Jazz Agenda

Il gioco del semaforo di Letizia Brugnoli

Pubblicato dall’etichetta Irma Records, Il gioco del semaforo è l’ultimo singolo di Letizia Brugnoli che anticipa la pubblicazione del disco. Un brano ironico e divertente, con un testo acuto che abbraccia lo stile latin jazz e che racconta il temuto sistema a colori adottato dal governo per definire le zone in base al loro livello di rischio, nel periodo di pandemia. Ecco il racconto di Letizia Brugnoli

Per cominciare l'intervista parliamo subito del singolo: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Il gioco del semaforo è un brano latin Jazz che richiama, nel suo titolo ironico, il sistema “a colori” adottato dal governo per definire le zone in base al loro livello di rischio, nel periodo di pandemia. Più in generale, possiamo dire che nell’immobilità forzata ognuno ha comunque la grande opportunità di fare i conti con sé stesso e di prendere, se ne avrà il coraggio, le scelte migliori.

La nostra vita, in fondo, è un gioco del semaforo, in cui a volte ci si ferma, per volontà o necessità e poi si riparte. Altre volte si decide di ripartire autonomamente, lasciando indietro chi, alla fine, non è mai riuscito davvero a seguirci o semplicemente ci accorgiamo che è arrivato il momento di fare da soli.

Raccontaci adesso la storia di questo singolo: come è nato?

Il brano è stato scritto ed arrangiato dal compositore Roberto Sansuini, con cui ho un bel rapporto di amicizia che dura ormai da anni. Lui un giorno mi ha inviato una traccia audio ed una partitura, intitolata in un modo leggermente diverso e che mi ha fatto davvero molto ridere “una vita da semafori”.  Di solito ascolto il brano, scrivo il testo, in italiano o in inglese e poi cambio il titolo. Questa volta, però, ho voluto mantenere l’intenzione iniziale, chiara ed ironica, in esso contenuta,  perché davvero lì era racchiuso un lungo periodo che avevamo appena vissuto.  E così, è nato Il gioco del Semaforo.

Cosa rappresenta per te il singolo? E’ un punto di partenza o una fotografia di un momento particolare?

Lo considero sicuramente un buon punto di partenza, in vista del secondo singolo, più Jazz, che uscirà a luglio e dell’ album che uscirà a settembre per Irma Records.

Se parliamo dei tuoi riferimenti musicali cosa ti viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per te sono stati davvero importanti?

Guarda, mi sono avvicinata a questo genere musicale ascoltando praticamente tutta la discografia dei Manhattan Transfer, già da quando ero in seconda media e da li, tutto delle Regine del Jazz, Sarah, Ella, Carmen e Lady Day.

Come vedi il tuo progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla tua musica?

Questo non posso saperlo con esattezza ma  sicuramente continuerò su questa strada e ho gia nuove idee per la testa. Sai, alla fine si cerca sempre di migliorare e raggiungere quello che più si possa avvicinare a noi stessi, nella vita, certo, ma anche nella musica che vogliamo ci rappresenti.

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: hai qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

Come ti dicevo qualcosa di nuovo è già nato e spero di poterlo registrare dopo l’uscita di questo album.

Per quanto riguarda i concerti, ho già fissato alcune date, che a breve comunicherò sul mio sito e nei vari social network. Stiamo poi preparando i vari concerti che accompagneranno l’uscita ufficiale del disco a settembre.

 

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