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Il jazz che sposa il cantautorato: Chiara Raggi racconta il disco Disordine

Un disco raffinato ed elegante in cui il jazz incontra il cantautorato. Si presenta così Disordine, disco che porta la firma di Chiara Raggi, pubblicato dall’etichetta Musica di Seta che ha visto la partecipazione di grandi musicisti quali Aaron Goldberg al pianoforte, Daniel Bestonzo alle tastiere, Dario Chiazzolino alla chitarra, Ugonna Okegwo al contrabbasso e Lawrence Leathers alla batteria. Chiara in persona ha raccontato a Jazz Agenda il suo percorso musicale ed artistico.

Chiara, ascoltando le note del tuo disco Disordine non abbiamo potuto fare a meno di notare questa tua vena cantautoraleche si sposa con il jazz: èforse questa la vera essenza di questo progetto?

Penso che lo sia ma tutto è avvenuto in maniera molto naturale. Le canzoni, già nella versione voce e chitarra... così come le ho scritte, avevano tutto al loro interno: armonie aperte, tempi dispari, sviluppo della melodia. Quindi per arrangiare questo lavoro siamo andati nella direzione in cui la musica portava. Anche la realizzazione ha sicuramente influito sul suono finale, il cantautorato che si fonde con il jazz, perché l'album è stato registrato in presa diretta ed ogni esecuzione è stata, in qualche modo, unica ed irripetibile. Si è trattato di scegliere il solo più bello o l'interpretazione musicale più convincente e sincronica. In un secondo momento è stato fatto un lavoro di post produzione in cui abbiamo aggiunto elementi di elettronica, archi, loop, etc. È stato un processo entusiasmante, ho imparato molto e ho visto crescere le canzoni nota dopo nota.

Ci vuoi raccontare, allora, il tuo percorso musicale: come ti sei avvicinata alla musica e soprattutto quali sono state le tue principali esperienze? (se hai cominciato prima a cantare o a suonare la chitarra)

Quando avevo sette anni, in seconda elementare, la maestra di scuola disse a mia madre: <<varrebbe la pena iscrivere la bambina ad un qualche corso propedeutico di musica, è"portata">>. Non arrivo da una famiglia di musicisti ma devo a mia madre l'inizio del mio percorso, si è fidata e mi ha iscritto ad un corso di musica. A 10 anni mi sono iscritta in Conservatorio e a 20 mi sono diplomata in Chitarra Classica. La prima canzone che ho scritto era dedicata alla mia chitarra, avevo 12 anni. Amavo cantare, amavo suonare la chitarra ed ero appassionata di poesia... Quando ho unito i tre elementi ho capito che "scrivere canzoni" era il mio canale preferenziale di espressione, quello che mi permetteva di coniugare insieme le mie passioni.

Parliamo ora del tuo lato che si lega al cantautorato: da dove prendi ispirazione per scrivere i tuoi brani e le tue composizioni?

Le canzoni che scrivo sono frutto della mia esperienza. Ogni canzone èla fotografia di un momento, di un sentimento, di un vissuto. Scrivere per me è spogliarsi, mettersi a nudo, guardarsi nel profondo... È una sorta di terapia. Ci sono dei temi a me cari che ritornano: il viaggio, la ricerca dell'amore, la fragilità e il mare. Sono nata e cresciuta a Rimini e il mare, col suo moto continuo, con il suo essere a tratti calmo e pacifico, altre volte impetuoso e spaventoso, è una costante fonte di ispirazione... Quasi fosse una persona presente al mio fianco. Quando sono lontana da casa ne sento la mancanza, quando lo rivedo ancora mi stupisco, ne riconosco l'aria.

Quali sono stati i principali artisti di riferimento che hanno rappresentano per te una vera e propria fonte di ispirazione?

L'incontro con la musica classica da bambina mi ha sicuramente segnata ed, in qualche modo, "plasmata", dall'impostazione delle mani sullo strumento ad un certo modo di comporre con esso. Studiare Bach ha smontato e rivoluzionato il mio cervello musicale. Il mio Maestro di chitarra in Conservatorio mi disse pochi giorni del diploma "non essere tu a suonare Bach, lascia che sia lui a suonare te". Mi porto dietro questa saggia verità e la custodisco come promemoria di approccio a qualunque musica. Poi c'è stato l'incontro con il mondo di Joni Mitchell e la sua visione musicale che mi ha affascinata: Mingus e Shadows and Lights li ho ascoltati e ascoltati... ma sono anche una grande fan del doppio album live con l'orchestra sinfonica, per me un capolavoro.

Cosa pensi, invece, del momento musicale attuale in Italia: per un chi cerca di emergere e di suonare il piùpossibile com’èsecondo te la situazione?

Sono ormai diversi anni che stanno cambiando i metodi e i mezzi per far si che ognuno possa far ascoltare la propria musica. Le case discografiche hanno trovato nei talents il modo per sopravvivere ed è ormai evidente che non sia più l'ascoltatore a cercare la musica ma viceversa. Oggi più che mai un musicista ha bisogno di far ascoltare le proprie canzoni ad un pubblico che quindi va cercato e coltivato.

Unultima domanda per chiudere: prossimi progetti e soprattutto prossimi eventi live: quali saranno i tuoi impegni più impellenti?

Sarò il 12 giugno, alle 18, in concerto con Disordine durante il GUINNESS WORLD RECORD di Uniradio Cesena, la diretta radiofonica più lunga mai realizzata, 96 ore. Si potrà seguire il live per radio ma anche dal vivo all'Ex-Macello di Cesena.Invece per quel che riguarda i progetti futuri... Si dice che un lavoro sia importante quando ti proietta su quello successivo. Per me è accaduto ed infatti sto facendo la pre-produzione del terzo album. Negli ultimi mesi ho sentito la forte esigenza di scrivere nuove canzoni, complici una serie di cambiamenti importanti che sto attraversando.Disordine è un album che ha visto la luce in due anni e quando è uscito ne ho sentito il distacco. Come se un pezzo di me non mi appartenesse più, avesse vita propria e credo che questo sia giusto. La musica esiste prima di me, dopo di me e, alcune fortunate volte, passa attraverso di me.

 

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