I Rame si raccontano: tra jazz e cantautorato
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Un progetto in cui convivono jazz e cantautorato, che si evolve verso la sperimentazione e l’avanguardia. Si presentano così i Rame, quintetto nato al conservatorio di Vicenza che ha portato alla nascita di un omonimo disco pubblicato dall’etichetta Emme Record Label. In un’intervista corale la band racconta la sua storia ed il suo percorso artistico:
“Rame è un progetto in quintetto che fonde jazz e musica d’autore in una chiave moderna che a volte diventa addirittura sperimentale. La band è formata da Mauro Spanò al pianoforte, Valentina Fin alla voce, Marco Centasso al contrabbasso, Giovanni Fochesato al sax tenore, Marco Centasso al contrabbasso e Filippo Mampreso alla batteria. Il disco, che è la nostra opera prima, è un omaggio al patrimonio culturale e musicale del nostro paese ed unisce la tradizione più tipica del jazz con il cantautorato e la scrittura creativa. I brani, infatti, raccontano spesso storie e vicende e spesso esplorano miti appartenenti alle culture dell’antichità. A questo aggiungiamo che la ricerca del suono e del timbro giusto sono un elemento importante di questa band che sperimenta dividendosi tra improvvisazione pure e brani dal carattere decisamente più minimale.”
I Rame ci raccontano anche il loro percorso musicale che nasce sui banchi del Conservatorio di Vicenza:
“RAME è un gruppo nato proprio "fra i banchi di scuola" del Conservatorio di Vicenza. Tutti noi abbiamo condiviso lezioni ed esperienze musicali offerteci durante il percorso del triennio. Il tempo ci portati in maniera del tutto spontanea e naturale a formare un gruppo a tutti gli effetti. Per circa un anno abbiamo scritto ininterrottamente musica, assumendo tutti il ruolo di compositore ed arrangiatore, intervenendo e talvolta stravolgendo i brani che pian piano prendevano forma. A mio parere due sono gli aspetti che ci hanno aiutato maggiormente alla creazione del disco: il rigore nelle prove fissate a scadenza settimanale con pochissime eccezioni e il suonare i brani dal vivo tutte le volte che avevamo l'occasione di farlo.”
Un disco che rappresenta la somma di cinque identità e senza dubbio un percorso comune:
“Il disco per noi rappresenta semplicemente il frutto di ciò che noi siamo. Nonostante tutti noi abbiamo seguito un percorso comune incentrato sullo studio del linguaggio jazz il disco a mio parere è la somma delle nostre cinque distinte identità fuse assieme nel formarne una univoca, come quando i metalli vengono fusi nella creazione di una lega. Tutti noi abbiamo influenze differenti che vanno dal jazz tradizionale al pop, dall'avanguardia fino alla libera improvvisazione che unite ai nostri vari interessi per la poesia e la letteratura hanno portato alla creazione di RAME, un punto d'incontro comune ed istintivo.”