Jazz Agenda

Carlo Cammarella

Carlo Cammarella

Roma: Eddy Palermo in concerto all'Elegance Café

Eddy Palermo sarà in concerto all'Elegance Café sabato 16 aprile con un concerto che sarà un mix di bossanova, samba, jazz, e frevo che accompagnerà il pubblico in un emozionante e divertente viaggio in Brasile. Chitarrista di fama internazionale, formazione jazzistica, il suo stile è radicato nei classici della chitarra jazz ma con una evoluzione del tutto personale. Anche se ha sempre svolto un'attività come leader di trio o quartetti, non mancano collaborazioni importanti con leggende del jazz come Chet Baker, George Coleman, Billy Smith, David Samborn, George Garzone, Tony Scot, Jim Hall, Bucky Pizzarelli, Joe Pass. Da quest'ultimo ha tratto una grande ispirazione per il suo tipico "guitar solo".

Ha collaborato anche con grandi nomi italiani come Bruno Martino, Rosario Giuliani, Stefano Di Battista, Niky Nicolai, Nunzio Rotondo, Roberto Gatto, Romano Mussolini, Massimo Urbani ed altri. Da sempre amante della bossa nova, nel 1998 si trasferisce alcuni anni in Brasile dove oltre a sviluppare un suo stile che è una fusione tra cultura jazzistica e i ritmi brasiliani, collabora con alcuni grandi di quella musica: Mauricio Einhorn, Josè Roberto Bertrami, Roberto Menescal, Pery Ribeiro e Toninho Horta con il quale registra un CD "Brincando" seguito da alcuni concerti in Brasile e in Italia; e, sempre in Italia, collabora anche quì con grandi artisti brasiliani tra i quali Rosália De Souza. È da anni docente del Saint Louis College of Music.

 

Elegance Cafè - Via Vittorio Veneto 83-87 Roma

Tel. 06 42016745 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Formazione

EDDY PALERMO: chitarra
PAMELA D'AMICO: voce e perussioni
ANDREA ROMANAZZO: contrabasso
ALESSANDRO MARZI: batteria


Sabato 16 aprile inizio concerto ore 23:00
Ingresso con consumazione € 15,00

Torino Jazz Festival: ad aprile parte la quinta edizione

La quinta edizione del Torino Jazz Festival durerà dieci giorni e si svolgerà dal 22 aprile al 1° maggio 2016. Realizzato con i main partner Intesa Sanpaolo e Iren, gli sponsor Poste Italiane, Toyota Lexus e Seat Pagine Gialle, il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte, i media partner Rai Radio 2 e Rai Radio 3, il TJF 2016 ha come filo conduttore il jazz e le altre arti: teatro, danza, arti visive, cinema, fotografia e letteratura. Il jazz è stato la più grande novità musicale del Novecento: ha sollecitatoartisti e intellettuali a ripensare alcune categorie estetiche occidentali (e non solo).Il centro della rassegna, palcoscenico dove si esibiranno sia i grandi nomi internazionali siai giovani talenti, sarà piazza Castello. Gli altri concerti del main si terranno al CAP 10100, all’Auditorium Rai Arturo Toscanini, al Teatro Vittoria, al Teatro Piccolo Regio Giacomo Puccini, al Teatro Gobetti, al Cinema Massimo e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

Un ‘assaggio’ delle esibizioni jazz si avrà già durante l'Anteprima: l’8 aprile, conl’esibizione del Antonello Salis - Baba Sissoko Duo all’Auditorium grattacieloIntesa Sanpaolo, il 19 aprile con i Duets al Teatro Superga di Nichelino e il 21 aprile con i concerti di Alberto Varaldo al Blah Blah, Fabio Giachino al Folkclub e i Materia Nera al The Beach.L’inaugurazione del Torino Jazz Festival 2016 sarà venerdì 22 aprile con una giornata ‘a tutto Fringe’ che aprirà l’intera manifestazione musicale. Tra gli appuntamenti del TJF

Fringe in programma nella giornata: l’importante gemellaggio con il Festival Jazz di Edimburgo che porta a Torino il batterista inglese Tom Bancroft e il suo progetto originale Edinburgh Project; la partnership con il Jazz:Re:Found che propone l’esibizione di uno dei più acclamati musicisti degli ultimi anni Robert Glasper, vincitore di due Grammy Awards ed l’eclettico pianista statunitense; la performance della tap dancer olandese Marije Nie che dalla zattera in mezzo al Po si esibirà in un assolo eccezionale utilizzando i suoi piedi come strumento musicale, durante l’immancabile Music on the River, davanti al Circolo Canottieri Esperia.

Il TJF 2016 indagherà sulla mescolanza di linguaggi con nuove produzioni ed esclusive: il teatro-jazz del “Persecutore”, dal famoso racconto di Julio Cortázar con Vinicio Marchioni e il quartetto di Francesco Cafiso (sabato 23 aprile, ore 18, Auditorium Rai), il racconto teatrale-musicale di Monica Demuru (mercoledì 27 aprile, ore 21.00, Teatro Gobetti); la musica immersa nell’arte di “Ultimo Cielo” con Battista Lena, una banda di ragazzi e le proiezioni delle pitture industriali di Pinot Gallizio (domenica 24 aprile, ore 18, Teatro Piccolo Regio Giacomo Puccini); Antonio Sanchez che suona dal vivo durante la proiezione del film Birdman (30 aprile ore 18.00, Cinema Massimo, Sala 1); gli spettacoli alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo; la fusione di linguaggi di Pulse! (Jazz and the City), la più ambiziosa delle produzioni di questa edizione, un progetto realizzato da viaggio nei suoni della città immaginato da Max Casacci, Daniele Mana ed Emanuele Cisi con una serie di grandi ospiti, dai Musica Nuda a Enrico Rava (25 aprile, ore 21.30, piazza Castello).

Naturalmente il TJF 2016 è anche molto altro: l’hard bop internazionale del Jazz Club Torino; la rassegna sulle più sorprendenti proposte italiane, che culmina nell’eccezionale Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti (ospite Rosario Giuliani); le due grandi orchestre di Roy Paci (sabato 23 aprile, ore 21, piazza Castello) e Minafric (lunedì 25 aprile, ore 18, piazza Castello) accompagnate dalle grandi voci rispettivamente di Hindi Zahra e delle Faraulla; il nuovo spazio spirituale alla Gran Madre; il meglio del jazz contemporaneo con Tim Berne (giovedì 28 aprile, ore 21.00, Teatro Piccolo Regio Giacomo Puccini); l’omaggio di Fabrizio Bosso a Duke Ellington (venerdì 29 aprile, ore 21, piazza Castello); il jazz manouche e la festa dell’1 maggio (dalle 17.00 in piazza Castello) dove esplodono le mescolanza con il rock progressive (Ferdinando Faraò & Artchipel Orchestra), il rock duro (Giovanni Falzone sui Led Zeppelin) per culminare nel travolgente soul degli Incognito.

Sul palco di piazza Castello si terranno i concerti gratuiti del main festival delle ore 21: sabato 23 aprile la Roy Paci Orchestra del Fuoco Feat. Hindi Zahra, domenica 24 aprile Volcan Trio Feat. Gonzalo Rubalcaba, Horacio “El Negro” Hernandez & Armando Gola, lunedì 25 aprile Pulse! (Jazz And The City) Un progetto di Max Casacci, Daniele Mana (Vaghe Stelle), Emanuele Cisi con Flavio Boltro, Gianluca Petrella, Furio Di Castri, Enzo Zirilli e la partecipazione di Musica Nuda, Ensi e Enrico Rava Prima assoluta / Produzione originale Torino Jazz Festival. Venerdì 29 aprile Fabrizio Bosso Quartet e Paolo Silvestri Ensemble - “Duke”, sabato 30 aprile per la Giornata Internazionale Unesco del Jazz l’Orchestra Nazionale Jazz – Giovani Talenti Diretta da Paolo Damiani, ospite Rosario Giuliani e infine il 1° maggio la ‘Grande Festa Jazz’, a partire dalle ore 17.00, con Gonzalo Bergara Quartet, per continuare con la Juilliard Jazz School a Torino, Ferdinando Faraò & Artchipel Orchestra “Play Soft Machine”, Giovanni Falzone Contemporary Orchestra “Led Zeppelin Suite” e per finire con gli Incognito “Amplified Soul Tour”.

In questa quinta edizione, l’anima sperimentale del TJF Fringe risuonerà ogni giorno dal 22 al 25 aprile in piazza Vittorio Veneto e dintorni e, novità di quest’anno, inonderà di suoni anche il Quadrilatero Romano nella Giornata Internazionale Unesco del Jazz di sabato 30 aprile. Forte sarà la presenza dell’universo artistico femminile che si raccoglie simbolicamente intorno alle figure di Rita Marcotulli, Maria Pia De Vito, Marije Nie, Nuria Sala Grau e di tantissime altre giovani artiste; l’arte e la vitalità del jazz sarà testimoniata dalle alchimie del trio Food di Thomas Strønen e Iain Ballamy con Gianluca Petrella, dalle radici gnawa della musica di Karim Ziad in Ifrikiya, dalla maestria di tre mostri sacri del jazz nostrano Rita Marcotulli, Ares Tavolazzi e Alfredo Golino, uniti nel progetto Tri(o)kàla, dal quintetto Lingomania di Maurizio Giammarco e Roberto Gatto, ricostituitosi a trent’anni dal debutto discografico. Il TJF Fringe accoglie in programma musicisti da tutto il mondo: italiani, francesi, inglesi, scozzesi, irlandesi, norvegesi, olandesi, nordafricani e brasiliani tra i quali Luciano Biondini, Karim Ziad, Gabriele Mirabassi, Rosario Bonaccorso, Wallis Bird, Michele Rabbia, Iain Ballamy, Robert Glasper, Remi Crambes e Raphaël Imbert. Un progetto di realizzato da Tante le produzioni originali TJF Fringe: dagli omaggi dedicati a Joni Mitchell, Jean-Luc Ponty e ad Albert Ayler, agli spettacoli di danza contemporanea ed etnica al MAO Museo d’Arte Orientale, alla collaborazione con l’etichetta pugliese Auand Records che presenterà i quattro gruppi di punta della sua produzione discografica sul Palco Fringe di piazza Vittorio Veneto, alle proiezioni di film documentari in tema jazz fino al gemellaggio con il Festival Jazz di Edimburgo.

Sempre presenti e attesi dal pubblico, le suggestive performance al Music on the River, l’assolo sul fiume Po, e i concerti dall’alto delle Night Towers che caratterizzano, come da tradizione, il lato spettacolare del TJF Fringe e la sua volontà di trasformare alcuni luoghi simbolo della città in veri e propri palcoscenici per esibizioni uniche e scenografiche. E non poteva mancare anche quest’anno l’Area Dance che offrirà Jazz Fusion, Funky, Charleston, Housedance e Swing, coinvolgendo ballerini e appassionati in performance, workshop e contest. Ma il TJF Fringe è anche momenti di degustazione e divulgazione enogastronomica con i Jazz Talk di Mauro “MAO” Gurlino così come occasione per gustare i sapori e le tradizioni dei migliori Street Fooders italiani all’area Cooking & Talking.

Tutte le arti coinvolte, tutti i generi coinvolti, tutta la città coinvolta! Sono in calendario in altri spazi del centro incontri letterari, rassegne cinematografiche, lezioni, mostre, sfilate, workshop ed eventi a tema in un programma eterogeneo che trascinerà il pubblico in un viaggio musicale unico e imperdibile da piazza Castello, piazza Vittorio Veneto e i suoi locali, il fiume Po, le piazze e le vie della città e il Quadrilatero Romano. Quest’anno Festival si avvale della collaborazione di Getty Images in qualità di Visual Communication Partner. Con i suoi avanzati sistemi tecnologici di ricerca Getty Images aiuterà a diffondere la rassegna sui vari canali nazionali e internazionali. La comunicazione e la creatività del TJF è stata affidata anche quest’anno al LABORATORIO ZANZARA. Un’occasione per dimostrare come una realtà sociale può essere parte attiva della vita culturale della città, dove la diversità è patrimonio comune e restituisce ricchezza in termini d’integrazione sociale e culturale, per un rinnovato senso di cittadinanza.

SITO DEL FESTIVAL: www.torinojazzfestival.it

BIGLIETTI

Internet: (dalle ore 10 di sabato 26 marzo) www.torinojazzfestival.it - www.vivaticket.it

Il costo del servizio di acquisto è pari al 12% del prezzo del biglietto con un minimo di 1€ Biglietteria: Via San Francesco Da Paola, 6 - Tel +39.011.011.24777 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Giorni e orari di apertura: da sabato 9 a sabato 30 aprile ore 10.30/18.30 chiuso domenica 10 e 17 aprile -I biglietti ancora disponibili saranno posti in vendita 45 minuti prima dell’inizio dei concerti presso la biglietteria della relativa sede. Per i nati a partire dall’anno 2002 biglietti per tutti i concerti a 5 euro.

Un progetto di realizzato da

LOCATION TJF MAIN: In questa edizione gli appuntamenti principali del main festival si svolgeranno in piazza Castello. I concerti a pagamento si terranno invece al CAP 10100, all’Auditorium Rai Arturo Toscanini, al Teatro Vittoria, al Teatro Piccolo Regio Giacomo Puccini, al Teatro Gobetti, al Cinema Massimo, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

LOCATION TJF FRINGE: AREA DANCE - Piazza Vittorio Veneto, BARATTI & MILANO - Piazza Castello 29, Galleria Subalpina, BLAH BLAH - Via Po 21, CAFÈ DES ARTS - Via Principe Amedeo 33, CAFFÈ ELENA - Piazza Vittorio Veneto 5, CAP 10100 – Corso Moncalieri 18, CIRCOLO CANOTTIERI ESPERIA – Corso Moncalieri 2, COOKING & TALKING - Piazza Vittorio Veneto, FLORA - Piazza Vittorio Veneto 24, LA DROGHERIA - Piazza Vittorio Veneto 18/d, LAB - Piazza Vittorio Veneto 13, MAD DOG TANQUERAY TEN SOCIAL CLUB – Via Maria Vittoria 35a, MAGAZZINO SUL PO - Murazzi del Po 14, MAO Museo d’Arte Orientale – Via San Domenico 11, MUSIC ON THE RIVER - Fiume Po, fronte Circolo Canottieri Esperia, NH COLLECTION TORINO PIAZZA CARLINA - Piazza Carlo Emanuele II 15, NIGHT TOWERS - Piazza Vittorio Veneto, PALCO FRINGE - Piazza Vittorio Veneto, THE BEACH - Via Murazzi del Po 18, QUADRILATERO ROMANO.

SOCIAL Torino Jazz Festival e TJF Fringe:

facebook.com/torinojazzfestival

facebook.com/TorinoJazzFestivalFringe

Angelo Russo racconta a Jazz Agenda la nascita del primo disco Kjara

Nella musica accade molto spesso che delle composizioni vengano accantonate per un po’ di tempo per poi essere riprese e registrate. E’ il caso di Angelo Russo che recentemente ha pubblicato il suo primo progetto dal titolo Kjara per l’etichetta Alfa Music. Un disco in cui sono presenti diversi stili e che l’autore ha scelto di far eseguire ad altri musicisti quali Stefano Sabatini (pianoforte), Alfonso Deidda (sax e pianoforte), Luca Pirozzi (contrabbasso), Francesco Puglisi (contrabbasso), Pietro Iodice (batteria), Alessandro Paternesi (batteria) e Sandro Deidda (sax). Angelo Russo ci racconta la nascita del disco!

 “Da un po’ di tempo a questa parte – ci spiegaAngelo - avevo lasciato la musica per questioni familiari, ma ho sempre composto i miei brani. In realtà, però, dal momento che sono sempre stato molto timido e non mi sono mai sentito all’altezza ho preso la decisione di far registrare questo progetto ad altri musicisti, tra cui Alfonso Deidda e Domenico Sanna. Loro due in particolare hanno apprezzato davvero le mie composizioni ed è stato per me motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Il disco è composto da brani di diversa estrazione, alcuni più attuali, altri un po’ più vecchi, e rappresenta una congiunzione tra passato e presente, come se fosse un tentativo di recuperare il tempo perduto. Ad esempio Kjara, è più melodico, Angel Samba, che è più moderno, ha un sapore decisamente più latino, altri ancora invece si avvicinano molto di più al bebop. In ogni caso cerco di fare sempre tutto con grande passione per trasmettere un’emozione alle persone che mi ascoltano. Credo che questa sia la cosa più importante.

Come accennato in precedenza i brani del disco non sono stati scritti nello stesso periodo. A proposito Angelo Russo ci dà qualche spiegazione in più sul percorso che ha portato alla realizzazione finale del disco.

Come ti accennavo prima - prosegue - ho scritto questi brani in periodi differenti: il primo di questi è sicuramente Kjara che dedico a mia figlia e che ho composto pensando a questo dono che all’inizio non arrivava, dedicandolo di conseguenza ad un bambino che doveva nascere. All’interno del disco c’è anche un brano che ho dedicato a mia moglie e che è decisamente più funky.Non ti nascondo, poi, che ci sono diversi brani in fase attuativa che arrivati a questo punto, dopo aver preso un po’ di coraggio, andrò ad incidere di persona.Questa esperienza mi ha reso molto più forte e sono stati i musicisti stessi che hanno inciso il disco, tra cui ringrazio in particolar modo Domenico Sanna, ad avermi  incoraggiato.

Quando si parla di jazz, sappiamo bene che dietro ogni progetto c’è sempre tanto studio e i traguardi sono sempre il frutto di un percorso complesso. A proposito Angelo Russo ci ha raccontato in breve la sua storia in ambito musicale:

Ho cominciato il mio percorso studiando con Stefano Sabatini tanti anni fa. In passato, inoltre, avevo anche formato un gruppo a Cassino, ma per mancanza di tempo e a causa del lavoro sono stato costretto ad allontanarmi dalla musica. Ora sono più libero, ho ripreso a suonare di più e voglio provare a fare qualcosa di più rispetto al passato. Grazie a tutte le persone che mi hanno incoraggiato e grazie a questa nuova avventura appena intrapresa, mi sento decisamente più all’altezza rispetto al passato. Sono veramente felice di aver ripreso a comporre e come ti accennavo in cantiere c’è già un altro progetto che non vedo l’ora di cominciare.”

Carlo Cammarella

 

Max Ionata presenta Tenor Writers all'Elegance Café

Benny Golson, Wayne Shorter, Hank Mobley ma anche John Coltrane, Sonny Rollins e Joe Henderson sono solo alcuni dei grandi Tenor Sassofonisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del Jazz anche per la loro notevole vena compositiva. Max Ionata in questo concerto che si terrà all'Elegance Café sabato 12 marzo propone proprio quelle composizioni per un viaggio attraverso la storia del jazz moderno con il suo tipico ed originale sound.

Classe 1972, Max Ionata è considerato uno dei maggiori sassofonisti italiani della scena jazz contemporanea che in pochi anni ha conquistato l'approvazione di critica e pubblico riscuotendo sempre grandi successi in Italia e all'estero. Ha all'attivo la pubblicazione di oltre settanta dischi e collaborazioni con musicisti italiani ed internazionali, risultando uno degli artisti italiani più apprezzati all'estero, in particolare in Giappone dove gode di una notevole fama artistica. 

Oltre a guidare diversi progetti a proprio nome, collabora stabilmente con alcuni dei migliori musicisti della scena internazionale. Ha suonato nei più importanti jazz club e jazz festivals al mondo e ha collaborato con grandi musicisti tra i quali: Robin Eubanks, Reuben Rogers, Clarence Penn, Lenny White, Billy Hart, Alvin Queen, Joe Locke, Anne Ducros, Steve Grossman, Mike Stern, Bob Mintzer, Bob Franceschini, Hiram Bullock, Joel Frahm, Miles Griffith, Anthony Pinciotti, Jon Cowherd, John Benitez, Dino Piana, Roberto Gatto, Dado Moroni, Stefano Di Battista, Gegè Telesforo, Giovanni Tommaso, Flavio Boltro, Furio Di Castri, Fabrizio Bosso, Enrico Pierannunzi, Mario Biondi, Ornella Vanoni, Sergio Cammariere, Renzo Arbore e molti altri.

Si è esibito in Giappone, Cina, Olanda, Inghilterra, Francia, Polonia, Spagna, Portogallo, Serbia, Svizzera, Danimarca, Germania, Emirati Arabi, Kuwait, Perù, Stati Uniti d'America.

Inizio concerto ore 23:00
per info e prenotazioni
06.42016745
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Elegance Cafè jazz club - Roma - Via Veneto 83/85/87

Ingresso Libero con prima consumazione obbligatoria € 20,00

Max Ionata Sax Tenore

Roberto Tarenzi Pianoforte

Luca Bulgarelli Contrabbasso

Marco Valeri Batteria

Fred Wesley "Generations" in concerto all'Elegance Café

Decenni dopo il suo lavoro con James Brown e George Clinton ha insignito Fred Wesley come uno degli artefici  del funk. Il nuovo progetto di Fred Wesley lo collega alle sue radici jazz e al futuro e si intitola Generations.

Il progetto andrà in scena presso l'Elegance Cafè sabato 30 gennaio e sarà un trio con Wesley al trombone 73 anni, il prodigio italiano Leonardo Corradi all'organo 23 anni, il batterista francese Tony Match,44 anni. Tre musicisti che inizialmente si sono riuniti per rendere omaggio al jazz soul del leggendario organista Jimmy Smith e che  continuano a “groovare”insieme.

Il loro spettacolo combina talento e l'esperienza di Wesley lavorare con artisti come Count Basie e Ray Charles a Lenny Kravitz e D'Angelo, riflessione energica di Corradi di Smith e altri giganti storici del jazz, e jazz drumming di Partita colorato da influenze unici, tra cui ritmi africani e suoni elettronici.

Elegance Cafè

Via Vittorio Veneto 83-87 Roma

Tel. 06 42016745

email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Formazione

Fred Wesley - trombone

Leonardo Corradi - organo

Tony Match - batteria

Jacopo Mazza racconta la genesi di Gravel Path: “Un punto di connessione tra storia e modernità”

Un punto di incontro fra tradizione e contemporaneità. In questo modo potremmo sintetizzare l’essenza del nuovo disco che porta la firma del pianista Jacopo Mazza, pubblicato dall'etichetta Fonderia Musicale, e dal titolo Gravel Path. Un progetto ben curato, che a nostro avviso denota una grande attenzione ai dettagli, al lavoro d’insieme, alla fusione fra tradizione e nuove tendenze. In questo lavoro Jacopo Mazza si è avvalso della presenza di ottimi musicisti quali il chitarrista Micehle Caiati, il contrabbassista Marco Rottoli e il batterista milanese Matteo Rebulla. E’ il pianista in persona a raccontarci la genesi del disco.

Gravel Path è un disco in quartetto che nasce dalla volontà di vivere la modernità senza prescindere dalla storia passata. L'originalità non può fare a meno dall'amore per la tradizione e del suo studio appassionato, della conoscenza delle storie e dei linguaggi parlati da chi prima di noi ha praticato la musica jazz. E' percorrere un sentiero sterrato, mai davvero confortevole, con la voglia di andare avanti e la consapevolezza di tutta la strada già percorsa. Al mio fianco ho scelto dei giovani musicisti tra i più talentuosi del panorama musicale italiano, che come me sono nel pieno del loro percorso di crescita e maturazione.

Gravel Path, dunque, rappresenta un punto d’incontro tra storia e contemporaneità. A proposito Jacopo Mazza prosegue dicendo che:

Il disco per me rappresenta un tentativo appassionato di trovare un punto di connessione quanto più personale ed interessante tra storia e contemporaneità. Gli Standards sono riarrangiati ricreando linguaggio che si ispira alla tradizione del piano trio cercando di portare alle estreme conseguenze le parti di esposizione e di "insieme" della formazione. Gli originali affondano radici tanto nella musica jazz quanto nella musica classica e nella musica leggera.

Jacopo Mazza ci racconta anche il percorso che lo ha portato ad abbracciare la professione di musicista…

Il mio percorso musicale parte da bambino, inizialmente come attività ricreativa, per poi diventare sempre più centrale all'interno del mio percorso di vita. L'incontro con alcuni maestri quali Massimo Colombo, Antonio Faraò, Andrea Pozza, Kevin Hays e molti altri ha poi segnato il mio profondo innamoramento per la musica Jazz e per la musica tout court. Dopo essermi diplomato al conservatorio di Milano ed al Centro Professione Musica di Franco Mussida ed essermi laureato in scienze politiche con una tesi di stampo antropologico sul jazz mi dedico allo studio dell'arrangiamento e della composizione.”

Carlo Cammarella

Dario Chiazzolino racconta la genesi di Lost in The Jungle, ultimo disco dei Principles Sound

Chitarrista giovanissimo Dario Chiazzolino è un musicista completo che ha all’attivo tantissime collaborazioni con artisti di livello internazionale. Una di queste è con la formazione Principles Sound che oltre alla partecipazione del talentuoso chitarrista italiano gode della presenza di alcune leggende quali Bob Mintzer al sax, Russel Ferrante al piano, Pino D'Eri al basso, Jimmy Haslip al basso e Gianni Branca alla batteria. L’ultimo disco della band si intitola Lost in The Jungle e ce lo presenta Dario Chiazzolino in persona.

Principles Sound - ci spiega Dario - è un progetto al quale sono molto legato, emotivamente​ ed artisticamente. La sua genesi risale al novembre 2011, quando insieme al batterista ed amico Gianni Branca, purtroppo tragicamente scomparso lo scorso anno, e al produttore discografico della Tukool Records, Pino D'Eri cominciavamo a scrivere le prime bozze dei sette brani che oggi sono contenuti nel disco "Lost in the Jungle". Avevamo in mente di creare un disco che abbattesse le barriere stilistiche in cui la musica spesso viene catalogata. Anche il jazz viene etichettato in vari modi, in relazione al tipo di fraseggio o al tipo di suono che i musicisti tirano fuori dal proprio strumento. Trovo sia sempre rischioso porre dei confini e limiti a ciò che si fa. Certamente ci proponevamo di fare musica improvvisata in cui la melodia fosse la protagonista; mentre abbiamo ricercato un sound aperto e proiettato ad accogliere diverse contaminazioni, oserei direi che il sound del disco è a tratti etnico e world, vedi ad esempio l'uso di percussioni africane. Il disco è stato realizzato insieme a musicisti leggendari che non hanno bisogno di presentazione. Bob Mintzer al sax tenore, Russell Ferrante al piano e sinth e Jimmy Haslip al basso elettrico. Insieme a loro è nata una forte collaborazione ed una amicizia che va oltre la musica.”

Del resto non capita a tutti di condividere un progetto musicale con artisti che oltre ad essere dei grandi professionisti sono degli ottimo amici. A proposito Chiazzolino prosegue dicendo che:

Principles Sound ha un valore emotivo elevatissimo. Quando si suona non sempre si ha la fortuna di condividere il palco e la musica con amici. Spesso si è solo colleghi con i quali si sta lavorando.  Questo album è per me simbolo di una forte coesione tra persone che stanno bene insieme, nella vita come nella musica. Andando ad analizzare l'aspetto musicale posso raccontarti questo. Le canzoni sono state scritte di getto, in maniera piuttosto impulsiva. Solo in fase successiva abbiamo arrangiato e quindi pre-prodotto i brani. La partecipazione di Mintzer, Ferrante ed Haslip ha dato alla nostra musica la possibilità di evolvere e di arricchirsi del loro background musicale. Nonostante le composizioni contengano molta scrittura ed obbligati, siamo riusciti a gestire gli spazi solistici in maniera uniforme; l' esposizione dei temi è invece assegnata al sax ed alla chitarra, che a volte cantano all'unisono, a volte si inseguono quasi a creare un effetto contrappuntistico.  Sotto il profilo professionale Principles Sound è stata un' esperienza che mi ha arricchito moltissimo e di cui sono molto fiero.”

A questo punto Dario ci racconta anche il percorso musicale che lo ha portato a diventare un professionista.

Tutto ha avuto inizio nel Natale del 1996​ quando ricevevo in regalo una chitarra classica dai miei genitori. Non so se l'amore a prima vista esista sul serio tra le persone, ma posso essere certo che con la chitarra mi sia successo veramente! In effetti ho un ricordo piuttosto lucido della sensazione che provai nell'imbracciare per la prima volta la chitarra. Fu un momento di gioia immensa. Iniziai presto ad esibirmi con i primi gruppi quando ero adolescente. Solo qualche anno dopo, grazie all' ascolto di un disco di Charlie Parker, mi appassionai furiosamente al jazz e cominciai presto a suonarlo. Ho sempre amato l'improvvisazione, anche quando ero a digiuno di jazz. Trovo che sia l'aspetto musicale più affascinante e mistico che un musicista possa esplorare nel suo percorso. Iniziai così a collaborare con musicisti di Jazz, in un primo momento locali, poi nazionali ed internazionali. Sicuramente tra i vari musicisti con cui ho avuto il piacere di suonare non posso non menzionare Dominique Di Piazza, Andy Sheppard, Billy Cobham, Willie Jones III, William Kennedy, Horacio "el negro" Hernandez e Antonio Faraò. Ogni esperienza musicale, se vissuta intensamente ha un peso determinante nella propria crescita musicale ed umana. Ho sempre avuto come primario obiettivo quello di migliorarmi, giorno per giorno, insomma, andare sempre avanti.”

Carlo Cammarella

 

 

Max Ionata Trio in concerto al Bebop Jazz Club

Dopo il grande successo  delle precedenti stagioni, torna al BeBop Jazz Club il grande Max Ionata che venerdì 11 dicembre sarà accompagnato da Roberto Pistolesi alla Batteria e Daniele Sorrentino al Contrabbasso. Uno spettacolo da non poter perdere in una delle cornici più suggestive del jazz capitolino e nazionale.

Classe 1972, Max Ionata è considerato uno dei sassofonisti più interessanti del panorama jazzistico italiano; si è avvicinato alla musica non proprio giovanissimo, quando nel 2005 dopo essersi trasferito a Roma, ha iniziato la sua carriera professionale collezionando successi ed approvazioni da parte di critica e pubblico.

Ha suonato in alcuni tra i più importanti jazz club e jazz festivals al mondo e ha collaborato con grandi musicisti tra i quali: Robin Eubanks, Reuben Rogers, Clarence Penn, Steve Grossman, Mike Stern, Bob Mintzer, Bob Franceschini, Hiram Bullock, Joel Frahm, Miles Griffith, Anthony Pinciotti, Roberto Gatto, Dado Moroni, Gegè Telesforo, Giovanni Tommaso, Flavio Boltro, Furio Di Castri, Fabrizio Bosso, Lorenzo Tucci, Rosario Bonaccorso, Mario Biondi e molti altri.

Conduce un’intensa attività concertistica e discografica in Italia e all’estero, in particolare in Giappone dove gode di una notevole fama artistica; oltre a guidare diversi progetti a proprio nome, collabora stabilmente con alcuni dei migliori musicisti della scena internazionale.

Bebop Jazz Club

Via Giuseppe Giulietti

14 - Roma (Zona Testaccio - Piramide)

 

Formazione

Max Ionata, Sax

Daniele Sorrentino, Basso

Roberto Pistolesi, Batteria

Il successo dello Swing raccontato da Piji: “E’ una musica meravigliosa, costantemente vitale e piena di verve!”

Negli ultimi tempi è tornato in auge e sono sempre di più gli artisti che si esibiscono nei locali romani che lasciano ampio spazio a questo genere musicale. Parliamo dello Swing che, a nostro avviso, sta vivendo una nuova età dell’oro e un periodo di grande vitalità artistica. Quali sono le ragioni di questa ascesa? Perché lo Swing, inteso come musica e danza, sta ottenendo così tanto successo? Lo abbiamo chiesto a Piji, direttore artistico de la Moderna House of Swing, cantautore e ambasciatore di una comunità sempre più presente nella Movida Romana

In questi ultimi anni lo Swing è tornato in auge: quali sono secondo te le ragioni di questo successo?

Doveva accadere prima o poi. Lo swing è una musica meravigliosa. Musicalmente è sempre ricco, pieno di oggetti musicali interessanti, pieno di ricchezze armoniche e melodiche, però è anche molto fruibile anche per i non addetti ai lavori. è costantemente fresco, vitale, pieno di verve. Può toccare le corde dell’allegria più sfrenata o quelle della malinconia, può essere romantico o giocoso, ma è sempre vivo. Non perde di vitalità. Il motivo per cui in questo periodo la cosa stia prendendo piede presso un pubblico molto vasto è spiegabile forse solo attraverso il periodo di crisi economica che stiamo vivendo qui in Italia. Più il momento è buio, più ci si consola festeggiando con una musica che strappa sempre un sorriso. In più lo swing fu la musica che si suonò in un’America appena fuori dalla crisi di Wall Street. Inconsciamente forse anche noi ci appoggiamo allo swing come portafortuna per il nostro paese. E poi intorno allo swing ormai c’è anche il ballo. E’ una comunità bella, fatta di belle facce. E’ la festa culturale vs il divertimentificio più squallido. Non c’è mai frivolezza in questa comunità. Mai sballo. Mai superficialità. C’è voglia di divertirsi cantando, ballando e suonando, ma il materiale musicale che avviene proprio durante il divertimento è straordinario, geniale, colto. Lo swing è così: serio dentro e allegro fuori. Complesso, rigoroso, serissimo per le sue dinamiche musicali, scherzoso, ironico e scanzonato come riuscita esterna. Ed è così che anch’io cerco di essere e di vivere.”

Se parliamo della scena musicale di 5/7 anni fa ti saresti mai aspettato un exploit del genere?

Effettivamente no. Anzi, io credo di aver iniziato ad amare questa musica, studiarla e suonarla live ormai da 20 anni (compresi gli studi jazz) forse proprio perché era FUORI moda. E anche adesso, penso che la vera moda, quella davvero di massa, sia altrove. Tuttavia è innegabile che intorno allo swing ci sia un gran fermento e ognuno di noi che lo pratica sta facendo molti più concerti. Io, come sempre, me la sono complicata ancora di più, perché come sai non faccio dello swing puro, ma scrivo canzoni “jazzate”, con swing. In particolare, ultimamente “electro swing”. Cioè faccio il cantautore, ma tingo le mie canzoni di swing, di jazz manouche e di elettronica. Da un lato il jazz classico, tradizionale, lo swing, insomma, dall’altro l’ettronica. Da un lato gli anni 40, dall’altro il 2000. Ma tutto in forma canzone. E in italiano. Quindi è un modo ancora diverso di pensare lo swing, ma sicuramente molto attiguo con la nuova “comunità”, con la quale infatti collaboro ormai abitualmente da anni. E devo dire che fioriscono idee, progetti e serate a vista d’occhio. Ed è molto divertente e stimolante.”

Parlando dei locali romani noto che oggi come oggi si sta dando molto spazio allo Swing. Cosa bolle in pentola quindi?

In questo periodo sto suonando prevalentemente in 3 locali romani, sperando che torni aperto il quarto, ovvero l’Alexanderplatz. Gli altri tre sono: il Lian Club, nel quale un sabato al mese abbiamo una residenza chiamata “Swing Politik. I ElectroSwing Rome”, una festa/raduno di tutti gli amanti e protagonisti dell’ElectroSwing romano. Siamo tantissimi nel cast delle serate, tra musicisti, dj, ballerini e grandi ospiti (sono venuti a fare Electro Swing anche Max Paiella, Matteo Gabbianelli dei Kutso, Giorgio Cùscito, Luca Velotti, Olen Cesari, Jude Lindy, sono venuti attori come Giovanni Scifoni e Maurizio D’Agostino e perfino il prestigiatore Magic Dorian tra gli ospiti). Poi c’è ‘Na cosetta, locale che sto amando moltissimo perché è molto innovativo nei contenuti e nella comunicazione. Anche lì, con la mia amata band, l’Electroswing Project (oltre me c’è Gian Piero Lo Piccolo al clarinetto, Augusto Creni alla chitarra manouche, Saverio Capo al basso e Ominostanco all’elettronica) suoniamo una volta al mese e spesso ci vengono a trovare splendidi ospiti, l’ultima volta il grande attore Giorgio Tirabassi, nella sua veste di chitarrista manouche (bravissimo, davvero sensazionale) e il giovanissimo talento pianistico di quindici anni Antongiulio Foti. Infine al nuovo Cotton Club, luogo bellissimo, completamente ristrutturato, che permette anche incursioni teatrali interessanti, l’ultima volta erano con noi anche Tiziana Foschi e Massimiliano Vado a recitare. E poi, ovviamente, c’è La Moderna.”

E cosa ci dici invece dell’esperienza a La Moderna di Testaccio?

Lì sono direttore artistico e di conseguenza ho scelto di non suonarci. La Moderna è addirittura diventata “House Of Swing” ed è quindi da febbraio che porto avanti una direzione artistica “monografica” dedicata allo swing. Presto farò qualcosa di simile anche a Splendor Parthenopes. Sono molto contento di tutto ciò che abbiamo fatto da febbraio a oggi per La Moderna con serate quasi sempre sold out, piene di musica meravigliosa e tantissimi ballerini. La Moderna è un luogo fantastico perché oltre alla bellezza estetica è uno dei pochi posti a Roma dove si beve veramente di qualità (grazie anche al Bartender Valentino Longo) e si mangia anche ad alti livelli. È dunque un posto di eccellenza in tutti i sensi: bere, mangiare, ascoltare musica, suonare e ballare sono tutte cose che avvengono al top, con i più importanti protagonisti in tutti questi settori. I migliori della musica swing nazionale, i migliori della danza swing, i migliori bartender. Lì anche sono nati format che mi piacciono molto come Django_Balboa, il raduno mensile di tutti i musicisti jazz manouche, L’Ambasciata dello Swing, in cui Giorgio Cùscito apre le danze con molti ospiti, lo Swing’n Brunch domenicale in cui si suona di mattina. La Moderna è un posto fantastico anche perché da tutti i punti di vista ha uno sguardo e direi anche un concept di tipo internazionale. Tra le serate che ricordo con maggiore emozione, c’è una sera d’estate in cui tutti i ballerini swing del mondo erano a Roma per un raduno. La sera che sono venuti a La Moderna si è ballato sia dentro che sul marciapiede esterno riempiendo un’area vastissima di tanti colori e tante culture diverse. Lo swing sa fare anche questo. Sa fare così.”

Carlo Cammarella

Waves Trio in concerto al 28divino Jazz Club


Venerdì 16 ottobre al 28divino Jazz Club di scena waves Trio, formazione composta da tre musicisti che danno vita ad un concerto sempre diverso e sempre carico di pathos. L'unione di intenti si manifesta sul palco dove la fiducia nell'intuito dei compagni spinge verso nuovi orizzonti sonori e territori inesplorati in cui il rischio è voluto e cercato, sempre con ritmo e groove.

Le composizioni di questo "HGT" (Hammond Guitar Trio), per la maggior parte del leader, lasciano sempre aperto uno spiraglio all'imprevedibile e la classica via di fuga è deliberatamente evitata. Spesso il lirismo dei temi riporta la calma e una nuova magia prende forma.

28Divino Jazz - Via Mirandola, 21 - Roma - 340 8249 718

www.28divino.com

 

VENERDI’ 16 OTTOBRE
ore 22.00 presso 28Divino Jazz  - Roma

Ingresso Live: 5,00 € + drink

WHITE WAVES trio
Alberto Parmegiani: chitarra el.
Carlo Ferro: hammond, rodhes, synth
Riccardo Gambatesa: betteria

 

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