Jazz Agenda

Marco Bruno racconta l’album d’esordio intitolato Stay Together

Un album che spazia tra diversi generi musicali come il rock, il pop, l’elettronica, la musica world, la fusion, in cui l’improvvisazione jazz e l’interplay sono sempre i veri protagonisti. In questo modo potremmo riassumer il disco d’esordio del bassista Marco Bruno intitolato Stay Togheter con un repertorio composto da 5 originali e 2 cover. Ecco il racconto del leader di questo progetto!

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Stay Together è il risultato della mia vita musicale e alcuni dei brani al suo interno sono in cantiere da quando avevo 16 anni. In effetti la produzione di questo primo album rappresenta per me il coronamento di un sogno. Il titolo nasce da una frase di uno dei membri della band: “l’importante è stare insieme”. Appunto il disco è dedicato a chi ancora oggi nel 2023 soffre del disagio sociale della solitudine. A livello stilistico invece, l’album in questione propone un approccio tipico del jazz come quello dell’interplay e dell’improvvisazione, al quale vanno ad aggiungersi varie contaminazioni come quella del Rock-pop o della musica elettronica ed etnica.

Raccontaci adesso la tua storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

Il progetto nasce come risposta alla pandemia. Troppo tempo avevo passato a dedicarmi ai progetti altrui e mai al mio. Cosi decisi che era il momento di mettere su una scaletta con i vari brani che avevo in cantiere! Per cominciare ho scelto la formazione di piano trio per poi sperimentare anche lo stesso repertorio con un trio acustico formato da chitarra classica e percussioni. Dopo circa un anno contavo già numerose esibizioni nella capitale ed anche fuori e capii che era arrivato il momento di concretizzare ciò che avevo prodotto. La registrazione dell’album è avvenuta nello studio Synthesia di Roma agli inizi di novembre ad opera di Andrea Iannone (mix e master). Lo step successivo era quello di espandere il suono fin ora sperimentato, aggiungendo quindi altri strumenti come sassofoni, chitarra e percussioni, andando ad evolvere il trio in quintetto.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?

Come descritto prima il punto di arrivo è forse la maturazione del suono avvenuto in fase di registrazione. Adesso mi impegno tutti i giorni per cercare di farlo conoscere. A nuovi ascoltatori e a programmare un tour per questa estate.

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?

Tra gli artisti che hanno influenzato la mia scrittura ci sono sicuramente i bassisti elettrici del jazz come Jaco Pastorius, e chi è venuto dopo di lui tipo Hadrian Feraud, Linely Marthefan, Avishai Cohen, Tim Lefebvr, Pippo Matino e Dario Deidda. Vengono evidenziate anche altri spunti come quelle degli Est, Shai Maestro, Donny McCaslin e spirits finger.

Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

Ci ho pensato abbastanza, anche perché ho in cantiere altri 7 brani al momento e un giorno vorrei replicare con un nuovo album. Penso di voler aspettare ancora, anche per avere il modo di inglobare nuove influenze cambiando un po’ il mio stile odierno, cercando quindi di non ripetermi. Il target del prossimo disco vorrei fosse più indirizzato verso la musica elettronica, cercando di mantenere comunque un assetto acustico.

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

Al momento sono alla terza data dopo la presentazione dell’album, avvenuta il 9 dicembre qui a Roma. La prossima data è per la rassegna di Jazz Over curata dal direttore artistico Francesco Mascio. Tolto questo non ho altre date per il momento ma conto di cercarne oppure organizzarne altre.

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