Jazz Agenda

Giancarlo Necciari parla dell’edizione JazzUp 2016: “Una continua evoluzione ed un festival mutante”

Un festival che cresce, che si rinnova e che continua a proporre idee innovative, creando sinergie con diverse realtà culturali. Queste le caratteristiche principali del JazzUp Festival che quest’anno prenderà piede dal 24 Giugno a domenica 10 Luglio 2016. Quali sono, dunque, i punti di forza di questa manifestazione culturale che è giunta all’undicesima edizione? Lo abbiamo chiesto pochi giorni prima dell’inizio al direttore artistico Giancarlo Necciari!

Guardando le linee guida di questa edizione è stato posto l’accento sulla capacità di rinnovamento e sulla voglia di crescere. Rispetto alle precedenti edizioni, dunque, quali sono stati i passi in avanti del JazzUp Festival?

“Quello che sto per dire potrebbe sembrare singolare ma la mia impressione è che per il primo anno sono riuscito, insieme al nuovo team di lavoro, a dare una vera identità al festival. Non ho mai sentito così netta la sensazione di quello che in realtà è ora il JazzUp, ovvero una continua evoluzione e più precisamente un festival “mutante”. Chi ha seguito con attenzione le dieci edizioni alle nostre spalle, ha avuto modo di assistere ad una continua genesi di idee, spesso realizzate e supportate da una curiosità stimolata da problematiche di ogni tipo, a volte anche spinta nella direzione di “colpire” il pubblico per sorprenderlo ed interessarlo. Il rinnovamento è stato quindi una sorta di filo conduttore di ogni edizione, e più che una crescita, io direi una concreta riconferma di questo.”

Quali sono, quindi, i punti di forza della rassegna del 2016 e soprattutto quali sono le novità rispetto alle precedenti edizione del Festival?

“Artisti come Enrico Pieranunzi, Luca Aquino o Simona Bencini parlano da soli. La forza della manifestazione, è senza dubbio la presenza di queste grandi personalità del mondo jazzistico. Un palinsesto che proietta così la propria straordinarietà su tutti i partecipanti, quasi come se fosse una prestigiosa piattaforma di lancio. Una solidità della proposta che è quindi, il primo punto di forza della manifestazione, a garanzia di un confronto dialettico e continuo con il pubblico. La musica che apre le coscienze, che provoca l’analisi, la discussione; il jazz al centro di tutto con esperienze, intrecci e motivi proposti dagli oltre ottanta appuntamenti previsti sul palco di Piazza del Gesù riusciranno senza dubbio a stimolare gli spettatori. Attualità, economia, poesia, arte, cinema, una valanga di interrogativi e di questioni che legano il festival agli interessi reali di una collettività. Anche per fare questo è stato necessario attuare un percorso più impegnativo rispetto al passato, con oltre quindici giorni di programmazione. Così è stata concepita questa edizione: la “maratona” JazzUp 2016, l’altra evidente novità di quest’anno.”

Artisti di livello internazionale e artisti emergenti che hanno tanto da dire: è forse uno dei binomi vincenti dell’edizione di quest’anno?

“Se lavori sul “pari” sai che il risultato sarà sicuramente della stessa natura. Di conseguenza eccellenza e volontà, fama e ambizione, forza e coraggio sono state le espressioni su cui è stato costruito questo programma. Giovani interessanti, armati di grande talento e forza di arrivare, si confronteranno con i mostri sacri dell’eccellenza jazzistica italiana. E se la storia può apparire scontata, quasi come ad evocare quella tra Davide e Golia, il finale non lascerà sul campo né vinti né vincitori, ma solo un bellissimo “specchio musicale” dove si rifletteranno dimensioni che alla fine si guarderanno con ammirazione.”

Parlando in generale nel periodo in cui viviamo quale potrebbe essere secondo lei il modello  ideale di Festival Jazz di successo?

“Sono molto attento alle molteplici proposte del settore, alcune nuovissime spesso anche stravaganti, insistentemente lanciate sui canali mediatici ed espressioni di grande creatività, altre restyling di blasonate kermesse. Vero è che, la cultura è ora oggetto di un interesse imprenditoriale nuovo, più che nel passato si guarda con occhio diverso alle possibilità aperte da questo specifico ramo dell’industria. Credo però, che un “modello ideale” non ci sia, o meglio non sono convinto si possa creare una perfetta sintesi, o per dirla in termini finanziari, raggiungere il successo di un fatidico “risultato” nel conto economico di una manifestazione, inteso come saldo tra l’efficacia dell’iniziativa, e l’espressione di una profondità interiore, come ritengo sia la musica jazz. Del resto, se si guarda con attenzione a ciò che sta accadendo nelle località dove i festival hanno sempre avuto una grande importanza, vediamo come queste stanno in parte regredendo. Spesso accade nel tentativo di rimodulare un contenitore nato con delle ben precise linee guida, spesso calzate per il territorio interessato o che nel corso del tempo hanno peccato di rinvigorimento; quando poi si cerca di intervenire, sovente per correggere costi ormai fuori controllo, non si fa altro che distruggere quanto di buono è stato fatto nel passato. La formula magica quindi non c’è! Meglio, il modello che vive nel decentrare e distribuire quanto più possibile queste realtà è, a mio avviso, l’unica soluzione che riesco a definire con certezza. Tanti importanti festival uniti, per quanto possibile, da una logica di programmazione illuminata.”

Tornando al JazzUp, dal momento che al suo interno sono presenti diverse rassegne e diverse manifestazioni, non abbiamo potuto fare a meno di pensare che il Festival stia diventando un contenitore culturale più ampio: è forse questo il futuro dei Festival di Jazz?

“Si, l’idea di ampiezza sintetizza forse al meglio questa analisi, anche valutando attentamente l’intero programma di quest’anno. Le sezioni, gli approfondimenti, le partnership con i tanti soggetti coinvolti, rappresentano settori della nostra comunità: dalla didattica, all’informazione, dall’associazionismo al turismo e l’enogastronomia. Un realtà aggregata da una stessa natura che attraverso il festival si muoverà armonicamente, sprigionando il proprio specifico valore. Sono questi i mondi che ruoteranno intorno alla dimensione festival, con un epicentro garantito dalla presenza di oltre 200 artisti, ed un impalcatura sostenuta da giornalisti, tecnici e volontari, impegnati incondizionatamente per far grande il JazzUp.”

Per concludere quali sono gli obiettivi che vi siete posti per questa edizione e soprattutto quali saranno quelli futuri ?

“In parte credo di aver già espresso gli obiettivi di oggi, per i possibili sviluppi di domani, considerando l’incontrollabile e sempre diversa realtà in cui si opera ogni anno, la possibilità di escursioni in altre porzioni di territorio anche in ambito regionale appaiono in questo momento solo come un Fly me to the Moon nell’esecuzione sognante del grande Oscar Peterson.”

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