Jazz Agenda

Quasi Troppo Serio, un disco d’esordio per Enrico Zanisi

Enrico Zanisi è un ragazzo romano di 20 anni, appena diplomatosi presso il Conservatorio de L’Aquila sotto la guida del M° Walter Fischetti. Il suo CD d’esordio si intitola Quasi Troppo Serio ed è un lavoro molto originale registrato insieme a Pietro Ciancaglini ed Ettore Fioravanti. Dunque, parliamo di un’opera prima per un pianista che a soli 20 anni dimostra di avere già la maturità del grande musicista. Ed Enrico ci ha raccontato volentieri questa sua prima esperienza da studio.

Enrico, ti sei diplomato in pianoforte da poco tempo, come ti sei avvicinato al jazz?
Con la musica jazz ho avuto un approccio particolare, a dirti la verità inizialmente io volevo fare il cantante rock, ma in ogni caso ho sempre avuto un approccio improvvisativo perché cercavo sempre di comporre melodie nuove. Quindi, i miei genitori, che sono musicisti, hanno capito che c’era questo nesso e mi hanno indirizzato su questa strada.

C’è qualche musicista da cui hai preso spunto per cominciare con il piano jazz?
Sicuramente all’inizio ho preso spunto da Oscar Peterson, però immediatamente dopo ho capito che ero molto più vicino a Brad Mehldau, che è un pianista molto classico. Ed essendo io classico ho preso spunto da lui, da Keith Jarret, ma anche da Bill Evans.

 

Hai appena terminato questa tuo primo lavoro che si intitola “Quasi Troppo Serio”. Perché hai voluto mettere una musica di Schumann come prima traccia?
Diciamo che questo disco percorre un cammino che ho fatto fino ad oggi, partendo dalla musica classica per poi arrivare al jazz e anche al pop. Infatti in questo CD ho voluto registrare come ultima traccia un brano di Burt Bacharach che ovviamente è rivisitato in chiave jazz. Comunque ho voluto mettere questa musica di Schumann perché è breve, incisiva, perché mi ha fatto vincere un concorso quando ero bambino e, quindi, ha un valore molto importante per me. In generale sono davvero affezionato a tutta la raccolta Kinder Venin, ovvero i brani infantili di Schumann, e per questo ho deciso di inserirne un brano in questo CD.

E per quanto riguarda gli altri brani…
Il volo e il Caso Pane rispecchiano quello stile compositivo vicino a Brad Mehldau, mentre Corale è un omaggio ai Corali di Bach, un brano di musica lirica che forse si avvicina a Keith Jarret e anche al mio stile personale.

Quindi, come è nato questo titolo?
Questo titolo è nato da due cose, la prima è che Quasi Troppo Serio è la traduzione di un titolo di questa raccolta di Schumann, una musica bellissima che volevo registrare e che alla fine ho deciso di non mettere. In secondo luogo Quasi Troppo Serio rispecchia quello che sono io, come mi hanno trattato a scuola per gli studi che ho sempre fatto. E’ un titolo ironico, ma non poteva essercene uno diverso o più azzeccato di questo.

E come ti sei trovato a suonare con due professionisti come Pietro Ciancaglini ed Ettore Fioravanti?
Innanzitutto devo dirti che non mi aspettavo una resa così alta da parte del trio. E poi ho avuto il piacere di suonare con due musicisti così importanti, come Ciancaglini e Fioravanti, che sono davvero due uomini al servizio della musica, due persone umili, due amici, due papà che hanno accolto con gioia questa proposta e che ora mi chiedono di vederci ancora per suonare insieme. Le registrazioni che abbiamo fatto sono avvenute in maniera quasi istintiva, sono quasi tutte prime take. E questo perché mi interessava davvero scattare una fotografia del momento.

Quindi, quali saranno i tuoi prossimi progetti?
Adesso mi sto dedicando al trio e in inverno faremo un giro per l’Italia… Comunque sto lavorando anche ad un piano solo.

E le tue prossime serate?
Ho appena presentato questo Cd a Mantova, ma è stato un piano solo. Il 29 luglio suonerò a Feltre con il trio e presenterò il Cd in un Festival di Jazz vero e proprio, mentre il 10 agosto sarò a Villa Celimontana

Vota questo articolo
(0 Voti)

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Torna in alto