DeepStorming il nuovo disco del Get Wet Trio: “il sound che fa da filo conduttore”
- Scritto da Carlo Cammarella
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Pubblicato dall'etichetta Emme Record Label DeepStorming è il disco d’esordio del Get Wet Trio, progetto capitanato da Lorenzo Bagnoli che vede la partecipazione di Alessandro Cianferoni al basso, Daniele Cianferoni alla batteria con Francesco Cangi special guest al trombone in uno dei brani. Un lavoro cosmopolita ricco di groove, in cui il jazz e la musica black si fondono con il funk. Ecco cosa ci ha raccontato Lorenzo Bagnoli...
Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?
Diciamo che il disco è formato da una serie di idee melodiche, armoniche e ritmiche che mi sono venute in mente negli ultimi 3 anni. Non c’è un vero e proprio genere di riferimento, ma è il sound che fa da filo conduttore.Si possono sentire varie influenze all’interno del disco: dalla black music al funk, dall’arab jazz al latin, fino al pop anni ’90. Chiaramente i brani sono suonati secondo strutture e cliché più jazzistici, dove i temi sono spesso seguiti da spazzi molto improvvisativi e dinamiche estremizzate.
Raccontateci adesso la vostra storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?
Abbiamo un trio da 6 anni circa, suoniamo molto in Toscana, sia a livello strumentale, sia accompagnando cantanti di vario tipo, grazie all’intesa maturata negli anni. Poco prima della pandemia ho iniziato a pensare che avrei potuto scrivere dei brani strumentali per il trio e fra una quarantena e l’altra, siamo riusciti a fare le prove: a fine 2021 abbiamo registrato il disco.
Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?
Sinceramente spero entrambi. È un punto di partenza soprattutto per quanto riguarda le composizioni: è come se io abbia sigillato le mie conoscenze musicale sino a quel periodo. Spero sia un punto di partenza in quanto il mio obiettivo è quello di suonare in contesti più grandi dei locali toscani, mi piacerebbe portare il progetto in qualche jazz festival e in qualche club fuori dalla mia regione.
Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?
Si, nonostante le mie origini siano principalmente swing, manouche e blues, negli ultimi anni ho allungato molto le antenne e mi sento molto legato ai Beatles, al cantautorato anni ‘60, alla cumbia psichedelica, il brit pop, Morricone, Chopin. A livello chitarristico mi sono ispirato a diversi mostri sacri: Julian Lage, Mark Ribot, Alfredo Nuti dal Portone, Frisell, Scofield, Lettieri, Wong.
Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?
Come dicevo, spero di poter suonare in contesti quali jazz club e jazz festival a livello nazionale, e magari fra un paio di anni sfornare un altro disco.
Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?
Abbiamo appena suonato il 7 giugno a Fiorino sull’Arno; poi abbiamoil 31 luglio al Molo 5 e il 12 agosto a Piazza s. Marco.