Jazz Agenda

Alessandro Menichelli - Songs of Days Gone By: “Una narrazione musicale di esperienze passate”

Si intitola Songs of Days Gone By il disco d’esordio del trio del pianista Alessandro Menichelli recentemente pubblicato dall’etichetta Emme Record Label. La band è completata da Nicolò di Caro alla batteria e Lorenzo Scipioni al contrabbasso. Un progetto brillante, dinamico e moderno in cui il jazz diventa il mezzo per raccontare delle storie vissute dai protagonisti. Ecco il racconto del protagonista legato a questa nuova avventura.

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

“Songs of days gone by” è un disco di undici composizioni originali ed è, come vuole in qualche modo evocare il titolo, una narrazione musicale di incontri ed esperienze passate; la dimensione del ricordo è quindi l’habitat di questa musica ma anche l’idea del viaggio è trascinante, del resto molti sono i momenti di improvvisazione; infatti trovo che inventare, creare in modo estemporaneo significhi sentire in modo più profondo il momento presente.

Raccontaci adesso la vostra storia di questo progetto: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

Conosco Lorenzo Scipioni da molti anni e si può dire che musicalmente siamo cresciuti l’uno affianco all’altro mentre Nicolò Di Caro è stati uno dei più importanti incontri che ho avuto nei miei anni di vita a Roma; siamo molto legati umanamente e questo mi ha permesso di condividere con loro la mia musica e ha reso loro possibile di arricchirla pienamente con la loro sensibilità unita a delle grandi doti musicali. Abbiamo iniziato dapprima a suonare standards della tradizione e gradualmente, man mano che entravamo in contatto anche musica originale sviluppando il nostro personale sound di gruppo.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?

Questo è il nostro primo disco insieme, la soddisfazione per il risultato finale e il divertimento durante la preparazione ce lo fa naturalmente pensare come un bel punto di partenza o comunque come una tappa felice. Per me è anche un saluto ad un periodo della mia vita che ha portato questa musica e che ho voluto cristallizzare per andare altrove più leggero magari.

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa tviene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per te sono stati davvero importanti?

La musica classica e i cantautori italiani mi hanno dato sempre molto, per la composizione direi Debussy, Piazzolla, Morricone. Se restringessimo per comodità il campo al piano trio abbiamo degli ascolti in comune e questo è un elemento importante, direi gli E.S.T. o i trii di Brad Mehldau, Bill Evans. Vorrei citare il sassofonista Kenny Garrett perché mi ha anche ispirato la traccia 8 contenuta nell’album.

Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla tua musica?

Al momento ci piacerebbe portare la nostra musica alle persone con dei live così da poter far rivivere ogni volta in modo diverso questo disco, abbiamo però già iniziato a lavorare sul nuovo materiale: composizioni classiche rielaborate ed arrangiate per la dimensione del piano trio, staremo a vedere come si evolve!

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: hai qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

Presenteremo sicuramente il disco a breve nelle Marche, che è la nostra regione, poi nei festival fra la primavera e l’estate. Siamo impegnati in progetti diversi che porteranno a delle registrazioni, per quanto riguarda il nostro trio ora ci godiamo questo lavoro dando il giusto tempo alle nuove idee di maturare e di prendere forma.

 

 

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