Jazz Agenda

Roma Jazz Festival: di scena Franco Micalizzi & The Big Bubbling Band

Ci sono artisti che seguono le tendenze, le mode, e sono veloci ad assimilarle; ce ne sono altri che invece questi codici, questi stili, li creano. Franco Micalizzi, che sarà di scena all’Auditorium Parco della Musica  sabato 27 ottobre nell’ambito del Roma Jazz Festival insieme alla “The Big Bubbling Band”, è tra questi ultimi. Compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra, è colui il quale ha contribuito come nessun altro in Italia alla nascita, lo sviluppo e il rilancio di quella che è stata ribattezzata Pulp Music, nata nei lontani anni settanta grazie a pellicole di polizieschi come Il cinico l’infame il violento, La banda del gobbo, Napoli violenta e moltissimi altri, e rivalutata dopo il successo planetario di Pulp Fiction di Quentin Tarantino (suo fan dichiarato;, ha inserito il tema di  “Italia a mano Armata”, all’interno di una delle scene madri del film “Grindhouse” – A prova di morte). Se Umberto Lenzi, il regista di riferimento per il filone “poliziesco all’italiana” è stato l’occhio di quel periodo, in linea con quella che era la società italiana dell’epoca – politicizzata, inquieta, palpitante -, Franco Micalizzi ne è stato l’orecchio, con temi musicali di grande coinvolgimento, fiati squillanti e ritmi incalzanti, perfettamente integrati con le immagini e le sceneggiature. Un binomio che inchiodava lo spettatore alla poltrona e ne alzava il ritmo cardiaco. Nelle oltre trenta colonne sonore, spiccano anche quelle per film come Lo chiamavano Trinità o L’Ultima neve di primavera.

SABATO 27 OTTOBRE – SALA SINO POLI

50 ANNI DI MUSICA

FRANCO MICALIZZI & THE BIG BUBBLING BAND

“Cult Soundtracks and Jazz”

THE BIG BUBBLING BAND, DIRETTORE FRANCO MICALIZZI

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Roma Jazz Festival: di scena Triple Vision

Il jazz non si è mai tirato indietro quando si è trattato di mescolare le discipline più diverse nelle maniere più impreviste. Non fa eccezione il progetto Triple Vision(I), presentato in Prima assoluta qui al Roma Jazz Festival giovedì 25 ottobre alla Sala Petrassi dell’Auditorium parco della Musica; un viaggio sentimentale ed onirico all’interno della musica attraverso l’impatto emotivo dell’arte visuale e l’unione tra tre progetti musicali e tre dei video-artisti. Le tre formazioni musicali rappresentano la triplice visione di questo viaggio, affrontato con diversi stili del jazz contemporaneo tra elettronica, lirismo e momenti di pura improvvisazione, marcando tre diverse tappe visive e sonore (della durata di circa 30 minuti ciascuna), cui anello di congiunzione sarà il brano “Banchetto di nozze” che, in un continuum melodico e visivo, scandirà il graduale avvicendarsi dei musicisti sul palco. Ospite del progetto, il trombettista Fabrizio Bosso, che da tempo collabora con gli artisti della performance e che costituirà musicalmente un cardine fondamentale, conferendo la sua impronta ai tre diversi momenti del viaggio. La performance sarà costruita insieme a tre video-artisti Alessandro Rebecchi, Aka Byruzz e Gabriel Zagni, Nadia Cassino, che in diretta aggiungeranno, manipoleranno, alterneranno immagini e video che, unite alla parte musicale, creeranno qualcosa di nuovo, di suggestivo. A completare il cerchio, la direzione artistica di Marcello Allulli, ideatore del progetto e sassofonista nelle tre formazioni.

GIOVEDI’25 OTTOBRE – SALA PETRASSI

Inizio concerto ore 21:00

TRIPLE VISION(I)

Visual Design And Sounds

R.A.J. TRIO

ANTONIO JASEVOLI, CHITARRA, ELETTRONICA

MICHELE RABBIA, BATTERIA, PERCUSSIONI, LAPTOP

MARCELLO ALLULLI, SAX TENORE, ELETTRONICA

 

NOHAYBANDATRIO

FABIO RECCHIA, CHITARRA, BASSO

EMANUELE TOMASI, BATTERIA, PERCUSSIONI

MARCELLO ALLULLI, SAX TENORE

 

M.A.T.

MARCELLO ALLULLI, SAX TENORE

FRANCESCO DIODATI, CHITARRA, ELETTRONICA

ERMANNO BARON, BATTERIA.

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Roma Jazz Festival: Amborese Akinmusire Quintet in concerto

Ambrose Akinmusire è una delle nuove stelle del jazz dall’inconfondibile stile eclettico e raffinato. Il suo ultimo lavoro “When The Heart Emerges Glistening” è per la critica uno dei migliori progetti degli ultimi tempi. A soli 29 anni il trombettista californiano, che suonerà all’Auditorium Parco della Musica mercoledì 24 ottobre nell’ambito del Roma Jazz Festival, vanta già collaborazioni di grande prestigio come quelle con Jon Henderson, Joshua Redman, e Steve Coleman. Dopo aver frequentato e portato a termine la Berkeley High School, la Manhattan School of Music, l’University of Southern California e il Thelonious Monk Institute of Jazz, in cui è stato allievo anche di Herbie Hancock nel 2007, vince la prestigiosa Thelonious Monk Institute of Jazz Competition. Nel 2008 esce l’album di debutto “Prelude: to Cora” (dedicato alla madre Cora) che colpisce subito la critica e gli addetti ai lavori e gli fa guadagnare un contratto con la Blue Note Records. La caratteristica principale di Ambrose Akinmusire è innanzitutto la ricerca di un nuovo linguaggio musicale, che lo porta a sperimentare, analizzare, concettualizzare tutti i generi, gli stili, da Chopin a Bjork, anche se la sua ricerca non tralascia mai la bellezza dell’esecuzione. Ama infatti farsi sorprendere da un silenzio, una tensione, un cambiamento, come un’ascoltatore attento al minimo dettaglio. Dunque, un altro appuntamento da non perdere con il Roma Jazz Festival!

 MERCOLEDI’ 24 OTTOBRE – SALA PETRASSI

INIZIO CONCERTO ORE 21:00

AMBROSE AKINMUSIRE QUINTET

“When The Heart Emerges Glistening

 

AMBROSE AKINMUSIRE, TROMBA

WALTER SMITH III, SAX TENORE

SAM HARRIS, PIANOFORTE

HARISH RAGHAVAN, CONTRABBASSO

JUSTIN BROWN, BATTERIA

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Roma Jazz Festival: Mauro Manzoni e Mauro Campobasso presentano “Ears Wide Shut”

Il nome parafrasa l’ultima fatica di Stanley Kubrick “Eyes Wide Shut”, ispirato al libro “Doppio Sogno” di Arthur  Schnitzler. Il progetto, infatti, che prende il nome di “Ears Wide Shut“, che sarà di scena allaSala Petrassi martedì 16 ottobre nell’ambito del Roma Jazz festival Visual Jazz, è un omaggio al cinema di un grande maestro, portato avanti da due musicisti della nuova scena italiana, il sassofonista e flautista Mauro Manzoni e il chitarrista Mauro Campobasso. Oltre alla passione per il cinema, e per Kubrick, i due hanno in comune l’attenzione per i nuovi linguaggi dell’elettronica con una proposta musicale che abbraccia ambiti differenti. Il concerto viene presentato come una sorta di viaggio visivo e musicale nel quale sono collegati gli elementi della visione kubrickiana; nelle pieghe del tessuto sonoro si potranno percepire, a volte nascoste e talvolta manifeste, le musiche che Kubrick ha utilizzato per i suoi film. Così “Ears Wide Shut” diventa una rivisitazione partecipe dell’universo di visioni del regista per alimentare, da una nuova prospettiva, la lettura ed il dibattito sul cinema di Stanley Kubrick.  Un percorso musicale estremamente variegato, con episodi fortemente caratterizzati, con alternanze fra tensioni e distensioni, in una concatenazione sotto forma di suite di brani originali dei due co-leader e rilettura dei temi di vari film. Un vero e proprio viaggio nellʼimmaginario cinematografico, sulla traccia visiva montata per associazioni iconografiche e tematiche da Pino Bruni.

MARTEDI’ 16 OTTOBRE – SALA PETRASSI

EARS WIDE SHUT

Omaggio a Stanley Kubrick

di MAURO CAMPOBASSO e MAURO MANZONI

MAURO CAMPOBASSO – COMPOSITORE E CHITARRISTA

MAURO MANZONI  – COMPOSITORE, ANCE, FLAUTI

STEFANO SENNI – CONTRABBASSO

FRANCESCO CUSA – BATTERIA

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Roma Jazz festival: via alla XXXVI edizione

Il primo film sonoro, i documentari, i corti, le biografie epiche, le riprese televisive, i video clip, lo stretto interscambio con la video arte, il rapporto tra jazz ed immagini è lungo e fecondo. Da questa stretta relazione nasce il tema di questa edizione, del Roma Jazz Festival, Visual Jazz  che si terrà dal 12 ottobre fino al 25 Novembre 2012 presso l’Auditorium Parco della Musica (per guardare l’intera programmazione andate sul nostro calendario cliccando sul menu  di sopra: i prossimi eventi a Roma). Un’occasione per cogliere le tendenze della musica jazz a confronto con i nuovi media, e con i capolavori cinematografici. Riproduzione e rielaborazione di suoni ed immagini, tra video arte, documentari e film, si genera una nuova creatività. Il Roma Jazz Festival con un progetto articolato ed interdisciplinare, vuole esplorare tutte le possibili relazioni che possono venire fuori tra le sonorità musicali del Jazz e le differenti espressioni del linguaggio audiovisivo, proponendo una rassegna che vede espressioni di video arte e performance live. Il Festival Aprirà con un’esclusiva europea, Jacobtvcon “The News”; video remixati dai media televisivi stile urbano tra speech, groove strumentali e molto jazz; Martin Reiter – Eva Fischer con “Inventions & impressions”, temi e improvvisazioni in combinazioni con le immagini;  Triple Vision(I), un viaggio sentimentale e onirico all’interno della musica e dell’arte visuale; altro modo di affrontare il rapporto tra immagini e musica in maniera meno astratta sono i lavori di  Francesco Berazatti Tinissima Quartet con l’omaggio a Thelonious Monk dove brani rock si intersecano con i temi più famosi di Monk sul montaggio live di Antonio Vanni; l’omaggio a Vincent van Gogh, dove le immagini e la musica di Xavier Dotras, evocano l’essenza del pittore, la sua opera, la sua vita; Giovanni Guidi, le sue aperture liriche e la vena melodica e cantabile viene messa in evidenza dalle suggestioni visuali di Mattia Rimatori; Manu Katche in una splendida mutazione tra atmosfere groove e temi jazzy sulle improvvisazioni di Nils Petter Molvaer e le immagini di “Third Round”; più documentaristico il lavoro del trio Romano, Sclavis, Texier, “Root” Africaine Du Trio & Du Griot, un affresco melodico sulle immagini di Guy le Querrec, ricavate da un reportage di viaggio in Africa.

Sul cinema molti si sono cimentati, specialmente sui film muti, ma il lavoro di Rita Marcotulli con “Omaggio a Truffaut” in cui l’universo poetico di Truffaut, attraverso i suoi personaggi, i suoi temi ricorrenti, esaltato dall’interazione tra realtà e finzione dalla regista Maria Teresa De Vito, è decisamente un passo avanti; come il montaggio del regista Pino Bruni in “Ears Wide Shut” Omaggio a Stanley Kubrick, una concatenazione sotto forma di suite di brani originali dei musicisti Campobasso eManzoni ci conducono in viaggio nell’immaginario cinematografico; ed infine un inedito progetto multimediale fra jazz e cinema, “Il Sorpasso”, celebre film di Dino Risi, nella rielaborazione della colonna sonora a cura di Fabrizio Bosso, che andrà a intersecarsi con surreali dialoghi. Sempre nell’ambito cinematografico ma con un’attenzione per la colonna sonora due proposte simili ma opposte, cultura “alta” e cultura “bassa”: Gianluca Petrella I-JAZZ Ensemble con il “Il Bidone” omaggio a Nino Rota, una selezione di brani e colonne sonore del grande compositore riproposte in un ambiente sonoro poliedrico tra elettronica, jazz e pop; Franco Micalizzi con il progetto “Cult Soundtracks and Jazz”, colonne sonore ed immagini dei cult movie del filone poliziesco italiano, enfatizzate da un jazz funk orchestrale; ed infine sonorizzazione dal vivo di una serie di preziosi e stimolanti “corti” di animazione eseguite da Enzo Pietropaoli e Michele Rabbia.

Sempre sul filone del rapporto tra immagine e musica, un progetto speciale basato proprio sulla mancanza di immagini,  “Blind Date – Concert in the Dark” di Cesare Picco, un evento unico, dove il pubblico ha il privilegio di ascoltare un concerto per pianoforte totalmente improvvisato nel buio assoluto, entrando in una nuova dimensione sensoriale. Il festival si arricchisce di quattro eventi speciali che possiamo definire di “musica evocativa” quale è il nuovo progetto “The Duke” di Joe Jackson, dove brani di Ellington filtrano attraverso l’immaginazione e la creatività del musicista inglese, sperimentando groove e sonorità inaspettate; “Plugged In. A Night of Solo Explorations” con Herbie Hancock, che per la prima volta nella sua carriera affronterà un concerto di piano solo, con l’ausilio del computer e del sintetizzatore, ricreando i suoni che lo hanno reso un interprete della musica di mezzo secolo; “When The Heart Emerges Glistening” del nuovo talento Ambrose Akinmusire in cui stati d’animo contrastanti come il cambiamento, la vulnerabilità, la fierezza, la solidità, la sicurezza. vengono interpretati in maniera onesta ed aperta; in chiusura il concerto di Irene Grandi – Stefano Bollani, con un repertorio nato immaginando un viaggio che racconta questa grande amicizia, i suoni del Brasile, l’Europa, il passato, il presente in una raffinata fusione fra il jazz e rock.

Rassegna nella rassegna , giunta la secondo anno, Neu Jazz ovvero New European Jazz, dove con il supporto degli istituti di cultura e delle ambasciate vengono presentati i migliori gruppi emergenti. Quest’anno ospiteremo il gruppo svizzero Rusconi; il “suono”  è il focus del loro lavoro, ma dimostrano anche un particolare interesse per la visualizzazione della loro musica attraverso video musicali e bellissime fotografie, da vedere il loro ultimo video “Alice in the sky”. Dalla Francia, selezionato da Jazz Migration, Actuum con “Brutal music for nice people”, le loro canzoni sono audaci ed energiche ma sempre eleganti. e il loro sound ispirato da Charles Mingus e George Russell, è un’ideale colonna sonora per questi tempi di incertezza. Mentre il gruppo lituano Insearch presenta in “Art Alarm” un mix tra jazz e alternative post rock passando dal suono del periodo elettrico di Miles Davis, a quello post-rock con echi che ricordano gli islandesi Sigur Ros, cercando di  sfuggire alle  banali generalizzazioni. Ed infine, un talento norvegese, Arve Henriksen, divenuto celebre per l’originale timbro della sua tromba e per un uso della voce altrettanto originale, Il suo suono è legato alla natura in modo molto forte è spesso artefice di vere e proprie esperienze in contesti naturali di grande impatto.

Non poteva mancare anche  quest’anno una mostra e l’occasione si è presentata con il Progetto multimediale dell’artista Nero Project/Antonello Fres Offrimi il cuore, presentato in anteprima europea. Eʼ un progetto tra arte contemporanea e musica. Musicisti, artisti visivi, danzatori sono invitati ad improvvisare usando come base ritmica il battito del proprio cuore captato in diretta durante la performance e riproposte su una serie di monitor. A completare il programma una rassegna cinematografica, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia, Jazz e cinema italiano. Un percorso tra le origini.  La Cineteca Nazionale regala agli amanti del genere una programmazione particolare nel palinsesto d’inizio autunno del Cinema Trevi. Questa rassegna vuole esplorare come la popolarità del Jazz arrivi da noi solo nel dopoguerra, partendo dallo Swing. Un percorso che ha inizio attraverso la sensibilità di autori come Zurlini e Risi, Mario Soldati, Gianni Amico, Enzo Battaglia e le musiche di Piero Umiliani.

Il Festival è prodotto dalla International Music Foundation, realizzato con il sostegno  del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e Centro Storico,  con il patrocinio del Progetto ABC della Provincia di Roma e co-prodotto con la Fondazione Musica per Roma. Alcune iniziative in programma sono state realizzate in collaborazione  con diverse Ambasciate e Istituti di Cultura europei di Roma, il Centro Sperimentale di Cinematografia e il PAV – progetto arti visive di Time in Jazz. Il Progetto ABC Arte Bellezza Cultura della Provincia di Roma ha come obiettivo quello di operare “nei luoghi da vivere della provincia” e valorizzare così le “eccellenze” turistiche e culturali del territorio, progettando e coordinando iniziative culturali su indirizzo e impulso diretto del Presidente della Provincia per avvicinare sempre di più i cittadini, soprattutto i più giovani, all’Arte, alla Bellezza, alla Cultura.

Mario Ciampa

Direttore Artistico

Roma Jazz Festival

INFO E BIGLIETTI:

Auditorium Parco della Musica – Viale Pietro de Coubertin, 30 – Roma

PREVENDITA ONLINE: Listicket:

La biglietteria del Parco della Musica è aperta tutti i giorni dalle 11 alle 20

Domenica dalle 11 alle 20;

La biglietteria Parco della Musica è aperta dopo le ore 20 per la vendita dei soli concerti serali e chiude mezz’ora dopo l’inizio dell’ultimo evento in programmazione.

Le riduzioni per gli spettacoli di Musica per Roma possono essere applicate esclusivamente al botteghino dell’Auditorium.

ACQUISTI TELEFONICI:

Esclusivo per l’Italia

Tel. 89.29.82 LIS (Lottomatica Italia Servizi)

Dall’estero Tel. +39 06.37.00.106

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PMJL nel segno del Re del pop al Roma Jazz Festival

Dopo il grande successo della primavera scorsa ritorna questa sera, mercoledì 30 novembre, al Roma Jazz Festival il PMJL Parco della Musica Jazz Lab, il collettivo di giovani talenti del jazz italiano capitanato da Enrico Rava, l’ensemble più recente prodotto dalla Fondazione Musica Per Roma. Il PMJL presenterà il progetto ispirato a Michael Jackson, il re assoluto del pop che con le sue canzoni e la sua arte ha lasciato un segno indelebile nella storia della musica e dello spettacolo.

Enrico Rava  tromba
Mauro Ottolini  trombone e arrangiamenti
Andrea Tofanelli  tromba
Claudio Corvini  tromba
Daniele Tittarelli  sax alto
Dan Kinzelman  sax tenore
Franz Bazzani  tastiere
Giovanni Guidi  pianoforte
Marcello Giannini  chitarra
Dario Deidda  basso elettrico
Zeno De Rossi  batteria
Ernesto Lopez Maturel  percussioni

30 novembre Sala Sinopoli ore 21

Biglietto: posto unico 20 euro

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Tringvall Trio al Roma Jazz Festival

Il Trio Tingvall presenta questa sera, 29 novembre all’Auditorium il suo nuovo album Vägen (“La via”), registrato in Italia nel maggio 2011. Martin Tingvall, Omar Rodriguez Calvo e Jürgen Spiegel vi hanno fatto confluire le esperienze degli ultimi anni, quasi a voler riunire appunti di viaggio presi qua e là. Il brano di apertura, “Sevilla”, è nato infatti durante il tour spagnolo del 2010, mentre “Shejk Schröder” rammenta una corsa sul dorso di un cammello. Ma le fonti di ispirazione sono anche altre: “Den Ensamme Mannen” (“L’uomo solo”), uno dei brani più delicati del CD, è scaturito dopo la lettura di un romanzo dello scrittore svedese Hakan Nesser. “Efter Livet” (“Dopo la vita”) è invece una riflessione su cosa aspetta ognuno di noi quando sta per arrivare il tempo della morte. Vägen presenta anche alcune novità: la già menzionata “Efter Livet” vede in campo anche una sezione di archi e fiati e “På Väg” è un pezzo per piano solo. Nell’insieme l’album consegna intatta la vitalità delle performance dal vivo, alternando momenti ritmicamente incalzanti ad altri in cui a prevalere è uno spiccato senso poetico. Il pianista, nonché leader del gruppo, è svedese, il bassista cubano, il batterista tedesco: già questo dona al Tingvall Trio un tocco di personalità. Nel 2006, l’album di esordio, Skagerrak, uscito per la Skip Records, è più che un semplice biglietto da visita: cantabilità tematica, freschezza ritmica, influssi provenienti dal pop più sofisticato ma anche dalla musica classica, piena consapevolezza storica del piano jazz trio sono elementi che sin dall’inizio contribuiscono alla definizione di una musica che combina limpide linee melodiche con una prorompente energia.

29 novembre Teatro Studio

Inizio concerto ore 21

Biglietto: posto unico 10 euro

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Live Report: ¡Flamenco! bollente con Rodrigo y Gabriela

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Rodrigo y Gabriela sono la musica. Attraversano i vari generi, legandoli assieme, con disinvoltura, naturalezza; con la consapevolezza che tutto ciò che è percepibile al nostro orecchio possa diventare, senza distinzioni, musica. Tutto è riconducibile a quest’unico genere. Loro ne sono la prova. Partiti da trash metal in Messico, la loro storia attraversa l’Europa per approdare a Dublino, con un repertorio che va dal metal, agli standard jazz; dal flamenco, al rock. Tutto rigorosamente in acustico. Filo conduttore che lega tutto ciò che questo duo rappresenta, sono le proprie origini e la capacità di renderle una costante inconfondibile. Le loro chitarre, lanciate in velocità, non sono per nulla intimorite dalla sfida, tant’è che all’attivo la coppia ha sei dischi tra registrazioni in studio e live, ed uno in arrivo. Dopo questa premessa, potete ormai ben immaginare che tipo di concerto ci abbiano riservato martedì 22all’Auditorium! La sala Sinopoli è satura molto prima dell’orario d’inizio. Il pubblico è prettamente giovane, anche se qua e là non disdegna di far capolino qualche chioma canuta. La compostezza che ci ha accompagnati durante i precedenti spettacoli, oggi non ha senso d’essere. L’eccitazione si palpa nelle urla d’acclamazione e nell’incapacità di restare seduti sulla propria poltroncina.

Tutto questo, probabilmente, le maschere non se lo aspettavano; tant’è che ronzano preoccupate da porta a porta cercando un modo per tenere la situazione sotto controllo. Quando si spengono le luci svanisce ogni tipo di inibizione data dal luogo, per far posto ad applausi, fischi, scalpitio di piedi e fragore. Sul palco, soli e senza alcun tipo di scenografia, Rodrigo e Gabriela riempiono totalmente lo spazio. Hanno già imbracciato le chitarre e senza perder tempo cominciano a suonare. Siamo ipnotizzati al punto da non renderci conto che i brani scorrono alla stessa velocità delle loro mani sugli strumenti. Vederli suonare è un’esperienza incredibile. Quattro mani bastano -a loro!- a suonare per un’intera formazione. Nelle pause, in attesa che vengano riaccordate le chitarre, si intrattengono con noi raccontandoci la loro storia in rigoroso spagnolo messicano, che non tutti capiscono, ma che riceve sempre una risposta.

 

Nonostante il successo e gli attestati di stima attribuiti da musicisti di fama mondiale, il modo di fare è rimasto spontaneo e caloroso, come la propria terra ha loro insegnato. E questo è un merito ancor maggiore, che gli consente di entrare in sintonia, anche solo per quelle due ore, con il pubblico d’occasione. “Volvemos a tocar” ci dice Rodrigo riprendendo lo strumento; e viene da pensare che bella parola sia tocar -suonare-, nell’indicare sia l’azione che il gesto. Materializzandoli entrambi in un’unica immagine. Il concerto prosegue diventando a più riprese un vero e proprio “botta e risposta” tra i due, che non perdono l’opportunità di sfidarsi in riff sempre più veloci e complessi. Ogni tanto viene accennata un’Orion o una Sweet child o mine, ed è ben più che visibilio! Poi una nuova pausa; siamo arrivati quasi alla fine e Rodrigo ci invita a ballare su un omaggio ad Astor Piazzolla, Libertango, seguito da un medley dei pezzi più belli e richiesti. Ovviamente non ce lo lasciamo ripetere due volte! Nel panico generale della sicurezza, siamo in tantissimi a raggiungere il palco e scatenarci tra le risate e lo sbigottimento di quelli a cui abbiamo ricordato per un momento la propria gioventù. Siamo lì, così vicini che possiamo allungare le mani per toccare le loro, qualcuno si becca addirittura la scaletta del concerto, per tutti gli altri c’è quel momento di complicità generale, di condivisione di un momento di gioia che nessuno potrà dimenticare.

Serena Marincolo

foto di Valentino Lulli

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“Jazz Appeal”: Tigran Trio al Roma Jazz Festival

Tigran Hamaysan, che sarà di scena all’Auditorium lunedì 27 novembre, è una delle giovani promesse del jazz da non perdere in questa data del Roma Jazz Festival all’Auditorium. Grande musicista che a soli ventitrè anni ha raggiunto vertici espressivi di grande maturità che non potrà non migliorare per la gioia di quanti amano questa musica. Nel suo pianismo è possibile riconoscere una tecnica di base stupefacente: un tocco sopraffino che sa padroneggiare assai bene la dinamica, due mani assolutamente indipendenti e pure perfettamente in grado, se necessario, di agire all’unisono, una digitazione velocissima e precisa con cristallini e liquidi arpeggi che rimandano in qualche modo a Debussy. A tutto questo si unisce un’accurata conoscenza armonica, un senso ritmico volutamente non evidenziato ma sempre ben presente nelle sue esecuzioni come se agisse sotto traccia, pronto a manifestarsi più apertamente in alcuni passaggi che rimandano ad atmosfere latin-jazz. Senza tralasciare un bellissimo gusto melodico che si estrinseca nella scelta del repertorio. Un insieme di sue composizioni e di brani tratti soprattutto dalla tradizione armena.

Domenica 27 novembre Teatro Studio

Inizio concerto ore 21

Biglietti: posto unico 15 euro

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Bosso e Girotto presentano “Latin Jazz” al Roma Jazz Festival

Tecnicamente impeccabile, ciò che più colpisce di Fabrizio Bosso è la creazione di una grafia personale, in cui la dinamica del suono non è mai scontata, il senso dello swing è spinto agli eccessi, la tensione creativa è costante anche nell’interpretazione di standard. Girotto è uno dei musicisti più sensibili e capaci in circolazione. L’ambiente musicale è quello del jazz ma anche quello della musica argentina, del tango in particolare, di cui è uno dei principali esponenti in Europa sin dalla metà degli anni Novanta quando pubblicò il primo di nove dischi con gli Aires Tango, una delle formazioni di riferimento di quella rilettura del tango con elementi jazzistici. Sono loro a portare al Roma Jazz Festival un omaggio alla contaminazione “latina” del jazz! Il concerto, infatti, si terrà domani, sabato 26 novembre, presso la sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica.

26 novembre Sala Petrassi

Inizio concerto ore 21

Biglietti: posto unico 15 euro

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