Jazz Agenda

Cettina Donato si racconta: una vita tra piano, composizione e orchestra

Jazz Agenda incontra Cettina Donato: pianista, compositrice e direttore d’orchestra messinese. Da anni svolge la sua carriera parallelamente tra Stati Uniti e Italia, alla guida di orchestre o ensemble. Talento carismatico e sorriso smagliante, lo scorso anno ha pubblicato il suo terzo disco “Third”, rimasto per settimane ai primi posti della classifica iTunes. Insegna in tre Conservatori italiani e sta per partire per una nuova serie di concerti in Canada e Stati Uniti.

Iniziamo con una domanda scontata, ma ancora attuale: in quanto donna, come vivi il tuo ruolo di direttore d'orchestra?

“Oltre a dirigere sono l’arrangiatrice delle composizioni che eseguiamo. Il mio ruolo è duplice, arrangiatore e direttore. Lo sforzo più importante è nella fase della scrittura dell’arrangiamento perchè cerco di trovare il modo più naturalmente congeniale allo spettacolo che dobbiamo mettere in musica.Trovo che non ci sia alcuna differenza di genere nello svolgere la mansione di direttore d’orchestra. Mi rendo conto che non è una professione prettamente femminile però ormai diversi ruoli che prima erano prettamente maschili ultimamente sono stati ricoperti da donne. Qualche mese fa ero in viaggio per un concerto e il comandante del mio volo era una donna. Forse fino a qualche anno fa ci saremmo meravigliati di tutto questo ma per fortuna oggi la diversità dei ruoli in ogni ambito professionale non esiste più."

Vi sono delle colleghe o dei colleghi, con questo stesso ruolo, che rappresentanto per te un modello o che stimi in maniera particolare?

"Tra i giovani Direttori d’Orchestra mi piace moltissimo Gustavo Dudamel perche’ sa far respirare l’Orchestra."

Nei tuoi studi ti sei dedicata a classica e jazz: come hai unito questi due generi nelle composizioni e negli arrangiamenti per orchestra?  

“E’ fondamentale l’unione dei due generi sia che stia scrivendo degli arrangiamenti di jazz o di musica classica. Nei miei arrangiamenti non mancano mai i contrappunti tipici dell’influenza classica e nella classica cerco di dare un gusto personale a ciò che scrivo. Che sia jazz, moderno, contemporaneo, non importa. Dare etichette alla musica per me è già sbagliato. Ciò cheè più importante, invece, secondo me, è riconoscere da un arrangiamento o da una composizione l’autore che l’ha composto.”

Altra domanda di routine: c'è un musicista che ha più ispirato la tua vita e la tua carriera?

“L’incontro con Herbie Hancock è stato per me fondamentale. E’ stato di grande stimolo oltre ad avermi infuso una carica ed energia inesauribili. E’ pazzesco come un essere umano sia capace di tutto questo. Eppure Herbie Hancock è stato questo per me: carica inesauribile di energia musicale. Non dimenticherò mai le sue parole: “Cettina, tu devi continuare a scrivere la tua musica”. E poi, lo incontrai l’anno successivo e ripetè dicendo: “Hai un gran talento. Continua a fare quello che stai facendo”. Come potrei deluderlo?”

Raccontaci gli inizi della tua attività musicale.

“Come tutti i musicisti (specialmente americani, nel mio caso pero’ tutto e’ successo in Italia, nella bellissima Sicilia) ho iniziato a suonare le percussioni nella Parrocchia del mio rione. Poi i miei genitori mi hanno fatto prendere lezioni di piano e il parroco ha voluto che suonassi l’organo. Nel frattempo studiavo pianoforte e suonavo ad orecchio tutte le musiche che ascoltavo in TV o alla radio. Poi cominciai a studiare composizione classica e presi il Diploma di Pianoforte classico ed essendo ormai cresciuta poi presi il Diploma di Didattica della Musica, Jazz, il Biennio Specialistico in Discipline Musicali (Jazz), poi la Laurea all’Università in Psicologia Sociale, Due Master in Didattica Speciale e poi la Borsa di Studio per studiare al Berklee College di Boston. E poi mi sono trasferita negli Stati Uniti.“

Svolgi gran parte della tua attività concertistica negli USA: quali stimoli umani, culturali e musicali hai ricevuto vivendo e suonando tra i diversi Stati?

“Gli Americani amano condividere le proprie conoscenze musicali con altri musicisti: hanno un forte spirito di condivisione. Mi piace questo carattere. Mi piace parlare con i diversi musicisti di musica, di come dare il proprio contributo con le proprie conoscenze. Si sente dire che in Italia invece si è gelosi delle proprie conoscenze e spesso non si parla volentieri con altri arrangiatori o compositori e musicisti delle proprie impressioni musicali. Non ho mai creduto a questo.”

Quale è la tua visione dell'ambiente musicale attuale in Italia?

“Ci sono dei bei musicisti di jazz, di classica, dei veri talenti. Ma questo non è sufficiente. Ognuno dovrebbe cercare di fare del proprio meglio per raggiungere il massimo. La cosa più importante è dare sempre il massimo. E i risultati si vedranno. Sono sicurissima di questo.“

Il tuo terzo album si chiama, per l'appunto, "Third": il titolo va al di là della successione cronologica dei tuoi dischi?

“Proprio così. Oltre ad essere il terzo, è un disco voluto, quello aspettato da sempre che vede tutte le mie composizioni in piano trio. Rimango comunque affezionatissima agli altri due precedenti, specialmente al secondo che ho registrato a Boston con l’orchestra jazz che porta il mio nome, formata da musicisti che vengono dai cinque continenti: Europa, Asia, Americhe, Africa, Oceania.”

Insegni nei Conservatori di Messina, Liorno e Alessandria, e stai per partire per alcuni concerti in Canada e USA: lasciaci le coordinate per rimanere aggiornati sulla tua musica e i tuoi live.

“Il mio sito ufficiale www.cettinadonato.com, inoltre mi trovate su Twitter, Facebook, Linkedin, Google Plus. Il mio ufficio stampa: Fiorenza Gherardi De Candei.”

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