Mario Donatone racconta Black History: "la musica neroamericana attraverso momenti simbolici"
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Guarda, cominciamo col dire Black History è un disco nato a margine di uno spettacolo teatrale, quindi il filo conduttore è il racconto storico dello sviluppo della musica neroamericana attraverso momenti simbolici importanti per la visione che ne abbiamo noi che siamo al di là dell'oceano. La musica neroamericana come fulcro di tutta la musica del Novecento con la quale ci siamo formati e che rappresenta ormai il nostro linguaggio e la nostra ricerca quotidiana. Ad esempio un brano come Halleluyah Time, scritto da Oscar Peterson, che nasce come uno swing strumentale, in questa nostra versione un po' funky e un po' "vocalise", acquista una vita nuova in modo molto spontaneo.
I brani che abbiamo scelto fanno parte di quello che vogliamo raccontare e inoltre credo che anche il riverbero sugli autori bianchi sia un'aspetto importante della stessa musica neroamericana. A salty dog, per esempio, è un brano che amavo sin da bambino e nel contesto del nostro racconto vuole evocare un particolare episodio di ribellione al colonialismo europeo, l'ammutinamento del Bounty. E' un riferimento al nostro passato ma anche un messaggio preciso, che si ci può ribellare a certe logiche che si fanno sistema e diventano il triste presupposto di ingiustizie di massa. Randy Newman, invece, con la sua ironia tipicamente ebraica, racconta in un modo irresistibile le bugie del sogno americano e per finire sia dal punto di vista letterario che musicale è un artista che esprime un punto di vista onesto nella sua rivisitazione di schemi e accenti della musica nera che conosce e ama.
E' il disco di una band vocale, nella quale anche gli strumentisti cantano sia parti corali che solistiche. Siamo un gruppo di persone che in questa e in altre situazioni lavorano da anni insieme, quindi credo che i nostri arrangiamenti mettano in luce sia una spontanea amalgama corale che un'alternanza-interazione dei solisti complementare ed espressiva. Abbiamo cercato di tirare fuori la sostanza profonda di questi brani che amiamo e gli arrangiamenti sono stati una buona base per far esprimere sia il gruppo che i vari solisti, con tutte le sfumature di stili e passioni musicali diverse che ognuno di noi ha macinato negli anni. Vorrei anche spendere due parole sul sound strumentale, creato da me al piano, Angelo Cascarano alla chitarra e al basso in alcuni brani, Roberto Ferrante alla batteria e Andrea Mercadante alle tastiere. E' un sound a tratti da organ quartet,a tratti da gospel band ed esprime un punto di incontro di vari stili, riuscendo ad aprire con disinvoltura sia al rock che al jazz senza forzature e mantenendo la radice soul. In questo contesto anche le nostre cantanti, ovvero Gio' Bosco, Sonia Cannizzo, Isabella Del Principe e Luna Whibbe sono portate ad essere parte di un tessuto strumentale vocale estremamente coeso e ad esprimere con facilita' la loro unicità interpretativa. Il disco è poi impreziosito dal pianoforte e dal mirabile arrangiamento di Riccardo Biseo dell'ellingtoniano Come Sunday ed è interessante sentire come delle voci rock-soul-jazz quali le nostre possono dare uno smalto particolare ad una scrittura come questa che fonde jazz e tradizione polifonica europea.
L'approccio in sala di registrazione che ci è più congeniale è quello live, tipo "buona la prima". E' stato facile sia per la bravura del tecnico del suono Milo Silvestro, ben coadiuvato da Alexander Candfield, sia perché avevamo preparato già molto bene i brani in un ciclo di prove precedenti. Poi quando si registra succedono sempre delle cose in tempo reale che danno un tocco di novità e di magia. Ad esempio il brano Freedom è un momento di forte estemporaneità emotiva.
Sono stato attratto dagli stili popolari della musica neroamericana (blues, gospel) sin da adolescente negli anni '70, quando i miei coetanei ascoltavano solo rock e non si trovavano neanche i dischi di questi generi. Sono stato scoperto a ventidue anni dal compianto Francesco Forti che era un musicista di jazz classico ma anche un importantissimo divulgatore radiofonico e studioso del jazz e della musica nera in genere. Nel 1990 fondammo insieme il primo gruppo vocale di gospel e spiritual, primo a Roma e tra i primi in Italia, il Gruppo Spiritual di Roma. Poi tutta la mia storia musicale, sia come pianista accompagnatore che come solista e arrangiatore di cori e gruppi vocali è segnata da un amore e una ricerca dentro la musica nera e attraverso tutte le sue coordinate,interne ed esterne.
Per il momento saremo in concerto domenica 10 febbraio presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccioa partire dalle ore 18:30. Poi stiamo valutando una serie di concerti di presentazione del disco. Tenetetevi informati sulla nostra pagina facebook World Spirit Orchestra!