Jazz Agenda

Stefano di Battista racconta il suo nuovo progetto Women’s Land

Venerdì scorso avevamo ascoltato all’Alexanderplatz la presentazione del nuovo progetto di Stefano di Battista, Women’s Land, nato dalla collaborazione con Gino Castaldo, uno dei più noti critici musicali italiani. Come abbiamo appreso durante l’esibizione, tutte le musiche sono state studiate per rendere omaggio a quelle figure femminili che hanno lasciato un segno indelebile nella storia. Per capirne la filosofia e i retroscena, abbiamo approfondito l’argomento con Stefano di Battista, leader di questa nuova formazione.

Stefano, come nasce l’idea di fare questo tributo alle figure femminili?

“Nasce perché in questi ultimi mesi ho notato che tutte le compositrici e cantanti donne nella parte creativa hanno sempre qualcosa di diverso dall’uomo. Inoltre, visto che da poco ho avuto una bambina, una femmina, mi sono catapultato nell’universo femminile e mi piace immaginare come potrà essere lei da grande. Ti faccio un esempio: quando ascolto Joni Mitchell o Rita Marcotulli, sia nelle composizioni che nel modo di suonare o di cantare, riscontro un approccio diverso nella parte creativa e nel modo di esprimere la musica. Tecnicamente non saprei dirti cosa c’è di diverso, ma mi arriva un’emozione differente da quella che percepisco quando ascolto un uomo. Tutto questo mi ha incuriosito e ho cercato di prenderlo come stimolo per scrivere delle cose diverse. Da un po’ di mesi stavo componendo sempre le stesse cose, mi annoiavo, per cui ho pensato che immaginare questo tipo di dolcezza delle donne, potesse darmi nuovi stimoli. Inoltre ho visto che quando penso ad un soggetto in realtà mi vengono delle idee e sono ispirato a scrivere cose diverse.”

Quindi, cosa è nato per primo, il pensiero della figura femminile o la musica?

“Diciamo che la prima cosa che mi ha spinto è stata la curiosità, il cercare di capire cosa ci fosse dietro questo differenza. La curiosità mi ha spinto ad immaginare questi personaggi femminili per poi scrivere qualcosa di diverso. Ovviamente tutto questo l’ho condiviso con Gino Castaldo con il quale sono molto amico e, avendo passato del tempo insieme, abbiamo dato vita ad una specie di avventura volta alla ricerca di questi personaggi e della loro storia. In realtà non abbiamo studiato i personaggi da capo a fondo, ma abbiamo cercato di prendere delle suggestioni che potessero essere traslate in musica.”

E questa parte narrata, che abbiamo ascoltato venerdì, sarà presente nel CD?

“Si, noi metteremo questa parte narrata nel libretto, che sarà curato da Gino Castaldo stesso, e quindi, ogni donna sarà raccontata da un uomo, attraverso la visione di noi uomini e attraverso il modo in cui noi l’abbiamo raccontata sia con le parole che con la musica. Tutto questo per dare vita ad un progetto che sprigioni amore nei confronti della donna e nei confronti della figura femminile. Lo possiamo definire tributo, oppure omaggio, ma in definitiva, il fatto che io sia padre di una bimba, e che comunque sia sensibile a un certo tipo di realtà femminile, non fa altro che farmi amare le donne in una maniera che potremmo definire spirituale. Il fatto che una donna possa diventare mamma per me è un fenomeno incredibile.”

Quindi, c’è anche qualcosa di autobiografico in questo lavoro?

“Probabilmente c’è anche questo aspetto autobiografico, ma non è l’unico perché non parlo solo di me, ma anche di un immaginario generale che hanno uomini come me e Gino, per esempio.”

Come è avvenuta l’associazione della musica a una figura femminile, avete pensato ad un genere prestabilito?

“No, a volte la musica accompagna il periodo storico del soggetto. Per esempio Rita Levi Montalcini è stata in America e noi ce la siamo immaginata a New Orleans; la parte iniziale del brano, quella un po’ più dolce, diventa un blues proprio perché abbiamo immaginato che Rita Levi, appena arrivata in America, abbia potuto avere delle esperienze d’amore divertenti, scoprendo qualcosa di sé, magari andando in vacanza a divertirsi. Non lo so, ci siamo immaginati una persona che ha fatto delle scoperte in America e l’abbiamo descritta con un ritmo che per eccellenza si usa nel Jazz, il New Orleans. Questo è un parametro che poi ci permette di tornare alla musica un po’ più dolce nella parte finale, che poi è quella che suoniamo all’inizio. Cerchiamo di seguire un po’ l’andamento della storia di ognuna di queste figure femminili.”

Un’ultima domanda, Stefano, quali saranno i prossimi progetti di questo nuovo quartetto?

“Per quanto riguarda i prossimi progetti, contiamo di registrare un album e siamo già in contatto con Caetano Veloso, per avere una partecipazione, con Pat MethenY, se ci riusciamo, e… Con altri artisti, che ovviamente saranno uomini; sarà sempre un omaggio rivolto alle donne, ma visto al maschile. Per il momento credo che questa avventura non finirà mai perché in realtà continuiamo a scrivere brani ogni giorno; siamo arrivati a quindici pezzi, continuiamo a farne di nuovi e forse questo sarà un disco chiamato volume 1, volume 2 e volume 3. Dopo vedremo, intanto ti posso dire che Women’s land per il momento è il mio futuro”.

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