Gli Oddithrees raccontano il disco d’esordio: “Un connubio di influenze e contaminazioni sonore”
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Una band all’avanguardia capace di coniugare il jazz con l’elettronica. Si presentano così gli Oddithrees, trio composto da Samuele Garau al piano ed elettronica, Enrico Degli Antoni al basso elettrico, Giuseppe Risitano alla batteria, che ha pubblicato recentemente il disco d’esordio dal titolo omonimo per l’etichetta Emme Record Label. Ecco come ci hanno presentato questa loro nuova esperienza…
Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?
Il nostro disco si può definire un connubio di molteplici influenze e contaminazioni sonore. L’ obiettivo artistico è quello di riunire un repertorio variegato al fine di ottenere un risultato musicale omogeneo che ci rappresenti.
Raccontateci adesso la vostra storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?
Il gruppo nasce da un rapporto di amicizia e collaborazione professionale che si è consolidata in diversi anni di esperienze collettive e individuali. Sentivamo la necessità di esprimere la nostra reciproca maturazione attraverso la realizzazione di questo disco che è stato impreziosito dal contributo di un grande e sensibile musicista quale è Achille Succi.
Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?
Sicuramente una fotografia del momento dai diversi significati: un’ulteriore occasione per esprimerci con maggiore libertà artistica e un’opportunità per proseguire in questa direzione.
Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?
Sono molteplici e impossibili da elencare tutte, i primi artisti che ci vengono in mente sono Weather Report, Radiohead, John Coltrane, David Bowie, Dave Holland, Nine Inch Nails.
Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?
I nostri lavori andranno sicuramente ad esplorare sempre più il rapporto tra musica improvvisata e sonorità elettroniche. Inoltre noi stessi siamo i primi ad interrogarci continuamente su quale possa essere l’apporto che il jazz potrà dare alla musica elettronica.
Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?
Grazie al supporto datoci da Emme Records, e la buona accoglienza della critica, stiamo già lavorando al nuovo materiale per il prossimo disco e programmando una serie di concerti.