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Mario Donatone racconta Black History: "la musica neroamericana attraverso momenti simbolici"

Si intitola Black History il disco d'esordio della World Spirit Orchestra pubblicato nel dicembre del 2018, in concomitanza dell'omonimo spettacolo teatrale andato in scena presso il teatro Trastevere. Il lavoro rappresenta un viaggio nella musica nero americana che attraverso la musica rivive alcune delle sue principali tappe storiche. L'ensemble è composto da otto elementi ovvero Mario Donatone, piano, voce, arrangiamenti, Riccardo Biseo, pianoforte, presente in qualità di special guest e come arrangiatore di un brano, Gio' Bosco - voce, Sonia Cannizzo - voce, Isabella Del Principe - voce, Luna Whibbe - voce, Angelo Cascarano - chitarra, basso, voce, Andrea Mercadante - tastiere, voce e Roberto Ferrante - batteria, voce. Mario Donatone ci ha raccontato questa avvantura:
 
Mario, partiamo subito dal disco: I brani che lo compongono appartengono a grandi autori molto diversi tra loro quali Duke Ellington, Oscar Pterson, Curtis Mayfield, Randy Newman fino a raggiungere i Procol Harum. Esiste, dunque, un filo conduttore in questo disco?
 
Guarda, cominciamo col dire Black History è un disco nato a margine di uno spettacolo teatrale, quindi il filo conduttore è il racconto storico dello sviluppo della musica neroamericana attraverso momenti simbolici importanti per la visione che ne abbiamo noi che siamo al di là dell'oceano. La musica neroamericana come fulcro di tutta la musica del Novecento con la quale ci siamo formati e che rappresenta ormai il nostro linguaggio e la nostra ricerca quotidiana. Ad esempio un brano come Halleluyah Time, scritto da Oscar Peterson, che nasce come uno swing strumentale, in questa nostra versione un po' funky e un po' "vocalise", acquista una vita nuova in modo molto spontaneo.
 
Ci vuoi motivare, dunque, la scelta di questi brani? Ad esempio Sail Away è di Randy Newman, un autore bianco, mentre a Salty Dog è dei Procol Harum. Perché inserirli in un progetto come "Black History" dove si parla di musica afro-americana?
 
I brani che abbiamo scelto fanno parte di quello che vogliamo raccontare e inoltre credo che anche il riverbero sugli autori bianchi sia un'aspetto importante della stessa musica neroamericana. A salty dog, per esempio, è un brano che amavo sin da bambino e nel contesto del nostro racconto vuole evocare un particolare episodio di ribellione al colonialismo europeo, l'ammutinamento del Bounty. E' un riferimento al nostro passato ma anche un messaggio preciso, che si ci può ribellare a certe logiche che si fanno sistema e diventano il triste presupposto di ingiustizie di massa. Randy Newman, invece, con la sua ironia tipicamente ebraica, racconta in un modo irresistibile le bugie del sogno americano e per finire sia dal punto di vista letterario che musicale è un artista che esprime un punto di vista onesto nella sua rivisitazione di schemi e accenti della musica nera che conosce e ama. 
 
In questo disco, vista la presenza di ben otto cantanti, spiccano in maniera prepotente gli arrangiamenti vocali. Alla luce di questa caratteristica ci vuoi descrivere questo disco Black History?
 
E' il disco di una band vocale, nella quale anche gli strumentisti cantano sia parti corali che solistiche. Siamo un gruppo di persone che in questa e in altre situazioni lavorano da anni insieme, quindi credo che i nostri arrangiamenti mettano in luce sia una spontanea amalgama corale che un'alternanza-interazione dei solisti complementare ed espressiva. Abbiamo cercato di tirare fuori la sostanza profonda di questi brani che amiamo e gli arrangiamenti sono stati una buona base per far esprimere sia il gruppo che i vari solisti, con tutte le sfumature di stili e passioni musicali diverse che ognuno di noi ha macinato negli anni. Vorrei anche spendere due parole sul sound strumentale, creato da me al piano, Angelo Cascarano alla chitarra e al basso in alcuni brani, Roberto Ferrante alla batteria e Andrea Mercadante alle tastiere. E' un sound a tratti da organ quartet,a tratti da gospel band ed esprime un punto di incontro di vari stili, riuscendo ad aprire con disinvoltura sia al rock che al jazz senza forzature e mantenendo la radice soul. In questo contesto anche le nostre cantanti, ovvero Gio' Bosco, Sonia Cannizzo, Isabella Del Principe e Luna Whibbe sono portate ad essere parte di un tessuto strumentale vocale estremamente coeso e ad esprimere con facilita' la loro unicità interpretativa. Il disco è poi impreziosito dal pianoforte e dal mirabile arrangiamento di Riccardo Biseo dell'ellingtoniano Come Sunday ed è interessante sentire come delle voci rock-soul-jazz quali le nostre possono dare uno smalto particolare ad una scrittura come questa che fonde jazz e tradizione polifonica europea.
 
Parlaci a questo punto del lavoro da studio: come avete arrangiato i brani e che tipo di approccio avete avuto in fase di registrazione...

L'approccio in sala di registrazione che ci è più congeniale è quello live, tipo "buona la prima". E' stato facile sia per la bravura del tecnico del suono Milo Silvestro, ben coadiuvato da Alexander Candfield, sia perché avevamo preparato già molto bene i brani in un ciclo di prove precedenti. Poi quando si registra succedono sempre delle cose in tempo reale che danno un tocco di novità e di magia. Ad esempio il brano Freedom è un momento di forte estemporaneità emotiva.
 
Facciamo adesso un passo indietro: come nasce il progetto World Spirit Orchestra e raccontaci soprattutto il percorso che ha portato alla nascita del disco Black History? 
 
Il coro nasce come World Spirit Choir a meta' degli anni 2000 per la volontà mia e di Gio' Bosco di proiettare una didattica vocale e una ricerca musicale sul linguaggio corale moderno, che comprende il gospel che avevamo praticato con molti gruppi e solisti neroamericani residenti o in tournée in Italia, e altri interessi che avevamo, come il jazz e la world music. Nel 2009 dopo un lavoro di circa due anni legato alla didattica musicale con gli immigrati nel centro di accoglienza Baobab sulla Tiburtina, abbiamo inciso un disco intitolato "A Christmas card of peace" e uscito in quattordici lingue, con la partecipazione di musicisti come il carissimo e compianto Rodolfo Maltese del Banco del Mutuo Soccorso, Henry Cook e San Jay dell'Orchestra di Piazza Vittorio. Poi nel 2011 grazie all'appoggio affettuoso e sempre lungimirante di Giampiero Rubei, che in quel momento presiedeva la Casa del Jazz a Roma, abbiamo sviluppato lì il nuovo progetto World Spirit Orchestra. La Casa del Jazz è stato un buon trampolino per noi, anche se la nostra permanenza li' è durata solo tre anni. Sono stati sufficienti per proiettare il coro in molte strade artistiche, concerti, lezioni concerto, spettacoli di teatro musica di cui alcuni prodotti da noi (Black History prima maniera alla Casa del Jazz nel 2012) trasmissioni televisive come Neripoppins con Neri Marcore'.
 
Per quanto riguarda te, invece, da dove nasce l'interesse verso questo immaginario e verso tutta quella produzione musicale che possiamo definire in breve musica afro-americana?

Sono stato attratto dagli stili popolari della musica neroamericana (blues, gospel) sin da adolescente negli anni '70, quando i miei coetanei ascoltavano solo rock e non si trovavano neanche i dischi di questi generi. Sono stato scoperto a ventidue anni dal compianto Francesco Forti che era un musicista di jazz classico ma anche un importantissimo divulgatore radiofonico e studioso del jazz e della musica nera in genere. Nel 1990 fondammo insieme il primo gruppo vocale di gospel e spiritual, primo a Roma e tra i primi in Italia, il Gruppo Spiritual di Roma. Poi tutta la mia storia musicale, sia come pianista accompagnatore che come solista e arrangiatore di cori e gruppi vocali è segnata da un amore e una ricerca dentro la musica nera e attraverso tutte le sue coordinate,interne ed esterne. 
 
A questo punto lasciaci pure le coordinate: cosa farete nell'imminente futuro a livello di concerti?
Per il momento saremo in concerto domenica 10 febbraio presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccioa partire dalle ore 18:30. Poi stiamo valutando una serie di concerti di presentazione del disco. Tenetetevi informati sulla nostra pagina facebook World Spirit Orchestra!

 

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Mario Donatone e World Spirit Orchestra presentano Black History al Teatro Trastevere

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Uno storico club in decadenza, il suo pittoresco proprietario, un gruppo di avventori casuali, un prete stravagante ed una grande orchestra di voci e strumenti che suonano rievocando epoche passate e scatenando emozioni attuali. Questa l’essenza di Black History, spettacolo con cui World Spirit Orchestra mette in scena al Teatro Trastevere di Roma, dal 25 al 30 dicembre (26 – 30 dicembre replica anche il pomeriggio alle ore 17:00), un racconto teatrale-musicale sulla storia della musica neroamericana. Una rappresentazione innovativa che si presenta come un viaggio verso un mondo ricco di musica e colori realizzato grazie alla regia di Emiliano Luccisano e agli arrangiamenti di Riccardo Biseo e Mario Donatone. Black History è percorso eclettico, spirituale che parte dal gospel dei Golden Gate Quartet fino a raggiungere le grandi orchestre di Count Basie e Duke Ellington.

Da questo punto di partenza si arriva anche agli Staple Singers, i Bessie Smith, Billie Holiday, Nina Simone, Arerha Franklin, Ornette Coleman fino a toccare le influenze con la musica bianca che passano da Randy Newman fino ai Procol Harum. Un viaggio folle, dunque, che parte dai fantasmi delle navi colonialiste per giungere alla surreale modernità di un locale sospeso nello spazio e nel tempo che vede sempre più ridursi il pubblico del jazz. Il suo proprietario in compagnia di un prete invadente ed eccentrico, incontratisi per caso durante un torrido pomeriggio, parlano intensamente di musica sacra e profana. Intanto scorrono gli affascinanti quadri viventi di un coro e di un’orchestra che esprimono con voci, suoni e costumi il senso di una grande storia.

World Spirit Orchesta, orchestra di voci e strumenti nata alla Casa del Jazz di Roma nel 2011 e diretta da Mario Donatone e Gio' Bosco, insieme al Trasimeno Gospel Choir e il Varcobianco Ensemble presentano una grande epopea musicale, una storia nella storia che abbraccia tutto il secolo passato: dai suoni delle orchestre di Harlem al soul che dagli anni '60 ad oggi racconta l'emozione, la bellezza, la forza e l'ironia del popolo nero".

Mario Donatone è uno dei più apprezzati pianisti e cantanti di blues e soul in Italia ed ha alle spalle una lunga carriera sia come solista che come accompagnatore soprattutto di artisti blues e gospel neroamericani in tournée in Europa. Ha inoltre collaborato con vari artisti italiani importanti (Tiromancino, Neri Marcorè, Mario Biondi, e altri), inciso diversi dischi come solista, partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche, e a rassegne e festival, tra cui citiamo Pistoia Blues, Trasimeno Blues, Porretta Soul, Roma Jazz Image e altri. 

 

Teatro Trastevere

Via Jacopa de' Settesoli, 3

00153 Roma

Tel. 06 5814004 (dalle 19.00)

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Tel. 06 5814004 (dalle 19.00)

 

WORLD SPIRIT ORCHESTRA

Presenta

BLACK HISTORY

 

Dal 25 al 30 dicembre Ore 21:00

26 e 30 repliche pomeridiane alle 17:00

Ingresso 15 euro

 

Ensemble

Mario Donatone - piano, voce, arrangiamenti

Riccardo Biseo, pianoforte

Gio' Bosco - voce

Sonia Cannizzo - voce

Isabella Del Principe - voce

Luna Whibbe - voce

Angelo Cascarano - chitarra, basso, voce

Andrea Mercadante - tastiere, voce

Roberto Ferrante - batteria, armonica, voce

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