Jazz Agenda

Francesco Cavestri presenta il disco Early 17 alla Casa del Jazz

Sabato 29 aprile il pianista Francesco Cavestri presenterà alla Casa del Jazz di Roma il suo nuovo disco intitolato Early 17 accompagnato dal bassista Riccardo Oliva e dal batterista Joe Allotta. Il repertorio del concerto si muoverà su diverse atmosfere musicali: dalla presentazione di alcuni brani originali di Francesco Cavestri contenuti nel suo album ad altri appartenenti alla scena hip-hop, new-soul e jazz degli ultimi anni a cui appartengono anche gli altri due musicisti, fino a reinterpretazioni e tributi a giganti come Robert Glasper o John Coltrane, in una continua ricerca dell’innovazione e di un sound all’avanguardia.

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco che presenterai alla Casa del Jazz il 29 aprile. Vuoi raccontare cosa suonerai in questo concerto e descriverci brevemente anche il tuo progetto?

Sono molto contento di parlare del progetto che presenterò alla Casa del Jazz, uno dei luoghi simbolo del jazz rivolto ai giovani - e non solo -  un luogo unico in Europa,  dove il 29 aprile porterò il mio album d’esordio, uscito a marzo 2022 e dal titolo “Early 17” (registrato e ideato quando avevo 17 anni) e che è già stato presentato in diverse città con successo di pubblico. Il jazz è il fulcro intorno a cui l’intero album è costruito, anche se si nutre di influenze derivanti da diversi generi, con citazioni al mondo dell’hip hop ed elementi di musica elettronica.  I featuring del grande trombettista Fabrizio Bosso e della cantante Silvia Donati contribuiscono a colorare l’album con sonorità molto varie tra loro, oltre che aggiungere l’immenso talento ed esperienza che questi artisti possiedono, e che generosamente hanno messo a disposizione di un progetto giovane.

A proposito di giovani, il 28 aprile alle 11.30 del mattino sarò sempre alla Casa del Jazz per presentare agli studenti una lezione-concerto dal titolo “Jazz / hip hop – due generi fratelli” in collaborazione con l’associazione Il Jazz Va A Scuola e con diverse scuole di Roma. Alcuni ragazzi che parteciperanno al workshop saranno anche premiati con dei biglietti omaggio per il concerto serale del 29 aprile, in quanto entrambi gli eventi rientrano all’interno dell’International Jazz Day, ricorrenza che si celebra il 30 aprile e che è stata istituita dall’Unesco.

Il mio progetto in questo modo ha l’obiettivo di avvicinare i più giovani non solo all’aspetto didattico e divulgativo di questa musica, ma di portarli ad assistere alla vera essenza del jazz, ovvero la performance live, durante la quale si vive l’interazione tra i musicisti e l’emozione che solo il concerto dal vivo può veicolare.

In alcune recenti interviste avevi espresso il concetto che il jazz è una musica senza barriere che non si ferma mai. Quanto sono importanti le contaminazioni?

Come ha detto Paolo Fresu al termine del mio concerto per il Bologna Jazz Festival, “le contaminazioni tra jazz, hip hop ed elettronica che propone Francesco Cavestri sono fondamentali, perché, mediate da un giovane come lui, raccontano come il jazz sia una musica per tutti, e soprattutto per i giovani.” Il jazz è la musica meticcia per eccellenza, fin dalle sue origini. È quella musica che, attraverso l’improvvisazione, ricerca continuamente soluzioni innovative e si lega ai linguaggi che man mano si sviluppano nel tempo, com’è stato per l’hip hop, il rap e com’è oggi per l’elettronica.

Per queste ragioni, la musica che propongo è un connubio di tutte le ispirazioni e le contaminazioni che vivo ogni giorno: ecco perché nei miei concerti propongo un viaggio che supera le distinzioni di genere, eseguendo, ad esempio, una versione di Naima di John Coltrane legata a un brano dei Radiohead e a uno di Ennio Morricone, per dimostrare che la musica è universale e che non esistono generi più complessi o elitari di altri. In fondo, come dice Quincy Jones, qualsiasi musica è formata dalle stesse 12 note.

Sei recentemente tornato da un’esperienza live negli Stati Uniti. Ci vuoi raccontare che aria si respira da quelle parti?

Gli Stati Uniti sono un luogo di apprendimento e di espressione musicale come nessun altro al mondo, soprattutto per la musica che propongo io. Lì è nato tutto quello che racconto e che suono. Grandissimi artisti americani come Herbie Hancock o Miles Davis hanno sempre inteso il jazz come musica da contaminare e che a sua volta contamina, e questo li ha portati a creare progetti innovativi da cui ancora oggi moltissimi musicisti, compreso io, attingono.

La mia esperienza di studio al Berklee College of Music di Boston, dove sono recentemente stato per presentare il mio disco al Wally’s Jazz Club di Boston insieme a fantastici musicisti americani con cui avevo già organizzato dei concerti in Italia la scorsa estate, mi ha aiutato a focalizzare ancora meglio questa missione: ovvero quella di far conoscere ai giovani della mia generazione il jazz tramite sonorità e riferimenti a loro noti, come ad esempio artisti come i Radiohead o Kendrick Lamar.

Sappiamo che i musicisti italiani sono molto apprezzati all’estero e anche dagli americani. Sei d’accordo con questo pensiero? Se sì secondo te per quale ragione?

È vero, è una cosa che ho constatato anche io nei miei periodi di permanenza negli USA. Credo che questo abbia a che fare principalmente con due aspetti: da un lato c’è la nostra padronanza tecnica ed espressiva della musica: noi siamo figli di grandi musicisti europei che hanno fondato le basi tecniche e teoriche della maggior parte degli strumenti (penso ai metodi per pianoforte del francese Hanon o al contrappunto Bachiano di epoca barocca), e tutte le indicazioni espressive sono ancora oggi formulate ovunque in italiano (fortissimo, pianissimo, staccato, legato, ecc…).

Il secondo aspetto è di carattere melodico, e riguarda più nello specifico l’Italia: il nostro paese ha una tradizione melodica che il mondo intero invidia, e si tramanda dal rinascimento di Monteverdi, passando per l’opera ottocentesca di Bellini o Rossini, fino ad arrivare alle composizioni di Ennio Morricone. Il filo che lega questi artisti geniali è lo straordinario linguaggio melodico, caratterizzato da un’eleganza di matrice squisitamente italiana, che contribuisce a rendere il nostro suono celebre e amato in tutto il mondo.

Noi siamo figli di questa tradizione e anche nella mia musica e nelle mie composizioni, seppur ispirate in maniera massiccia alla tradizione black americana, si sentono i riferimenti di questi grandi nomi della musica italiana, che ho avuto modo di conoscere e studiare in conservatorio al dipartimento di Jazz, dove sto per diplomarmi, e, ancora prima, durante i miei anni di formazione come pianista classico. 

Raccontaci adesso la storia di questo disco. Come è nato e come si è evoluto nel tempo…

“Early 17” nasce durante i miei 17 anni, in quell’età che sottende voglia di creare e di sviluppare un proprio linguaggio artistico. Durante la pandemia avevo scritto qualche brano: il tutto è cominciato con quello che poi ho chiamato “FINALLY GOT SOMETHING”   (“finalmente ho trovato qualcosa”), che infatti ricopre la posizione centrale del disco in quanto è stato il brano da cui poi sono scaturiti gli altri.

Il disco è formato da 9 brani originali ed è suddiviso in due parti: i primi quattro brani, tutti composti da me, racchiudono al loro interno citazioni ad alcuni artisti che più ho amato e amo tutt’ora (“Salute to Dilla” è un tributo a J Dilla, “No One Like You” a Robert Glasper, “Living the Journey” cita le armonie di “Maiden Voyage” di Herbie Hancock, “In the Way of Silence” si chiude con una versione in solo piano di “In a Silent Way” di Miles Davis, mentre “Figaro” è una dedica al rapper MF Doom, scomparso proprio nei giorni in cui registravo l’album). L’intermezzo, come detto, è “FINALLY GOT SOMETHING”. Gli ultimi quattro brani, anch’essi originali, non contengono più citazioni, e lasciano spazio ad atmosfere più meditative e ad incursioni elettroniche più incisive (come nel caso di “Daydreaming” o “STREAMS”). È come se io prima di tutto, in apertura al mio progetto di debutto, volessi affiancare le mie composizioni ad alcune citazioni degli artisti che più ho studiato e amo, come per ringraziarli dell’influsso che hanno avuto su di me.

Per quanto riguarda i tuoi riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per te sono stati davvero importanti?

Sì, quelli che ho citato nella risposta precedente. A parte gli scherzi, a quelli già menzionati aggiungo altri nomi che hanno avuto un grande impatto sul materiale su cui sto lavorando ormai da un anno a questa parte e che pubblicherò a breve. Da un lato c’è l’approfondimento della musica elettronica, studiando artisti come Kaytranada  o Floating Points (che hanno spesso legato la loro musica al jazz, il primo producendo un intero ep con Robert Glasper e il secondo scrivendo una suite con Pharoah Sanders e la London Symphony Orchestra), o ancora Four Tet, Tyler the Creator, Jamie XX.  Tutti nomi di straordinari artisti che fanno della contaminazione tra generi un loro marchio di fabbrica.

Un’altra corrente che ho seguito con attenzione è quella della scrittura di colonne sonore, studiando a fondo artisti come Ryuichi Sakamoto o Ennio Morricone. Questa mia passione è stata consacrata di recente, quando ho avuto l’occasione di registrare una colonna sonora per un podcast di produzione Rai che uscirà a fine maggio, realizzata dal giornalista e regista Filippo Vendemmiati. È stata una bellissima esperienza che spero di ripetere.

Come vedi il tuo progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

Per ora mi sto concentrando a far conoscere il mio progetto portando in giro il mio album “Early 17” al fianco dei musicisti Riccardo Oliva al basso e Joe Allotta alla batteria, proponendo talvolta qualche brano nuovo ancora inedito, come avverrà alla Casa del Jazz, dove presenterò una mia nuova composizione prodotta intorno a un monologo tratto da “La Dolce Vita” di Federico Fellini. Questo brano sarà accompagnato da materiale grafico appositamente preparato per l’evento romano… d’altronde, quale miglior occasione se non Roma per presentare un brano dedicato al capolavoro felliniano?

In futuro ho in programma di procedere con questo connubio di musica e immagini, scrivendo altre colonne sonore e unendo le mie composizioni ad alcuni dei capolavori del cinema italiano che più hanno affascinato.

Per il futuro invece c’è qualche nuova registrazione in cantiere?

Oltre ai brani che ho già registrato e che conto di pubblicare presto, tra cui uno realizzato in collaborazione con Cleon Edwards, storico batterista di Erykah Badu, ce n’è uno che prevede la collaborazione del grande Paolo Fresu, che ha ascoltato una mia composizione e gli è piaciuta a tal punto che ha accettato di contribuire con la sua tromba. Non vedo l’ora di farvi sentire cosa stiamo preparando!

 

 

 

 

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Kodex presenta Breakdown alla Casa del Jazz: “Un laboratorio costante per musica senza confini”

Si intitola Breakdown il secondo disco del duo Kodex, composto da Donatello D’Attoma e Massimo Bonuccelli all’elettronica, di prossima uscita per l’etichetta Filibusta Record. Un progetto in cui il pianoforte classico incontra l’elettronica e dove il jazz si fonde con una musica minimale, dall’innato senso melodico. Il duo presenterà questo lavoro venerdì 11 novembre presso la Casa del Jazz di Roma. Ecco cosa ci ha raccontato la band alla vigilia del concerto.

Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco Breakdown che presenterete in anteprima alla Casa del Jazz l’11 novembre: vi va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?

Breakdown è il nostro secondo disco che diversamente dal primo, “Kodex” (Stranamente Music), è stato realizzato e registrato interamente in studio durante il lungo periodo di stop della musica live dovuto alla pandemia. Com’è ormai nostra consuetudine una volta fissato il set, abbiamo suonato, improvvisato ed elaborato materiale musicale che in quel preciso e cruciale momento storico e di riflessione personale sentivamo risuonare dentro di noi. Kodex ovvero Massimo e Donatello vuole essere un laboratorio costante dentro il quale trova spazio la musica senza confini, dove la contaminazione non è un elemento che si insegue per essere al passo con i tempi, o differenziarsi, ma una normale condizione necessaria alla musica.

Raccontateci adesso la vostra storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?

E’ stato il più classico egli incontri. Il desiderio condiviso di suonare assieme ci ha portati a trascorrere intere giornate nell’home studio di Massimo. Lunghe sessioni di improvvisazione e di studio, destrutturando pezzi, creandone di nuovi. E così, con grande entusiasmo abbiamo portato la nostra idea davanti al pubblico (Casa delle Arti di Conversano, 2017). Un’intera performance di improvvisazione che potete ascoltare nel nostro primo disco.

Breakdown, il titolo di questo disco ha un significato particolare per voi?

SI, ma è tutta la genesi del lavoro che rispecchia uno dei momenti più difficili che ci stiamo lentamente lasciando alle spalle anche se le fratture, in molti casi, sono ancora visibili.

In questo disco il pianoforte classico incontra l’elettronica. Secondo voi la musica va verso un futuro fatto di contaminazioni stilistiche?

Si, il pianoforte rappresenta la sola parte acustica del progetto che interagisce con l’elettronica e da questa processata in tempo reale. Come spiegavamo prima, la contaminazione in musica è parte del processo creativo già da diversi anni. 

Se parliamo dei vostri riferimenti musicali cosa vi viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per voi sono stati davvero importanti?

Si compilerebbe una lista davvero molto lunga ma quelli a cui ci siamo ispirati e abbiamo dedicato il nostro ultimo lavoro sono sicuramente Alva Noto, Aphex Twin, Kraftwerk, John Cage, Philip Glass, Arvo Pärt.

Come vedete il vostro progetto nel futuro? In sintesi quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla vostra musica?

Ci piace pensare a Kodex come un progetto open source, il nostro obiettivo principale è quello di collaborare con artisti che provengono anche da altri ambiti - vedi le recenti collaborazioni con il visual artist Simone Memè e l’organista Giulio Tosti - oppure suonare non solo in contesti strettamente legati alla musica, ma anche per musei, spazi d’arte in genere, tutto ciò che possa per noi essere pura linfa creativa a vantaggio di un’esperienza sensoriale totale.

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Marco Acquarelli presenta il disco Drops alla Casa del Jazz

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Marco Acquarelli presenta in concerto alla Casa del Jazz di Roma, mercoledì 20 dicembre alle ore 21.00 - con il quartetto formato da Daniele Tittarelli, Francesco Ponticelli e Fabio Sasso - il suo nuovo album “Drops” (Filibusta Records). Formazione nata nel 2015 dalla partecipazione dei quattro musicisti alle attività dell’AGUS COLLECTIVE di Roma. Alla terza esperienza discografica da leader Marco Acquarelli ed il suo gruppo si cimentano con un repertorio costituito interamente di brani originali discostandosi sensibilmente da quello che da molti è oggi definito mainstream jazz e che aveva caratterizzato le produzioni precedenti.

La sperimentazione ritmica, l’utilizzo di forme tematiche e di strutture armoniche asimmetriche, l’influenza di linguaggi alternativi al jazz presenti nell’esperienza di tutti i membri del gruppo e dello stesso compositore e, in ultimo, l’utilizzo dell’elettronica in due degli otto brani del CD, sono gli elementi distintivi di questo progetto, che nonostante questo rimane un gruppo “acustico” nel senso tradizionale del termine, essendo saldamente legato alla dinamica di un gruppo di improvvisatori jazz.

Marco Acquarelli 4et - line up
Marco Acquarelli - guitar, Daniele Tittarelli - alto sax, Francesco Ponticelli - bass, Fabio Sasso - drums

Casa del Jazz - ingresso: 10,00 euro - biglietteria aperta al nei giorni di spettacolo dalle 19:30 alle 22:00.
Prevendita Telefonica TicketOne - Tel. 892.101
(dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 21:00 e il sabato dalle 9:00 alle 17:30)

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Lucrezio de Seta presenta Brubeck Was Right alla Casa del Jazz

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Martedì 5 dicembre alla Casa del jazz di Roma Lucrezio de Seta in concerto presenta in anteprima il suo secondo lavoro da leader Brubeck Was Right pubblicato nel febbraio 2016 dall’etichetta Headache Productions. Un progetto originale e dinamico caratterizzato da una forte intensità emozionale, che alterna brani originali poetici e passionali a rielaborazioni moderne dei più grandi standard della tradizione jazzistica. Il disco si distingue per un sound originale e strizza l’occhio tanto alla tradizione quanto ai più moderni dettami estetici del jazz moderno: per la serata la formazione sarà completata da Ettore Carucci al pianoforte e Lorenzo Feliciati al basso. Il chiaro riferimento alla storica figura di Dave Brubeck, infatti, pur non venendo mai citato attraverso le sue celebri composizioni, è alla base di questo trio che reinterpreta famosi standard ed elabora composizioni originali (tutte a firma di Carucci) esplorando metriche dispari e ricercando una pronuncia originale ed immediata. Una formazione ricca di groove, dunque, in cui la batteria di Lucrezio de Seta, divisa tra tempi irregolari e pronunce swingate, trova la corretta vena interpretativa per rielaborare grandi classici del jazz. A fare il resto ci pensano il pianismo moderno di Ettore Carucci, caratterizzato da una grande padronanza del fraseggio e del comping mai banale, e il basso di Lorenzo Feliciati, perfetto nell’esecuzione e azzeccato nello stile asciutto e diretto.

Brubeck was Right! è un progetto innovativo, dalla forte vena creativa che partendo dalla tipica formazione in trio acustico si evolve senza timidezze reverenziali di stampo stilistico, dando vita ad arrangiamenti moderni e composizioni originali che ben si collocano nel panorama jazzistico più attuale.

Alle 20:30, prima del concerto, si terrà la presentazione del libro "Gente di Jazzinterviste e personaggi dentro un festival jazz" di Gerlando Gatto (edizioni KappaVu/Euritmica, Udine, 2017) con la prefazione di Paolo Fresu e la postfazione del filosofo Fabio Turchini - foto di Luca d'Agostino. I edizione - II ristampa. Con l'autore dialogheranno Ada Montellanico, Marco Giorgi e Luciano Linzi. L'opera contiene una serie di interviste ad importanti artisti della scena jazzistica italiana ed internazionale che, in epoche anche molto diverse, sono intervenuti al Festival Internazionale “Udin&Jazz”, tra i quali Stefano Bollani, Michel Petrucciani, Danilo Rea, McCoy Tyner, Gonzalo Rubalcaba, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Antonio Onorato, Maurizio Giammarco, Giancarlo Schiaffini, Cedar Walton, Joe Zawinul, Franco D’Andrea, Mino Cinelu, Paolo Fresu, Martial Solal e molti altri.

 Martedì 5 dicembre ore 20:30

LUCREZIO DE SETA TRIO

“Brubeck was right!”

Lucrezio de Seta batteria

Ettore Carucci pianoforte

Lorenzo Feliciati basso elettrico

 

Il concerto sarà preceduto dalla presentazione del libro

“Gente di Jazz” – interviste e personaggi dentro un festival jazz” di Gerlando Gatto (edizioni KappaVu/Euritmica, Udine, 2017). Con l’autore dialogheranno Ada Montellanico, Marco Giorgi, Luciano Linzi.

Ingresso euro 10

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William Lenihan & Marc Copland Quartet in concerto alla Casa del Jazz

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Giovedì 6 luglio l’appuntamento è con Summertime alla Casa del Jazz con William Lenihan & Marc Copland Quartet, formazione completata da Francesco Puglisi al contrabbasso e Lucrezio de Seta alla batteria. Una band internazionale che attraversa le lunghe strade del jazz e delle diverse musiche con suoni e idiomi che derivano da New York, passando da St. Louis per raggiungere Berlino.

Il linguaggio e lo stile esibiti nella musica originale della band sono alla base del jazz moderno, ma si sente anche l'influenza del modernismo europeo, musicale e pittorico. Lenihan e Copland hanno sviluppato individualmente idiomi armonici, come altri musicisti di jazz prima di loro, dalle invenzioni di Stravinsky, Bartok e Webern, ma le profondità del jazz sono i loro veri punti di partenza.

 

Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55, 00154 Roma

 

Giovedì 6 luglio

WILLIAM LENIHAN & MARC COPLAND QUARTET

Inizio concerto ore 21:00

Ingresso 15 euro

 

Line up

Marc Copland pianoforte

William Lenihan chitarra

Francesco Puglisi contrabbasso

Lucrezio de Seta batteria

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Alla Casa del Jazz torna SUMMERTIME: la programmazione del 2017

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Dopo il grande successo di "Tiger Rag", domenica 11 giugno, manifestazione ideata da Renzo Arbore, curata da Lino Patruno e dedicata a Nick La Rocca, torna SUMMERTIME, la rassegna estiva di concerti all’aperto nello splendido parco della Casa del Jazz. Un interessante e prestigioso cartellone conferma anche quest'anno la Casa del Jazz come luogo culturalmente sempre attivo e stimolante, punto di riferimento imprescindibile per il Jazz nella Capitale. Un cartellone che mescola star internazionali e italiane a musicisti meno conosciuti ed emergenti. Il tutto sotto il segno della assoluta qualità. In una cornice di assoluta bellezza e dalle condizioni acustiche senza eguali nella Capitale.

Apertura di Summertime mercoledi 21 giugno, con ingresso libero, in occasione della "FESTA DELLA MUSICA", con la proiezione di "Sicily Jass - The world’s first man in jazz" di Michele Cinque, documentario su Nick La Rocca e con la JAZZ OLTRE NIGHT, un evento straordinario con i docenti e i migliori allievi dei corsi Jazz Oltre, organizzati in collaborazione con il Conservatorio di Santa Cecilia.

Venerdì 23 giugnoMASSIMO NUNZI & PERUGIA BIG BAND, con Andrea Tofanelli alla tromba e Massimo Morganti al trombone ospiti speciali, esploreranno in parallelo i suoni modernissimi del jazz orchestrale italiano degli anni 60, attraverso le sigle di Tv 7 , Rischiatutto, Brava e la musica del film Il Sorpasso e il repertorio dello stesso periodo dell'orchestra di Stan Kenton, che fu il calco da cui prese forma la famosa orchestra dei varietà televisivi del sabato sera che, per più di trenta anni, hanno intrattenuto e divertito l'Italia.

Sabato 24 giugno è la volta di uno straordinario duo, RITA MARCOTULLI, pianoforte e MINO CINELU, percussioni nato l'anno scorso al Festival di Berchidda e in questa occasione per la prima volta a Roma. Due celeberrimi e grandi artisti dalle evidenti affinità. Un concerto fantastico dove suoni dell’acqua  e dedicati all’ acqua si alterneranno a brani originali.

Domenica 2 luglioPIANO CITY MILANO, la celebre manifestazione per la prima volta arriva a Roma, per una giornata speciale di concerti di piano solo alternati in diversi spazi del parco, nel corso della quale si alterneranno, Enrico Giaretta, Vittorio Mezza, Francesco Gazzara, Arturo Stàlteri e Alberto Pizzo.

Lunedì 3 luglioCHRIS POTTER TRIO. Chris Potter non ha bisogno di presentazione, tecnica stellare e versatilità, polistrumentista e compositore, è spesso citato da critici, musicisti e da un crescente numero di fan come il migliore sassofonista del suo tempo. Alla Casa del Jazz, Chris Potter si presenta, accompagnato da due straordinari musicisti, James Francies tastiere, pianoforte e il batterista Eric Harland, tra i più richiesti e stimati a livello mondiale oggi.

Martedì 4 luglio, doppio appuntamento: in apertura di serata, LUCA AQUINO “OverDOORS”. Luca Aquino è tra i musicisti italiani più richiesti e apprezzati all’estero, ingrado di proporre progetti sempre originali e differenti tra loro, collegati da un unico comune denominatore: un suono di tromba unico e immediatamente riconoscibile. Luca Aquino propone dal vivo il suo progetto OverDOORS, con Antonio Jasevoli alle chitarre, Dario Miranda al basso e Lele Tomasi ai tamburi. Profondamente ispirato dalla musica dei Ramones, Offspring e Stranglers il trombettista rivisita, a suo modo, i classici del repertorio dei Doors. A seguire, GREG BURK'S SOLAR SOUND Feat. ROB MAZUREK. La genesi di questo quartetto si può collegare al ricordo del Lunar Quartet di John Tchicai.Nel 2008 infatti Burk, Abrams e Carpentieri erano a fianco del sassofonista afrodanese, scomparso quattro anni dopo. Oggi il pianista Greg Burk riprende quel viaggio sonoro interrotto, invitando a bordo Rob Mazurek, ormai tra i nomi di punta della musica contemporanea. Affinità elettive artistiche, dunque, che naturalmente si ritrovano. Greg e Rob hanno composto materiale apposito per il gruppo, un repertorio aperto alla libera improvvisazione collettiva.

Giovedì 6 luglioWILLIAM LENIHAN & MARC COPLAND QUARTET con Marc Copland, pianoforte, William Lenihan, chitarra, Francesco Puglisi, contrabbasso e Lucrezio de Seta, batteria. Una band  che attraversa le lunghe strade del jazz e delle diverse musiche con suoni e idiomi che derivano da New York, St. Louis a Berlino. Il linguaggio e lo stile esibiti nella musica originale della band sono alla base del jazz moderno, ma si sente anche l'influenza del modernismo europeo, musicale e pittorico. Lenihan e Copland hanno sviluppato individualmente idiomi armonici, come altri musicisti di jazz prima di loro, dalle invenzioni di Stravinsky, Bartok e Webern, ma le profondità del jazz sono i loro veri punti di partenza.

Domenica 9 luglio, l’attesissimo ritorno di THE BAD PLUS, Ethan Iverson al piano, Reid Anderson al contrabbasso e David King alla batteria, da diversi anni uno dei gruppi più particolari e di successo della scena jazzistica mondiale che si contraddistingue per un repertorio che abbina loro composizioni originali, accanto a echi di Thelonius Monk e destrutturazione di successi pop. Da segnalare che questo è l'ultimo anno in cui Ethan Iverson farà parte del gruppo quindi l'ultima occasione per vederli insieme.

Lunedì 10 luglio, il trio PAOLO DAMIANI/ROSARIO GIULIANI/MICHELE RABBIA. Questo trio riunisce tre dei migliori musicisti italiani in assoluto e debutta alla Casa del Jazz, ma i tre solisti hanno spesso suonato insieme in diverse formazioni. In particolare , Damiani e Giuliani collaborano da tempo in duo, ed entrambi hanno  sovente incrociato lo straordinario percussionista torinese.

Giovedì 13 luglio, UNICA DATA ITALIANA dello stellare quintetto di WOLFGANG MUTHSPIEL con Ralph Alessi, tromba, Gwilym Simcock , pianoforte, Larry Grenadier contrabbasso, Jeff Ballard, batteria e naturalmente Wolfgang Muthspiel, chitarra. Protagonista la musica del suo ultimo cd "Rising grace"(ECM) acclamatissimo dalla critica di tutto il mondo. Wolfgang Muthspiel è considerato uno dei chitarristi più influenti della sua generazione,30 dischi pubblicati documentano il suo lavoro come bandleader e co-leader. Il suo interesse per l'improvvisazione lo ha portato al jazz e ha collaborato con TrilokGurtu, Dhafer Youssef, YoussouN'Dour, Maria João, Dave Liebman, Peter Erskine, Paul Motian, Bob Berg, Gary Peacock, Don Alias, Larry Grenadier, John Patitucci, e molti altri. Oltre ai suoi progetti jazz, Muthspiel è attivo nella composizione per ensemble di classica e contemporanea.

Lunedì 17 luglio, sul palco gli OREGON con RALPH TOWNER, PAUL MCCANDLESS, MARK WALKER che festeggiano il loro trentesimo album (CAM JAZZ), il primo con PAOLINO DALLA PORTA al contrabbasso: e confermano tutta la loro impareggiabile, florida, ineffabile abilità creativa, una continua e fresca sorgente di musica che, ancora una volta, si rivela incantevole. Autentici precursori di world music, ancora estremamente freschi ed attuali.

Martedì 18 luglioThe JOHN SCOFIELD Uberjam Band, garanzia di una musica dal robusto impatto sonoro e ritmico. A fianco dell’autorevole leader c’è un secondo chitarrista, Avi Bortnick, un bassista elettrico, Andy Hess, e un instancabile macinatore di ritmi come DENNIS CHAMBERS di nuovo live con Scofield dopo quasi 30 anni! Musicista dalla inequivocabile cifra stilistica, John Scofield è protagonista sin dalla fine degli anni Sessanta di una carriera artistica multiforme, scandita da progetti diversi per impianto strumentale e a cui piace sperimentare, rimettersi continuamente in gioco; la sua collaborazione di metà anni Ottanta con Miles Davis continua ad essere un punto fermo nel suo percorso evolutivo.

Venerdì 21 luglio, per la prima volta alla Casa del Jazz il grande BILL FRISELL con il suo Trio. La collaborazione di Frisell con i musicisti con cui forma il trio, Tony Scherr al basso e Kenny Wollesen alla batteria, ha molti anni alle spalle. Ha detto Frisell: "Il mio trio con Tony Scherr and Kenny Wollesen è probabilmente il gruppo più spontaneo e flessibile con cui io abbia mai suonato. Insieme a loro il programma del concerto può sempre cambiare, dipende dall’umore del momento, dal luogo, dal pubblico, da quanto abbiamo viaggiato, mangiato, dormito nelle ultime ore. Non programmiamo mai la scaletta del concerto. Con Tony and Kenny ho il piacere di suonare solo quello che mi viene in mente in quel dato momento. Può essere musica da qualunque dei miei album, brani standard, canzoni pop, folk, qualsiasi cosa. Questi musicisti mi ispirano e mi pongono una sfida ogni volta in cui suoniamo insieme”. Non è certamente sbagliato affermare che Bill Frisell è uno beniamini della chitarra tout – court.  Il più prolifico e ispirato chitarrista-compositore odierno, l'unico capace di attraversare i generi senza perdere identità e stimoli creativi continua il suo viaggio attorno alla musica.

Sabato 22 luglioTANOTRIO feat. KENNY WERNER, un quartetto con Kenny Werner, pianoforte, Daniele Germani, sax alto, Stefano Battaglia, contrabbasso e Juan Chiavassa, batteria. TanoTrio è una formazione nata nell’autunno del 2016 a Boston (USA). Propone un jazz dalla forte influenza melodica e chiara è la contaminazione da parte del free jazz e della musica classica contemporanea europea e statunitense. Il repertorio presenta brani originali e rivisitazioni di standard della tradizione jazzistica americana che spaziano da John Coltrane, Wayne Shorter, Ornette Coleman al giorno d’oggi. La risultante è un continuo susseguirsi di armonie, melodie, giochi ritmici che possono confluire in temi, canovacci prestabiliti o dare vita a vere e proprie composizioni estemporanee. In questo concerto al trio si aggiunge Kenny Werner, considerato uno dei più interessanti e particolari pianisti della scena internazionale.

Domenica 23 luglioBOKANTE', il nuovo progetto creato dal fondatore e leader della band rivelazione di questi ultimi anni SNARKY PUPPY, Michael League, che affonda le radici tra il Delta del Mississippi e il deserto africano. Bokanté significa “Scambio” in creolo, la lingua della giovane cantante Malika Tirolien, cresciuta nell’isola caribica di Guadalupa. Otto musicisti provenienti da quattro diversi continenti che portano sul palco la propria conoscenza e la propria tradizione. Con due Grammy Award e un implacabile successo planetario League torna a rimettersi in gioco esordendo con un progetto che promette essere esplosivo

Mercoledì 26 luglio, ancora un doppio concerto ma targato ALFA MUSIC, intraprendente etichetta romana con la collaborazione con la Reale Ambasciata di Norvegia a Roma: in apertura il progetto TRAVEL, Marit Sandik, voce, Maurizio Giammarco, sax, Fulvio Sigurtà, tromba, Eivind Valnes, pianoforte, Raffaello Pareti contrabbasso, Maurizio Picchiò batteria. Le composizioni di ”Travel” sono di Sandvik. Sono composizioni melodiose e ritmiche, un jazz moderno con richiamo sia alle tradizioni jazz americane che europee, ma anche alla musica brasiliana. Seguirà il PASQUALE INNARELLA QUARTET una realtà attiva già da diversi anni, che presenta “Migrantes”. Il concerto sarà dedicato al contrabbassista PINO SALLUSTI, recentemente scomparso. Pasquale Innarella unisce nel suono dei suoi sassofoni improvvisazione radicale e senso melodico in una fusione stretta e vivace, animata da un equilibrio tutto personale tra questi due poli. La costruzione del quartetto segue un principio analogo.

Venerdì 28 luglioCHARLES LLOYD QUARTET feat. Gerald Clayton, Reuben Rogers & Eric Harland. Charles Lloyd è uno dei più grandi sassofonisti viventi, un'autentica leggenda. Nato a Memphis negli anni Trenta, una delle capitali del blues, vanta collaborazioni variegate: Cannonball Adderley, Eric Dolphy e Ornette Coleman, ma anche e i Doors, i Beach Boys e Howlin’ Wolf. Fin da giovane è stato attratto dalla musica classica contemporanea e la sua opera ha spaziato negli anni dal gospel all’avanguardia jazzistica, senza tralasciare una certa fascinazione per l’esotismo nella scelta della strumentazione e dei timbri. Lloyd concepisce il sassofono come estensione della vocalità umana e il suo canto è un centro di gravità per il gruppo, di grande impatto lirico. Lloyd è anche noto per aver lanciato le carriere di molteplici pianisti, Keith Jarrett e Michel Petrucciani, quindi il ruolo di Gerald Clayton nel quartetto assume una particolare valenza.

Martedì 1 agostoPETER ERSKINE is Dr. Um. Un’autentica icona del jazz mondiale, uno dei protagonisti della storia della musica moderna, uno dei batteristi più completi. In qualità di leader scrive splendide pagine musicali, le sue collaborazioni si susseguono nel corso degli anni nutrite da altrettanti nomi fondamentali del panorama musicale. Dr. Um è il titolo del suo più recente cd uscito per la Fuzzy Music, acclamato dalla critica mondiale, in cui Erskine esplora le sonorità R&B e Fusion che lo hanno visto protagonista assoluto degli anni '80.

Dopo lo straordinario successo dello scorso anno, tutto esaurito, ritorna, giovedì 3 agosto, la SWING NIGHT, quest'anno con PIJI IN CONCERTO e tanti altri ospiti. A bordo della mitica De Lorean di “Ritorno al Futuro” – passando dal 2017 agli anni Quaranta e viceversa – Piji viaggia dal vivo tra rivisitazioni swing di brani storici e brani originali, verso un modo completamente nuovo di fare musica, praticamente ancora sconosciuto in Italia: l’electro swing, che Piji e la sua band pensano in una chiave molto suonata, con la forza delle nuove timbriche elettroniche e l’improvvisazione jazzistica, la canzone d’autore e il jazz manouche.

Chiuderà l’edizione 2017 di “Summertime” alla Casa del Jazz, lunedì 7 agostoADA MONTELLANICO che, con il suo quintetto, presenterà il suo nuovo cd, “Abbey's road, omaggio a Abbey Lincoln”. Ada Montellanico presenta questo omaggio con estrema originalità ed empatia mettendo in risalto la forza narratrice delle composizioni della Lincoln ed esaltando quello che è il carattere africano della suo mondo sonoro e la sua profonda trasgressività. La scelta di creare una band atipica, dona a questa particolare formazione un sound energico e coinvolgente, esaltato dagli arrangiamenti curati dal grande trombettista Giovanni Falzone. A loro si uniscono alcuni degli astri nascenti del jazz italiano: Matteo Bortone al contrabbasso, vincitore del Top Jazz 2015, Filippo Vignato al trombone, vincitore del Top Jazz 2016 e Ermanno Baron alla batteria.

Da segnalare inoltre 2 serate all'insegna della canzone d'autore più sofisticata. Saint Louis Management presenta questi 2 appuntamenti: mercoledì 19 luglioBUNGARO, per celebrare 25 anni di carriera, presenterà “Maredentro Live” che raccoglie i brani più significativi del suo repertorio, oltre ad una strepitosa versione de “L’ombelico del mondo/ Lu viddiccu di lu mundu”, adattata nel testo e cantata in dialetto brindisino sua terra di origine. Per la prima volta canta e pubblica canzoni indimenticabili in una chiave totalmente inedita e originale. Durante il concerto, ospite il sassofonista ROSARIO GIULIANI.

Lunedi 24 luglio, con il contributo di Engel & Voelkers, JOE BARBIERI, uno dei più apprezzati talenti italiani: scoperto da Pino Daniele, che ne è stato il primo produttore, nel corso della sua carriera ha collaborato - tra gli altri - con Gianmaria Testa, Omara Portuondo, Stefano Bollani, Stacey Kent, Fabrizio Bosso, Jorge Drexler, Hamilton De Holanda, Peppe Servillo e Luz Casal. Joe Barbieri presenterà, ”Origami” un disco intimo, coinvolgente, uscito in questi giorni ad oltre due anni di distanza dal precedente. Joe Barbieri firma il suo quinto album di inediti in cui sono raccolte 11 canzoni, alle quali prendono parte alcune eccellenze della musica italiana, come Paolo Fresu.

E un'anticipazione: Sabato 23 settembre, la Casa del Jazz ospiterà il concerto conclusivo di Una Striscia di Terra Feconda, Festival Franco-Italiano di Jazz e Musiche Improvvisate, direzione artistica Paolo Damiani e Armand Meignan con la prima nazionale del vincitore del Premio Siae 2016, GABRIELE EVANGELISTA QUARTET: Gabriele Evangelista contrabbasso Pasquale Mirra vibrafono, Gabrio Baldacci chitarra, Bernardo Guerra batteria  e la produzione originale,Residenza D’Artista franco italiana, "F.A.R.E.": FOURNEYRON/ARCELLI RESIDENCE ENSEMBLE Fidel Fourneyron trombone, composizione, Cristiano Arcelli alto sax, composizione (vincitore del concorso nazionale di MIDJ –Associazione nazionale musicisti di jazz), Francesco Diodati chitarra, Matteo Bortone contrabbasso, Bernardo Guerra batteria.


Durante Summertime sarà in funzione anche il servizio bar/ristorazione.

SUMMERTIME 2017

tornano i concerti all’aperto alla Casa del Jazz

dal 21 giugno al 7 agosto 2017 ore 21

PARCO DELLA CASA DEL JAZZ

 

Biglietti in vendita su www.ticketone.it

Casa del Jazz

viale di Porta Ardeatina, 55

Info: 
06/704731 
www.casajazz.it

 

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Jacopo Ferrazza in concerto alla Casa del Jazz presenta l’album d’esordio “Rebirth”

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Venerdì 3 febbraio ore 21.00, Jacopo Ferrazza presenta in concerto alla Casa del Jazz l’album d’esordio “Rebirth” con il suo trio composto da Stefano Carbonelli alla chitarra e Valerio Vantaggio alla batteria. Ferrazza, classe 1989, si cimenta qui con la sua prima prova da leader in un album nel quale confluiscono non solo le sue già numerose esperienze musicali, ma anche una componente emotiva molto forte che permea le 9 tracce dell’album. Il conceptdel disco sembrerebbe quasi  quello del romanzo di formazione, in questa sua volontà di imbrigliare e spiegare un mutamento esistenziale attraverso la musica. Ciascun brano attraversa, raccontandoli, diversi stati d’animo, per culminare nella “rinascita” raccontata proprio dal brano che dà il titolo all’album.

Ad aprire il disco è Indigo Generation, brano strutturato su un tema molto melodico, in grado però di svilupparsi con una metrica sempre diversa. Ferrazza riutilizza e scompone gli elementi armonici e ritmici in questa composizione che si rivela la più solare dell’album. I successivi Blind Painter e Living The Bridge sono due brani molto particolari che ben illustrano le capacità di questo giovanissimo contrabbassista. Il primo colpisce per le scelte metriche audaci: continuamente cangianti, mettono in luce l’incredibile interplay con Carbonelli e Vantaggio.

Living The Bridge si configura come una delle composizione più intimiste di Rebirth. Il ponte del titolo è quello che collega i momenti di stasi ai grandi cambiamenti della vita, e di quella calma solo apparente sa farsi interprete la musica di Ferrazza. C’è un movimento sotterraneo che ne percorre le atmosfere dilatate, ben scandito dalla batteria di Vantaggio.

Atmosfere cupe in un brano suddiviso in 5 movimenti: After Wien è una continua altalena tra passato e presente. Liberamente ispirato al Prometheus di Alexander Scriabin, la composizione è caratterizzata da diversi temi di chitarra classica che rappresentano i flashback in contrapposizione al “realismo” della batteria.

Notturno e Il Teatro dei Rami sono un tuffo nel mondo onirico di Ferrazza, mai scevro comunque da una particolare tensione, a sottolineare turbamenti e riti di passaggio. Lovers in Gravity, con le sue lunghe fughe per chitarra e contrabbasso ad amplificare una certa cupezza del brano, si caratterizza anche per l’energica batteria di Vantaggio che conferisce alla traccia un appeal quasi rock.

Nel mezzo, Pirandello Madness, unico episodio dell’album a firma di Stefano Carbonelli, una suite perfettamente incastonata in questa sorta di flusso di coscienza ininterrotto.

Lo stesso che trova compimento nell’ultima traccia, Rebirth, non a caso la più lunga del disco, che ne rappresenta il compendio ideale con la sua capacità di raccontare, attraverso la musica, la complessità di un musicista che, nonostante la giovane età, ha vissuto già abbastanza da potersi permettere di rinascere. 

 

FORMAZIONE

Jacopo Ferrazza, bass

Stefano Carbonelli, guitar

Valerio Vantaggio, drums

 

Casa del Jazz

Jacopo Ferrazza “Rebirth”

viale di Porta Ardeatina, 55

Info: 06/704731

Ingresso 10 euro

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Rosario Bonaccorso presenta A Beautiful Story alla Casa del Jazz

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Domenica 29 gennaio alle 21.00 alla Casa del Jazz di Roma, Rosario Bonaccorso presenta il suo nuovo album “A Beautiful Story” in uscita il 27 Gennaio 2017 per l’etichetta Jando Music/Via Veneto Jazz. Sul palco con lui, tre giovani “leoni” del jazz italiano: Dino Rubino al flicorno, Enrico Zanisi al pianoforte e Alessandro Paternesi alla batteria. Dopo l'ultimo capitolo "Viaggiando" firmato nel 2015 sempre per Jando Music/Via Veneto Jazz, la lunga storia musicale di Rosario Bonaccorso prosegue, arricchendo il suo percorso discografico, di band-leader e compositore. 

“A Beautiful Story” apre, quindi, un nuovo capitolo nel mio percorso musicale di Rosario: dopo la trilogia scritta sul tema del viaggio (Travel Notes, In Cammino e Viaggiando), questa volta vengono esplorati i momenti di vita e i sentimenti, l’età che avanza, l’amore che vive, il passato, l’amicizia e tante altre storie. Ho la fortuna di vivere la vita che sognavo fin da ragazzo - afferma Rosario - e forse questa è la mia vera “Beautiful Story”. Per trasformare e fissare in musica queste fotografie di vita, Bonaccorso ha lasciato che la melodia uscisse da sola, libera e ispirata. Questo cd ne è il risultato.

Le dodici composizioni da lui firmate per "A Beautiful Story", che è anche la title track dell’album, conquistano fin dal primo ascolto, la musica sorprende, spazia e ci trasporta in quel suo raffinato universo personale, dove si rinnova la forza della scrittura di Bonaccorso, che conquista l’ascolto per profondità e bellezza. Per questo nuovo lavoro discografico il contrabbassista ha chiamato al suo fianco Dino Rubino al flicorno, Enrico Zanisi al pianoforte e Alessandro Paternesi alla batteria. 

Tre giovani “leoni” del jazz italiano già apprezzati nel panorama europeo. C’è una magia speciale nella direzione musicale e nel suono raffinato di questo quartetto, in cui spicca quel gusto tutto italiano di creare musica, di cui Rosario Bonaccorso da tempo è apprezzato rappresentante e portavoce. Fin dalla prima nota insieme – ricorda Bonaccorso - si è creato immediatamente un rapporto umano e musicale straordinario. Quando suoniamo sento che freschezza improvvisativa, conoscenza della tradizione, libertà espressiva, maturità, un po’ di pazzia, si fondono insieme e soprattutto,  abbiamo creato un nostro suono, questo era quello che cercavo. Quando poi rifletto che ognuno di loro ha trent’anni meno di me, penso a quanto sia meravigliosa la nostra vita artistica; in un momento si cancellano le età, la mia e la loro, e rimane solo quel che si ha da dire in modo puro.

 

 

Rosario Bonaccorso

In concerto alla Casa del Jazz domenica 29 gennaio

presenta il nuovo album “A beautiful story”

 

Rosario Bonaccorso “A Beautiful Story”

Domenica 29 gennaio ore 21.00

Casa del jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55

Infoline 06 704731

Ingresso 10 euro

 

FORMAZIONE

Rosario Bonaccorso| contrabbasso

Dino Rubino| flicorno

Enrico Zanisi | piano

Alessandro Paternesi | batteria

 

 

Gaito Ufficio Stampa e Promozione
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+ 39 06 45677859
Via Vincenzo Picardi, 4C
00197 Roma
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Samuele Mammano parla del disco Euphoria: “un puzzle che racconta 30 anni di vita”

Si intitola Euphoria il primo disco che porta la firma del trombettista cantante Samuele Mammano pubblicato nel 2016 da Groove Master Edition. Un lavoro che racchiude un percorso di vita durato 30 anni, fatto di composizioni di grande livello che non nascondono una certa malinconia verso la Sicilia, terra d’origine dell’artiste. Samuele in persona ci ha raccontato questa avventura che lo ha portato a intraprendere un tour in Giappone  e a pubblicare il primo disco in studio.

Euphoria rappresenta l'insieme di tanti elementi di un puzzle raccolti in 30 anni di vita tra esperienze non solamente musicali, ma anche quotidiane e di fede. I testi, scritti in collaborazione con il musicista Giuseppe Santangelo, oltre alla componente estrosa, intendono mettere in risalto anche la malinconia verso la terra natia (Sicilia) che ho dovuto temporaneamente lasciare, per far conoscere la mia musica in giro per il mondo (Giappone, Stati Uniti, America Latina ed Europa). Le mie composizioni sono state impreziosite dal flautista Nicola Stilo, per nove anni fedele compagno, tra gli altri, del famoso trombettista jazz americano Chet Baker, che ha voluto fortemente aderire a questo affascinante progetto musicale, mentre gli arrangiamenti sono stati curati da Rocco Mammano.”

Un percorso, quello di Samuele Mammano, che comincia fin dalla tenere età in una famiglia di musicisti e che prosegue nel corso del tempo con esperienze variegate.

Il mio percorso – ci spiega infatti Samuele - è un po' particolare nel senso che sono nato in una famiglia di musicisti, quindi la musica è sempre stata parte integrante della mia vita. Ricordo ancora una foto in cui, all'età di 4 anni, suonavo il pianoforte, o meglio rompevo i timpani a tutti credo (ride ndr), con davanti gli spartiti a casa di mio Nonno (Totò Mammano). Parallelamente al percorso scolastico che ognuno di noi compie, ho studiato clarinetto con i Maestri Tignino e Sgroi e successivamente Tromba con mio Nonno. Nel medesimo tempo, ho suonato in pubblico con vari gruppi dall'età di 14 anni. Ho cantato nei Musical con il gruppo Cesma diretto da padre Angelo Strazzanti, a cui devo molta della mia formazione sia spirituale che "vocale". Mi sono laureato in Ingegneria Informatica e, contemporaneamente, ho frequentato seminari jazz e suonato in varie parti del mondo. Lo scorso maggio ho concluso  un master al Conservatorio "O.Vecchi " di Modena in qualità di "operatore musicale" ed attualmente studio Tromba nello stesso conservatorio.

Un disco che senza dubbio rappresenta un punto di partenza e che per certi versi si contrappone al percorso di studi portato avanti dall’artista. A proposito Samuele prosegue spiegandoci che:

Francamente, non mi sarei mai immaginato di pubblicare un album perché, non era nei miei piani, in quanto oggi dovrei essere seduto davanti ad un PC a fare l'ingegnere informatico; senza dubbio, il disco è un grande punto di partenza, speriamo ce ne siano altri (ride ndr). Nel mio piccolo, mi auguro che la gente possa semplicemente ascoltare i brani di "Euphoria" tra un bicchiere di vino o leggendo un libro o magari mentre affronta un lungo viaggio ricordando la bellezza della vita nonostante le difficoltà.”

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Samuele Mammano presenta il disco Euphoria alla casa del Jazz

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Venerdì 2 dicembre alla Casa del Jazz di Roma il vocalist e trombettista Samuele Mammano presenterà il suo disco Euphoria pubblicato da Groove Master Edition. Un concerto che lo vedrà andare in scena alla testa di un quintetto completato da Alberto Fidone al contrabbasso, Marcello Arrabito alla batteria, Rocco Mammano al pianoforte e Marco Caruso al sax contralto.

Samuele Mammano è un giovane artista siciliano d'origine, ma modenese di adozione, che, dopo aver suonato con Stjepko Gut al Club La Meridiana, è stato capace a fine febbraio di aggiudicarsi il prestigioso contest americano "So you think you can jam" del "Dave Koz and Friends at Sea". Una vittoria che permetterà al musicista di Gela di esportare la propria musica in tutto il mondo (States e Giappone), con l'uscita del proprio primo disco, intitolato "Euphoria", i cui testi dei brani sono stati scritti in collaborazione con il musicista Giuseppe Santangelo, il progetto grafico realizzato da Rocco Cuvato. Il tutto impreziosito dai dipinti messi a disposizione dal pittore, conterraneo di Samuele, Giovanni Iudice, esposti nella mostra, curata da Vittorio Sgarbi, "Artisti di Sicilia. Da Pirandello a Iudice", che ripercorre la produzione artistica, fotografica e documentaristica dell'isola dagli anni '30 ad oggi, inseriti nella grafica del disco. Un'occasione imperdibile per ascoltare gli inediti dell'artista gelese e per vivere una serata all'insegna di un viaggio a suon di jazz alla riscoperta delle radici siciliane di Samuele Mammano, ma con uno sguardo proiettato verso il mondo, con un linguaggio universale che solo la musica è in grado di offrire. 

Samuele Mammano sta vivendo un momento straordinario della sua vita artistica. L'artista gelese dopo il successo negli Stati Uniti, è appena rientrato dal Giappone dove ha tenuto concerti dall'  1 al 26 novembre, assapora un succeso inatteso: è in testa alla classifica iTunes Jazz Italia con il suo album Euphoria che Accento ha presentato in anteprima. La notizia dell'incredibile scalata di Samuele Mammano, accolto a Gela, lo scorso mese con tanti caldi applausi durante il concerto nella sua città natale, è stata annunciata con un tweet dalla Groove Master Edition, la casa discografica indipendente che ha creduto in lui.Nonostante i successi in Italia all'estero Samuele vince con la sua umiltà e la sua professionalità. Ha l'aria del bravo ragazzo ma con la sua musica sta conquistando piccoli pezzi di mondo. Bravo Samuele. Anzi bene, bravo, bis.

 

Casa del Jazz

Viale di Porta Ardeatina, 55, 00154 Roma

Telefono: 06 704731

venerdì 2 dicembre ore 21

Ingresso euro 15,00


Groove Master Edition presenta

SAMUELE MAMMANO QUINTET

Samuele Mammano   voce, tromba

Alberto Fidone contrabbasso

Marcello Arrabito batteria

Rocco Mammano pianoforte

Marco Caruso sax contralto

Japanese tour november 2016

 

1-10 novembre - Samuele Mammano Jazz Duo - Osaka - Grandi Magazzini Hankyu

2 novembre - Samuele Mammano Jazz Duo - Nagoya (9 pm)

12 novembre - Samuele Mammano Jazz Duo - Ristorante la Scogliera - Tokyo

13 novembre - Samuele Mammano Jazz Duo - BFlat -Akasaka - Tokio

14 novembre - Samuele Mammano Jazz Duo - feat Sanshiro Fujimoto - Small Cafè - Tokyo

15 novembre - Samuele Mammano Jazz Duo - feat Sanshiro Fujimoto - Jazz Club - Tokyo

19 novembre - Samuele Mammano Jazz Duo - Tokio

25 novembre - Samuele Mammano Jazz Duo - Tokio

26 novembre - Samuele Mammano Jazz Duo – Tokio

 



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