JazzUp Festival: John B. Arnold parla di Ellettrika, la rassegna di musica elettronica
- Scritto da Jazz Agenda
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Dopo l’esperienza dello scorso anno e la sempre più stretta collaborazione con Calcatronica, torna la musica elettronica al JazzUp, con le tendenze più attuali spesso collegate alla autostrade virtuali del web. Diversi appuntamenti in fasce orarie atipiche per questo genere, che nel corso degli anni ha influito in pressoché in tutti gli altri ambiti musicali, diversificandosi tra commerciale e underground. Gli artisti presenti sono tutti sulla scena Italiana e estera da anni, alcuni con etichette e ufficio di promozione, come: Radio Città Aperta, Sonic Pulse Records e Stirpe 999 I musicisti impegnati saranno guidati dalla direzione artistica del batterista americano John B. Arnold.
John, per cominciare l’intervista parliamo subito della rassegna di cui sei il Direttore Artistico Elettrika – La musica delle nuove generazioni: quali saranno, dunque, le linee guida di questa edizione e che tipo di artisti avete scelto per il festival?
“Cerco di seguire le stesse che progetto per il mio festival dell'elettronica a Calcata "Calcatronica". Per Elettrika, all'interno di Jazzup Festival, forse stiamo virando maggiormente sulla Techno che su altri generi. Calcatronica spazia su ogni genere dell' elettronica, ma in questo caso ho capito che per andare incontro alle esigenze di pubblico, dove seguire una linea più vicina alla Techno, sempre con inventiva e gusto.”
Quella di cui parliamo è la tua seconda partecipazione a JazzUp festival: quali sono le differenze e le novità rispetto alla precedente edizione?
“A parte i luoghi (ci esibiamo al Ristorante Blitz e alla Locanda dei Papi) e gli artisti nessuna differenza. Credo che man mano andiamo avanti le differenze si accentueranno.”
Ci sarà anche quale sorpresa particolare che ci vuoi anticipare o qualche evento a cui tieni particolarmente?
“Spero di sì!”
Sappiamo che hai cominciato la tua carriera come batterista jazz e che in un secondo momento ti sei avvicinato all’elettronica: cosa ti ha affascinato di questo universo sonoro?
“Quello che mi ha affascinato erano le infinità di suoni che avevo davanti rispetto al jazz. In un live set posso caricare anche 100 kit diversi di batterie, con suoni completamente diversi tra di loro, e anche un’infinità di suoni che trovi con le tastiere. L'elettronica può essere una musica anche molto astratta da un punto di vista ritmico: è questo che mi piace in particolari modo.”
E quali sono i punti di contatto tra jazz ed elettronica? Sono due mondi che, secondo te, possono dialogare alla perfezione?
“In realtà no. Mi piace il fatto che siano molto diversi come generi ma se dovessi trovare qualcosa di simile direi forse la dimensione dell' improvvisazione. Non tutti lo fanno ma per me è l'unica maniera. Le mie radici sono troppo profonde dentro il jazz.”
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