
Jazzagenda incontra il chitarrista emilianoFilippo Cosentino, di cui è appena uscito il secondo album “Human Being” edito daEmme Produzioni Musicali. Il nuovo lavoro arriva dopo l’esordio discografico del 2011 con “Lanes” ed è firmato dal suo trio formato insieme al bassista Davide Beatino e al batterista Carlo Gaia. Ospite, il sassofonista statunitense Michael Rosen.
“Human Being” è il titolo di questo nuovo lavoro. Cosa sta a rappresentare?
“Idealmente “Human being” è il proseguimento del percorso intrapreso con “Lanes”: il risultato è, secondo me, un disco più omogeneo nel suono e nel tessuto che connette una composizione all’altra. Se con “Lanes” ho voluto scrivere sì, la mia musica, ma con tutte le contaminazioni che hanno arricchito il mio percorso, con “Human Being” mi sono voluto concentrare su due aspetti principali: da un lato il sound acustico che può essere molto raffinato ed equilibrato ma anche tagliente e spigoloso, dall’altro un lavoro che richiedesse più unità è consolidasse i rapporti professionali e di amicizia nati con il primo album. I brani sono mie composizioni originali, con esse ho voluto fissare in musica idee e pensieri che mi hanno accompagnato negli ultimi due anni (ho iniziato a scrivere il disco nel 2012 e l’ho registrato nel 2013). Così, anche se l’album è targato Filippo Cosentino Trio, si possono comprendere meglio alcuni brani in chitarra acustica baritona sola che hanno la funzione di essere “meditazioni musicali”, mi piace chiamarle così.”
Cosa è cambiato rispetto al tuo primo album “Lanes”?
“È stato per me l’album di debutto nel jazz, dopo dieci anni circa di lavori con altri generi musicali, incidendo molti dischi e collaborando con artisti di varia estrazione. “Lanes” voleva essere una sintesi di tutte queste esperienze. Con il giudizio che è tipico riservare a posteriori, posso con tranquillità affermare che non avevo pensato in maniera approfondita all’integrità del disco ma a curare ogni singolo brano in tutti gli aspetti, dall’arrangiamento alle feauturing. E’ stato un ottimo esordio perché mi ha comunque consentito di viaggiare in Italia e all’estero per presentarlo. Il cambiamento più radicale è che “Human being” è composto interamente da brani originali e il sound è decisamente acustico.”
Raccontaci il tuo percorso musicale e professionale.
“Ho iniziato a circa 17 anni ad avere collaborazioni più o meno prestigiose in ambienti musicali come il blues, funk, d’n’b, r’n’b, pop. Ho inciso e arrangiato una ventina di dischi di artisti emergenti e non. Ho collaborato con artisti come Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Barend Middelhoff, Tom Kirkpatrick, sono stato in tour con Don Stapleson (già sassofonista di Ray Charles e Dexter Gordon), James Thompson (Zucchero), Paola Turci e composto colonne sonore per documentari e co-produzioni RaiCinema. Al mio primo disco jazz “Lanes” ci sono arrivato con questo background: anche se da tempo avevo pensato di incidere un mio disco jazz, solo nel 2011 ho trovato il tempo di farlo ed ora siamo qui a raccontare la pubblicazione (per Emme Record Label) di “Human Being”. Nel frattempo ho creato un centro didattico di musica jazz e musica moderna, Milleunanota (http://milleunanota.weebly.com). Al percorso musicale non ho comunque fatto mancare l’importante ausilio degli studi: sono infatti laureato e specializzato al DAMS – Musica di Bologna e laureato con lode al Conservatorio G.B. Martini di Bologna. Nella mia musica cerco di riflettere tutte le esperienze che ho vissuto e poi spero che esca un buon risultato!”

La tua musica è caratterizzata anche dall’utilizzo della chitarra baritona nei live.
“Si, esatto! E’ una scelta sonora che ha caratterizzato gli ultimi due anni. Prima ho iniziato ad usarla nei live e successivamente ho deciso che l’avrei impiegata anche nel disco. E’ una chitarra affascinante che dà la possibilità ad un chitarrista di avvicinarsi un po’ al timbro acustico di alcune note del pianoforte. Per intensità del suono e durata la trovo formidabile. Io ho una Larrivee, un buono strumento con il quale ho inciso “Serendipity”, “392” e “Mantra” nel nuovo CD. Dal vivo fa un figurone perché la maggioranza non la conosce ancora abbastanza, o meglio è più famosa la chitarra elettrica baritona. Inoltre è un bellissimo strumento sia da suonare insieme ad altri oppure anche in “solo”. Emozionante!”
Nell’album sei impegnato alla chitarra elettrica, acustica, classica e baritona, e al pianoforte.
“Diciamo sin da subito che al pianoforte ho solo fatto un piccolo cameo sul brano che chiude il CD, “Letters from home”. Il resto si, l’ho suonato con un mix prevalentemente acustico ma su “Dance of the moon in love” uso la semiacustica. La classica è usata su “Human Being” mentre l’acustica è la “padrona” indiscussa del disco. Il suono della chitarra è così vario e affascinante che mi sembra sempre un peccato tralasciarne qualche aspetto e così sono riuscito a trovare la giusta alchimia per far convivere tutto e il risultato è un sound omogeneo e intenso.”
Raccontaci come è nata la sinergia con il tuo trio.
“Su “Lanes” ovviamente mi hanno accompagnato vari musicisti che poi nel corso del tempo e delle tournée di presentazione sono diventati compagni di viaggio stabili. Così Carlo Gaia, batterista, mi segue ormai dal 2011 e condivide con me tantissimi chilometri. Al basso in studio ha suonato Davide Beatino.”
Lo scorso autunno hai realizzato dei live di anteprima del disco, insieme allo special guest del disco, Michael Rosen.
“Si, abbiamo fatto una tournée abbastanza lunga a fine novembre e presentato in anteprima il disco in varie città dal nord Italia al centro. Abbiamo anche avuto occasione di suonare con Michael, che è un ottimo musicista ed una bravissima persona. Ogni città è una storia a sè, specialmente in questi tempi di crisi e anche nelle ultime date ci siamo resi conto come è importante andare in giro a presentare il disco e far arrivare la tua musica in più posti possibili, “colpire” l’attenzione del pubblico e fare in modo che il tuo disco sia un’ottima presentazione del tuo progetto.”
La tua attività live è affiancata anche da una intensa attività didattica attraverso corsi e seminari.
“Ci capita in effetti spesso di tenere masterclass durante i periodi di tour. Quelle più frequenti sono o di chitarra o di musica di insieme. Sono un’occasione fantastica di incontrare nuove generazioni di musicisti e penso di essere fortunato ad incontrarli perché la loro voglia di fare musica è sterminata e contagiosa! Inoltre ovunque siamo andati abbiamo trovato un livello qualitativo molto elevato e questo è sintomo che la musica in Italia è in ottime condizioni e inoltre il fatto che nuove generazioni imparino a suonare è un importante arricchimento culturale per la società ed anche per la persona stessa. Ho anche io una scuola di musica – Milleunanota, in Piemonte nel centro città di Alba (Cn) – e abbiamo una grandissima responsabilità nel condividere con i più giovani la nostra esperienza ma al tempo stesso è una cosa bellissima e arricchisce ogni giorno il nostro percorso.”
Hai un tour davvero ricco di date! Com’è il tuo rapporto con il pubblico?
“Il pubblico è il concerto, secondo me. Racconto questo aneddoto perché penso indichi molto bene quale è il mio rapporto con esso. Qualche settimana fa abbiamo suonato al jazz club di Sassari, Birdland, e anche quando suonavo i brani in chitarra sola il pubblico era tutto rivolto verso il palco, in silenzio ed essendo molto vicini potevamo sentire i rispettivi respiri. Ecco, ottenere l’attenzione di un pubblico è una cosa fantastica che mi fa credere che la mia musica arrivi in qualche modo dove voglio io. Poi è sempre molto interessante conoscere le persone che ti hanno ascoltato e sentire cosa hanno da raccontare, ci sono ricchezze che neanche immaginiamo esistere.”
Quali sono i prossimi concerti?
Il 21 e 22 marzo presenteremo “Human being” in Toscana, Empoli Jazz Winter e a Cecina. Successivamente in aprile partiremo da Rovereto per arrivare a Napoli e forse Salerno. Inoltre ci sono appuntamenti in rassegne: Jazz&Co e in estate alcune cose già fissate al Roero Music Fest. A maggio suoneremo anche con Tricarico e Mauro Ermanno Giovanardi al festival Cantautori d’Italia. Le date aggiornate sono comunque tutte consultabili sul mio sito http://www.filippocosentino.com alla pagina dei concerti.
Sei particolarmente attivo e presente sul web e i social network: lasciaci tutti i riferimenti con cui rimanere aggiornati sulla tua musica e sui tuoi concerti.
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F. G.