Jazz Agenda

Ad Officina in Jazz è di scena il duo Corvini – Ferrazza

Una rassegna indipendente che fino ad ora ha visto salire sul suo palcoscenico alcuni dei talenti emergenti più interessanti del panorama musicale capitolino. Questi gli ingredienti di Officina in Jazz, rassegna cominciata nel mese di ottobre del 2013 e che vi terrà compagnia per tutto il mese invernale. Appuntamento, dunque, per giovedì 17 ottobre con il duo Corvini – Ferrazza, composto da Claudio Corvini alla tromba e flicorno e da Jacopo Ferrazza al contrabbasso. Una formazione, generalmente completata da Valerio Vantaggio alla batteria, che ha già all’attivo un lavoro da studio dal titolo Traume e che per l’occasione si presenterà con uno spettacolo brillante ed energico. E sono proprio l’interplay e la forza compositiva il vero cavallo di battaglia di una band che propone un mood fresco, vivace e innovativo. Il suono del trio, infatti, è caratterizzato da atmosfere miste che spaziano dalla musica contemporanea al jazz newyorkese di oggi. Gli aspetti minimalisti e “cameristici” si intrecciano nella musica del duo, formata quasi esclusivamente da composizioni originali, che nel susseguirsi tessono la trama di un discorso profondo fra i tre musicisti. Il repertorio è caratterizzato dalla presenza di “musica a programma” che permette di coinvolgere consapevolmente l’ascoltatore in prima persona nel discorso musicale e nelle trame sviluppate durante l’esibizione.

 

Officina Biologica,

Borgo Angelico 30, zona Borgo Pio

Telefono: 06 683 3897

Tutti i concerti cominceranno alle ore 22:30

L’ingresso è libero

 

Giovedì 17 ottobre

Ferrazza – Corvini duo

Jacopo Ferrazza, contrabbasso

Claudio Corvini, tromba e flicorno

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SPAZIO JAZZ prosegue al MUZAK con il trio Corvini – Ferrazza – Vangtaggio

Una rassegna indipendente che è già al suo secondo anno di vita e che ha come scopo quello di offrire uno spazio in più per i giovani talenti del panorama musicale capitolino. Sono queste le caratteristiche diSPAZIO JAZZ, cominciato lo scorso novembre al MUZAK, e che proseguirà sempre nella stessa location domenica 17 febbraio con una formazione promettente, formata da tre giovani talenti assai attivi nel panorama nazionale italiano. Dunque, a salire su questo palcoscenico, per il consueto appuntamento domenicale,  ci  sarà il “Corvini – Ferrazza – Vantaggio trio”, composto da ClaudiotraumeCorvini alla tromba e al flicorno, Jacopo Ferrazza al contrabbasso e Valerio Vantaggio alla batteria, che presenterà il nuovo progetto dal titolo “Traume”. Dunque, una formazione che fa dell’interplay e della forza compositiva il suo cavallo di battaglia. Il suono del trio, infatti, è caratterizzato da atmosfere miste che spaziano dalla musica contemporanea al jazz newyorkese di oggi. Gli aspetti minimalisti e “cameristici” si intrecciano nella musica del trio, formata quasi esclusivamente da composizioni originali, che nel susseguirsi tessono la trama di un discorso profondo fra i tre musicisti. Il repertorio è caratterizzato dalla presenza di “musica a programma” che permette di coinvolgere consapevolmente l’ascoltatore in prima persona nel discorso musicale e nelle trame sviluppate durante l’esibizione. Se intanto volete saperne di più date un’occhiata al video che abbiamo appena postato in testa all’articolo.

Via di Montetestaccio 38/a

Apertura ore 18:30

Inizio concerto ore 19.30

Ingresso €5

Aperitivo + prima consumazione €10

 

Domenica 17 febbraio

Corvini – Ferrazza – Vantaggio trio

Claudio Corvini – Tromba/flicorno

Jacopo Ferrazza – Contrabbasso

Valerio Vantaggio – Batteria

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Träume: la genesi di un disco raccontata da Jacopo Ferrazza

Quanto è difficile in questo periodo portare avanti un progetto nuovo che esca fuori dagli schemi? Lo abbiamo chiesto a Jacopo Ferrazza che insieme a Valerio Vantaggio e Claudio Corvini ha dato vita al disco intitolato Träume. Una formazione più che mai affiatata che è riuscita a coniugare un proprio linguaggio con un album dal sapore avanguardistico e dallo stile unico.

Jacopo per cominciare una domanda molto diretta: perché la scelta di questo tipo di formazione? Quali sono, dunque, gli universi e le nuove sonorità che si possono esplorare con un trio del genere?

“Diciamo che la scelta del trio senza pianoforte ha inciso molto nella creazione del suono e nella composizione dei brani. Sono diversi anni che io e Valerio Vantaggio suoniamo in trio con la tromba e questo ci ha dato la possibilità di sviluppare un modo di suonare adatto a questo tipo di formazione, forse meno tradizionale ma giusto per colmare i vuoti rimtmici-armonici dati dall’assenza di uno strumento come il piano o la chitarra. Questo ci ha permesso con l’arrivo di Claudio Corvini di esplorare senza freni inibitori molti territori musicali che probabilmente in un’altra tipologia di formazione sarebbero rimasti inesplorati. E’ stato divertente e interessante poi comporre per questo tipo di formazione poiché ho avuto l’opportunità di scrivere con una elasticità armonica unica e quindi alternando rigidità e apertura che poi rendono la musica molto fluida.”

Ascoltando il disco, inoltre, non ho potuto fare a meno di notare un’apertura verso forme e generi musicali diversi dal jazz. Da questo punto di vista, allora, Träume rappresenta per il trio un punto di arrivo oppure un punto di partenza?

“Possiamo dire che Träume  rappresenta un po’ entrambi i punti di vista. E’ un punto d’arrivo per quanto riguarda le nostre esperienze musicali ma è sicuramente più un punto di partenza perché ha alimentato in me/noi la curiosità di esplorare ancora di più e di scendere ancora più nei meandri di questo tipo di musica. Sicuramente poi non possiamo etichettare Träume  come un disco di jazz visto che ogni brano dei 9 presenti fa storia a se. C’è molta musica contemporanea all’interno, ma anche Pink Floyd, Musica elettronica, Bach, Berlioz, Radio Head, Mingus, Debussy, Gil Evans… insomma credo che abbia una sua identità data dalla commistione di molte influenze musicali e compositive.”

E se doveste descrivere questo progetto a qualcuno che non l’ha mai ascoltato quali parole utilizzereste? Quale è secondo voi la vera essenza di Träume ?

“Forse il modo migliore di descrivere Träume è ascoltarlo! più di una volta sicuramente… Mi piacerebbe ogni volta che qualcuno ascolta il disco o il live fare una guida all’ascolto per introdurlo nella materia che ha fatto scaturire questo lavoro. Tutto il disco comunque è basato su un approccio programmatico della musica, intento a descrivere e a rievocare sensazioni e situazioni di stampo onirico. Infatti il titolo “Träume” significa “sogni” e l’intento primario del disco e del trio è di coinvolgere emotivamente l’ascoltatore per portarlo in una situazione onirica e intima con tutto ciò che ne consegue!”

A questo punto visto che ci siamo arrivati vorrei partire dal titolo del disco che tradotto in italiano significa per l’appunto “sogno”. Quale è, allora, il sogno che cercate di raggiungere attraverso la musica e soprattutto attraverso questo progetto?

“Il sogno è quello di arrivare alle persone. La cosa più importante, credo, sia lasciare qualcosa alle persone che si avvicinano alla tua musica o a un tuo disco, per fare in modo che non sia stato lavoro sprecato ma che sa servito a qualcosa, anche solo a una persona! E’ bello pensare che con la tua musica qualcuno possa migliorare la propria giornata oppure possa prenderne spunto per una riflessione, per lavorare su se stesso o più semplicemente per emozionarsi. Penso sia questo il sogno mio di Claudio e Valerio, arrivare con la nostra musica e col nostro “materiale” umano- musicale a più persone possibile, sempre che si lascino coinvolgere!”

Visto il taglio avanguardistico e sperimentale del vostro disco, vi faccio una domanda scomoda. Cosa ne pensate del panorama jazzistico italiano di questo periodo? Quali sono le difficoltà del momento e i punti di forza se ce ne sono…..

“Bella domanda! Pensiamo che in Italia ci sia un fermento musicale enorme.. veramente grande! infatti ci sono tantissime realtà musicali sbalorditive, musicisti straordinari che non hanno nulla da invidiare a quelli americani ed europei e compositori interessantissimi. Basta fare un giro per le jam session della capitale e ti accorgi subito di quanto il livello sia alto. Purtroppo mancano le occasioni e le opportunità per dare voce in modo equo a tutti, ma questo è un discorso molto lungo su cui un mio parere non apporterebbe nulla di nuovo. La musica è bella perché è varia quindi va bene il fatto che in Italia ci siano tanti punti di vista diversi e tante scuole di pensiero musicale.. l’importante è non diventare intolleranti e non giudicare il lavoro altrui.. forse i musicisti dovrebbero iniziare a pensare più come una grande collettività e non più come forze singole.. e allora si che cambierebbe qualcosa!”

E in un momento del genere, dove la cultura non se la passa tanto bene, quanto è difficile creare un progetto nuovo che esca fuori dagli schemi?

“In un momento così è difficile anche creare qualcosa di ordinario, figuriamoci Träume! Bisogna comunque provare e non arrendersi mai perché come già detto prima l’obbiettivo o il sogno è quello di arrivare alle persone. E’ vero che abbiamo incontrato una miriade di difficoltà e tutti i giorni ci battiamo per avere uno spazietto in più per la nostra musica (come tutti i musicisti). Dobbiamo essere fiduciosi, propositivi e soprattutto credere in quello che facciamo.. Se andrà male in ogni caso potremo dire di averci provato!”

Detto questo vi faccio nuovamente i complimenti per il disco e un in bocca al lupo per un 2014 che speriamo sia ricco di concerti anche per voi

“Grazie a te per questa intervista e per l’attenzione! speriamo in un 2014 ricco di musica e di novità! Tanti auguri!”

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