Jazz Agenda

Live report: a Kind of Trio alla Casa del Jazz

A chiudere il programma settembrino della Casa del Jazz, venerdì 30, il sassofono di Max Ionata accompagnato da due autentici protagonisti della scena newyorkese: il batterista Clarence Penn ed il contrabbassista Reuben RogersKind of Trio è un disco (in prossima uscita) ed anche il nome del trio stesso. Quasi a riecheggiare un famoso “Kind of Blue”, ma anche a sottolineare la particolarità del progetto in sé. L’eclatante evoluzione di Ionata già era conclamata da tempo: considerato uno dei sassofonisti più interessanti del panorama jazzistico italiano. Di Penn e Rogers basterebbe annoverare le collaborazioni d’eccellenza quali Dizzy Gillespie, Enrico Rava, Dave Douglas, Dianne Reeves, Wynton Marsalis ed altri, oltre che l’intensa attività concertistica all’attivo. Il primo è definito da alcuni critici il batterista più elegante del jazz contemporaneo, scelto da molti per la sua estrema versatilità in tutti i generi di musica. Di Rogers si può dire che, oltre a guidare diversi progetti a proprio nome, collabora stabilmente con alcuni dei migliori musicisti della scena internazionale. La sala completamente piena preannuncia il successo. I nomi, del resto, sono altisonanti! Il trio dimostra subito grande affiatamento (già sperimentato in precedenza, con un altro lavoro discografico di successo).  

In particolare Penn e Rogers risultano essere estremamente divertiti dalla situazione scambiandosi battute e “giocando” tra loro. Intensamente espressivi, dai loro volti la musica prende nuova forma; il corrucciarsi delle fronti, le smorfie delle labbra, l’intensità dei loro occhi, arricchiscono i brani di una diversa sensorialità che risulta quasi indispensabile alle note. Sicuramente conferitori di quella sfumatura “black” che solo il jazz della Grande Mela può regalare. Così, alla composizione melodica tipicamente italiana si affianca, in modo variabile, un caleidoscopio di generi che spaziano dal soul al rythm ‘n blues, arricchendo di movimento ed originalità i pezzi. Il sassofono di Ionata diventa voce, canto. Un po’ in disparte rispetto agli scambi d’intesa di contrabbasso e batteria, la sua figura mantiene comunque ben salda l’attenzione su di sé, dimostrando carattere e determinazione nel lasciare una forte impronta ai brani. I pezzi sono undici: otto portano la firma di Clarence Penn e Max Ionata ed uno di Reuben Rogers, che arrangia anche una splendida versione di “Con Alma” di Gillespie. Bellissimo in fine l’omaggio a Morricone con il brano “Love Theme”, dal film Nuovo Cinema Paradiso. E’ Ionata a cadenzare i brani con alcuni interventi in cui racconta al pubblico l’evoluzione del disco, dei brani appena suonati o a strappare un sorriso con aneddoti riguardanti gli ignari compagni d’esperienza, che ascoltano pur non capendo! La serata scorre veloce, grazie alla giusta continuità tra un brano e l’altro, lasciandoci immersi in un’atmosfera d’oltreoceano in attesa dell’uscita del disco…

Serena Marincolo

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Un nuovo Max Ionata Trio all’Alexanderplatz

E’ stato un esperimento quello al quale abbiamo assistito venerdì sera all’Alexanderplatz, il primo concerto in cui questa formazione si è esibita dal vivo, la prima volta in cui Max Ionata al sassofono, Nicola Angelucci alla batteria e Vincenzo Florio al contrabbasso sono saliti sul palco insieme. C’è da dire che i musicisti già si conoscevano, Nicola proviene dallo stesso paese di Max, è presente in molti dei suoi dischi e fra i due c’è un’intesa perfetta. Anche per Vincenzo non si tratta di una prima volta, ha collaborato con Max in altre occasioni e possiede quell’alchimia necessaria per integrarsi fin da subito nel trio. E poi, quando la cornice in cui si suona è l’Alexanderplatz, l’atmosfera che si crea suscita forti emozioni e mette tutti a proprio agio.

Mentre aspettiamo che il concerto cominci, le luci sono ancora piuttosto tenui, i musicisti parlano delle ultime cose davanti al bancone del bar e dal palco si intravede soltanto la scritta azzurra con il nome del locale. Ma non appena il trio sale sulla scena, bastano pochi minuti, qualche sguardo d’intesa e scatta subito qualcosa, una scintilla prende subito vita e la parola passa direttamente alla musica. Si parte con un po’ di improvvisazione pura, qualcosa per rompere il ghiaccio con il pubblico del locale, poi si passa all’esecuzione di alcuni standard come  “A Weaver of Dreams”, “A Nearness of You” e “Woodin’ You”; alcune canzoni famose, altre un po’ meno, ma ciò che conta realmente è che le melodia raggiunga la sensibilità degli ascoltatori.

Esperimento riuscito, l’intesa si consolida fin da subito e tra uno standard e un altro c’è ampio spazio per l’improvvisazione dei singoli. Spicca il suono profondo del sassofono, spiccano le variazioni ritmiche della batteria, spiccano anche quei silenzi che messi al punto giusto possono dare quel tocco particolare al brano di turno. E durante il secondo set, poco prima della fine del concerto, non poteva mancare un gioiellino che abbiamo ascoltato con piacere, un tocco di inventiva e di virtuosismo che troviamo soltanto nei jazzisti più bravi. Il trio, infatti, si cimenta con Out of Nowhere, uno standard molto conosciuto, che tuttavia viene eseguito con un arrangiamento creato dai musicisti per l’occasione, cioè una Bossa Nova meno scandita, con aperture più particolari spesso utilizzate nel jazz moderno. Il concerto, quindi, scorre veloce, le note del sassofono continuano a deliziare l’udito dei presenti e Max, dopo un’ora e mezza di performance, saluta il pubblico che entusiasta applaude il trio.

A fine serata ci avviciniamo ai musicisti per farci raccontare alcuni retroscena. Max ci spiega che, pur avendo fatto poche prove, è contento di come si sono comportati sul palco, il trio è una delle formazioni che predilige e non è vero che senza pianoforte la musica è incompleta, anzi la dinamica dei brani acquista delle sonorità molto interessanti. Anche lui è d’accordo con il nostro giudizio, il brano riuscito meglio è senza dubbio Out of Nowhere che, grazie a quella ritmica particolare, ha acquisito un taglio distinguibile e personale; un’idea di Vincenzo che con l’occasione ha voluto proporre quel ritmo per quel preciso brano. Dopo questa breve chiacchierata Max ci saluta dicendoci che spera di poter suonare nuovamente con questa formazione e, quindi, di tornare presto nel locale. Dunque, lo possiamo proprio dire: “Buona la Prima” per questo nuovo “Max Ionata Trio”. E a questo punto non vediamo l’ora di poter assistere anche ad una seconda ed una terza volta.

Carlo Cammarella

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Max Ionata Quartetto – Dieci – una recensione

Matteo Pagano e Via Veneto Jazz presentano Max Ionata Quartetto. Max Ionata (sax tenore), Luca Mannutza(piano), Nicola Muresu(contrabbasso) e Nicola Angelucci (batteria) per questa produzione di rara bellezza, un “complealbum” per e da festeggiare. Dieci è straordinariamente jazz. Un jazz autentico che riconosce e si riconosce. Sin da Astobard(Muresu). L’ingresso è trionfale e rivela subito il featuring. La tromba di Fabrizio Bossosvetta. Il dialogo col sax di Ionata si fa d’intesa. Ionata e Bosso direzionano, puntano e conquistano. Angelucci macina uno swing spassoso che viaggia come un treno. Il pianismo di Mannutza è discreto, morbido, un velluto. Gioca di stop. E ogni fermata riparte con uno slancio che appassiona. Ionata, funambolico e disinvolto, crea edifici melodico-armonici di un fascino raro. Entrano subito in testa. L’attenzione per la linea e la discorsività dei fraseggi spingono l’interplay in uno spazio empatico totale e totalizzante, dove tutto è univocamente percepibile. Perfetto il timing. Un dialogo a tre, fatto di entusiasmati personali e ben sostenute confidenze sax-tromba. La traccia 2 è un omaggio a due grandi del jazz. Coltrane meets Evans (Mannutza) è un incontro per incontrare. Scorre, vivo. Bosso lancia note a cascata. Mannutza incasella, parsimonioso. È un singhiozzo che arresta e spinge. La talpa (Ionata) inverte la marcia. È un cambio di rotta. Scanzonato e disinvolto. Mannutza conquista un assolo ricco ed estremamente vario, sostenuto da un walking bass sempre presente, discreto, stabile. Pochi secondi e si riconquista il tempo. Ionata detta il riff. Mannutza segue, a mani slegate. Il basso provoca. Il fraseggio della destra è fitto e ricco, un ricamo. Turn around (Mannutza) sollecita un’atmosfera da promenade. Gira intorno. Uno standard dedicato, Who can I turn to (Bricusse-Newley), ripensato in tempo medio, raccoglie e a metà strada prepara il giro di boa. Finalmente emerge, timido, Muresu. Lode 4 Joe (Ionata) è la ballata che resta, di un lirismo che consola. Carezzevole e intimo. Con Altalena (Mannutza) ritornano i giochi a due. Il contrappunto è intrigante e sintonico. La voce di Ionata incontra quella di Bosso, in uno scambio amabile d’eleganza e raffinatezze. È un fluire di suggestioni. Chiude l’album Attila (Lease) (Muresu), dai contenuti che non t’aspetti, a confidare nel titolo, ma che comprendi con l’ascolto. Un abbraccio da congedo, che lascia nelle orecchie, mistico e dolce, il desiderio del re-start. Evapora, fino a scomparire in uno spazio immobile, quello, stanco, che ha visto il passaggio e ha vissuto le turbolenze di un’emozione che non torna. Ionata distende il pensiero, mentre Mannutza, sullo sfondo, ne conserva, vivo e in moto perpetuo, il ricordo. Tace.

Eliana Augusti

(VVJ Records 2011)

Max Ionata – sax tenore

Luca Mannutza – piano

Nicola Muresu – contrabbasso

Nicola Angelucci – batteria

Special guest Fabrizio Bosso – tromba e flicorno

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Narni Black Festival: di scena Max Ionata e Dado Moroni in “2 for Duke”

Mercoledì 28 agosto proseguono gli appuntamenti con il Narni Black Festival che questa volta vedrà di scena all’Auditorium S. Domenico Dado Moroni e Max Ionata. con un omaggio a Duke Ellington intitolato “2 for Duke. Prodotto da Jando Music, in collaborazione con Via Veneto Jazz, questo disco è lo specchio della passione che Dado e Max hanno da sempre per la musica del “Duca” che li ha fortemente influenzati nel corso della loro carriera musicale. Nel raffinato dialogo a due tra piano e sax c’è tutta la passione, l’amore e l’ammirazione per l’eredità musicale che il genio del grande jazzista americano ha lasciato al mondo. Dado Moroni, tra l’altro, ha collaborato a lungo con  Jimmy Woode e Sam Woodyard, contrabbassista e batterista storici di Duke Ellington, consentendogli di immergersi a pieno nelle sonorità originali di colui che, da molti, è considerato il più grande compositore jazz di tutti i tempi. Sonorità che ritroviamo in “2 for Duke” anche grazie alle straordinarie capacità interpretative del sax di Max Ionata.

NARNI BLACK FESTIVAL

dal 27  al 31 agosto 2013

NARNI(Terni)

Martedì 27 Agosto ore 21,00
Teatro Comunale di Narni
ingresso 30  €

GINO PAOLI /DANILO REA

“Due come noi”

Mercoledì 28 Agosto ore 21,00
Auditorium S. Domenico
ingresso 12 €

DADO MORONI / MAX IONATA

“Two for Duke”

Giovedì 29 Agosto ore 21,00
Auditorium S. Domenico
ingresso 12 €

ENZO PIETROPAOLI QUARTET

“Yatra 2”

Venerdì 30 Agosto ore 21,00
piazza dei Priori
ingresso 23 € – poltrone 30 €

NINA ZILLI/ FABRIZIO BOSSO

“We love you”

Sabato 31 agosto ore 21,00
piazza dei Priori

ingresso 23 € – poltrone 30 €

EARTH,WIND & FIRE EXPERIENCE

featuring Al McKay Allstars

Giovedì 29 agosto – ore 24,00
PARCO GRAMACCIOLI – VIGNE DI NARNI

ingresso € 20, 15 in prevendita
BLACK NIGHT
con

RALF F.T.G. b2b FABRIZIO BATTAZZI

LCDOT & CHECK-TS
MAX-P

28,29,30 agosto il concorso musicale Cool Movement

…e inoltre:

TAVERNE – DEGUSTAZIONI – MOSTRE – VISITE GUIDATE

INFO

tel/fax +30 0744 726362

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www.narniblackfestival.it

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Max Ionata incontra Maurizio Giammarco

Per chi segue il nostro sito dall’inizio, Max Ionata è una vecchia conoscenza. Vi avevamo già parlato del talentuoso sassofonista in occasione di una sua esibizione all’Alexanderplatz che aveva visto salire sul palco un inedito trio. Martedì 17 agosto Max presenterà invece al pubblico di Villa Celimontana “Tenor Writers”, un concerto tributo dedicato ai più grandi interpreti del sax tenore, musicisti che hanno cambiato per sempre, sia dal punto di visto tecnico che compositivo, il ruolo di uno strumento che è diventato icona universale del Jazz stesso. Musicisti come Wayne Shorter, Benny Golson, John Coltrane, Hank Mobley e Sonny Rollins. Il Max Ionata 4tet che vedremo on stage in questa occasione sarà completato da Luca Mannutza al piano, Nicola Muresual contrabbasso e Nicola Angelucci alla batteria, che abbiamo già visto accompagnare Max proprio in quella serata all’Alexanderplatz. Ma a rendere imperdibile questo appuntamento è la presenza come ospito di uno dei più grandi tenorsassofonisti italiani: quel Maurizio Giammarco che lo stesso Ionata non esita a citare tra i suoi punti di riferimento e che quest’anno ha già calcato il palco di Villa Celimontana lo scorso 19 luglio insieme al pianista cubano Hilario Duran.

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