Linda Gambino: 'Unexpected è un disco che rappresenta un ritorno al jazz’
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Un viaggio musicale che attraversa generi ed epoche, dimostrando la versatilità artistica ed eclettismo creativo. In questo modo potremmo sintetizzare Unexpetced, primo album jazz della cantante Linda Gambino recentemente uscito per l’etichetta Filibusta Records. Un titolo che riflette perfettamente l'origine spontanea del progetto, iniziato come un semplice confronto sugli accordi di un brano tra Linda e il chitarrista Andrea Zacchia. È Linda Gambino a raccontarci la storia di questo progetto.
Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?
Certo, si tratta del mio album d'esordio e contiene 7 brani di cui tre sono originali e gli altri sono interpretazioni di alcuni standard jazz che mi sono sempre piaciuti. Ho pensato che come album d'esordio fosse giusto registrare anche degli standard per rendere piùfacile al pubblico l'ascolto di un'artista jazz "nuova" e apprezzarne lo stile e la voce su brani che già conosce. Ma desideravo davvero anche far conoscere il mio modo di comporre e scrivere anche nel jazz. Infatti all'interno della cover dell'album ho voluto scrivere una frase "Silence is a lie" cioè "il silenzio èuna bugia" proprio perchéera un bel po’di tempo che non scrivevo niente per varie ragioni e si vede che dentro di me avevo qualcosa da esprimere!
I tre brani originali sono due ballad direi intense e uno swing up tempo con un testo ironico e divertente. Tutto questo in inglese ovviamente perchéèla lingua del jazz e perchéio sono praticamente bilingue avendo vissuto negli Stati Uniti quando ero piccola.
Lo standard con cui l'album inizia èuna versione in 4/4 di "My favorite things": mi piaceva molto l'idea e Andrea Zacchia, con cui ho collaborato nella composizione e realizzazione del disco, ha creato un arrangiamento leggero ma dinamico al tempo stesso e per questo l'ho scelto come primo brano. Anche gli altri standard sono molto "up" e dinamici, mi piace cantare brani veloci!
I musicisti che suonano nell'album sono tutti affermati musicisti della scena romana, io sono romana anche se attualmente vivo a Firenze: Andrea Zacchia alla chitarra, Giordano Panizza al contrabbasso e Maurizio De Angelis alla batteria. Conoscevo solo Andrea Zacchia per precedenti esperienze musicali live che abbiamo condiviso. Gli altri sono stati una piacevolissima scoperta ma li ho conosciuti per la prima volta solo al momento di iniziare a registrare. Ci siamo trovati, anche perchéloro suonano spesso insieme in altre formazioni e progetti.
Raccontaci adesso la tua storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?
L'evoluzione èstata rapidissima: come dicevo, dopo circa un paio di anni, un giorno mi sono messa alla mia mini tastiera con l'esigenza di mettere in musica l'ispirazione che avevo avuto; ho fatto un demo e l'ho inviato appunto ad Andrea Zacchia per avere un feedback e dato che lui ha subito apprezzato molto quello che avevo scritto mi ha proposto di registrarlo da lui, in studio e abbiamo iniziato a lavorarci su insieme per migliorarlo armonicamente e arrangiarlo. Poi mi ha detto di scriverne altri e, perchéno, fare un album. Ha poi chiamato i musicisti e dopo poco ci siamo ritrovati tutti a registrare. Tra la prima nota e il completamento della registrazione saranno passati circa due mesi. La collaborazione di Andrea èstata totale e davvero generosa.
Un disco per un'artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per te cosa rappresenta?
Per me rappresenta un ritorno al jazz. Ero partita da lì , se vogliamo tornare parecchio indietro nel tempo, direi che le prime canzoni che ho cominciato ad ascoltare da molto piccola erano brani jazz perchévivevo in Usa a New York, a Washington, a Los Angeles con i miei genitori ed era quella la musica che si sentiva alla radio in tv, nei negozi (certo non solo quella) ma mi èsubito diventata familiare.
Peròèsolo piùtardi, quando sono partita per Boston alla volta della Berklee College of Music, che mi sono immersa nel jazz e ho cominciato a studiarlo e anche a cantarlo. Tornata in Italia ho cominciato ad esibirmi live in duo, trio etc. nei locali di Roma.
Peròpoi ho voluto fare esperienza in altri generi perchéla musica mi piace quasi tutta. Quindi dopo aver scritto brani pop/soul per un lungo periodo, ho sentito la voglia di mettermi alla prova di nuovo con il jazz, ispirata anche dalle cantanti contemporanee uscite negli ultimi anni, molte delle quali, sono tornate a proporre un jazz piùtradizionale, anche se attuale, che èproprio quello che mi piace. Quindi ho ripreso a studiare e anche a scrivere. Un ritorno alle origini insomma.
Se parliamo dei tuoi riferimenti musicali cosa ti viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per te sono stati davvero importanti?
Ne ho alcuni che non provengono dal jazz. Sono stata sempre affascinata dalle voci particolari, scure e dai testi importanti, appassionati, poetici. Una voce che mi ha colpito profondamente èstata quella di Joan Armatrading nei suoi pezzi piùintimi e subito dopo Joni Mitchell di cui ho ascoltato "Hejira" all'infinito, i cui testi mi hanno rapito. Un'altra voce senz'altro èstata Anita Baker e per arrivare a tempi piùrecenti, la mia icona Amy Winehouse, i suoi testi anche se inseriti in brani pop/soul sono inarrivabili secondo me e lei, unica!
Nel jazz invece al primo posto Sarah Vaughn e al secondo Betty Carter cosìfuori dagli schemi e cosìcreativa. Ma certo la prima che mi ha messo sulla strada èstata Ella Fitzgerald.
Come vedi il tuo progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla tua musica?
Voglio scrivere altri brani originali, dopo circa 3 anni di traslochi vari in giro per l'Italia e non solo, finalmente mi sono fermata e proprio oggi ho comprato una tastiera vera (mi ero dovuta accontentare di una mini tastiera che certo non era il massimo) e posso tornare a divertirmi a suonare e comporre. MI piacerebbe anche avere altri musicisti sui miei brani, un sassofono, una tromba, arrangiamenti piùarticolati e sofisticati.
Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: hai qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?
Vorrei portare la mia musica su palchi più grandi e importanti e anche internazionali. La mia, modestamente, ottima pronuncia inglese me lo consentirebbe. E poi al più presto, già magari dal prossimo autunno iniziare con un nuovo album. Vi aggiornerò con le news! Grazie Carlo!