Jazz Agenda

Two For The Road Jazz Duo in concerto presso l'Ambretta

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Venerdì 30 settembre il duo Two For The Road andrà in scena presso l’Ambretta delquartiere Garbatelladove presenterà il primo disco Sentieri, recentemente pubblicato dall’etichetta Filibusta Records. La formazione è composta dal chitarrista argentino Emmanuel Losio e dal pianista romano Marco Silvi e mescola suoni e colori appartenenti a tradizioni differenti. Sentieri è, infatti, un percorso che si muove tra elementi di tango, waltzer malinconici, suoni che appartengono cultura napoletana ed echi lontani di blues.

Il repertorio spazia tra composizioni che dal sapore latino americano, con brani tratti dal folklore argentino come il famoso Zamba para no morir, e altri generati dall’estro dei musicisti appartenenti al duo. Tra questi ultimi Good News, prima track del disco, firmata da Emmanuel Losio e caratterizzata da ritmi serrati ed incisivi, Il Waltzer dei Sospiri, composizione dall’indole malinconica che, attraverso un serrato ritmo sincopato, traccia un anello di congiunzione tra il mondo del jazz e quello classico. Torniamo ancora una volta in America Latina con il brano Y Ahora che, con il suo animo latineggiante, trasporta l’ascoltatore dall’altra parte dell’oceano.

L’Ambretta Eno-cibo-libro-teca

Piazza Giovanni da Triora, 15

Inizio concerto ore 20:00

Per le prenotazioni rivolgersi a: 338 113 7099

Live + aperitivo 10

 

Line Up

Two For The Road

Marco Silvi, pianoforte

Emmanuel Losio, chitarra

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Marco Silvi racconta la nascita di Sentieri, primo disco del duo Two for The Road

Un progetto fresco, dinamico e ricco di contaminazioni che vede dialogare a tu per tu due strumenti autosufficienti come la chitarra ed il pianoforte. E’ questa la vera essenza del duo Two For The Road, composto dal pianista Marco Silvi e dal chitarrista Emmanuel Losio, che ha da poco dato vita al disco Sentieri pubblicato dall’etichetta Filibusta Record.  Un album intenso che crea un ponte culturale tra Italia ed Argentina fondendo elementi di tango, sapori della cultura napoletana e walzer malinconici. Marco Silvi racconta a Jazz Agenda la nascita e lo sviluppo di questo progetto.

“Ci siamo incontrati in una jam session a San Lorenzo, a Roma, e c'è stata subito affinità - ci spiega Marco - Si sa che il piano e la chitarra sono strumenti armonicamente molto ricchi e questo spesso può generare un sovraccarico sonoro. Invece quella sera abbiamo capito subito che potevamo "dialogare". Da quel momento ci siamo visti settimanalmente suonando standard e questo ci ha aiutato tantissimo ad approfondire le possibilità dei nostri strumenti e il nostro interplay. Così abbiamo intuito che il duo era una formazione da esplorare insieme e con costanza.

E’ stato questo il punto di partenza che ha portato alla nascita del duo Two for The Road e poi alla nascita dei primi brani originali:

Dopo aver suonato a lungo gli standard sia durante le prove sia in numerosi concerti, sentivamo il bisogno di sperimentare nel duo le nostre composizioni. Così abbiamo cominciato a proporre pezzi originali anche ai concerti arrivando a suonare standard solo come bis o come allenamento di studio. Una volta consolidati i pezzi in cui c'erano delle storie da raccontare, abbiamo lavorato per un anno su come suonare questo nuovo repertorio che ha preso forma in "Sentieri".” 

La nascita del disco è stata poi una normale prosecuzione del percorso cominciato dal duo: a proposito Marco Silvi prosegue dicendo che:

Il disco per noi rappresenta l'inizio di una lunga strada da percorre, fatta di musica e amicizia. Questo tracciato, questo sentiero che stiamo intraprendendo insieme ci spinge continuamente a cercare e ad accogliere nuove idee, nuove sonorità e ad approfondire il nostro interplay. Suonare insieme non significa solamente studiare ed eseguire dei pezzi, ma soprattutto osservare in che modo ognuno di noi due li interpreta e li "sente". Abbiamo studiato e suonato i brani del disco per molto tempo prima di inciderli, non solo per una questione meramente "tecnica", ma soprattutto per trovare una linea comune interpretativa, improvvisativa ed espressiva che fosse profonda e soddisfacente per entrambi. Questo è un modo di lavorare che a noi piace molto, che valorizza molto il nostro lavoro, puntando sulla qualità più che sulla quantità, e che non ha mai un punto di arrivo in cui ci si possa definire "arrivati". E' una ricerca senza fine. E "Sentieri" rappresenta proprio questo: la prima di una lunghissima serie di tappe della nostra crescita musicale e umana.”

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