anche del disco d’esordio questo nome ha un significato particolare per voi?
Il nome del progetto e del self-titled album rappresenta davvero nel dettaglio chi siamo. La parola House è perfetta nel descrivere il rapporto che abbiamo con i musicisti ed allo stesso tempo con il pubblico durante le performances. Rocket invece rappresenta la nostra passione per lo spazio e le avventure: spingersi oltre ai limiti, scoprire nuove possibilità in modo energico come un razzo.
All’interno del disco possiamo ascoltare diversi linguaggi: dal jazz al funk, passando anche per momenti melodici: vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?
Certo! Siamo molto attenti e meticolosi nell’evidenziare la melodia e sostenerla con groove incalzante e armonie fresche e arrangiamenti frizzanti. Ne risulta un prodotto essenziale che arriva in maniera diretta e sincera all’ascoltatore e proprio questo è il nostro tratto distintivo: lasciare una sensazione di allegria e coinvolgimento, colonna sonora di una semplice quotidianità.
Ascoltando questo disco, che ha in sé molte sfaccettature, la cosa che ci viene in mente è che abbraccia la musica “black” nel senso più ampio del termine. C’è un filo conduttore che lega i brani di questo progetto?
Sicuramente siamo ampiamente influenzati dalla musica afroamericana. Jazz, Blues, Funk sono stati e sono tuttora i nostri principali ascolti e fonti di ispirazione e studio. Ci approcciamo a queste sonorità con rispetto per la tradizione e per il significato che portano. Filo conduttore? Difficile da dire…sicuramente Blues e Groove sono elementi indispensabili.
Tutto nasce a Boston, forse da un incontro fortuito: che aria si respira da quelle parti e quanto ha influito nelle vostre composizioni?
L’atmosfera che abbiamo trovato a Boston, Berklee in particolare è stata la scintilla ed allo stesso tempo la benzina del progetto. Boston, con le sue innumerevoli università, è già di per se un ambiente stimolante e in continuo rinnovamento. Berklee è un bacino enorme di musicisti talentuosi provenienti da tutto il mondo dove culture diverse si intrecciano in ogni momento. Per noi, oltre ad aver apportato una notevole apertura mentale, ha contribuito ad arricchirci ed ispirarci. Per dare un’idea di questo basta guardare ai credits dell’album: Ghana, Indonesia, Colombia, Hong Kong, Usa, Europa etc. sono le nazionalità dei musicisti ed amici presenti nel disco.
Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?
La scelta di metterci in gioco, lasciare il nostro paese per allargare le nostre vedute ci ha reso ancor di più consci di quanto sia importante valorizzare i momenti e le cose più semplici. Questo mind-set è sicuramente alla base di questo lavoro ed, allo stesso tempo, una costante per il futuro. Diremmo assolutamente punto di partenza: pensare di essere arrivati porta con se la fine di stimoli e chiusura mentale. Per noi ogni traguardo è l’inizio di un nuovo percorso.
Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?
Dagli Snarky Puppy a Robert Glasper passando per Lettuce e Alfa Mist. Queste sono le nostre principali influenze ma siamo sempre alla ricerca di stimoli. Cerchiamo sempre un immaginario prima di comporre e questo ci porta a toccare tematiche e ambientazioni diverse.
Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?
Prima di tutto vogliamo valorizzare al meglio questo lavoro che finalmente è disponibile su tutte le piattaforme streaming ed in versione fisica come custom usb a forma di Rocket. Oltre allo streaming, continueremo a portare il nostro progetto ad esibirsi live in Los Angeles con la speranza di poter un giorno tornare da artisti sul palco di Umbria Jazz. Grazie mille ancora per lo spazio e per le domande. Siamo contenti che abbiate apprezzato il nostro disco e vi terremo sicuramente aggiornati per futuri eventi/pubblicazioni!!
Contatti
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