Jazz Agenda

Michele Zannini racconta il nuovo disco dei Mev Trio, “Contromano”

Jazzagenda incontra Michele Zannini, chitarrista e compositore, membro del Mev trio formato insieme al contrabbassista Valerio Mola e al batterista Emidio Petringa: una formazione nata nel 2013 a Benevento, che il giugno scorso ha dato vita a “Contromano“, album edito dall’etichetta milanese Blu&BLU Music. Questo primo lavoro si è subito distinto per il suo sound originale che oscilla tra rock, jazz e musica etnica e da cui emergono atmosfere mediterranee evocate dalla presenza dell’Oud, suonato dallo special guest Erasmo Petrigna.

Il vostro album d’esordio, attualmente in tour di presentazione, si intitola “Contromano”: cosa rappresenta per voi questo concetto?

“Contromano” per noi è un modo di pensare, di rapportarsi alla vita. Cadere e rialzarsi, andare in una direzione diversa in cui credi solo tu, è sognare.”

Siete un trio estremamente eterogeneo per formazione, stile ed esperienze: come è avvenuto il vostro incontro?

“L’incontro è stato apparentemente casuale, in seguito ci siamo resi conto che forse doveva necessariamente accadere nelle nostre vite! Quando io ed Emidio ci siamo conosciuti mi accorsi che, nello studio dove ci eravamo ritrovati per suonare, possedeva un calendario con raffigurata la mia chitarra, un modello molto raro che difficilmente si trova in vendita né viene granché pubblicizzata, insomma davvero difficile pensare di trovarla su un calendario! Questo ha risuonato dentro di me come una sorta di “segno”. Ognuno di noi stava riflettendo su quale contrabbassista proporre all’altro per formare il trio, ed entrambi abbiamo pensato contemporaneamente a Valerio Mola, che quindi abbiamo scoperto essere amico in comune. Date tutte queste coincidenze, ci siamo subito chiusi in studio per iniziare a fare qualche prova, e l’atmosfera che si è creata tra noi suonando era perfetta!”

La diversità delle vostre radici determina il vostro sound originale, un mix tra jazz, rock e etno: in che modo ha influito nel flusso creativo e sull’impasto sonoro?

“Si effettivamente veniamo da ambienti sonori abbastanza diversi e questo ha sicuramente influito molto sul nostro sound, è una sorta di impasto che avviene involontariamente quando suoniamo o quando arrangiamo un brano. Questa cosa viene percepita dalla gente che ci ascolta soprattutto nei live, non manca mai qualcuno che si avvicina e ci chiede che genere è?”

Nove composizioni originali scritte da te: da dove nasce il tuo istinto compositivo?

“Non so dire da dove nasce, ma sicuramente quando scrivo non lo faccio a tavolino. Tutto avviene in modo inaspettato, come una folata di vento che passa e, se ci sei anche tu in quel momento, c’è un nuovo pezzo!

I brani poi sono stati arrangiati insieme a Valerio ed Emidio, ed è bello vedere e sentire il modo in cui hanno preso forma, trasformandosi da “miei” a “nostri”.

Nella track 4, che dà il titolo all’album, vi è la presenza dell’Oud, lo strumento della grande tradizione araba.

“Contromano è anche questo: un trio jazz classico magari si sarebbe diretto verso New York, con questo brano siamo andati verso Istanbul o, come dice un mio amico, verso il deserto di Aleppo in Siria. Ed è stato bellissimo avere nel disco come special guest Erasmo Petringa con il suo “oud”: un grande artista e polistrumentista, consiglio a tutti di ascoltare il suo disco “Sabir”.

Quale è stato l’arco temporale di gestazione dell’album?

“Più o meno 5 – 6 mesi, anche se poi è stato registrato tutto in 5 ore divise da una pausa pranzo. Questo forse è stato anche uno dei momenti più belli: ci siamo conosciuti meglio, sia come persone che come musicisti, e dopo ogni prova, dopo ogni saluto, si toccava nell’aria quella sensazione di voler andare nella stessa direzione.”

In quali contesti avete presentato l’album?

“Il tour di presentazione è ancora attivo. Tra i vari concerti effettuati con il trio: Palazzo Venezia di Napoli, Palazzo Simone e Palazzo Fusco-Rossi di Benevento, la Casa delle Arti di Fondi.”

Vi sono già idee per un nuovo disco o per progetti futuri?

“C’è già più di qualche idea per il secondo disco, ci stiamo lavorando. Abbiamo un bel po’ di materiale ma dobbiamo decidere ancora cosa buttare dalla finestra e che cosa tenere in casa.”

F. G.

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