Jazz Agenda

Alessandro Casciaro racconta il secondo disco dei Karabà intitolato Viola

Pubblicato da Emme Record Label Viola è il secondo disco dei Karabà, trio jazz formato da Alessandro Casciaro, pianoforte e composizioni, Alberto Stefanizzi alla batteria e Stefano Rielli al contrabbasso. Un progetto all’avanguardia dove il concetto di modern jazz si sposa con la tradizione, rispettando le origini mediterranee dei membri della band. Alessandro Casciaro ci ha raccontato questa nuova avventura...

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Carissimi lettori di jazz agenda (a parlare è Alessandro Casciaro, pianista e compositore del Karabà trio) innanzitutto spero che ascoltiate il disco e spero quindi che vi piaccia. Il nostro ultimo lavoro Viola è un disco molto diverso rispetto al precedente Uno, per due ragioni fondamentali: mentre il precedente album si configura come disco sperimentale, di ricerca e tradizione allo stesso tempo, in cui i brani delineano un nuovo spazio nel jazz perché sono presenti elementi provenienti da diversi generi musicali come il funk, il rock, e inoltre perché i brani sono stati scritti e arrangiati con incastri ritmici, cambi di tempo e metriche irregolari; secondo la scrittura dei brani ricopre un lasso di tempo di più di un anno. Il nuovo lavoro, edito sempre da Emme Record Label, è invece un concept album, i brani sono stati scritti di getto in pochissimi giorni e rappresentano un racconto melodico e lineare di una storia, anzi di tante storie che si intrecciano tra loro. Nell'album Viola sono contenute otto tracce originali più un ultima in piano solo riarrangiamento di un brano celebre degli Smashing Pumpkins degli anni 90, Tonight tonght.

Raccontateci adesso la vostra storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

Il nostro trio nasce circa cinque anni fa: siamo tre musicisti che da molto tempo suonano insieme con diverse formazioni e ad un certo punto abbiamo voluto costruire qualcosa di nuovo, spinti dalla nostra forte amicizia e dai tanti gusti musicali in comune. Quindi semplicemente abbiamo iniziato a suonare insieme brani originali, a riarrangiare standards jazz e altri brani provenienti da repertori diversi come il funk e il rock. Abbiamo quindi fortemente voluto mettere insieme le nostre energie per incidere album, suonare la nostra musica in pubblico e divertici facendo soltanto questo.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?

Un disco rappresenta per una band soltanto un punto di passaggio, cristallizza semplicemente un momento di vita artistica e spinge un musicista verso un nuovo obiettivo, o meglio lo spinge verso una nuova direzione.

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?

Gli artisti che influenzano un musicista sono davvero tanti, perché si ha sempre fame di ascoltare cose nuove, cose interessanti, anche cose inaudite. Ma è pur vero che in tutto questo fiume di musica c è sempre qualcosa che ti colpisce più di altre, e per noi sicuramente sono stati i dischi di Coltrane e di Miles Davis.

Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

Questa è una domanda difficile, difficile perché le evoluzioni artistiche possono essere molteplici, a volte casuali, e inoltre perché sarebbe innaturale programmare un'evoluzione. Tutto quello che un musicista può fare è semplicemente suonare e scrivere, sicuramente ciò che rimane immutato è la volontà di affrontare i cambiamenti mediante l’approccio jazzistico in latu sensu.

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

Di concerti ne avevamo un bel po' ma purtroppo tutto è saltato per questa situazione di emergenza che stiamo vivendo. Prima di pensare al nuovo disco abbiamo la voglia e il dovere di suonare un po' in giro il nostro ultimo lavoro, è una fase necessaria ed evolutiva.

 

 

 

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Alessandro Casciaro e il primo disco dei Karabà UNO: “un punto di partenza per successivi lavori”

Si intitola Uno, il primo disco dei Karabà pubblicato nell’autunno del 2017 dall’etichetta Emme Record Label.  Un progetto che unisce jazz, funk, musica d’avanguardia e musica mediterranea formato da Alessandro Casciaro (pianoforte e composizioni), Stefano Rielli (contrabbasso) e Alberto Stefanizzi (batteria). E’ proprio il pianista a raccontare a Jazz Agenda la nascita e lo sviluppo di questo trio:

Sono diversi – ci spiega - gli stili e le contaminazioni che hanno influenzato la nostra musica, dal jazz delle origini a quello contemporaneo, dal funk alla world music, dalla musica classica a quella orientale. Anche se è vero che ognuno di noi ha un proprio peculiare bagaglio musicale, abbiamo trovato diversi punti d'incontro nelle sessioni di esecuzione e arrangiamento di standard e brani originali e nelle sessioni di improvvisazione pura. Le mie composizioni (a parlare è il pianista Alessandro Casciaro) sono state già pensate e poi sviluppate per la formazione del trio; inoltre nel nostro repertorio rientrano anche standard, profondamente riarrangiati, di musicisti che rappresentano per noi un punto di riferimento. Per quanto riguarda il nome del progetto, Karabà deriva dalla leggenda di origine africana dell'omonima strega.

Fin dall’inizio il trio matura l’idea di portare avanti la registrazione di un disco. A proposito Alessandro Casciaro prosegue dicendo che:

Sin da subito abbiamo avuto l'intenzione di registrare il disco e perciò abbiamo lavorato intensamente in questa direzione. Abbiamo costruito un repertorio per le esibizioni live formato sia da brani originali che da standard, effettuando in questo modo numerosi concerti in giro per l'Italia e partecipando a numerosi importanti concorsi, tra cui il Tuscia Jazz Festival e il Fara Music Festival. Proprio partecipando all'edizione 2016 del Fara Music Festival abbiamo avuto l'opportunità di esibirci e di vincere il Premio Jazz Live, grazie al quale abbiamo avuto la possibilità di registrare subito il disco”.

Punto di partenza o di arrivo? Cosa rappresenta per una formazione nuova il primo disco? Ce ne parla ancora una volta Alessandro Casciaro:

Uno, il nostro disco d'esordio, è formato da 7 tracce originali in cui si alternano diversi stili, dal bop al funk alla world music. I brani sono stati ispirati da ricordi, vissuti, tradotti poi in musica. Il disco rappresenta per noi sicuramente un risultato raggiunto con sacrificio e dedizione, ma anche un punto di partenza per successivi lavori. È stato molto importante tutto il percorso che ci ha portato alla realizzazione concreta del CD: la scrittura dei brani, le sessioni di prova, i concerti, le sessioni di registrazione al Tube Recording Studio, la scelta della copertina (frutto, tra l'altro, della collaborazione con l'artista grafica Eleonora Dell'Anna).”

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