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Andrea Infusino racconta il nuovo disco Amarene Nere uscito per Emme Record Label

Pubblicato da Emme Record Label, Amarene Nere è il secondo disco da leader del talentuoso chitarrista Cosentino Andrea Infusino. Un progetto che rappresenta senza dubbio un’evoluzione del precedete Between 3 & 4 uscito per la stessa etichetta. Completano la formazione che ha preso parte a questo lavoro Marco Rossin ai sax, Fabio Guagliardi organo key-b, Manolito. Andrea Infusino ci ha raccontato questa nuova avventura:

"Il progetto “Amarene Nere” nasce da Andrea Infusino che, fra gli ascolti e le esperienze musicali, ha voluto creare un Quartet strutturato con Organo e uno strumento a fiato, volendo estendere il concetto di Organ trio di alcune formazioni del celeberrimo Wes Montgomery. La proiezione musicale che si è ottenuta è quella di una formazione di estrazione mainstream, con connotazioni però originali e inaspettate, poiché alcuni approcci e manierismi propri dell’Organ Trio hanno lasciato lo spazio alle peculiarità e all’inventiva dei musicisti, impiegando più possibile l’uso di soluzioni contemporanee e di estrazione più ampia. Il supporto compositivo e di arrangiamento di Andrea Infusino, leader e chitarrista, è stato ed è di decisivo impatto per concretizzare il concetto di un Organ Trio diverso, o anche nuovo. Come non citare ad esempio le recenti e proficue esperienze intercorse fra i grandi Jonathan Kreisberg e Dr. Lonnie Smith, i quali sono d’esempio per gli artisti emergenti in termini di creatività e improvvisazione out-of-the-box. Perciò le strutture, i temi, i fraseggi e le improvvisazioni sono tutte rivolte a creare una fusione fra vecchio e nuovo, cercando, a rischio di sporcare artisticamente la tela, di alzare l’asticella ad ogni brano. L’Andrea Infusino Quartet perciò è un gruppo di artisti che si pone un obiettivo artistico fatto di sfide tecniche ma anche di curiosità, che dopo l’esperienza di “Between 3&4” trova in “Amarene Nere” la sua naturale evoluzione."

Andrea Infusino ci ha raccontato anche il percorso che lo ha portato alla nascita del disco:

“Il percorso musicale fa parte di un filone già iniziato col precedente lavoro, “Between 3&4”. Sono infatti comuni numerosi stilemi e alcune soluzioni tematiche presenti negli sviluppi melodici dei brani. “Amarene nere” dopotutto, brano d’apertura e nome del disco, è stato composto nello stesso, travagliato, periodo del brano “Between 3&4”, poichè entrambi appartenenti alla medesima cellula compositiva sviluppatasi in diversi brani. “Amarene nere” però contiene tanto una parte di storia musicale che lo accomuna al suddetto lavoro, che una parte dove si può sentire l’evoluzione e le altre influenze stilistiche e compositive che hanno dato vita a brani quali “Sambat”, “Angela’s Whistle” piuttosto che “Slow baritone” e “Tavern”. Il pattern adottato nella concezione musicale dell’album e dei brani è quello di offrire effetti di chiaroscuro all’ascoltatore, giustapponendo elementi fruibili come invenzioni criptiche. Il percorso così delineato rappresenta, in note, quello umano di Andrea Infusino che con “Amarene nere” ha voluto unire la sua storia personale a quella musicale, con opportune dediche di brani e anche di packaging del supporto fisico. Perciò ancor prima di percorso musicale in questo caso è opportuno accostare un percorso umano, come germoglio di un’infiorescenza artistica che, crescendo rigogliosamente, presenta le giuste connotazioni di un’evoluzione fiorente a venire. Perciò lo stile di composizione e le “nuove concezioni” musicali abbracciano brani come “Angela’s whistle” un brano che irrompe col suo incalzare rapido, melodicamente spigoloso e fresco, ma che tranquillizza l’ascoltatore perché in realtà “non è altro che un blues in Do minore”. “Sambat” che grazie al suo ritmo latino fa lo sgambetto alla saudade, con la sua struttura AABA in cui “mancano” battute, e un bridge modale di chiara memoria Methiniana. “Tavern” dove il gruppo è chiamato a “riempire” una tavolozza ampia, l’armonia del brano che si ripete su tutta la stesura melodica, con “giri di note”, la melodia, per approdare su un solo che fa l’occhiolino alle strutture ben note e auliche di Horace Silver; queste sonorità riprese in “Slow baritone” dove l’influenza di Silver si fa più netta e si contrappone in alcuni passaggi con sonorità più spiccate e pungenti."

Infine il chitarrista cosentino ci racconta anche cosa rappresenta per lui il disco:

“Il disco rappresenta per me l’ennesimo momento e motivo di autocritica e sguardo interiore, come persona e come artista. E’ un ulteriore punto di partenza da cui raccogliere nuove esperienze e nuovi frutti per i lavori e le collaborazioni che verranno. E’ parte dello spirito di sacrificio di ogni artista, privarsi di qualcosa (ore/anni a studiare e a ricercare, tempo ed energie ad esibirsi e a farsi portatore di significato e significati fra gli ascoltatori) per portarlo in dono al pubblico e lasciare una traccia e un senso per chi vuole coglierlo; come le fenici o i pellicani rappresentano, simboli di rinascita e di dono. Gli artisti impegnati nel lavoro, gli eccellenti Marco Rossin ai sax, Fabio Guagliardi organo key-b, Manolito Cortese alla batteria, hanno prestato egregiamente la loro arte con grande dedizione e con altrettanto spirito di scoperta e sfida, offrendo anche in questa occasione il miglior supporto per la produzione discografica.”

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