Jazz Agenda

Antonella Vitale racconta il progetto Acoustic Time: una delle ultime collaborazioni di Karl Potter

Un progetto acustico, curato nei dettagli dove la musica torna all’essenziale. Queste le caratteristiche di Acoustic Time, trio composto da Antonella Vitale alla voce, Roberto Genovesi alla chitarra acustica e Ruggero Artale alle percussioni. Un progetto interessante e uno degli ultimi dischi che ha visto la partecipazione del noto percussionista statunitense Karl Potter, scomparso nel 2013 e sostituito in un secondo momento proprio da Ruggero Artale. Antonella Vitale racconta a Jazz Agenda la nascita e lo sviluppo di questo trio.

Il progetto Acoustic Time è stato pensato con calma, senza un termine di tempo, costruendo ad ogni incontro qualcosa di nuovo e dopo circa un anno di prove in studio, il repertorio era completo. Diversi anni fa, grazie all'indicazione di un caro musicista in comune, ho contattato Roberto Genovesi, cercavo da tempo un chitarrista con il quale costruire un dialogo musicale con voce e chitarra acustica. Il suo stile mi è piaciuto subito, avevamo gusti comuni e la stessa propensione a scegliere brani che rappresentavano un legame con il nostro passato, un background primi anni 80! Abbiamo quindi messo su un repertorio ispirandoci per lo più a cover pop americane che potessero funzionare con lo stile chitarristico di Roberto che utilizza molto le accordature aperte capaci di generare atmosfere musicali molto morbide, cristalline ed eteree. Io ho seguito il suo mood  lasciando che tutto prendesse forma nella maniera più naturale. Per esempio “Message in a bottle” dei Police, l'abbiamo eseguita e registrata quasi per scherzo senza intenzione alcuna di inserirla nell'album, ma dopo alcuni giorni io al primo ascolto in studio sono rimasta rapita dall'atmosfera cosi malinconica e fluttuante che avevamo creato grazie alla bravura e alla sensibilità di Roberto che con la chitarra Fretless, ha conferito al brano un sapore molto originale.”

Dopo anni di canto jazz, dunque, per Antonella Vitale si apre una parentesi nuova con un approccio differente rispetto ai precedenti progetti. A proposito la vocalist ci spiega cosa ha rappresentato per lei questo progetto:

Credo che in generale “il disco”, rappresenti l'excursus artistico di un musicista, all'interno di un CD troviamo l'artista in relazione a quel momento in cui lo ha realizzato e confezionato. Per quanto mi riguarda Acoustic Time è un CD in cui ho cercato volutamente di sganciarmi dal jazz, sperimentando qualcosa di nuovo e diverso dai miei precedenti lavori. Interpretare canzoni degli Earth wind & Fire, o degli Eagles e poi brani come Barco Abandonado di Ennio Morricone ha rappresentato una ricerca personale da un punto di vista tecnico vocale. Spesso non sai come un progetto possa prendere forma, parti  con un'idea ben precisa, ma in fase di realizzazione  tutto può prendere un'altra direzione, magari per caso. La presenza di Karl Potter poi è stata  preziosa, con la sua ritmica ethno-funk ha acceso ed infiammato i brani con un sound pieno di calore e di energia viva. Fui Molto sorpresa quando Roberto mi riferì che Karl aveva accettato di prendere parte al progetto, è stato un bell'incontro ed oggi posso raccontare con orgoglio di aver avuto la fortuna di collaborare e conoscere un  musicista di grande esperienza artistica e di grande umanità. Acoustic Time è infatti un generoso testamento che Karl ci ha lasciato, come il brano Andeja eseguito in registrazione e mai suonato o provato prima e in cui io ho cantato seguendo le suggestioni che il ritmo di Karl e la chitarra di Roberto mi trasmettevano....piene di Africa e molto evocative. Allo stesso modo Ghirinbaduè, ultima traccia del CD, composta da Ruggero Artale ed ispirata al ritmo sorsonet, mi ha dato la possibilità di sintonizzarmi su immagini africane, al punto che mi sembrava un qualcosa di molto familiare e molto naturale.”

In ultimo Antonella Vitale racconta a Jazz Agenda il percorso di crescita che ha portato dapprima alla nascita del progetto, che ha visto la partecipazione di Karl Potter, ed in secondo luogo lo sviluppo del trio.

La bellezza del fare musica - prosegue - penso consista proprio nel processo creativo che prende forma gradualmente quando riesci ad ascoltarti dall'interno: è come una messa a fuoco automatica che si aziona quando tutto è in sintonia allora nasce la magia del fare musica. Questo è successo tra di noi, e succede sempre nei nostri concerti insieme al percussionista Ruggero Artale, con il quale condividiamo il palco da quando Karl ci ha lasciati. Ogni concerto è infatti un divertimento e una scarica di adrenalina! Ruggero è un musicista fantastico, pieno di entusiasmo, di idee, con il quale mi piace molto lavorare, sia lui che Roberto sono stati molto vicini a Karl artisticamente e nella vita, per cui sia in concerto che in studio tra di noi si crea una bellissima atmosfera ed un grande interplay. Oltretutto adoro il fatto che nel live indossi abiti Africani! Ringrazio come sempre Rocco Patriarca, titolare della Audiorecords, etichetta discografica impegnata da sempre nella produzione di registrazioni di riferimento Audiophile. La resa finale dell'album, ripreso e mixato in modo impeccabile è opera di Stefano Isola, che grazie alla sua professionalità e alla sua abilità di fonico,  ha conferito a tutti i brani un suono naturale e di rara bellezza. Oggi sono felicissima di continuare questo percorso con Acoustic Time Trio perché è un progetto che rappresenta un laboratorio di idee, di confronto, qualcosa di diverso dove c'è da parte di tutti e tre l'entusiasmo di creare sempre qualcosa di nuovo.”

 

 

 

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