Jazz Agenda

Fara Music Winter Edition: a Rieti con Sarah Jane Morris, Danilo Rea ed Enrico Rava

Prosegue il Fara Music Festival che nel 2018, dopo la sessione estiva svoltasi a Fara in Sabina (RI), con alcuni tra gli artisti più quotati del panorama jazzistico internazionale come Mike Moreno Quartet, Aaron Parks Trio, George Garzone Quintet, proporrà un’edizione invernale nella Città di Rieti, all’interno del Teatro Flavio Vespasiano.

Già premiata nel 2018 dal Mibact come uno dei “Borghi più musicali d’Italia”, quest’anno la rassegna dei concerti si chiude a Rieti, in collaborazione con il Comune di Rieti e con il Contributo della Regione Lazio, con tre Star del panorama Jazzistico nazionale ed internazionale.

 

VENERDÌ 7 DICEMBRE 2018, ORE 21.30
SARAH JANE MORRIS & IAN SHAW

Due tra le più belle voci della scena contemporanea, Sarah-Jane Morris e Ian Shaw insieme in duetto per unire le loro potenti voci al pianoforte in un concerto che celebra il Natale e il suo significato nella musica. Il programma include canzoni originali di Sarah-Jane Morris, tra le quali “Heaven is Right here with you,” e “Only to be with you” e celebri canti di Natale, come “Silent Night”, “In the Bleak Midwinter” e la famosa “Happy Christmas War is Over” di John Lennon. Sarah-Jane Morris con la sua inconfondibile voce, calda e passionale, nella sua carriera artistica ha spaziato dal pop al blues approdando al jazz. Nel 1991 la sua interpretazione al fianco di Riccardo Cocciante del brano “se stiamo insieme” fu una delle più premiate dalla critica del Festival di Sanremo.

Negli anni ha collaborato con note band musicali londinesi, memorabili le sue personalissime interpretazioni di “Into the Garden”, singolo del debutto degli Eurythmics, “Don’t leave me this way” in duetto con Jimmy Sommerville, e “Me and Mrs Jones”. Sarah incontra la voce angelica di Ian Shaw, ben due volte premiato con il BBC Jazz Award come “Best vocalist”. Ian Shaw, noto anche come pianista, ha inciso diversi album di successo sia nel Regno Unito sia negli Stati Uniti; il suo acclamato album “Drawn to All Things – the songs of Joni Mitchell” lo ha consacrato come “il più grande jazz vocalist maschile della Gran Bretagna (Jazz Times).

 

SABATO 8 DICEMBRE 2018, ORE 21.30
DANILO REA – PIANO SOLO

A partire dal 2000 Danilo Rea trova nella dimensione in piano solo il momento ideale per dare forma al proprio universo espressivo e al suo talento naturale per l’improvvisazione: le idee che convergono nelle performance sono delle più varie, dai capisaldi del jazz, passando per le canzoni italiane, fino alle arie d’opera. l suo primo lavoro da solista è “Lost in Europe” (2000) composto durante un tour in Europa; nel 2003 pubblica “Lirico”, in cui miscela lirica e jazz improvvisando sui temi operistici mettendone in luce la grande attualità. L’intenso rapporto con la musica classica, che prosegue tuttora, lo porta ad aprire il Festival di musica lirica internazionale “Festival del bel canto” con il concerto “Belcanto Improvisations”. Seguono “Solo” (2006) e “Introverso” (2008), album in cui Rea si cimenta con composizioni inedite di piano solo, fino ad arrivare al pluripremiato “A Tribute to Fabrizio de André”, omaggio al grande cantautore e poeta italiano, inciso per la prestigiosa etichetta tedesca ACT nel 2010. 

 

DOMENICA 9 DICEMBRE 2018, ORE 21.30
ENRICO RAVA QUARTET

È nato a Trieste nel 1939 ed è cresciuto a Torino dove ha cominciato a suonare da autodidatta il trombone in bande dixieland. Trasferitosi a Roma nei primi anni sessanta, ha avuto modo di collaborare con importanti musicisti, in particolare con Gato Barbieri e con Steve Lacy. Con il primo ha registrato nel 1962 la colonna sonora del film di Giuliano Montaldo Una bella grinta. Con Steve Lacy ha suonato in un quartetto e si è trasferito in Argentina per qualche tempo, dove ha registrato nel 1966 The Forest and the Zoo, considerato uno dei dieci dischi essenziali del free jazz. Da lì, nel 1967 si è trasferito a New York, dove ha vissuto e lavorato per una decina d’anni collaborando fra gli altri con la Jazz Composer Orchestra e partecipando all’incisione dell’epocale disco Escalator Over the Hill di Carla Bley.

Ha collaborato con importanti musicisti come Lee Konitz, Pat Metheny, Michel Petrucciani, John Abercrombie, Joe Henderson, Paul Motian, Richard Galliano, Miroslav Vitous, Joe Lovano e Roswell Rudd. Nel 1972 incide il suo primo album da leader di un quartetto, Il giro del giorno in 80 mondi. Con questa nuova formazione suona in vari club newyorkesi, in giro per l’Argentina e l’Europa riscuotendo molti consensi. In seguito ha registrato numerosissimi album con musicisti italiani, americani ed europei, fra i quali il saxofonista Massimo Urbani, il pianista Stefano Bollani, il chitarrista John Abercrombie.

 

Line-up

Enrico Rava, tromba

Francesco Diodati, chitarra

Gabriele Evangelista, contrabbasso

Enrico Morello, batteria

 

Teatro Flavio Vespasiano

Via Giuseppe Garibaldi, 263, 02100 Rieti (RI)

 

Ingresso singolo ai concerti: €10,00+prevendita
Abbonamento per le tre serate: €20,00+prevendita
Ridotti under 26 e over 65: €9,00+prevendita

Per informazioni sui biglietti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Acquista ONLINE: http://www.boxofficelazio.it/C2/Content.aspx/Punti_Vendita/

Leggi tutto...

Roberto Gatto sulla didattica a Fara Music: “Una possibilità per confrontarsi con diverse realtà”

Come nelle precedenti edizioni, anche quest’anno al Fara Music Festival si rinnova l’appuntamento con la didattica, vero e proprio punto cardine della rassegna che richiama studenti da tutta Italia e docenti di livello internazionale. La rassegna che si terrà da 25 al 31 luglio 2016 sarà ancora una volta spunto per incontri e workshop utili a creare sinergie e a generare nuovi talenti. Ma quali sono i punti di forza di queste iniziative? Lo abbiamo chiesto a Roberto Gatto che in questa edizione sarà membro del corpo docenti del Festival.

Roberto, per cominciare parlaci tua esperienza nelle precedenti edizioni del Fara Music?

Per quanto riguarda Fara Music in precedenza ho già avuto un’esperienza live e un’altra in cui ho lavorato nella didattica e anche dal punto di vista concertistico. Questo, dunque, è il secondo anno in cui mi troverò a fare entrambe le cose e visto che nelle passate edizioni è andato tutto e bene, sono molto felice di partecipare ancora una volta con questa doppia veste di concertista e docente.

Quali sono secondo te i punti di forza della didattica all’interno del Fara Music?

Senza dubbio uno dei punti di forza della manifestazione sta nella possibilità di avere un corpo docenti misto, fatto di musicisti italiani ed americani. In questo modo i ragazzi hanno un’ottima occasione per studiare musica attraverso due punti di vista differenti. A questo aggiungo che gli americani dal punto di vista della didattica hanno davvero una marcia in più e possono trasmettere tanto agli studenti.  Quello che dico sempre è che se tutte queste realtà fossero esistite quando ero studente a quest’ora saremo certamente in una posizione migliore dal punto di vista dell’apprendimento. Parliamo infatti di occasioni d’oro attraverso le quali gli studenti ricevono il meglio della musica internazionale e nazionale. Insomma, fortunati loro!

Per quanto riguarda il clima che si respira all’interno della Summer School cosa ne pensi?

Oltre al fatto che la Summer School offre la possibilità di avere più confronti e di studiare con diverse realtà, posso dire che i musicisti stranieri vengono con piacere sia per i concerti che per la didattica. Il clima che si respira, infatti, è bellissimo, i luoghi sono stupendi e durante tutta quella settimana di musica c’è un ottima accoglienza e grande serenità.

La didattica svolta lontano dai grandi circuiti quali vantaggi porta agli studenti?

Nel caso di Fara Music, avere una bella location dove oltre a studiare si può anche ascoltare buona musica, è una formula interessante. Tutti gli studenti interessati ad apprendere il jazz hanno una bellissima occasione perché parliamo di una formula utile ed interessante per studiare, suonare, farsi sentire e per far girare il proprio nome. Da queste classi, inoltre, sono usciti musicisti interessanti e tanti ragazzi che hanno perfezionato la tecnica e cominciato a svolgere attività concertistica semi professionale o addirittura professionale. In sintesi non si viene soltanto per studiare ma anche per mettersi in luce.

Quali saranno, invece, i percorsi didattici che svolgerai all’interno di questa edizione del Fara Music?

Dipende tutto dal livello dei ragazzi che verranno al Festival. Se avrò una classe con un livello avanzato parleremo soprattutto di interpretazione e del ruolo che occupa la batteria all’interno dei gruppi; se invece il livello sarà più basso lo studio si baserà sui rudimenti della batteria. Inoltre faremo anche delle classi di musica d’insieme all’interno delle quali suoneremo brani originali ed altri della tradizione. Non ti nascondo, inoltre, che questo lato dell’insegnamento legato ai laboratori e allo studio collettivo è quello che preferisco e che apprezzo di più.

Un’ultima domanda prima di concludere l’intervista. All’inizio ci hai detto che sarai a Fara Music anche in veste di musicista: con chi suonerai durante la manifestazione?

Suonerò con un trio composto da Sam Yahel, un fantastico pianista ed organista americano, e con Dario Deidda, anche lui già presente in diverse edizioni del Fara Music. Abbiamo scelto il trio perché abbiamo già organizzato un tour con questa formazione che in seguito sarà completata da un sassofonista. Ancora non so dirti cosa suoneremo, ma faremo un concerto basato su progetti originali piuttosto che standard. E’ tutto da decidere e staremo a vedere!

 

Leggi tutto...

A fine luglio torna il Fara Music Festival: 8 concerti d'eccezione

Nove anni di concerti all’aperto nelle splendidi cornici offerte dal borgo medioevale di Fara in Sabina,  centinaia di studenti provenienti dal resto del Mondo, artisti internazionali coinvolti nelle Summer School come docenti e sul palco principale del Festival come concertisti. Il Premio Internazionale Fara Music Jazz Live con alcuni tra i talenti più interessanti del panorama europeo…

Tutto questo è il Fara Music Festival, già patrocinato dalla Commissione italiana per L’Unesco nel 2012 “per l’Alto valore dell’iniziativa”, considerato una delle realtà musicali più interessanti del panorama internazionale, immersa in una realtà unica come quella del Centro storico di Fara Sabina, a soli 40 minuti dal centro di Roma.

Frequentando il Fara Music Festival chi ha il piacere di conoscerci sa già che oltre ad ascoltare concerti tassativamente gratuiti durante l’intera settimana potrà gustare deliziosi sapori negli spazi enogastronomici all’interno del Fara Music Village, visitare le mostre fotografiche che ogni anno vengono proposte ai visitatori del Festival e acquistare prodotti artigianali provenienti da artisti e artigiani provenienti da tutta Italia.

Non ci resta che aspettare Lunedì 27 Luglio 2015, giornata in cui inizieranno i seminari del Fara Music Summer School, e i concerti del Fara Music Festival, preceduti dai finalisti del Premio Fara Music Jazz Live a partire dalle 21.30…

La IX edizione del Fara Music Festival proporrà anche quest’anno un programma di concerti ricco e pieno di progetti innovativi. Da una parte la giusta attenzione al Jazz nazionale Francesco Mascio Sarasvātrio, Fuel Quartet e No Trio For Cats, dall’altra l’internazionalità di proposte quali Shai Maestro TrioGilad Hekselman, Colin Stranahan, Petros Klampanis TRIO, Rotem Sivan Trio,  Kevin Hays/Gilad Hekselman Duo, Rene Lacko & DownTown.

8 Concerti totalmente gratuiti com’è nella tradizione del Fara Music Festival, in cui il pubblico potrà assistere in ogni serata ad un doppio set. In apertura i finalisti del Premio Fara Music Jazz Live e nella seconda parte della serata la Band di cartellone.

Questi gli 8 concerti:

 

Domenica 26 Luglio: Rene Lacko & DownTown.

La IX edizione del Fara Music Festival affida la sua prima serata ad una star della scena Blues slovacca, il chitarrista elettrico Renè Lacko. Premiato nel 1996 in North Carolina in un contest organizzato dalla famiglia di Jimy Hendrix come miglior chitarrista Blues europeo, Renè Lacko si esibirà con la sua storica band “DownTown” in un concerto in cui brani originali e classici del Blues americano si alterneranno in uno spettacolo ricco di energia e groove.

Rene Lacko (chitarra), Milan Golha (basso), Peter Goruša (batteria).

 

Lunedì 27 Luglio: Francesco Mascio Sarasvātrio feat. Francesco Fratini

La musica è un viaggio continuo e ciclico di mente cuore ed anima. Ed è con questo intento che Francesco Mascio ha composto negli anni i brani contenuti nell’Album “Ganga’s Spirit”. Musiche originali che portano l’ascoltatore in un viaggio che partendo da New York approda in Egitto e arriva fino in India passando dalla calura del deserto del Thar, per poi rinfrescarsi sulle rive del Gange, circondati dagli odori tipici delle spezie come il curry, vivendo esperienze curiose e appassionanti come assistere alla fuga di un Elefante o ai “giochi” intriganti dei fachiri e fagocitati da musiche ipnotiche ispirate da grandi maestri come Ravi Shankar; sensazioni talmente coinvolgenti  che inducono  fantasie erotiche persino in cucina…

Francesco Mascio (chitarra), Francesco Desiato (flauto), Stefano Costanzo (batteria), Francesco Fratini (tromba)

 

Martedì 28 Luglio: Shai Maestro Trio

Shai Maestro, nato in Israele il 5 febbraio 1987, fa parte del nuovo circuito di jazzisti israeliani che stanno scrivendo una nuova pagina del jazz newyorkese e non solo.

Nel 2012 l’Album d’esordio dello Shai Maestro Trio ha rappresentato uno dei debutti discografici più sbalorditivi dell’ultimo decennio. Un progetto in cui il piano di Shai Maestro e la ritmica di Roeder e Ravitz fondono in termini sublimi impronta classica, elementi di jazz, sonorità folk mediorientali ed est europee.

Shai Maestro (piano), Jorge Roeder (contrabbasso), Ziv Ravitz (batteria)

 

Mercoledì 29 Luglio: Gilad Hekselman, Colin Stranahan, Petros Klampanis TRIO

Gilad Hekselman, “israeliano”, considerato come uno dei chitarristi tra i più rinomati della scena newyorchese, Colin Stranahan, “statunitense”, batterista innovativo con una sorprendente intuizione del ritmo, e Petros Klampanis, “greco”, contrabbassista con le sue influenze balcaniche e orientali. Una formazione variegata ed internazionale, un progetto originale e estremamente fruibile, un Trio da non perdere vista l’alto valore della formazione.

Gilad Hekselman (chitarra), Colin Stranahan (batteria), Petros Klampanis (contrabbasso)

 

Giovedì 30 Luglio: Kevin Hays/Gilad Hekselman Duo

Kevin Hays al pianoforte e Gilad Hekselman, bastano davvero due soli ingredienti per fare un grande piatto. Una produzione originale del Fara Music Festival con Kevin Hays, tra i pianisti più considerati nella scena internazionale, presente su decine di registrazioni con molteplici e svariati artisti jazz di fama mondiale, ha collezionato oltre dieci CD come leader, tre su Blue Note Records. Insieme a lui Gilad Hekselman, ovvero, il chitarrista che “con un tono di chitarra calda e pulita, senso del tempo, tecnica, sofisticatezza di melodia e accordi,  è ormai  ai livelli più alti del suo strumento.” (Ben Ratliff, New York Times)

Kevin Hays (piano), Gilad Hekselman (chitarra)

 

Venerdì 31 Luglio: Fuel Quartet

Sax tenore, trombone, contrabbasso, batteria: armonie generate da linee melodiche che intersecate creano sonorità dirette e imprevedibili. Il Fuel Quartet è uno dei tre gruppi selezionati da una giuria presieduta da Franco D’Andrea, in collaborazione con l’Associazione Musicisti di Jazz Midj, nell’ambito del progetto “We Insist” per la promozione dei giovani talenti.

La casualità vuole che la band abbia realizzato il suo ultimo lavoro discografico proprio al Tube Recording Studio di Fara in Sabina.

Fabio Tuminelli (contrabbasso), Giovanni Benvenuti (sax tenore), Federico Pierantoni (trombone), Andrea Grillini (batteria)

 

Sabato 1 Agosto: Rotem Sivan Trio

“Rotem Sivan ha una confidenza naturale e un controllo assoluto del proprio strumento. Non si risparmia. Suona molte note, ma con una calma che nessun altro, con una tale formazione e musicalità, tenderebbe ad avere.  Queste caratteristiche lo rendono uno dei chitarristi emergenti più interessanti a livello internazionale.” (Ben Ratliff,  NY Times).

In assoluto una delle formazioni più attive della scena jazz newyorkese, Rotem Sivan Trio è tra i progetti più presenti nella programmazione dei jazz club della Grande Mela come il Birdland, The Bar next Door, lo Smalls, il Fat Cat, Le Poisson Rouge e molti altri.

Rotem Sivan (chitarra), Colin Stranahan (batteria), Josh Ginsburg (contrabbasso)

 

Domenica 2 Agosto: No Trio for Cats

Il Trio romano dei No Trio For Cats dopo essersi aggiudicato il “Premio Fara Music Jazz Live 2014” presenterà in anteprima assoluta il loro Album d’esordio “The Chicken in Love” prodotto dal Fara Music Festival e dalla Emme Record Label.

Quello che emerge ascoltando la formazione dal vivo è in assoluto l’idea di sintesi intesa non come somma di tre individualità, ma come fusione di sinergie che potenziano e valorizzano il gruppo. Un live e un Album fresco, pieno di energia e ricco di talento.

Andrea Saffirio (Piano), Matteo Bultrini (Batteria), Francesco Criscuoli (Contrabbasso)

Leggi tutto...

Fara Music festival: via alla settima edizione

Giunto alla sua settima edizione il Fara Music Festival si conferma come uno tra i Festival Jazz più quotati del panorama nazionale. Il programma 2013 colpisce per  l’originalità dei progetti e per la qualità assoluta degli artisti coinvolti: dalla genialità della cantante estone Kadri Voorand, al talento pluripremiato del pianista piemontese Fabio Giachino, fino ad arrivare al trioHutchinson/Kreisberg/Rogers, vere stelle del panorama jazzistico internazionale, e al concerto per Piano Solo di Kevin Hays, considerato uno dei pianisti più quotati del panorama mondiale. Tra i protagonisti del Festival, una delle formazioni più interessanti del Jazz Baltico, quella del Trio Sooäär/Vaigla/Ruben. Il programma si chiude con tre progetti discografici originali di recente pubblicazione: quelli della cantante Dora Sisti e del chitarrista Claudio Leone editi dall’etichetta Zone di Musica e quello degli Unicam guest Jonathan Kreisberg, prodotto dalla Emme Produzioni Musicali e registrato presso il Tube Recording Studio di Fara in Sabina. Tra i partner 2013, la Città di Fara in Sabina – ente promotore della Manifestazione –  l’Ambasciata d’Estonia, l’Istituto Slovacco a Roma, l’Università di Roma “La Sapienza”, il Consorzio Sabina Dop e l’Ambasciata della Repubblica Slovacca a Roma, ospite Europeo 2013 del Fara Music Festival.

Fara Music Festival

VII edizione – dal 22 al 28 luglio 2013 a Fara in Sabina (RM)

martedì 16 Luglio 2013 ore 11,30

presso l’Ambasciata della Repubblica Slovacca a Roma

via Colli della Farnesina,190 (zona Foro Italico) >mappa

Tutti i concerti sono ad ingresso gratuito.

IL PROGRAMMA

Lun. 22 Luglio: Sooäär – Vaigla – Ruben
Jaak Sooäär (chitarra), Raul Vaigla (basso), Tanel Ruben (batteria) rappresentano una tra le formazioni più quotate del Jazz baltico. Nonostante il Trio esista da numerosi anni, i tre musicisti hanno collaborato con Ray Anderson, Conny Bauer, Han Bennink, Will Calhoun, Anders Jormin, Dave Liebman, Joe Lovano, Anders Jormin, Brian Melvin, Ray Blue, Jukka Perko, Yasuhito Mori, Lembit Saarsalu, Kristian Blak, Raimonds Pauls …  Il sound del trio tipicamente rock jazz ha delle sfumature piuttosto originali, legate all’origine baltica dei tre musicisti. La formazione si esprime in una costante ricerca dell’interplay anche attraverso lo stravolgimento dei suoni canonici di un trio.

Mart. 23 Luglio: Kadri Voorand Trio
“Kadri Voorand ha davvero una gran voce. Un incrocio tra Oleta Adams e Dianne Reeves” (Karl Ackermann, Allaboutjazz). Vincitrice del ‘Young Jazz Talent of The Year’ indetto dal JazzKaar Festival di Tallin è in assoluto una delle nuove star del Jazz europeo. Cantante, compositrice, inizia a studiare musica all’età di 5 anni. Dopo solo un anno comincia a comporre brani originali. Le sue influenze a metà tra il folk, il jazz e il rithm & blues rendono Kadri un’artista geniale.  Accompagnata da Virgo Sillamaa chitarra e Taavo Remmel basso presenta in esclusiva per l’Italia il suo nuovo Album intitolato Kosmogooniline etüüd.

Merc. 24 Luglio: Dora Sisti 5tet & Claudio Leone 4tet
“Mai prima D’ora” e “People and Places” editi dall’etichetta romana Zone di Musica, sono gli album d’esordio di Dora Sisti e Claudio Leone. Dora Sisti, giovane cantante, compositrice e arrangiatrice presenterà il suo  sound estroverso e definito grazie alla grande sinergia e all’affiatamento della band, Andrea Verlingieri  (sax tenore e soprano), Carlo Ferro (piano), Giuseppe Salvaggio (basso), Marco Tardioli (batteria). Il Quartetto di Claudio Leone, chitarrista proveniente dalla Berklee di Boston, chiuderà la serata con Gaia Possenti (piano), Stefano Battaglia (contrabbasso), e Filippo Radicchi  (batteria) Un doppio set all’insegna del talento e della freschezza di due giovanissimi band leader.

Giov. 25 Luglio: Fabio Giachino Trio
Vincitore del Premio Fara Music Jazz Live 2012 come miglior solista e miglior band con al suo fianco David Liberti al contrabbasso e Ruben Bellavia alla batteria, Fabio Giachino negli ultimi anni si è inoltre aggiudicato il Premio Internazionale Massimo Urbani 2011, il Premio Nazionale Chicco Bettinardi 2011, e il Revelation of the year 2011 (JazzUp Channel).
Un trio tra i più attivi nel panorama nazionale in cui tradizione, incursion R&B e sperimentazione si fondono in maniera ottimale.

Ven. 26 Luglio: Greg Hutchinson/Jonathan Kreisberg/ Reuben Rogers Trio
Jonathan Kreisberg alla chitarra, Reuben Rogers al contrabbasso e Greg Hutchinson alla batteria. Un trio a dir poco stellare con tre star del panorama Jazzistico internazionale. Sono tra i musicisti più attivi degli ultimi anni, presenti in decine di progetti discografici. I 3 Newyorkesi hanno collaborato, tra gli altri, con John Scofield, Joshua Redman, Dianne Reeves, Lee Konitz, Joe Locke, Dr. Lonnie Smith, Lenny White, Ari Hoenig, Bill Stewart, Larry Grenadier, Roy Hargrove, Ray Brown, Wynton Marsalis…
Eleganza, genialità, audacia, fluidità, emozione e sentimento per un’esclusiva nazionale da non perdere per nessun motivo al mondo

Sab. 27 Luglio: Kevin Hays
Pianista e compositore statunitens, è noto al grande pubblico per il suo Kevin Hays Trio e per essere attualmente nel Trio di Bill Stewart. Il suo “Settimo Senso” (1994), lodato dal New York Times , è stato riconosciuto come uno dei “Top 40 Jazz dell’anno” dalla rivista Musician. Presente su decine di registrazioni con molteplici e svariati artisti jazz di fama mondiale, ha collezionato oltre dieci CD come leader, tre su Blue Note Records. Ha suonato con Sonny Rollins, Benny Golson, Ron Carter, Pat Metheny, Joe Henderson, Roy Haynes, John Scofield, Donald Harrison, Chris Potter, Al Foster, Buster Williams, Art Farmer, Brad Mehldau… In occasione del Fara Music Festival lo ritroviamo impegnato nell’intima e affascinante formula del piano solo.

Dom. 28 Luglio: Unicam 4tet special Guest Jonathan Kreisberg
Il legame che gli Unicam hanno con il Fara Music si fa sempre più stretto.  Vincitori del Premio Jazz Live nel 2011,  lo scorso inverno hanno realizzato con l’etichetta Emme Produzioni Musicali presso il Tube Recording Studio di Fara Sabina il loro nuovo progetto discografico. L’album è composto da 10 brani inediti e “Don’t be afraid”, brano scritto da Fabio Marziali (sax), da il titolo all’album. Gli altri componenti del quartetto sono Alberto Napolioni (piano), Stefano Battaglia (Contrabbasso) e Giacomo Zucconi (Batteria). “Originale e rispettoso delle tradizioni”, è questo il modo migliore per descrivere il lavoro degli Unicam. I quattro giovani musicisti marchigiani sono davvero talentuosi, e nonostante l’età dimostrano di avere una vena compositiva assai matura. La presenza di Jonathan Kreisberg inoltre, si fonde nel miglior modo nelle dinamiche del quartetto, e la classe del chitarrista  newyorkese non fa che rendere questo disco una vera chicca per gli amanti del jazz.

Leggi tutto...

Fara Music 2010 – Incontro con Enrico Moccia

Portare la musica fuori dai circuiti tradizionali delle grandi città, in provincia, magari sullo sfondo di uno dei borghi medievali più suggestivi del Lazio. Fara Sabina, dove si è appena conclusa la quarta edizione del Fara Music Festival, un evento che ha visto per una settimana la piazza principale del paese aprirsi al Jazz, con un calendario che non è l’unico motivo di interesse di una manifestazione che può contare su una Summer School che, con gli anni, ha attirato sempre più consensi. Venerdì 23 luglio ci siamo recati nella località reatina per assistere all’esibizione del quartetto Ciammarughi-Leveratto-Bandini Fiorentino, e ne abbiamo approfittato per fare quattro chiacchiere con Enrico Moccia, il giovane e determinato organizzatore del Fara Music Festival…

Enrico, una domanda per cominciare, come avete organizzato questa quarta edizione?
“Rispetto alle prime tre edizioni credo che non ci siano grosse differenze: la mattina e il pomeriggio ci occupiamo della didattica e gli studenti studiano con il proprio insegnante dalle dieci all’una. Dalle tre alle sei, invece, vanno ai laboratori di musica di insieme e la sera ci sono i concerti, tutti completamente gratuiti. Abbiamo organizzato anche il “Jazz Live”, un premio molto ambito per il quale concorrono i giovani talenti del jazz europeo e per il quale verrà prodotto un disco in collaborazione con Rai 3; uscirà in tutti i negozi di dischi a partire dal 2011. Durante la sera, invece, ci sono le degustazioni con le più quotate aziende enogastronomiche, e ci sono anche le jam session. Proprio domenica 25, dalle 18 alle 21, c’è stato il saggio finale dei corsi in cui i vari dipartimenti si sono esibiti sul palco delle jam session, che si trova nella parte bassa del paese”.

Quindi, queste aziende enogastronomiche sarebbero i vostri sponsor?
“Diciamo che più che sponsor sono delle aziende che noi abbiamo voluto coinvolgere proprio perché dal punto di vista qualitativo erano paragonabili alla direzione artistica. Infatti, abbiamo scelto delle aziende laziali che sicuramente hanno contribuito ad aumentare la qualità dell’evento. Chiaramente ci sono anche gli sponsor privati e i contributi pubblici perché, essendo un evento completamente gratuito, ha dei costi notevoli”.

Quanti ragazzi hanno partecipato ai corsi della Summer School?
In questi 4 anni ci sono stati 450 studenti in tutto, mentre quest’anno ce ne sono stati 110 provenienti da tutta l’Italia. Molti di loro sono ritornati, altri sono alla prima edizione. Sicuramente sono estremamente soddisfatto di questo risultato, anche perché, come avrete potuto notare, non è così facile arrivare a Fara Sabina”.

La selezione dei musicisti che si esibiscono è molto legata alla Summer School?
“Sì, in parte è legata ai musicisti che insegnano perché l’idea è quella di affrontare un percorso didattico che gli studenti cominciano con il proprio insegnante. Nel pomeriggio l’insegnante segue i ragazzi durante la musica d’insieme e la sera gli studenti possono vedere il proprio insegnante sul palcoscenico. Chiaramente quest’anno abbiamo investito su progetti internazionali che hanno fatto crescere molto il livello del Festival e, quindi, abbiamo avuto artisti come Stochelo Rosemberg, che è il numero uno al mondo di free jazz, gli Yellow Jackets, che sono una delle band di fusion più famose al mondo e, infine, domenica c’è stato il concerto di Rick Margitza. Diciamo che ogni volta che scegliamo i concerti della programmazione stiamo attenti all’aspetto didattico, all’aspetto spettacolare, ma anche al coinvolgimento di realtà internazionali”.

Il fatto che la Summer School sia un aspetto preponderante del Festival è una cosa che è venuta fuori col tempo o siete partiti con questa impostazione fin dall’inizio?
“Diciamo che la mia idea nasce proprio dopo aver fatto molte esperienze di questo tipo in giro per l’Italia e per l’Europa. Essendo io di Fara Sabina, ho pensato che questa poteva essere una realtà congeniale ad un’organizzazione di questo tipo. Quindi, la didattica nelle strutture storiche del borgo, i concerti, tutto all’interno di questo borgo medievale raggiungibile a piedi con molta facilità. Penso che sia stata la scelta giusta soprattutto perché da parte nostra c’era la volontà di rivalutare questo splendido paese che negli anni precedenti era stato un po’ dimenticato”.

Quindi, sono state le tue esperienze professionali a farti capire che volevi creare un evento del genere in questo posto?
“Fondamentalmente sì. Io, essendo musicista, essendo laureato in semiologia della musica ed in scienze della comunicazione, mi sono sempre interessato al discorso dell’organizzazione degli eventi e, quindi, sono sempre stato convinto che un evento culturale di questo tipo potesse essere l’unica soluzione per rivalutare una piccola realtà geografica come Fara Sabina. Quindi non soluzioni economiche, ma soluzioni culturali in grado di trasformare e di far conoscere una realtà come questa. Come avete visto è un paese splendido e ha una struttura degna di realtà molto importanti come quelle dell’Umbria o della Toscana”.

Quindi, lo sfondo architettonico ha un ruolo molto importante?
“Certo, tutto questo discorso didattico ha un senso ancora più forte se svolto in un contesto architettonico come quello di Fara Sabina, se fosse inserito in una città perderebbe molto fascino”.

Un’ultima domanda, secondo te questa esperienza potrebbe costituire un modello?
“Io penso di sì, proprio ora sto portando avanti un progetto che si chiama Italian Music Festival che racchiude una serie di realtà italiane molto importanti, come i Festival Jazz e Blues che non vengono organizzati nelle grandi città. E visto che questi Festival hanno meno forza mediatica, questo progetto tende ad unirli lasciando autonomia ad ogni iniziativa. Quindi, credo che il modello nostro, ma anche quello di altre realtà italiane, sia da imitare e da copiare assolutamente. E’ una vera e propria rete in cui sono state già state coinvolte realtà molto importanti che rappresentano delle tappe fondamentali del Jazz italiano. Noi come Fara Music, abbiamo questa ambizione, di essere fra i primi eventi in Italia per quanto riguarda questo tipo di esperienza, di didattica e di concerti. In parte, nel Lazio lo siamo già, siamo già stati definiti come l’evento più importante della provincia di Rieti soltanto dopo 4 anni. Magari fra altri 4 anni lo saremo ancora di più nel Lazio”.

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS