Jazz Agenda

Carlo Cammarella

Carlo Cammarella

Linda Gambino: 'Unexpected è un disco che rappresenta un ritorno al jazz’

Un viaggio musicale che attraversa generi ed epoche, dimostrando la versatilità artistica ed eclettismo creativo. In questo modo potremmo sintetizzare Unexpetced, primo album jazz della cantante Linda Gambino recentemente uscito per l’etichetta Filibusta Records. Un titolo che riflette perfettamente l'origine spontanea del progetto, iniziato come un semplice confronto sugli accordi di un brano tra Linda e il chitarrista Andrea Zacchia. È Linda Gambino a raccontarci la storia di questo progetto.

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Certo, si tratta del mio album d'esordio e contiene 7 brani di cui tre sono originali e gli altri sono interpretazioni di alcuni standard jazz che mi sono sempre piaciuti. Ho pensato che come album d'esordio fosse giusto registrare anche degli standard per rendere piùfacile al pubblico l'ascolto di un'artista jazz "nuova" e apprezzarne lo stile e la voce su brani che già conosce. Ma desideravo davvero anche far conoscere il mio modo di comporre e scrivere anche nel jazz. Infatti all'interno della cover dell'album ho voluto scrivere una frase "Silence is a lie" cioè "il silenzio èuna bugia" proprio perchéera un bel po’di tempo che non scrivevo niente per varie ragioni e si vede che dentro di me avevo qualcosa da esprimere!

I tre brani originali sono due ballad direi intense e uno swing up tempo con un testo ironico e divertente. Tutto questo in inglese ovviamente perchéèla lingua del jazz e perchéio sono praticamente bilingue avendo vissuto negli Stati Uniti quando ero piccola.

Lo standard con cui l'album inizia èuna versione in 4/4 di "My favorite things": mi piaceva molto l'idea e Andrea Zacchia, con cui ho collaborato nella composizione e realizzazione del disco, ha creato un arrangiamento leggero ma dinamico al tempo stesso e per questo l'ho scelto come primo brano. Anche gli altri standard sono molto "up" e dinamici, mi piace cantare brani veloci!

I musicisti che suonano nell'album sono tutti affermati musicisti della scena romana, io sono romana anche se attualmente vivo a Firenze: Andrea Zacchia alla chitarra, Giordano Panizza al contrabbasso e Maurizio De Angelis alla batteria. Conoscevo solo Andrea Zacchia per precedenti esperienze musicali live che abbiamo condiviso. Gli altri sono stati una piacevolissima scoperta ma li ho conosciuti per la prima volta solo al momento di iniziare a registrare. Ci siamo trovati, anche perchéloro suonano spesso insieme in altre formazioni e progetti.

Raccontaci adesso la tua storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

L'evoluzione èstata rapidissima: come dicevo, dopo circa un paio di anni, un giorno mi sono messa alla mia mini tastiera con l'esigenza di mettere in musica l'ispirazione che avevo avuto; ho fatto un demo e l'ho inviato appunto ad Andrea Zacchia per avere un feedback e dato che lui ha subito apprezzato molto quello che avevo scritto mi ha proposto di registrarlo da lui, in studio e abbiamo iniziato a lavorarci su insieme per migliorarlo armonicamente e arrangiarlo. Poi mi ha detto di scriverne altri e, perchéno, fare un album. Ha poi chiamato i musicisti e dopo poco ci siamo ritrovati tutti a registrare. Tra la prima nota e il completamento della registrazione saranno passati circa due mesi. La collaborazione di Andrea èstata totale e davvero generosa.

Un disco per un'artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per te cosa rappresenta?

Per me rappresenta un ritorno al jazz. Ero partita da lì , se vogliamo tornare parecchio indietro nel tempo, direi che le prime canzoni che ho cominciato ad ascoltare da molto piccola erano brani jazz perchévivevo in Usa a New York, a Washington, a Los Angeles con i miei genitori ed era quella la musica che si sentiva alla radio in tv, nei negozi (certo non solo quella) ma mi èsubito diventata familiare.

Peròèsolo piùtardi, quando sono partita per Boston alla volta della Berklee College of Music, che mi sono immersa nel jazz e ho cominciato a studiarlo e anche a cantarlo. Tornata in Italia ho cominciato ad esibirmi live in duo, trio etc. nei locali di Roma.

Peròpoi ho voluto fare esperienza in altri generi perchéla musica mi piace quasi tutta. Quindi dopo aver scritto brani pop/soul per un lungo periodo, ho sentito la voglia di mettermi alla prova di nuovo con il jazz, ispirata anche dalle cantanti contemporanee uscite negli ultimi anni, molte delle quali, sono tornate a proporre un jazz piùtradizionale, anche se attuale, che èproprio quello che mi piace. Quindi ho ripreso a studiare e anche a scrivere. Un ritorno alle origini insomma.

Se parliamo dei tuoi riferimenti musicali cosa ti viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per te sono stati davvero importanti?

Ne ho alcuni che non provengono dal jazz. Sono stata sempre affascinata dalle voci particolari, scure e dai testi importanti, appassionati, poetici. Una voce che mi ha colpito profondamente èstata quella di Joan Armatrading nei suoi pezzi piùintimi e subito dopo Joni Mitchell di cui ho ascoltato "Hejira" all'infinito, i cui testi mi hanno rapito. Un'altra voce senz'altro èstata Anita Baker e per arrivare a tempi piùrecenti, la mia icona Amy Winehouse, i suoi testi anche se inseriti in brani pop/soul sono inarrivabili secondo me e lei, unica!

Nel jazz invece al primo posto Sarah Vaughn e al secondo Betty Carter cosìfuori dagli schemi e cosìcreativa. Ma certo la prima che mi ha messo sulla strada èstata Ella Fitzgerald.

Come vedi il tuo progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla tua musica?

Voglio scrivere altri brani originali, dopo circa 3 anni di traslochi vari in giro per l'Italia e non solo, finalmente mi sono fermata e proprio oggi ho comprato una tastiera vera (mi ero dovuta accontentare di una mini tastiera che certo non era il massimo) e posso tornare a divertirmi a suonare e comporre. MI piacerebbe anche avere altri musicisti sui miei brani, un sassofono, una tromba, arrangiamenti piùarticolati e sofisticati.

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: hai qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

Vorrei portare la mia musica su palchi più grandi e importanti e anche internazionali. La mia, modestamente, ottima pronuncia inglese me lo consentirebbe. E poi al più presto, già magari dal prossimo autunno iniziare con un nuovo album. Vi aggiornerò con le news! Grazie Carlo!

 

Pierluigi Biondi, sindaco Aquila: 'Perdonanza Celestiniana rinnova messaggio di conciliazione'

Si è tenuta martedì 6 agosto 2024, presso Palazzo Margherita all’Aquila, la conferenza stampa di presentazione del programma istituzionale e artistico della 730esima edizione della Perdonanza Celestiniana, che si terrà dal 23 al 30 agosto nel capoluogo abruzzese, recentemente proclamato Capitale Italiana della Cultura 2026. A presentare una settimana ricca di appuntamenti irrinunciabili tra riflessioni spirituali, concerti, spettacoli e rievocazioni storiche, sono intervenuti: il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi; il Direttore artistico, il Maestro Leonardo De Amicis; il Vicesindaco dell’Aquila e coordinatore del Comitato Perdonanza, Raffaele Daniele.

“Siamo qui per rinnovare il messaggio di fratellanza e riconciliazione quantomai attuale alla luce dei conflitti drammaticamente in corso e della situazione in Medioriente sempre più preoccupante. Ma siamo qui anche per raccontare una festa che migliora di anno in anno, che attraversa tanti generi e che vede coinvolte varie generazioni sia della nostra città che dei numerosi turisti presenti che approfitteranno del ricco calendario per godere dei nostri spettacoli” - ha dichiarato il Sindaco dell’Aquila,  - “Sarà come sempre un’edizione tutta da vivere, con l’obiettivo della riconquista degli spazi. Ogni anno durante la Perdonanza si rinnova il messaggio di Celestino e si rinnova la comunità dell’Aquila”, conclude il sindaco Biondi.

 “Le novità di quest’anno riguardano le location e i palchi. La prima novità importante si riferisce all’area di Collemaggio che vedrà l’utilizzo di un palco scoperto che non insisterà sul sagrato della Basilica, con una struttura apribile al centro in modo da garantire una maggiore fruizione durante gli eventi religiosi” - ha dichiarato il Vicesindaco e coordinatore del Comitato della Perdonanza Celestiniana Raffaele Daniele - “Ci riappropriamo di una nuova location che quella di Piazza Duomo che sarà cornice del concerto per i giovani. I cittadini potranno tornare in questo splendido spazio. Un’altra location iconica è quella della Scalinata di San Bernardino che ospiterà due spettacoli”.

Così ha commentato il Direttore artistico, il Maestro Leonardo De Amicis: “Questa è la mia settima edizione della Perdonanza, un evento importante diventato internazionale, un momento di riflessione collettiva, uno spettacolo, costruito nella città per la città e non solo, che mai come ora veicola messaggi spirituali e terreni. Anche quest’anno il mio impegno di collaborazione è per L’Aquila e per la sua gente che riconosce il valore delle relazioni tra le persone anche attraverso la musica. Ogni anno una nuova sfida che si rinnova con grande entusiasmo e orgoglio di far parte di questa grande comunità”.

Questi gli artisti che quest’anno saliranno sul palcoscenico insieme al Maestro Leonardo De Amicis, con l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio Casella dell’Aquila e il Coro città dell’Aquila: Renato Zero, The Kolors, Malika Ayane, Colapesce Dimartino, Tiromancino, Achille Lauro, Rose Villain, Umberto Tozzi, Ezio Greggio, Ambra Angiolini, Luca Violini, Lorena Bianchetti, Gianluca Terranova, I Pooh con un concerto sinfonico appositamente preparato per la chiusura della 730ª Perdonanza Celestiniana.

 

L’Aquila torna palcoscenico internazionale della cultura in occasione della 730esima PERDONANZA CELESTINIANA

 La storica manifestazione,

dichiarata Patrimonio Immateriale Culturale

dellUmanità Unesco nel 2019,

si svolge dal 23 al 30 agosto allAquila

 

Sul palco: Renato Zero, I Pooh, The Kolors, Malika Ayane, Colapesce Dimartino, Tiromancino, Achille Lauro,

Rose Villain, Ezio Greggio, Ambra Angiolini e Umberto Tozzi

Gianfranco Menzella apre la rassegna Musicarte 2024

Mercoledì 7 Agosto 2024 alle 20.00 il sassofonista Gianfranco Menzella, accompagnato da Eugenio Macchia al pianoforte, Carlo Bavetta al contrabbasso, e Pasquale Fiore alla batteria presenterà il suo nuovo album “Dedicated To Bob Berg” all’interno del Festival Musicarte 2024, a cura dell’Associazione Curci.

Il quartetto nasce dall’incontro di quattro musicisti legati da una profonda amicizia e da collaborazioni illustri con musicisti internazionali, oltre che dalla passione in comune per l’estetica e la musica di Bob Berg e del periodo post bop. La scaletta in programma sarà un viaggio nella New York degli anni 80 e 90, un tributo all’eleganza di un grande sassofonista che insieme a Michael Brecker ha delineato il linguaggio ‘post coltraniano’. I brani, presenti nel disco di Gianfranco Menzella Dedicated to Bob Berg, fanno parte del repertorio di Berg degli ultimi anni della sua carriera influenzata dalle collaborazioni con Mike Stern, Chick Corea, David Kikoski, tra questi spicca una composizione originale, Mr Berg, composta da Menzella.

Gianfranco Menzella, materano doc, figlio della grande spinta creativa e artistica che attraversa la città dei Sassi dagli anni ’80, ha collaborato con nomi importanti del panorama italiano ed internazionale, tra cui Eric Marienthal, Danilo Rea, Fabrizio Bosso, Gabriele Mirabassi, Alfonso Deidda, Franco D’Andrea e molti altri esibendosi in prestigiosi festival come Umbria jazz, Siena jazz, Ascona jazz festival, Pomigliano jazz festival, Peperoncino jazz festival, Atina jazz festival, Vancouver, Lubiana. Ha all’attivo sette album da leader, un saggio sulla vita di Sonny Rollins, un metodo per sassofono jazz e una pubblicazione su tecniche esecutive e di scrittura del sax contemporaneo. Pasquale Fiore, batterista nato a Grottole, in provincia di Matera, ha cominciato a studiare batteria prima di imparare a leggere e scrivere, trasferitosi a Milano da quasi dieci anni è tra i musicisti più richiesti: in trasferta perenne, è considerato dalla critica come uno dei maggiori talenti del panorama jazz contemporaneo, vanta numerosi concerti con artisti di fama nazionale e internazionale, lavora come sideman e ha collaborato ed inciso con: Enrico Rava, Scott Hamilton, Fabrizio Bosso, Thomas Kircpatrick, Stjepko Gut, Attilio Troiano, Daniele Scannapieco, Giovanni Amato, Tommaso Scannapieco, Dario Deidda, Giuseppe Venezia, Antonio Faraò e innumerevoli altri artisti. Ha inciso più di venti dischi come sideman e vinto premi di settore. Carlo Bavetta, bassista e contrabbassista classe 1997, vanta numerose collaborazioni con artisti del calibro di Enrico Pieranunzi, Antonio Faraò, Gianni Cazzola, Dado Moroni, Nicola Angelucci, Pietro Tonolo, Bebo Ferra, Andrea Dulbecco, Enzo Zirilli, Luigi Bonafede, Rossana Casale, Roberto Tarenzi. Eugenio Macchia, classe 1981 Inizia lo studio del pianoforte a sei anni e per tutta l’infanzia e l’adolescenza si dedica intensamente allo studio della musica classica, poco più tardi scopre una naturale inclinazione per l’improvvisazione e il jazz, il suo stile pianistico si caratterizza per una buona disinvoltura tecnica e per un sound fortemente newyorkese, il tutto racchiuso in un’idea di jazz in cui le innovazioni e la ricerca del musicista non devono prescindere dall'indispensabile rispetto dei canoni della tradizione. Ha vinto il Luca Flores Piano Competition di Firenze e l’International Jimmy Woode Award come miglior pianista, si è esibito al Dizzy’s Club Coca Cola di New York, dal 2004 suona quasi stabilmente all’”Ueffilo Jazz club” di Gioia del Colle dove ha avuto ed ha ancora modo di conoscere e confrontarsi con i più grandi maestri del jazz.

Info e prenotazioni

Giardino GOS

Viale Marconi, 49 Gravina

76121 Barletta (BAT)

Start h 20

Tickets disponibili su Vivaticket

BIGLIETTO 11,50€

Francesco del Prete feat. Flavio Boltro presenta ViolinÒrchestra in un mini-tour estivo

Francesco Del Prete presenta il suo progetto dal titolo ViolinÒrchestra, un’intera orchestra tra le venature nascoste di un violino a 5 corde in un mini tour di tre tappe dal 30 luglio al 1° agosto che toccherà l’agriturismo Masseria Signora Porzia, il Magazzino Casotti e presso il Tsb Club Salentino.  Con note ricercate il violinista illustrerà il suo percorso di ricerca tra le infinite voci, versatilità e risorse più o meno celate del suo strumento musicale, partendo dal suo primo album da solista “Corpi D’arco”, attraversando “Cor Cordis” per approdare alla sua ultima creatura da poco pubblicata, “Divertissement”. Ad accompagnarlo nelle sue evoluzioni uno straordinario trombettista che non ha bisogno di presentazioni,  FLAVIO BOLTRO, che arricchirà con sensibilità e sapienza la performance.

www.francescodelprete.it

ViolinÒrchestra è una parola-macedonia a cui sono giunto per riferirmi non solo alla tecnica, che utilizzo ormai da anni, utile a creare la mia musica (un’intera orchestra realizzata con un solo violino grazie all’utilizzo di uno strumento elettroacustico a 5 corde e ad apparecchiature elettroniche come loop station e pedaliere multieffetto) quanto piuttosto alla consapevolezza che lo strumento ad arco in questione, grazie alle sue caratteristiche strutturali peculiari (corde da pizzicare oppure da sfregare con l’archetto il quale all’occorrenza diventa anche una bacchetta percussiva, con una cassa armonica in legno da colpire eventualmente per realizzare incastri ritmici) e agli impieghi più disparati tra il melodico, l’armonico ed il ritmico-percussivo (questo realizzato attraverso la chop technique), abbia qualcosa di nuovo, inedito e straordinario da dire e da aggiungere alla letteratura violinistica degli ultimi secoli già abbondantemente documentata: strumento vivo e modernissimo capace di farsi prisma di vetro, lente speciale attraverso cui leggere e interpretare i tempi in cui viviamo”.

BREVE BIO: Laureato a pieni voti in VIOLINO classico e MUSICA JAZZ rispettivamente nei conservatori di Lecce e Monopoli. Perfeziona la sua preparazione tecnico-artistica col M° Ilya Grubert, Paolo Di Sabatino, Roberto Ottaviano, Marco Di Battista, Didier Loockwood. Membro di: ARAKNE MEDITERRANEA, NIDI D'ARAC, MANIGOLD, Ensemble LA NOTTE DELLA TARANTA (per cui collabora con Stewart Copeland, Dalla, De Gregori, Pelù, Teresa De Sio, Gianna Nannini, Mauro Pagani, Ares Tavolazzi, Battiato, Ambrogio Sparagna, Lindo Ferretti, Cristicchi),… e fondatore di: DEMOTIKA ORKESTAR, TARANTULA RUBRA, RESPIRO, CORPI D’ARCO,… con cui vince: l’ArtistaCheNonC’era, Premio Lunezia, Folkontest, BiellaFestival, MusicaControcorrente, Limatola Festival, Premio Civilia, Suoni&Rumori Festival, CoolMovement, Premio Carratta, Elba Jazz. Si esibisce in: Giappone, Francia, Slovenia, Germania, Grecia, Svizzera. Dischi editi: “Corpi d’Arco” (2009), ”A forma di ali” (2015), “unPOPositivo” (2019), “Jungle Gum” (2021), “Cor Cordis” (2021), “Rohesia ViolinOrchestra” (2022) sfruttando al massimo potenzialità e risorse nascoste del suo violino a 5 corde utilizzato come lente interpretativa di tutto ciò che lo circonda, per rivelare la realtà che vive oltre la superficie delle cose. A marzo 2024 ha pubblicato “Divertissement”, il suo nuovo disco di brani inediti con l’etichetta romana Filibusta Records.

 

30 luglio

Barattolo a Sud Festival

Masseria Signora Porzia

(Vicinale Cerasa 4, Leverano)

 

31 luglio

Magazzino Casotti

(Viale Giovanni Bovio 26)

 

1° agosto

Tsb Club Salentino

Note, sapori e Poesia

(Litoranea Gallipoli Leuca – Torre Suda)

 

Eddie Lang Jazz Festival: a Monteroduni dal 26 luglio al 3 agosto 2024

Dopo il successo delle scorse stagioni, nella splendida cornice dei Giardini Castello Pignatelli a Monteroduni, in provincia di Isernia, dal 26 luglio al 3 agosto torna l’Eddie Lang Jazz Festival con quattro imperdibili appuntamenti live. Patrocinato dal Comune di Monteroduni, con la partecipazione di Gestione Orizzonti, MarkBass, DvMark, Totosound e Gold Pressvre in qualità di main sponsor, il festival è organizzato dall’Eddie Lang Music APS, sotto la direzione artistica del Maestro Marco Zampogna. Giunto alla XXXIII° edizione, la rassegna propone anche quest’anno un ampio e prestigioso cartellone con artisti  di fama nazionale che trovano nel jazz un minimo comun denominatore. Il jazz dunque diventa il fil rouge che attraversa la manifestazione valorizzando ancora una volta l’importanza dell’incontro e della contaminazione tra le diverse identità ed espressioni artistiche.

Venerdì 26 luglio

Ore 21:30 Saìhs Sextet: Giulio Tullio al trombone - Giulio Mari alla tromba - Matteo Zecchi al sax tenore - Lorenzo Fiorentini alle tastiere - Giulio Barsotti al basso - Edoardo Battaglia alla batteria.

A seguire alle ore 22:30 BIRÉLI LAGRÈNE TRIO: Biréli Lagrène - chitarra, Joel Locher - contrabbasso, Raphael Pannier – batteria

Biréli Lagrène è nato il 4 settembre 1966 a Soufflenheim, in Alsazia (Francia), da una famiglia gitana. Suo padre e suo nonno erano chitarristi, ed è cresciuto nella tradizione della chitarra gipsy. Ha iniziato a suonare all’età di quattro o cinque anni e successivamente si è avvicinato allo stile di Django Reinhardt. Nel 1980, durante la sua adolescenza, ha registrato il suo primo album, Routes to Django: Live at the Krokodil (Jazzpoint, 1981), che gli è subito valsa la reputazione di erede del leggendario Django Reinhardt. Successivamente, Lagrène si è esibito in tournée con Al Di Meola, Paco de Lucía e John McLaughlin, e ha suonato con Benny Carter, Benny Goodman e Stéphane Grappelli. Biréli Lagrène è oggi uno dei nomi più noti e rispettati della chitarra jazz, nonché uno dei più amati dal pubblico.

Virtuoso naturale, capace di passare con disinvoltura dalla chitarra al basso (anche memore della sua collaborazione con Jaco Pastorius), Biréli è musicista di derivazione manouche, che si è poi spostato su un terreno più “americano”, cosicché oggi è uno dei pochi, se non forse l’unico, a potersi esprimere in entrambi gli ambiti con pari autorevolezza e maestria.

Sabato 27 luglio 

Ore 21:30 Basilio Roselli Quartet: Antonio Fiorino al sax - Basilio Roselli alla chitarra - Moussa Bonaventura al contrabbasso - Giovanni Lafavia alla batteria

A seguire alle ore 22:30 VINCEN GARCÍA QUARTET: Vincen García al basso elettrico - Jairo Ubiaño alla batteria - Clara Juan al sax - Enric Peinado alla chitarra

L’Energia di Vincen García, giovane bassista spagnolo, virtuoso dello strumento travolgerà il pubblico dell’Eddie Lang Jazz festival con le sue composizioni originali Jazz e Funk. Vincen García, è infatti considerato tra i bassisti più prestigiosi dell'attuale scena jazz e funk mondiale e tra i primi 10 bassisti più ascoltati a livello globale in termini di streaming. Il suo nuovo album intitolato "Ventura" sta ricevendo un successo straordinario in tutto il mondo da Madrid a Barcellona da Londra a Los Angeles e New York. Nel settembre 2023, Vincen García ha ricevuto una chiamata da Cory Wong per unirsi al suo tour europeo. Vincen García proporrà uno spettacolo davvero unico dove la fantasia e l’improvvisazione giocheranno un ruolo fondamentale.

Venerdì 2 agosto 

Ore 21:30 Tessarollo Quirico Trio: Luigi Tessarollo alla chitarra - Vincenzo Quirico al contrabbasso - Sergio Mazzini alla batteria

A seguire alle ore 22:30 RAPHAEL GUALAZZI Dreams live 2024:  Raphael Gualazzi al piano e voce - Andres Ulrich al contrabbasso e basso elettrico - Gianluca Nanni alla batteria - Luigi Faggi Grigioni alla tromba - Michele Guidi alle tastiere

Concerto imperdibile quello di Raphael Gualazzi, protagonista assoluto della serata del 2 agosto. Un concerto in quartetto in cui l’artista, vincitore nel 2011 nella categoria Giovani del Festival di Sanremo, con il brano “Follia d’amore”, porterà in scena il suo ultimo disco Dreams. Un album dalle sonorità oniriche fatto di atmosfere sognanti dal respiro internazionale e CAM Sugar diventa così la perfetta collocazione in cui far rivivere queste sensazioni. E se sono i sogni a dominare il concept di questo nuovo progetto, con le sue composizioni Raphael Gualazzi è in grado di farci sognare a occhi aperti, accompagnando l’immaginazione nelle riproduzioni cinematografiche che aleggiano nella testa di ognuno. Come in un sogno, ogni immagine che la musica dell’artista ricrea ci permette di riconoscere a fondo l’intensità di ogni emozione, nel sottile e costante compromesso tra temporaneità e percezione.

“Dreams” è composto da dodici tracce inedite in italiano e in inglese nei formati cd e vinile e vinile autografato. Nella versione digitale, le tracce sono quindici con l’aggiunta delle 3 bonus track “Coltivatori Lunari”, “Poi si vedrà” e “Il giro”, sigla del Giro d’Italia 2023.

Musica classica, ritmi African funk (con tendenze che spaziano dai Funkadelic ai Parliament e agli Sly and the Family Stone), sonorità Drum&Bass, armonie new soul, influenze jazz di Errol Garner, Thelonious Monk e Coleman Hawkins, sentori di musica elettronica, soul e R&B anni ’70-‘80 fino ad atmosfere disco si fondono in un mix di composizioni condite da sintetizzatori analogici, tastiere vintage, percussioni tribali e colori vocali del soul vecchia scuola. L' album ci presenta la volontà e innata capacità di sperimentazione dell’artista marchigiano. Sperimentazione costantemente accompagnata da collaborazioni testuali di estremo valore, dalla partecipazione di Emma Morton in “Wild Man Singing”, “Soul Affirmation” e “I Won’t Lie”, in cui è anche guest vocale, alla co-scrittura di Federico Capponi nel brano “In esilio da me” e a quella di Jacopo Ettorre e Giordano Colombo in “Poi si vedrà” e “Vorrei capire”. I contributi musicali, invece, spaziano dagli arrangiamenti del maestro Stefano Nanni nel singolo “Vivido il tramonto”, presentato in anteprima il 3 luglio su Radio Monte Carlo, fino alla partecipazione di Tony Canto e Pippo Caballà in “Malinconia di averti”, dei Mamakass in “Wild Man Singing” e “You Are My Africa” e del duo salentino “Yorker” (Antonio De Marianis e Gino Semeraro) nella bonus track “Coltivatori lunari”.

Sabato 3 agosto 

Ore 18:30 Girlesque Street Band (in piazza Monumento e poi in piazza Marconi). Il pomeriggio del 3 agosto si apre con l’energia della Girlesque Street band, marching band italiana tutta al femminile composta da 9 elementi. Uno spettacolo coinvolgente e itinerante che si svolgerà da piazza Monumento fino a piazza Marconi. 

Ore 21:30 Ross Quintet: Rosario Moricca alla chitarra – Igor Senderov al sax – Marco Palmisano al pianoforte – Emanuele Macculi al basso – Daniel Besthorn alla batteria

A seguire alle ore 22:30  TCHAVOLO SCHMITT & MAURIZIO GERI "RENCONTRE IN ITALIA" - Special Guest Marie Christine Brambilla: Tchavolo Schmitt alla chitarra - Maurizio Geri alla chitarra - Francesco Greppi alla chitarra - Federico Zaltron al violino -  Pippi Dimonte al contrabbasso - Marie Christine Brambilla alla voce.

La chiusura dell’ edizione 2024 dell’Eddie Lang Jazz Festival è affidata ai grandi musicisti Tchavolo Schmitt & Maurizio Geri che presenteranno in anteprima il nuovo disco “Rencontre in Italia" con la partecipazione speciale di Marie Christine Brambilla. La scintilla che nasce dall’incontro di Maurizio Geri e Tchavolo Schmitt testimonia come il linguaggio musicale, nel suo essere universale, riesca a coniugare parole e melodie solo apparentemente lontane fra loro. La canzone melodica italiana e la tradizione manouche si danno la mano in questo progetto dove i due artisti dialogano a carte scoperte in un gioco ricco di contenuti e virtuosismi. Così non mancano proposte di brani originali che si ispirano da un lato alla forma canzone e dall’altro ad esecuzioni strumentali dove Tchavolo e Maurizio sembrano idealmente ripercorrere le orme lasciate da Django, un messaggio di condivisione e confronto, quello che la musica comunica, senza bisogno di troppe parole.

00:00 Girlesque Street band (apertura jam session sul Castello Pignatelli)

00:30 Satoru dj set

 

Un Festival davvero unico, per offrire ai giovani, alle famiglie, a tutti un’occasione di divertimento, di incontro  e di riflessione sull’importanza dello scambio e della condivisione. Ancora una volta gli organizzatori sottolineano come il  Festival non sia  soltanto uno spettacolo di musica di alta qualità, ma anche un'occasione di confronto culturale e di connessione tra artisti e appassionati. Oltre ai concerti non mancheranno jam session, contest e un campus come l’Eddie Lang Junior Fest che si terrà dal 29 al 31 luglio. Quest’ultimo sarà incentrato sulla storia del jazz e sulla figura di Eddie Lang e sarà organizzato con la scuola di musica di Monteroduni dell'associazione Giuseppe De Giacomo, con i maestri Vincenzo Quirico, Basilio Roselli, Marco e Paolo Zampogna, Rosaria Massaro e Nicola Hansalik Samale. Fondamentale anche il convegno ‘Da Adriano Mazzoletti a Eddie Lang: storia di una riscoperta socio-musicale’, che si svolgerà nel pomeriggio del 1° agosto in piazza Municipio. Un incontro fortemente voluto dalla moglie Anna Maria Pivato incentrato sulla figura del celebre scrittore giornalista, conduttore radiofonico, produttore discografico italiano scomparso nel giugno del 2023 che ha dato un importante contributo alla nascita del Festival. Il convegno sarà moderato dalla giornalista Marina Luca e interverranno Luciano Mascio, Marcello Piras, Claudia Fayenz, Antonio Sorbo e Luigi Scarduzio. Nella stessa giornata si svolgeranno le finali del tredicesimo concorso internazionale “Il Genio di Eddie Lang”, rivolto a giovani chitarristi e jazz band under 35. L’obiettivo del concorso è quello di mettere in luce le potenzialità e il talento dei partecipanti offrendo loro la possibilità di esibirsi all’interno del Festival. Oltre a questa opportunità i vincitori riceveranno un premio in denaro e la possibilità di suonare anche nel corso dell’edizione successiva che si terrà nel 2025.

Concerti dal 26 luglio al 3 agosto

Giardini Castello Pignatelli,

Via Principe Pignatelli 1,  Monteroduni (Isernia)

Inizio live ore 21:30

Biglietti disponibili su Vivaticket.com     

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

26 luglio - Biréli Lagrène Trio: biglietti - parterre 10,00€ / poltrona 20,00€

27 luglio - Vincen García Quartet: biglietti - parterre 10,00€ / poltrona 15,00€

1° agosto - Finali del concorso “Il genio di Eddie Lang”: gratuito

2 agosto - Raphael Gualazzi: biglietti - parterre 15,00€ / poltrona 25,00€

3 agosto - Tchavolo Schmitt & Maurizio Geri: biglietti - parterre 10,00€ / poltrona 15,00€

@ EDDIE LANG MUSIC APS è un’associazione iscritta al 5xmille - C.F. 00986690949

Between Music&Arts Festival chiude in bellezza: 15mila persone al concerto di Gaia

Dopo il grande successo ottenuto nelle ultime due stagioni a Piazza Armerina, il Between Festival è cresciuto e si è  trasformato in ”Between Music&Arts Festival”. Dal 22 al 28 luglio il Festival, promosso quest’anno dall'Ente Parco Archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale, che comprende i siti archeologici di Aidone, Mazzarino, Pietraperzia e il meraviglioso barocco di Piazza Armerina, ha animato questi evocativi luoghi con alcuni originali progetti artistici di questa “speciale” edizione 2024. Il Festival, prodotto e organizzato dal Saint Louis College of Music e dall’Associazione culturale Globart, con la direzione artistica di Stefano Mastruzzi e Roberto Grossi, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e con One Sky Academy presieduta da Frank Alva Buecheler, ha proposto un ampio e prestigioso cartellone con artisti di fama  internazionale e da altri, per la prima volta sulla scena in Italia, sul tema diversità, incontro e identità plurali, di grande spessore e attualità.

Dopo il successo delle prime due edizioni , quest’anno il Festival si è aperto a tutte le espressioni artistiche: musica, danza, arti visive, performance, laboratori di creatività musicale e dibattiti, che hanno reso la manifestazione un vero e proprio incontro tra culture e creatività. Il Between Music & Arts in una settimana ha registrato la presenza di più di 25 mila persone provenienti da tutta Italia. Tanti gli eventi in cartellone, 7 concerti, 3 mostre di arte contemporanea, 3 spettacoli di danza,  ma anche  talk e dibattiti incentrati sul tema della cultura e della produzione artistica per la pace.

Il Festival si è concluso in bellezza domenica 28 luglio con il concerto dell’energica cantautrice italo brasiliana GAIA, prodotto da Georgia Lo Faro eventi, un momento di gioia e condivisione per tutti in Piazza Giovanni Falcone e Borsellino a Piazza Armerina. Sono stati circa 15.000 i fan accorsi da tutta Italia per partecipare ad un evento unico e indimenticabile. L’artista ha sposato in pieno le tematiche fondanti del Between, infatti di fronte ad una piazza gremita di gente ha affermato: “ Sono figlia di due culture differenti quindi  l’inclusione per me è un valore fondamentale da cui non si può prescindere, bisogna difendere le diversità perché la divisione porta alla solitudine e alla mancanza di confronto e interazione. L’arte è per tutti non per pochi, dobbiamo condividere le nostre emozioni attraverso lo scambio e l’incontro”. Il Between Music & Arts Festival si è dunque concluso con un memorabile sold out veicolando importanti valori attraverso l’arte, la musica e le arti visive.

Grande successo anche per tutti  i precedenti spettacoli che hanno visto la partecipazione il 22 luglio dell’eclettica e sensuale SERENA BRANCALE con il suo quintetto Drummer Dropkick. Il 23 Luglio invece ad  Aidone, FRANCESCO CAFISO si è esibito per la prima volta sul palco con MUSICAINSIEME A LIBRINO. Insieme in un progetto che fa riflettere su temi come l’inclusione, l’amore per la propria terra e l’accettazione del diverso.

Il 24 luglio in Piazza Cattedrale a Piazza Armerina è stata la volta di  NICOLA PIOVANI. Il pianista con il suo progetto artistico “Note a Margine” ha omaggiato la figura del grande regista Federico Fellini (e non solo). Il 25 luglio è andato in scena il concerto "Racconti Mediterranei", Omar El Ouer, in Piazza Armerina, Piazza Cattedrale. Sempre il 25 luglio, in un'altra locationl’artista siciliano MARIO VENUTI, ha coinvolto a Mazzarino in Piazza Vittorio Veneto il numeroso e partecipe pubblico.  Il 26 luglio è stata la volta di  Philippe Harari, con il progetto “L’America, terra del sogno”, a Pietraperzia, Runzi. Un concerto accolto con entusiasmo dal pubblico che ha piacevolmente potuto ascoltare i grandi successi della musica americana degli anni 40- 50.

Ma la vera novità del Between Music & Arts  di questa edizione 2024 è stata la nascita di un nuovo polo culturale, il “Between Songwriting Camp”, il primo grande Campus di produzione artistica del Mediterraneo, che ha ospitato ben 50  giovani artisti provenienti da storie e radici culturali diverse, egiziani, algerini, siriani, tunisini, palestinesi, che sono stati accolti e ospitati gratuitamente per partecipare a laboratori di produzione artistica. Grazie alla volontà degli organizzatori che hanno investito sulla formazione è stato possibile realizzare un esperimento visionario finalizzato a creare e consolidare, nell’incontro tra i giovani, una rete permanente di conoscenza e condivisione, che si è conclusa il 26 luglio con il concerto finale “Between songwriting camp”in Piazza Cattedrale a Piazza Armerina.

Grande successo di partecipazione per gli eventi di Visual Art, che sono una parte integrante del Festival Between Music & Arts. Preziosa è stata la collaborazione di Frank Alva Buecheler, Presidente di One Sky Academy dove si è   inaugurata l’esposizione “SUN STONES” The Sicilian Series, dell’artista siriano Ali Amam. Esule politico, il pittore è stato ospite per tre mesi presso One Sky Academy ovvero la  sede in cui sono esposte le sue 25 opere pittoriche inedite in olio su tela, due delle quali ispirate proprio al Between Music& Arts Festival. L’ espressività delle opere d’arte di Ali Amam si è arricchita dalle performance musicali dei ragazzi del Campus che, a loro volta, ispirandosi alle sue opere d’arte hanno composto dei brani musicali a tema. La mostra rimarrà aperta fino al 30 settembre.

A seguire il percorso espositivo della mostra itinerante “MEDITERRANEO: MOSAICO DI C(ou)LTURE”, a cura di Alessia Montani ha preso vita in alcuni dei luoghi simbolici della città come:  One Sky Academy, lo spazio esterno della Biblioteca, la   Pinacoteca, e Palazzo Trigona. Tutti gli artisti hanno partecipato alla Biennale di arte di Malta 2024 ispirandosi totalmente al Mediterraneo dove l’intreccio tra culture e c(ou)lture genera un rapporto fecondo tra l’uomo e la natura, in una visione plurale delle identità. Non a caso è stata intitolata MOSAICO DI C(ou)LTURE, il mosaico composto da piccoli tasselli che si uniscono fino a formare un’ immagine completa è l’emblema dello scambio, della condivisione, delle identità plurali, valori che si sposano con la linea artistica del Between Music & Arts e che sono ben rappresentati dal famoso mosaico delle ragazze in “bikini” che giocano a palla, sito a Villa Romana del Casale Patrimonio dell’Umanità Unesco - Piazza Armerina, scelto come immagine grafica per rappresentare il Festival.

Si è concluso l’ ultimo appuntamento dello spazio dedicato alla Visual Art con la presentazione del progetto “The Huaman Bridge” dedicato alla pace nel Mediterraneo. Il 26 luglio presso i locali di One Sky Academy, il  Presidente Frank Alva Buecheler ha accolto gli ospiti e la stampa per la presentare l’innovativo progetto. Prodotto dall’Associazione culturale Unproduction e da Palestine Museum US, con il supporto del Comune di Lampedusa, del Parco Archeologico di Himera, Solunto e Iato e della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia è un lavoro straordinario nato dall’incontro a Venezia tra gli artisti Solveig Cogliani e Mohamemed Ahaj. Solveig Cogliani ha presentato il progetto, con foto e video della realizzazione e delle fasi di collocazione dell’opera nel  mar Mediterraneo.  A seguire c’è stato  un’ interessante talk  “L’Arte per la Pace” dove sono intervenuti il mecenate Antonio Presti, la Dott.ssa Francesca di Gaudio, Direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo,  la Sig.ra Ludovica Rossi Purini, consigliere della  Galleria di Arte Moderna di Roma, l’artista Solveig Cogliani e il Direttore Roberto Grossi.

 

Ma il Between Muisc & Arts è anche danza, 3 infatti sono stati gli  spettacoli andati in scena durante la settimana del Festival. Il 22 luglio si è esibita la Compagnia di danza Naturalis Labor  con “Love Suite”, a Villa Romana del Casale, il 26 luglio è andato in scena   “Suoni e danze del Mediterraneo” della Compagnia Fabula Saltica di Rovigo ad Aidone, e infine il 27 luglio chiude la programmazione  sempre la Compagnia Fabula Saltica di Rovigo,  con “Ballades” a Piazza Armerina.

Raphael Gualazzi presenta Dreams all’Eddie Lang Jazz Festival: ‘Un disco che racconta sogni’

Pubblicato lo scorso autunno dall’etichetta Cam Sugar, Dreams è l’ultimo disco del cantante e pianista Raphael Gualazzi in questo momento impegnato in un lungo tour estivo che fa tappa in divesre citta italiane ed estere. Tra le rassegne a cui prenderà parte questo grande artista, c’è l’Eddie Lang Jazz Festival con il concerto che andrà in scena il 2 agosto nei Giardini Castello Pignatelli a Monteroduni (Isernia). Musicista di grande talento, Gualazzi nel 2011 vinse la cataegoria giocni al Festival di Sanremo ma nonostante questo ha mantenuto uno stile integro senza mai snaturare se stesso e le proprie origini. Un motivo in più per chiedergli di raccontarci qualcosa sul suo spettacolo.

Sul palco dell’Eddie Lang Jazz Festival porterai in scena il tuo ultimo disco Dreams. Vuoi descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda e raccontarci anche come si svolgerà il tuo show?

Il mio disco racconta i sogni, per questo l’ho chiamato ‘Dreams’. Celebra i sogni e gli attribuisce la responsabilità dell’esistenza presente. L’attimo reale è circondato da sogni passati e futuri ed è proprio attraverso questa dimensione onirica e fantastica che ritroviamo l’importanza e la consapevolezza dell’attimo reale.

Lo show prevede sul palco una band eccezionale con Gianluca Nanni alla batteria, Anders Ulrich al contrabbasso, Mecco Guidi alle tastiere e Luigi Faggi alla tromba. Special guest d’eccezione sarà Emma Morton, cantautrice scozzese dalle influenze blues-rock e swing che impreziosirà la serata .

La band interverrà anche a livello vocale con armonizzazioni da me orchestrate e insieme ripercorreremo tutti i miei 20 anni di esplorazione e dedizione musicale in diversi mondi.

I Jazz festival come l’Eddie Lang sono esperienze a nostro avviso uniche dove la musica è protagonista. Quanto è importante per te partecipare a questo tipo di eventi?

È per un grandissimo onore partecipare a questo festival e accolgo questo invito con lo stesso entusiasmo con cui accolsi l’invito a Nancy jazz festival, Django Reinhardt Samois Jazz Festival, Leverkusen, Java Jazz Festival, Montreal en Loumier Jazz festival e tanti altri. Ma il valore di un personaggio come quello di Eddie Lang (come Tony Scott per la Sicilia) è veramente grande e siamo felicissimi di suonare per il pubblico molisano e amante del jazz.

Facendo un paragone tra il tuo ultimo disco e quelli precedenti come si è evoluta la tua musica e che tipo di direzione hai scelto di intraprendere?

Sicuramente c’è stato il desiderio di approfondire la dimensione dell’autenticità e coerenza rispetto a un percorso sempre più personale. Accogliere la propria unicità e quella di ogni altra persona è un valore importante dal punto di vista umano e sociale e musicale.

Quali sono i brani di questo disco a cui sei maggiormente legato e che in questo momento ti rappresentano maggiormente?

I won’t lie, You are my Africa, Soul Affirmation, Dreams, Vivido il Tramonto, Not Scared, Fragile, Addiction Waltz, Malinconia d’averti..ma anche Wild Man Singing.

Vuoi parlarci anche delle prossime date del tuo tour? Dopo l’Eddie Lang Jazz festival dove avremo il piacere di poterti ascoltare nell’immediato?

Il 3 agosto sarò a Urbino dentro il cortile del maestoso Palazzo Ducale, ospite del mio ‘stride piano player’ preferito, Luca Filastro. Il 9 agosto accompagnato dalla mia ospite super speciale (Emma Morton) suoneremo a Saint Moritz in occasione di uno degli eventi conclusivi di questa importantissima rassegna di eventi culturali che tantissimi anni porta il nome di ‘La Milanesiana‘, ideata da Elisabetta Sgarbi. Poi tantissime altre date ad agosto e settembre che potrete trovare sulla mia pagina Instagram.

 

Gianfranco Menzella e il suo personale omaggio a Bob Berg

Foto di Franco Demattia

Pubblicato dall’etichetta GleAM Records, Dedicated to Berg è l’ultimo disco di Gianfranco Menzella. Un omaggio all’estetica di un grande sassofonista come Bob Berg che attinge da brani del repertorio degli ultimi anni della sua carriera. Ne parla a Jazz Agenda il leader di questo progetto.

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Come il titolo stesso dice è una mia personale dedica a uno dei miei sassofonisti preferiti attraverso 8 brani che hanno accompagnato il mio percorso musicale e a cui sono legato da emozioni diverse

Raccontaci adesso la storia di questo progetto e da dove nasce l’idea di approcciarti a un grande della musica come Bob Berg?

Il progetto era nella mia mente da tanto tempo, ho iniziato ad ascoltare Berg fin da adolescente e l’approccio verso la sua musica è sempre stato emozionale, l’energia del suo suono e del suo linguaggio hanno sempre provocato in me forti emozioni.

Per quanto riguarda i musicisti che hanno partecipato a questo disco. Ci vuoi spiegare perché hai deciso di lavorare con loro a questo progetto?

Sono musicisti che conosco da anni e con cui si è creata una bella sinergia, Il loro modo di suonare si sposa bene con l’estetica che avevo in mente per questo progetto. Durante la registrazione ho lasciato piena libertà a ognuno e questo ha dato una identità unica al disco.

Un musicista come Bob Berg cosa ti ha lasciato come bagaglio musicale?

Credo che Berg abbia lasciato qualcosa in ogni sassofonista moderno perché ha portato avanti in maniera personale il linguaggio di Coltrane. A me personalmente ha lasciato l’approccio emozionale nello studio della musica.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: cosa rappresenta per te questo omaggio alla poetica di Bob Berg?

Questo disco rappresenta appunto ciò che sono in questo momento e ciò che mi pace suonare, un riassunto delle cose che ho studiato negli anni scorsi e del mio senso estetico attuale. 

Se parliamo dei tuoi riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono anche altri artisti, noti o anche meno noti, che per te sono stati davvero importanti?

Mi viene in mente molta musica che ascolto regolarmente: dai compositori russi e francesi di inizi 900 a compositori come Vaughan Williams, da Chopin a Miles Davis e poi molti sassofonisti che ascolto da sempre Sonny Rollins, Jerry Bergonzi, David Sanborn, Gato Barbieri e tanti altri.

Hai qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti di cui ci vuoi parlare?

Ho alcuni concerti da fare con “Dedicated to Bob Berg” a Matera per il festival Jazziamoci, Barletta, Teatro Mercadante Altamura e diversi club per il prossimo inverno. 

 

 

 

Annalisa De Feo racconta Floating: “Un disco che accentua l'elemento della duplicità a più livelli’

A circa otto mesi dall’uscita dell’ultimo disco Floating, Annalisa de Feo è impegnata a promuovere il suo Dos Duo Onirico Sonoro in giro per l’Italia. Un progetto trasversale, che soprattutto in questo ultimo album sfugge ad ogni tipo di classificazione, contaminato da tanti linguaggi ed elementi espressivi diversi. Dall’inizio di questa avventura, di cui abbiamo parlato a più riprese, le evoluzioni e le trasformazioni sono state tante e hanno sempre seguito una linea ben precisa che ha portato a una maturità artistica ormai ben delineata. Ne parliamo con Annalisa De Feo che ci racconta anche le sue date del tour.  

Per cominciare, visto che siamo in piena estate parliamo dei concerti. Vuoi raccontarci quali saranno i prossimi appuntamenti e soprattutto come si svolge un tuo spettacolo?

Si volentieri: io e Livia De Romanis saremo il prossimo 19 luglio al Kilowatt Festival di S. Sepolcro, il 31 agosto al Miniere Sonore Festival di Oristano, il 14 settembre per InSania Festival a Cori, il 21 settembre a Milano alla Corte dei Miracoli e poi da Ottobre inizieranno le date autunnali  menzionando con largo anticipo il 26 novembre alla Casa del Jazz di Roma.

Solitamente come prepari un concerto? Gli spettacoli sono gli uni diversi dagli altri oppure c’è un minimo comun denominatore?

Ho strutturato il live, in sintonia con il concept del disco, appunto Floating, come se fosse un unico flusso sonoro in continuo  mutamento. È un flusso che entra in punta di piedi per poi scorrere e scivolare prorompente verso un terreno che si fa sempre più impervio e imprevedibile in un'alternanza di acustico ed elettronico, vocale e strumentale. Si giunge al suo punto di arrivo con l'ultimo brano in scaletta “A bird in flight” uno dei miei brani preferiti, quasi a voler intendere una non fine, una sospensione, un'apertura, proprio come un uccello che spicca il volo.

Ora che sto presentando Floating il live mantiene quasi sempre la stessa forma, proprio per coerenza nei confronti del disco. Ad ogni modo ci possono essere delle variazioni dettate dalle contingenze per cui, se in corso d'opera si sente che la situazione lo permette, capita di lasciarsi andare di più ai momenti improvvisativi.

Floating il tuo ultimo disco ed è uscito a novembre del 2023. Come si sta evolvendo il progetto Dos e soprattutto cosa è cambiato dai precedenti lavori?

Sì, Floating ha circa otto mesi e sono molto felice del feedback che ha ricevuto e continua a ricevere sia da parte della critica che del  pubblico, ma è incredibile e per certi versi destabilizzante: quando si porta a termine un lavoro si ha già altro in testa. Al momento Dos si sta aprendo a nuove collaborazioni (di cui parleremo più in là) e rispetto ai dischi precedenti, questo ultimo lavoro presenta un cambiamento sostanziale nell'organico e nella scrittura. Sul piano concettuale, se da una parte mantiene l'idea del sogno, dall'altra accentua l'elemento della duplicità a più livelli: nel gioco acustico - elettronico,  classico - sperimentale, forma - non forma, conscio - inconscio, luce - ombra.

Sono tanti i linguaggi che potremmo trovare in Floating. Ci interessa sapere anche il tuo legame con il jazz e cosa ti affascina di questa musica…

Con il Jazz ho più un legame affettivo - emotivo direi, che non strutturale: è da quando sono adolescente che  ho sempre unito agli ascolti più classici (e non) anche quelli jazz. Era qualcosa di cui avevo bisogno! In casa giravano parecchi dischi jazz. Tra i miei preferiti pianisti e trombettisti; solo per citarne qualcuno tra i più signifiativi per me: Chet Baker, Art Tatum, Bill Evans, Miles Davis, Egberto Gismonti, Chick Corea, Luca Flores.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per te cosa rappresenta?

Con Floating  sento di essermi spinta ancora più in là, sia nell'idea che ha dato origine al tutto, sia nella sua realizzazione; è stato come realizzare un piccolo grande sogno, per questo rappresenta senza dubbio un traguardo per me.

Ci vuoi raccontare il tuo percorso musicale tenendo presente soprattutto gli ultimi anni? Che tipo di studio musicale hai condotto?

Dunque, per citare esclusivamente il percorso di studi, mi sono diplomata in pianoforte all'età di 22 anni al Conservatorio O. Respighi di Latina, qualche anno dopo in Musica da Camera presso la prestigiosa Accademia Pianistica di Imola e quasi contemporaneamente  ho conseguito la laurea in D.a.m.s. con una tesi in Estetica e Filosofia della Musica sul compositore postavanguardista Paolo Castaldi.

Dos è un progetto sempre in evoluzione che nel corso del tempo si è evoluto mantenendo comunque una sua identità. Stai già pensando a un nuovo progetto discografico?

Come fai a saperlo? (ride)

Dario Doronzo, Reimagining Aria: ‘Un ponte tra passato e presente nel rispetto della tradizione’

Pubblicato dall’etichetta DiG – Digressione Music Reimagining Aria è l’ultimo disco che porta la firma di del flicornista Dario Doronzo e del pianista Pietro Gallo. Un progetto attraverso il quale i due musicisti rileggono in chiave moderna la musica barocca che rappresenta una soluzione di continuità con il precedente Reimagining Opera che a sua volta riprendeva la musica rinascimentale, classica e operistica. Ne parliamo a tu per tu con Dario Doronzo. 

Dario, per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Certamente, è un piacere! Il disco “Reimagining Aria” è in realtà il ‘figlio’ del nostro primo progetto, “Reimagining Opera”. In questo album, io e il mio amico Pietro Gallo cerchiamo di esprimere il nostro profondo amore per le arie antiche dei compositori barocchi italiani, rivisitandole, rivivendole e reinterpretandole per il pubblico del nuovo secolo. Le tracce incluse nell’album rappresentano il nostro modo personale di ‘fare musica’, sempre nel rispetto della tradizione.

Ci ispiriamo alla famosa citazione di Jean Léon Jaurès che afferma che la tradizione non consiste nel mantenere le ceneri, bensì nel mantenere viva la fiamma. Questo concetto è fondamentale per noi: non si tratta solo di preservare ciò che è stato, ma di farlo vivere e risplendere nel presente. Speriamo che questo nostro intento sia percepito e apprezzato dai nostri ascoltatori.

Raccontateci adesso la vostra storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

Il progetto musicale del Duo Re-Imagine è frutto del mio incontro con il pianista Pietro Gallo. La nostra amicizia e la comunione d'intenti ha fatto crescere ed evolvere la nostra musica. Fin dall'inizio, avevamo l'idea di tramandare alla nostra generazione una musica che parlasse del nostro passato e delle nostre radici. Le tradizioni sono parte integrante del nostro essere pugliesi, legati alla nostra terra in modo viscerale.

Il nostro viaggio musicale è iniziato con una profonda ricerca sul significato della tradizione. La parola ‘tradizione’ deriva dal latino ‘tradere’, che significa consegnare e tramandare. Questo concetto è fondamentale per noi: quando si parla di tradizione, si pensa subito alla cultura che viene tramandata da una generazione all'altra. Con il tempo, il nostro progetto si è evoluto e ha preso nuove direzioni. Abbiamo cercato di creare un ponte tra passato e presente, rispettando le radici storiche delle arie antiche italiane, ma reinterpretandole in modo da farle risuonare anche nel cuore delle nuove generazioni.

La nostra musica è quindi un dialogo costante tra tradizione e innovazione, un modo per mantenere viva la fiamma della nostra cultura, come diceva Jean Léon Jaurès. Speriamo che il nostro lavoro possa essere apprezzato non solo per la sua qualità artistica, ma anche per il suo impegno nel mantenere vive le nostre radici culturali.

Un disco per una band o per un artista può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza: per voi cosa rappresenta?

Per noi, “Reimagining Aria” rappresenta sempre un punto di partenza. È una costante nel nostro percorso. Anche quando percepiamo di aver raggiunto un traguardo concludendo un disco, ricevendo apprezzamenti dagli ascoltatori e spettatori durante i concerti, immediatamente dopo sentiamo la necessità di ripartire verso un nuovo concerto, una nuova esperienza musicale, una nuova ricerca.

La nostra fotografia odierna può essere rappresentata da un treno in corsa: sempre pronto a fermarsi per scoprire e donare nuove emozioni, ma con la costante voglia di ripartire nuovamente. Mi viene in mente Ulisse, splendidamente rappresentato dal nostro Dante Alighieri, quando descrive come per lui, e per gli esseri umani, sia innata la necessità di “seguir virtute e canoscenza”. Questa citazione incarna perfettamente il nostro spirito, la nostra incessante ricerca di crescita e scoperta attraverso la musica.

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa ti viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che sono stati davvero importanti?

Quando parliamo dei nostri riferimenti musicali, ci vengono in mente tantissimi artisti che hanno contribuito a formare la nostra cultura musicale. Prima di tutto, i nostri maestri, che ci hanno trasmesso la passione per gli strumenti che oggi suoniamo e per la musica in generale. Sono loro che ci hanno insegnato l'importanza dell'arte come fondamento della nostra anima e personalità.

Inoltre, ci sono molti grandi nomi della musica jazz e classica che, con il loro ingegno ed estro, ci hanno fatto sognare ad occhi aperti. Pensiamo a leggende del jazz come Miles Davis, John Coltrane e Duke Ellington, e a compositori classici come Johann Sebastian Bach, Maurice Ravel, Alessandro Scarlatti, Claudio Monteverdi e molti altri ancora. Ogni nota e ogni composizione di questi maestri, e non solo, ci ha ispirato profondamente, arricchendo la nostra visione musicale e artistica.

È proprio nel desiderio di onorare la loro musica e la loro genialità che sono nati i nostri dischi e, in particolare, il nostro Duo. Ogni nostro progetto è un tributo a queste figure straordinarie che ci hanno ispirato e continuano a farlo, spingendoci a esplorare nuovi orizzonti musicali.

Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

La nostra musica evolve con noi. Il contatto con il pubblico gioca un ruolo fondamentale nel comprendere quali siano le ‘corde’ giuste del nostro cammino musicale, aiutandoci nella ricerca di sempre nuove sonorità. Con il nostro amico e compositore Daniele Sardone abbiamo già sperimentato nuovi suoni e inedite interpretazioni, ampliando il nostro orizzonte creativo.

Guardando al futuro, vediamo il nostro percorso musicale come un continuo ‘viaggio’ di scoperta e innovazione. L'interazione con diverse culture, durante i nostri concerti, ci ha arricchito enormemente, fornendoci una vasta gamma di influenze da integrare nelle nostre composizioni. Questo bagaglio culturale ci ha permesso di maturare come artisti, aprendoci a nuovi orizzonti musicali e facendoci innamorare di essi.

Nel nostro futuro, ci immaginiamo sempre più impegnati nella sperimentazione di composizioni originali. Questa fase sarà caratterizzata da un approfondimento delle nostre radici culturali e musicali, nonché dall'incorporazione delle esperienze e delle influenze acquisite lungo il nostro cammino. L'amore per la musica e la curiosità verso nuove sonorità saranno i motori che guideranno i nostri progetti futuri.

In sintesi, ci aspettiamo che il nostro viaggio musicale ci porti verso territori inesplorati, dove potremo continuare a crescere come artisti e a condividere con il nostro pubblico la magia della musica. Continueremo a cercare nuove sfide, a sperimentare con coraggio, e a lasciarci ispirare dalle culture che incontriamo. La nostra evoluzione musicale sarà dunque un riflesso della nostra crescita personale e artistica, sempre guidata dalla passione e dalla curiosità.

Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: avete qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?

Siamo entusiasti di annunciare i nostri prossimi concerti a Valencia in Spagna e, soprattutto, in Australia nelle grandi città di Melbourne, Sydney e Brisbane. Non ci siamo mai stati e questa sarà la nostra prima volta. L'idea di esplorare nuove terre e di immergerci nelle culture locali ci riempie di entusiasmo e aspettative. Questi concerti rappresentano per noi una straordinaria opportunità non solo per condividere la nostra musica con nuovi pubblici, ma anche per arricchirci di nuove esperienze e ispirazioni. Siamo convinti che ogni viaggio e ogni incontro con culture diverse ci offra la possibilità di crescere come artisti e di ampliare il nostro bagaglio creativo.

In particolare, l'Australia, con la sua diversità culturale e paesaggistica, promette di essere una fonte inesauribile di stimoli e suggestioni. Ritorneremo sicuramente ricchi di emozioni ed esperienze, che non vediamo l'ora di trasformare in musica.

Inoltre, stiamo pianificando di entrare in studio per lavorare su nuovi progetti musicali. Siamo determinati a continuare il nostro percorso di ricerca e sperimentazione. La ricchezza delle esperienze vissute e delle esperienze che vivremo nei prossimi concerti si rifletterà, senza dubbio, nelle nostre nuove registrazioni, portando una ventata di freschezza e innovazione alla nostra Musica.

Sottoscrivi questo feed RSS