Jazz Agenda

Wasted Generation, il collettivo si racconta: “Esplorare le più recenti evoluzioni del jazz”

Introducing Wasted Generation è il disco d’esordio dell’omonima band recentemente pubblicato dall’etichetta GleAM Records. Un collettivo formato da cinque musicisti con un nome emblematico, quasi provocatorio come lo è sua musica asciutta, senza fronzoli a favore del lavoro d’insieme e dell’interplay. Un lavoro che esprime un’idea di jazz moderno, al passo con i tempi e che descrive per certi versi anche la realtà complessa che stiamo vivendo. La formazione è composta da Iacopo Teolis (tromba), Gabriel Marciano (sassofono contralto), Vittorio Solimene (piano), Giulio Scianatico (contrabbasso) e Cesare Mangiocavallo (batteria). Ecco il loro racconto.

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Il disco contiene 9 brani originali composti da noi 5 ed è stato seguito dal contrabbassista Joe Sanders, in veste di produttore artistico. Ogni brano è stato scritto appositamente per questo progetto, con l’intento di creare una narrativa chiara e unitaria, che nonostante la complessità della musica potesse arrivare a tutti.

Raccontateci adesso la vostra storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

Il progetto è nato all’inizio del 2019 quando, spesso abituati a lavorare con musicisti di generazioni diverse dalla nostra, abbiamo deciso di iniziare a lavorare ad un quintetto con l’intenzione di esplorare le più recenti evoluzioni del jazz.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?

Per noi rappresenta un punto di partenza, con la volontà di crescere e di porsi in ascolto del nuovo, con l’obiettivo di evolversi sempre.

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?

I nostri riferimenti musicali sono i più disparati: dalle figure più tradizionali ed iconiche della storia del jazz ai più moderni rappresentanti di questo genere. Tra gli artisti che credo abbiano più influenzato la nostra formazione, vi sono sicuramente Ambrose Akinmusire, Gerald Clayton ed Immanuel Wilkins.

Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

Non siamo in grado, oggi, di prevedere le possibili evoluzioni e strade a cui la nostra musica potrà condurci, ma siamo certi che suonare insieme porterà nuovi stimoli personali e d'insieme.

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

Al momento, abbiamo un concerto il 16 luglio a Roma per la rassegna “Estate al Polo” e stiamo lavorando ad un tour di presentazione che si svolgerà durante la prima settimana di ottobre, di cui più avanti daremo maggiori dettagli.

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