Jacopo Mazza racconta la genesi di Gravel Path: “Un punto di connessione tra storia e modernità”
- Scritto da Carlo Cammarella
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Un punto di incontro fra tradizione e contemporaneità. In questo modo potremmo sintetizzare l’essenza del nuovo disco che porta la firma del pianista Jacopo Mazza, pubblicato dall'etichetta Fonderia Musicale, e dal titolo Gravel Path. Un progetto ben curato, che a nostro avviso denota una grande attenzione ai dettagli, al lavoro d’insieme, alla fusione fra tradizione e nuove tendenze. In questo lavoro Jacopo Mazza si è avvalso della presenza di ottimi musicisti quali il chitarrista Micehle Caiati, il contrabbassista Marco Rottoli e il batterista milanese Matteo Rebulla. E’ il pianista in persona a raccontarci la genesi del disco.
“Gravel Path è un disco in quartetto che nasce dalla volontà di vivere la modernità senza prescindere dalla storia passata. L'originalità non può fare a meno dall'amore per la tradizione e del suo studio appassionato, della conoscenza delle storie e dei linguaggi parlati da chi prima di noi ha praticato la musica jazz. E' percorrere un sentiero sterrato, mai davvero confortevole, con la voglia di andare avanti e la consapevolezza di tutta la strada già percorsa. Al mio fianco ho scelto dei giovani musicisti tra i più talentuosi del panorama musicale italiano, che come me sono nel pieno del loro percorso di crescita e maturazione.”
Gravel Path, dunque, rappresenta un punto d’incontro tra storia e contemporaneità. A proposito Jacopo Mazza prosegue dicendo che:
“Il disco per me rappresenta un tentativo appassionato di trovare un punto di connessione quanto più personale ed interessante tra storia e contemporaneità. Gli Standards sono riarrangiati ricreando linguaggio che si ispira alla tradizione del piano trio cercando di portare alle estreme conseguenze le parti di esposizione e di "insieme" della formazione. Gli originali affondano radici tanto nella musica jazz quanto nella musica classica e nella musica leggera.”
Jacopo Mazza ci racconta anche il percorso che lo ha portato ad abbracciare la professione di musicista…
“Il mio percorso musicale parte da bambino, inizialmente come attività ricreativa, per poi diventare sempre più centrale all'interno del mio percorso di vita. L'incontro con alcuni maestri quali Massimo Colombo, Antonio Faraò, Andrea Pozza, Kevin Hays e molti altri ha poi segnato il mio profondo innamoramento per la musica Jazz e per la musica tout court. Dopo essermi diplomato al conservatorio di Milano ed al Centro Professione Musica di Franco Mussida ed essermi laureato in scienze politiche con una tesi di stampo antropologico sul jazz mi dedico allo studio dell'arrangiamento e della composizione.”
Carlo Cammarella