Jazz Agenda

Carlo Cammarella

Carlo Cammarella

Live report: Nicky Nicolai e Stefano di Battista Jazz Ensemble aprono Parioli in Musica

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Non poteva che cominciare nel migliore dei modi il Festival “Note di Lunedì Parioli in Musica” che lo scorso lunedì ha preso vita al teatro Parioli Peppino de Filippo. Una storica location da tempo consacrata alla televisione che torna a dare spazio alla cultura e soprattutto, per quello che ci riguarda, al grande Jazz. A calcare il palcoscenico in questa splendida serata, che ci ha regalato due ore di spensieratezza in un grigio lunedì di pioggia, ci sono stati due ospiti di eccezione: la vocalist Nicky Nicolai e Stefano di Battista con il suo jazz ensemble. Il concerto comincia con un momento molto intino scandito dalle note di un pianoforte e soprattutto dalla voce profonda di Antonella Lupi, giovane cantante apparsa anche a Sanremo, che per qualche minuto riesce ad incantare una platea gremita ed un teatro che sebbene sia lunedì è già tutto pieno.Poi la parola passa ai protagonisti veri e propri e soprattutto alla voce di Nicki Nicolai e al sassofono di Stefano di Battista. Si comincia con un brano tratto dall’ultimo album della cantante: “Più Sole”, una melodia allegra, spensierata che per uno strano caso del destino, visto che fuori pioveva veramente tanto, ci fa sorridere un po’ facendoci dimenticare il maltempo. 

Si passa poi ad un’atmosfera più intima per poi raggiungere i ritmi incalzanti del brano “Dall’Inizio dei Finali”, forse il migliore di tutta la serata, che ci fa respirare il clima tipico delle big band. Un ritmo incalzante e un groove deciso ci trasportano a suon di note dall’altra parte dell’oceano, magari un’altra epoca o in un’altra città. C’è anche il tempo per un’ospite d’eccezione, Eddy Palermo che salito sul palcoscenico ci offre un altro momento di intimità, accompagnando la voce, in questo caso soffice, di Nicky Nicolai con il brano “E se domani”. E non poteva mancare in una serata come questa un omaggio al grandissimo Lucio Dalla, scomparso da pochi giorni, con il brano che forse rappresenta maggiormente l’universo disegnato dal cantautore. Con le note di Piazza Grande, infatti, Nicky Nicolai canta accompagnata dal pubblico ricordando un amico, un musicista, un genio. Insomma, una serata divisa in vari momenti dove gli unici fili conduttori sono la voce di Nicky Nicolai, sempre grintosa e piena d’energia, e soprattutto il sassofono di uno strepitoso Stefano di Battista che durante questo lunedì di pioggia ci hanno regalato un concerto dedicato al grande jazz, ma anche alla musica d’autore. Decisamente un buon inizio per una rassegna appena nata che ha dalla sua parte un cartellone ricco di musicisti e soprattutto ricco di jazz.

Carlo Cammarella

Foto di Paolo Soriani

Live Report: Daniele Cordisco Organ Trio al Teatro Lo Spazio

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Il terzo appuntamento al teatro lo Spazio con la rassegna musicale Spazio Jazz (domenica 6 novembre) ha visto salire su questo nuovo palcoscenico dedicato al Jazz capitolino, l’Organ Trio del chitarrista Daniele Cordisco, formazione assai giovane completata dall’organo di Andrea Rea e dalla batteria di Giovanni Campanella che ci ha coinvolto fin dal primo minuto con tutta la freschezza e la voglia di suonare tipica dei gruppi che si stanno affermando nel panorama musicale italiano. Tanti gli ospiti che si sono alternati sul palcoscenico e che hanno dato vita ad una jam session ricca di colpi di scena e piena di entusiasmo. E in un periodo certamente non florido per la musica dal vivo, in cui molti locali hanno chiuso i battenti o si trovano in difficoltà, è sicuramente bello per noi constatare che la voglia di suonare è sempre tanta e che ad alimentarla ci sono i musicisti attivi da molto tempo, ma anche le giovani promesse che armate di passione ed entusiasmo hanno voglia di dire la loro. Ora, come alcuni di voi sapranno, Spazio Jazz è una rassegna nata in collaborazione con Blue Taste e Muzak Off, alla quale partecipiamo attivamente; motivo per cui ci teniamo particolarmente a raccontarvela (almeno in parte) visto che ad alternarsi sul palco ci sono stati anche alcuni dei musicisti più in vista del panorama capitolino e nazionale.

E veniamo allora alla serata vera e propria. Il concerto è cominciato sotto le note dell’Organ Trio capitanato dal giovane e talentuoso Daniele Cordisco, una formazione giovane che già dimostra una maturità artistica fuori dal comune, grazie ad un’empatia e ad un interplay solido e raffinato. La chitarra di Daniele è vivace, a volte si infiamma dando prova di un fraseggio dinamico ed energico, altre volte armonizza incastrandosi perfettamente con l’organo di Andrea Rea. Ed è forse questa la capacità che ci ha colpito di più di questo giovane musicista; una versatilità ed una scioltezza che non lo trascinano mai verso l’eccesso e che lo mettono in condizione di dialogare perfettamente con il resto della formazione. Dal canto suo, Giovanni Campanella dimostra una solidità che forse troviamo solo in pochi musicisti ed un tocco raffinato ed elegante che non va mai va a coprire il resto della formazione, legandovisi perfettamente. Ma se questa prima parte della serata ci ha lasciato davvero delle forti emozioni (nonostante il pubblico sia stato troppo ristretto) ad una certa ora della notte hanno cominciato a fare capolino dall’ingresso del teatro tanti altri ospiti che a mano a mano si sono alternati su questo palcoscenico. Fra questi vi possiamo segnalare Giorgio Cuscito, Antonella Aprea, Roberto Pistolesi, Cristina Ravot e anche il papà di Daniele, Nicola Cordisco.

Ora, descrivere un momento del genere, in cui alcuni musicisti di indubbia fama salgono su un palcoscenico soltanto per la pura e semplice “voglia di suonare”, è qualcosa di veramente speciale. E non lo diciamo soltanto perché in questa serata eravamo impegnati in prima persona, ma soprattutto perché lo spettacolo si è rivelato dinamico, coinvolgente e caratterizzato da diverse sfaccettature, a seconda dei musicisti che in quel dato momento si trovavano su palco. Dalle frizzanti note fuoriuscite dal sassofono di Giorgio Cuscito, alla calda voce di Cristina Ravot, che con la sua Bossa Nova ci trasporta in Brasile per qualche minuto, fino al momento in cui papà e figlio “Cordisco” suonano insieme regalandoci un momento di intimità familiare che si espresso dalle note di due chitarre superlative. Due stili completamente diversi, la vivacità del giovane che si mescola con la conoscenza di chi è più maturo, per un momento che i pochi presenti hanno apprezzato moltissimo. E che dire di più? Chi ama il jazz saprà bene che descrivere a parole situazioni del genere è compito arduo e difficile, specie perché di momenti ce ne sono stati veramente tanti, ognuno con la sua vivacità e con la sua particolarità. Dispiace solo che una serata del genere meritava sicuramente un teatro pieno, ma forse la pioggia e il timore di un’alluvione (viste la immagini in televisione) hanno fermato anche i più temerari. Certo è che i pochi eletti che quella sera si sono trovati al Teatro Lo Spazio avranno avuto la possibilità di vedere uno spettacolo che ricorderanno per un bel po’. Almeno fino alla prossima jam, dove vedranno tanti altri musicisti suonare solo e unicamente per la gioia di farlo!

Carlo Cammarella

Foto di Valentino Lulli

CASA DEL JAZZ LIVE DIARY : Le Orme e il Banco del Mutuo Soccorso chiudono Progressivamente

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Non c’è discussione sul fatto che i primi anni ’70 siano stati i più prolifici per il rock progressivo italiano, anni in cui le più importanti formazioni di questo genere producevano i migliori dischi e i migliori concerti. E le persone che spesso ci hanno raccontato di quel periodo, ce l’hanno definito come magico e irripetibile, come un qualcosa che si respirava nell’aria e che forse non sarebbe tornato più. Certo, se ci pensiamo un po’ su, la prima cosa che potremmo rispondere è che probabilmente hanno anche ragione, ma pensandoci meglio, potremmo anche contestare dicendo che domenica 11 settembre alla Casa del Jazz (nell’ambito del Festival Progressivamente), a vedere Le Orme e il Banco del Mutuo Soccorso, c’erano quasi tre mila persone. E non parliamo soltanto di nostalgici amanti della musica degli anni ’70, ma di un pubblico che forse rappresenta tutte le generazioni e che semplicemente ama la buona musica. Quindi, cerchiamo di proiettarci per un attimo in quella serata e per capire meglio l’atmosfera diciamo subito che ben prima dell’inizio del concerto non era rimasta l’ombra di un posto a sedere. Gente seduta per terra, in piedi, vicina al mixer e ai lati del palcoscenico per un concerto davvero indimenticabile che ci ha fatto sentire come dei privilegiati baciati da una buona stella, magari da “La croce del sud”, giusto per fare una citazione ad hoc. Ma lasciamo stare le parole rubate a persone che sicuramente hanno più inventiva di noi e cerchiamo di tuffarci nell’atmosfera di questa splendida serata.

I primi a salire su questo palcoscenico e ad incantare un pubblico più che mai ansioso di ascoltare sono Le Orme. Certo, è probabile che tutti gli amanti del progressive siano a conoscenza della separazione avvenuta fra gli ultimi due membri della storica line up, ovvero il batterista Michi Dei Rossi e il vocalistAldo Taglialapietra, ma questo non vuol dire che il gruppo abbia perso la voglia e l’inventiva per stupire e per stupirsi. E quindi, se pensiamo che adesso alla voce c’è Jimmy Spitaleri, fondatore dei Metamorfosi, allora possiamo proprio dire che sebbene le cose cambino, come a volte è anche giusto che sia, la buona musica rimane sempre tale e riesce sempre ad emozionare. E poi la presenza scenica non è da sottovalutare per niente. Spitaleri si presenta con una chioma lunga e folta e con tutta l’energia necessaria per affrontare una serata del genere.

 

Fin dall’inizio, infatti, da quando Le Orme cominciano a suonare, riescono a creare atmosfere surreali, a trascinarti in quell’arte della sperimentazione che soltanto pochi musicisti riescono a fare così bene. La prima parte è dedicata tutta all’ultimo lavoro d studio, La via della Seta. Testi che parlano di viaggi, sia terreni che mentali, musiche che hanno il potere di farti abbandonare la realtà per permetterti di tuffarti in un universo parallelo fatto di suoni, colori, ma anche di arte e poesia. Due viaggi, uno compiuto attraverso il suono degli strumenti, l’altro attraverso la narrazione e la conoscenza. C’è anche il tempo per fare un tuffo nel passato con il disco Felona e Sorona, suonato al momento della chiusura, e per ascoltare quella musica corale, sinfonica, monumentale che da sempre è stata, secondo noi, la principale caratteristica di questa formazione. E il concerto in questo modo acquista diverse sfaccettature, diversi momenti che lo rendono unico e irripetibile fino all’ultima chiusura della batteria di Michi Dei Rossi, sempre impeccabile, come del resto tutti gli altri membri delle Orme.

Ora, solitamente dopo che termina il primo concerto bisogna aspettare un po’ di tempo perché cominci il secondo. In generale passano una ventina di minuti, ma questa volta, forse perché la voglia di suonare era davvero tanta, non ne sono passati neanche cinque. Il Banco del Mutuo soccorso, infatti, sale sul palcoscenico della Casa del Jazz dopo un brevissimo tempo di intervallo e comincia a suonare con tutta l’energia che tutti gli amanti di questa band si aspettano di percepire. Francesco di Giacomo, voce della band, a 60 anni suonati ha ancora energia da vendere e Vittorio Nocenzi piuttosto che suonare vola sulla tastiera. Ma la cosa bella, che viene spesso sottolineata da più membri della band, è che la musica è condivisione. Senza il pubblico non ci sarebbe la stessa alchimia e quindi niente di tutto quello che abbiamo visto e sentito sarebbe possibile. Sono parole che ci fanno capire la passione che c’è dietro ogni singola nota suonata o pizzicata su ogni strumento. Energia pura, energia positiva, energia che ci fa viaggiare nello spazio e nel tempo e che allo stesso tempo riesce a metterti nelle migliori condizioni possibili.

 

Francesco di Giacomo ha ancora una voce capace di emettere suoni irripetibili e di alternare ad essi momenti di recitazione pura, come se il concerto fosse un’opera d’arte in continuo movimento. E sebbene ci sia un momento in cui ogni singolo elemento riesca ad emergere, la cosa più bella rimane sempre quella musica d’insieme che durante questa serata indimenticabile è riuscita ad ipnotizzare il pubblico per oltre un’ora e mezzo. Il concerto, quindi, scorre veloce e nella sua complessità risulta, leggero, coinvolgente quasi inafferrabile. Con il Banco tutto diventa semplice, si crea un legame fra pubblico e palco, i ritmi incalzanti e la potenza che viene sprigionata dalla formazione coinvolge tutti, anche quelli che magari si trovavano lì per caso ignari di quello che avrebbero ascoltato. E la cosa che ci ha davvero colpito è l’umiltà, la semplicità, la spensieratezza con cui la serata viene affrontata, come se questi illustri signori con alle spalle 40 anni di rock progressivo si fossero fermati davanti allo scorrere del tempo per regalarci attimi di estasi per i nostri timpani.

E come grande conclusione di questa serata, che sicuramente ricorderemo per un bel po’ di tempo, salgono sul palco insieme al Banco le Orme. E immaginatevi cosa può succedere in un concerto con due formazioni del genere che suonano insieme canzoni capolavoro come Non mi rompete. E’ qualcosa che ci viene veramente difficile da spiegare senza l’ausilio di quei musicisti che per 20 minuti ci hanno fatto viaggiare con ritmi e melodie che non si possono definire coinvolgenti perché altrimenti sarebbe troppo riduttivo. Insomma, quella di domenica è stata la conclusione in grande stile di un festival (Progressivamente) che per una settimana ci ha davvero tenuto compagnia con alcuni dei migliori musicisti della scena di ieri, di oggi e chissà… Forse anche di domani.

Carlo Cammarella

foto di Valentino Lulli

 

 

 

 

 

Marcello Allulli sul metodo di insegnamento: “E’ fondamentale osservare gli studenti!”

Nella musica quanto in altre discipline la didattica è una componente importantissima. Tuttavia il dibattito su quale sia la forma migliore di insegnamento è più che mai aperto e gli spunti di riflessione certamente non mancano. Quale potrebbe essere, dunque, il miglior approccio per trasmettere il proprio sapere in una classe? Lo abbiamo chiesto a Marcello Allulli che all’intensa attività concertistica associa anche la didattica e l’insegnamento musicale

Dal mio punto di vista – ci spiega Marcello - è fondamentale dal primo momento che entro nella stanza osservare gli studenti e capire quali sono i punti su cui dovrò lavorare nello specifico. Nelle mie classi di improvvisazione/ear training non c'è un livello specifico ed è aperta a tutti gli strumenti. La difficoltà sta nel saper mantenere alta la concentrazione e l'interesse soprattutto negli allievi più bravi che giustamente hanno già affrontato un certo tipo di esercizi.

Penso che lo studio della prospettiva, ovvero guardare le cose da un altra angolazione, sia un po’ il segreto e la riuscita dei miei laboratori. Per esempio far cantare i temi ai batteristi o far fare le bass line ai sassofonisti, etc.etc. Ma soprattutto essere in grado di saper cantare e apprendere tramite il canto ciò che poi verrà riprodotto col proprio strumento.”

Visto che parliamo di Jazz il discorso della didattica non può non toccare anche l’improvvisazione. Quanto è importante anche questo tipo di insegnamento? A proposito Marcello Alluli prosegue dicendo che:

“Penso che l'improvvisazione sia molto importante non solo nel jazz, ma nella vita, anche perché secondo il mio parere musica e vita sono direttamente connesse! Soprattutto oggi dove ci sono sempre meno punti di riferimento, tutto viene sempre più messo in discussione. Pertanto dobbiamo avere la capacità di saper inventare e saper reinventarci. Lo dico perché la nostra vita è un grande magnifico assolo!!”

Ma quel è il punto di partenza? Come si arriva a trasmettere il proprio sapere a studenti desiderosi di apprendere. Ovviamente ogni maestro prima di insegnare è stato anch’esso coinvolto in un processo di  apprendimento. Abbiamo approfondito anche questo punto con Marcello Allulli.

Il mio metodo di studio  - prosegue - parte innanzitutto dalla ricerca della concentrazione. Sin dai tempi delle scuole medie ,mi ricordo di aver avuto problemi nel rimanere attento alle lezioni o nella lettura di un libro. Probabilmente è un problema che mi sono portato avanti con l'età. Uno dei metodi che mi sono imposto è quello di fare appena sveglio determinati esercizi o suonare una canzone  al pianoforte.

Non ho pregiudizi verso i generi musicali, da questo punto di vista mi sento onnivoro e appena ascolto qualcosa che mi piace che sia un brano, una sequenza ritmica o una semplice melodia cerco di impararla ed assimilarla. Cerco di non tralasciare mai gli esercizi sul suono ed esercizi ritmici (con metronomo e senza) e ormai da diversi anni lo studio della musica di J.S.Bach.”

Marco Tamburini muore in un incidente stradale a Bologna

 

Un tragico incidente e un grande lutto per il mondo della musica. Marco Tamburini, talentuoso trombettista con all’attivo tante collaborazioni di grande livello, è morto ieri, 29 maggio 205, a causa delle ferite riportate in un incidente avvenuto a Bologna in via Zanardi. La sua moto Honda si è scontrata intorno alle ore 20:00 contro altri due scooter: le cause dell’incidente sono ancora da accertare. Oggi Tamburini avrebbe compiuto 56 anni.

Lucrezio de Seta REVELATION Quintet in concerto all'Alexanderplatz Jazz Club

 

L’arte in continuo cambiamento, che non si ferma mai, che non conosce punti di riferimento e che trova sempre nuovi spunti. Questi i punti di forza del nuovo progetto di Lucrezio de Seta, il Revelation Quintet, che venerdì 15 maggio sarà di scena sul palcoscenico dell’Alexanderplatz. Ad accompagnato in questa avventura, all’interno del tempio del jazz romano, ci saranno Ettore Carucci al pianoforte e tastiere, Leonardo De Rose al contrabbasso, già sodali nel progetto ‘Movin’On’ uscito a fine 2014, con l’aggiunta di Daniele Tittarelli al sax alto e Francesco Lento alla Tromba. Questa nuova evoluzione nasce dall’esperienza sempre viva di Movin’ On (Headache Production-2014), un progetto in cui confluiscono diverse anime, che muta pelle continuamente, che non tradisce le radici del jazz puro senza disdegnare intense incursioni verso la cultura orientale, verso la cultura mediterranea e per quanto riguarda questo concerto anche verso l’elettronica. Ed è proprio questo lo spirito che pervade ogni brano del disco, ogni singola nota, ogni inciso, ogni frase musicale.

Nulla è lasciato al caso, ma l’interplay non manca e il lavoro collettivo è quella forza nascosta che rappresenta la vera anima del REVELATION QUINTET. Da questo punto di partenza prendono forma brani “apparentemente” di diversa estrazione come Smatters, in cui a farla da padrone sono i ritmi incalzanti del Bebop, o come Suresh e Vedanta che attingono dalla tradizione indiana, o più generalmente orientale, e conducono lo spirito in un viaggio verso luoghi lontani, esotici e contemplativi. C’è tempo per un viaggio onirico nell’antica Grecia con il brano “Seguendo la Luna Laerte veleggiò verso Levante”, dove il suono delle percussioni ci trasporta ai tempi delle Baccanti. C’è tempo anche per affacciarsi verso l’elettronica, verso le contaminazioni contemporanee in un perfetto connubio tra vecchio e nuovo, tra passato e presente, tra sperimentazione e tradizione, tradendo una passione per i grandi personaggi della musica del ventesimo secolo. Fra questi spiccano lo spirito dell’improvvisazione collettiva Davisiana e la sperimentazione armonica di Monk.

Movin’ On rappresenta la voglia di andare avanti… – spiega Lucrezio de Seta – Quel bisogno e quella ricerca che mi portano a voltare pagina, senza dimenticare quel bagaglio culturale che fa parte di me e che mi ha formato nel corso degli anni e che ora mi ispira l’allargamento della formazione al classico quintetto jazzistico arricchito di piccoli congegni del presente tecnologico... E’ un’idea di movimento, una tendenza che spinge ad esplorare sempre nuove soluzioni e non fermarmi mai davanti a ciò che “funziona”. Piuttosto sono attratto da tutto ciò che crea squilibrio e da tutto quello che fa innescare un moto perpetuo che porta verso un’evoluzione continua. E’ un vero e proprio balzo in avanti e un cammino nuovo senza rinnegare quelle che sono le mie radici!

 

Alexanderplatz

Via Ostia, 9, 00192 Roma

inizio concerto ore 22:30

06 3972 1867

 

Venerdì 15 maggio 2015

Lucrezio de Seta Revelation Quintet

MOVIN’ ON

 

Lucrezio de Seta - Batteria + elettronica

Daniele Tittarelli - Sax

Francesco Lento - Tromba

Ettore Carucci - Piano + tastiere

Leonardo De Rose – Contrabbasso

Tor Bella Musica fa tris: Ada Montellanico – Nicky Nicolai – Miranda Martino in concerto

 

Tor Bella Musica fa tris. Tris di donne per l’esattezza. Tre presenze straordinarie daranno vita a tre diversi concerti speciali nel corso di febbraio per il Teatro Tor Bella Monaca. Si parte giovedì 12 febbraio con una delle voci più autorevoli del jazz italiano: Ada Montellanico, che delineerà musicalmente la nobile e fondamentale figura di Billie Holiday in un concerto molto particolare che prevede anche racconti e chiacchiere al microfono del direttore artistico di TorBellaMusica, Piji. Una performance dalla duplice valenza estetica ed emotiva, per ricordare l’incommensurabile genio di Lady Day, a cinquanta anni dalla sua scomparsa. Un omaggio condotto con empatia, introspezione e creatività,  per stabilire con gli standard jazz un rapporto intimo e confidenziale, scavando a fondo dentro le radici ritmiche ed armoniche  ed infondervi nuova luce. Lo informa una meditata ricerca sulla biografia della Holiday per scorgervi una cangiante cornucopia di stati d’animo: gioie profonde e vulnerabili, amare disillusioni,  sogni perduti ed effimeri, attualizzati da un gioco di ricreazione volto alla sottile, sapiente variazione. Come valore aggiunto, la vibrante, calda espressività della Montellanico, che nelle esibizioni concertistiche compendia la migliore essenza del jazz: comunicativa, swing, capacità di trasmettere profonde emozioni, racchiuse nell’attimo irripetibile di aforistici giochi vocali.

Il 21 febbraiosbarca a TorBellaMusica l’estro di Nicky Nicolai. Ancora dal gotha del jazz vocale italiano, un ponte con la migliore canzone italiana ed in particolare con i mitici anni ’60 e ’70. Da un’idea di Gino Castaldo nasce lo spettacolo intitolato “Le mille bolle blu. Il ritmo degli anni ’60 tra canzoni di ieri e ricordi di oggi” in cui l’incantevole e vibrante voce di Nicky Nicolai traccerà percorsi per rivivere i brani che hanno fatto la nostra storia. Il calore e lo swing di Nicky Nicolai ci conducono tra di essi, insieme ad artisti che sono pietre miliari della nostra narrazione, da Mina a Gabriella Ferri, da Nancy Sinatra a Eduardo De Crescenzo a Ornella Vanoni, passando per The Archies e Nina Simone. Riscoprire canzoni di un tempo che ci appartiene e ci accompagna ancor oggi, ritrovarsi in una musica che porta sorrisi o sorprendersi per delle note nuove in uno spettacolo che racchiude, come in bolle di sapone, i colori di uno spettacolo variegato.

E, a proposito della riscoperta di grandi canzoni, il mese di febbraio (come il tris) si chiude conMiranda Martino (26 febbraio) in “C’era una volta Napoli.. e non solo ”, uno spettacolo in cui  Miranda Martino si esibisce riunendo le più belle canzoni dei suoi tre spettacoli: “Napoli senza tempo”, “I miei anni ‘60”, “Le donne di Brecht, Viviani e le altre”, alla ricerca delle numerose suggestioni regalate al proprio pubblico in quasi 60 anni di attività artistica. Gli arrangiamenti sono del Maestro Cinzia Gangarella che la accompagnerà al piano. Lo spettacolo si svolgerà in due tempi, con 24 canzoni più alcune sorprese finali. La successione delle canzoni in programma sarà volutamente non ordinata, con un crescendo di atmosfere, la passione di sempre e varie interpretazioni.

 

12 febbraio, ore 21

ADA MONTELLANICO

in

Omaggio a Billie Holiday: la donna e l’artista

Concerto/chiacchierata

Intervista live a cura di Piji

Ada Montellanico voce

Francesco Poeti chitarra

Francesco Ponticelli contrabbasso

 

21 febbraio, ore 21

NICKY NICOLAI

in

Le mille bolle blu

Il ritmo degli anni ’60 tra canzoni di ieri e i ricordi di oggi

da un’idea di Gino Castaldo

Nicky Nicolai  voce

Andrea Rea piano
Daniele Sorrentino
contrabbasso
Marcello Di Leonardo batteria

 

26 febbraio, ore 21

MIRANDA MARTINO

in

C’era una volta Napoli…e non solo

Con Miranda Martino

Miranda Martino voce

Cinzia Gangarella pianoforte, chitarra, arrangiamenti

 

L’Ambasciata dello Swing di scena al Testaccio Swing Friday

 

Venerdì 8 Maggio sarà ancora un venerdì  di swing da ballo alla rassegna “Testaccio Swing Friday”, sull’elegante parquet del cocktail club La Moderna, sita in via Galvani 89, ospite speciale della serata: L’Ambasciata dello Swing!. Dopo gli ultimi grandi successi del Roma Jazz Festival e del Capodanno romano in Via dei Fori Imperiali con lo Swing Circus Vintage Party, che ha visto Giorgio Cùscito con la sua Swing Valley Band nel palco di Largo Corrado Ricci, il grande sassofonista e pianista romano è stato insignito del titolo di “Ambasciatore dello swing a Roma”, dalla comunità dei lindyhoppers romani e dal Roma Jazz Festival stesso. L'ambasciata dello Swing a Roma è un progetto aperto. Aperto a tutti gli "stati generali" dello swing romano, ovvero a tutti coloro che suonano, cantano, ballano e amano lo swing in generale. La serata sarà "dancers friendly" quindi particolarmente adatta ai lindyhoppers, che avranno a disposizione un'area di parquet a loro dedicata.

 

LA MODERNA TESTACCIO (Roma)

Cucina Cocktail Pizza

 Via Galvani 89

Ingresso gratuito

È gradita la prenotazione 06 575 0123

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

TESTACCIO SWING FRIDAY

presenta:

L'AMBASCIATA DELLO SWING

LA MODERNA (Via Galvani 89)

Venerdì 8 Maggio ore 22.00

Ingresso gratuito

Direzione artistica Piji Siciliani

 

Ore 21.30 Lezione gratuita di Balboa: Bunny Donowitz e Lucie Q

 

Ore 22.00 Venerdì 8 maggio

L’AMBASCIATA DELLO SWING

diretta dall’Ambasciatore GIORGIO CÙSCITO

Giorgio Cùscito: sax tenore (ambasciatore dello swing)

Daniele Cordisco: chitarra (cancelliere)

Federica Michisanti: contrabbasso (relazioni con l'estero)

Giovanni Campanella: batteria (agente diplomatico)

Ospiti a sorpresa

 

In chiusura di concerto DJ Set: Lucie Q Djette

 

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