Jazz Agenda

CASA DEL JAZZ LIVE DIARY: Fonderia , Nico Di Palo & Vittorio Scalzi “New Trolls”

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Eccoci qui , come al solito a seguire il festival PROGRESSIVAMENTE , evento ospitato dalla Casa del Jazz .Questa sera ascolteremo prima uno splendido progetto quale quello della Fonderia, gruppo formato da Emanuele Bultrini (chitarra), Stefano Vicarelli (piano  organo synths), Federico Nespola (batteria), Luca Pietropaoli (tromba) e Paolo Pecorelli (basso). Subito dopo, per non farci mancare nulla, Nico Di Palo (voce e tastiera) e Vittorio De Scalzi (voce ,tastiere,chitarre e flauto) ci riporteranno agli albori del prog italiano con la loro storica formazione dei New Trolls, accompagnati da Andrea Maddalone (chitarra e voce), Francesco Bellia (basso e voce), Roberto Tiranti (voce e chitarra) e Giorgio Bellia (batteria). La Fonderia ci propone un’emozionate miscela di prog, jazz, rock e funk. La musica scorre leggera e ci lasciamo prendere dai ritmi dati dalla batteria e dai fantastici suoni emessi dal basso, che passa dalle sonorità rotonde e piene degli anni ’70 a suoni più duri, quasi rock. Il tutto è intramezzato da splendide melodie di tromba che ci riportano a suoni più vicini al jazz, e da una chitarra e una tastiera che ci avvicinano più al mondo del progressive. Gradita sorpresa è stata la partecipazione di Barbara Eramo, che con la sua splendida voce ha dato vita, insieme alla Fonderia, a un momento magico ed emozionate . In conclusione questo progetto risulta piacevole, ben fatto e soprattutto molto sentito dal gruppo. Il risultato che ne esce è sicuramente frutto di un duro lavoro, e gli si renda merito di questo.

 

“New Trolls”, cosa vogliamo aggiungere? Un concerto tenuto magistralmente, una carica che qualche spettatore definisce migliore di quella dei tempi che furono. Non credo di essere abbastanza bravo per descrive la forza , il ritmo e l’aria che si respirava mentre suonavano. Le voci di Nico Di Palo e di Vittorio De Scalzi sembrano essere le stesse di qualche decennio fa; sembra che per loro il tempo si sia fermato, e ancora brucino il palco. Vittorio De Scalzi si agita alle tastiere canta e suona il flauto, mentre Nico Di Palo, più contenuto, ci stupisce con la sua voce. Il resto della band non è da meno e sembra di sentire le vocalizzazioni dei vecchi “New Trolls” . Iniziano suonando parte del Concerto Grosso n° 1 e del Concerto Grosso n° 2. Ci deliziano con il nuovo album Concerto Grosso – The Seven Seasons, dove si avvalgono della collaborazione di Shel Shapiro per le liriche in inglese e chiudono con i loro pezzi classici del primo pop italiano. A mezzanotte si sta per concludere il concerto, ma il pubblico chiede a gran voce un bis. Con grande sforzo dell’organizzazione gli viene concesso. Chiudono, a sorpresa, con la partecipazione diMax Tortora che interpreta assieme a Vittorio De Scalzi l’ultimo pezzo della serata. Se avete la possibilità non perdetevi un concerto di questa formazione…anzi non dovete assolutamente perderlo!

Valentino Lulli

foto di Valentino Lulli

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CASA DEL JAZZ LIVE DIARY: Goblin…Rebirth e Murple a Progressivamente

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Quanti avranno rimpianto la lunga chioma di gioventù da poter scuotere assieme alla batteria diAgostino Marangolo ieri sera? Quello a cui abbiamo assistito nell’ambito del festivalProgressivamente, è stato un concerto dal dovuto successo (nonostante, purtroppo, la Casa del Jazznon fosse gremita come in altre occasioni), trascendente ogni discussione riguardo la divisione della band originaria in due analoghe. I Goblin…Rebirth ci hanno regalato il meglio di se stessi, suonando con la passione e l’entusiasmo che sempre li ha contraddistinti. L’attuale formazione, voluta da Fabio Pignatelli e Agostino Marangolo, due dei componenti storici dei Goblin, ha accolto nelle sue filaAidan Zammit e Danilo Cherni alle tastiere e un instancabile quanto virtuoso Giacomo Anselmi alle chitarre. Ad acclamarli anche un buon numero di giovanissimi; tra i quali il gruppo è diventato popolare probabilmente più attraverso Profondo RossoSuspiria ed altri noti film che vantano colonne sonore a cura di Pignatelli e Marangolo. Eppure sotto (e sopra!) il palco ci sembrano tutti giovani e ruggenti al momento, presi dal tuffo negli “anta ribelli” che stanno vivendo. Per un’ora e mezza, senza sosta, l’attenzione è rapita. Sono loro a farla da padrone. Nessuno si muove (sono pochi gli audaci che sfidano i vicini di sedia alzandosi col rischio di distrarre l’intera fila!), non c’è chiacchiericcio. Solo sguardi d’intesa e scrosci di applausi. Alle spalle dei musicisti, in un loop psichedelico, scorrono scene dei film ai quali i Goblin hanno “prestato gli strumenti”, creando un’atmosfera inquietante ed “allucinogena”.

I brani si incalzano, Anselmi si destreggia rapido tra una chitarra elettronica ed una acustica. C’è spazio però per una parentesi in cui è Marangolo a prendere la parola e presentare il progetto proposto per l’occasione. Goblin è forse uno dei momenti più intensi del concerto, nel quale è proprio Marangolo a regalarci un provocante assolo di batteria e in cui comunque tutti gli strumenti risultano più spinti. Alla fine, quando Anselmi prende in mano il suo bouzouki, sappiamo tutti bene cosa ci attende! Sulla scritta “Avete visto PROFONDO ROSSO di Dario Argento” i Goblin Rebirth ci salutano; e noi li omaggiamo con una meritatissima standing ovation. Si riaccendono le luci. Le sedie vuote. Per la nostra band non è finita qui! Difatti il pubblico si è affrettato sotto il palco a complimentarsi di persona, a porgere un saluto o semplicemente nel tentativo di scambiare una chiacchiera con uno dei musicisti. Ed è proprio da questo lato del palco che ci colpisce un Wolkswagen, parcheggiato come se fosse in esposizione per i sopracitati “anta ribelli”, che reca la scritta Murple, il secondo gruppo previsto per questa sera. Speriamo di vederli saltar fuori proprio da lì al momento giusto, ma non è così.

Sono già sul palco a prepararsi, approfittando della distrazione momentanea. Forse l’attenzione per questa formazione è stata mal valutata, perché invece ci hanno dimostrato di avere una gran carica ed ironia. Pier Carlo Zanco, Mario Garbarino e Duilio Sorrenti hanno ricostruito il gruppo nel 2008, “regalando” ai fans un secondo album: Quadri di un’esposizione. Ispirato all’omonima creazione di Musorgskij. Ad accompagnarli durante la serata Maurizio Campagnano alla chitarra e la giovanissima voce di Claudia d’Ottavi. L’emozione dei componenti è palpabile; la d’Ottavi, probabilmente nuovissima recluta, cerca conferma negli occhi degli altri quando si tratta di presentare i brani. Con grande tenerezza viene supportata dal gruppo, che un po’ la burla (bonariamente è ovvio!), un po’ la incoraggia. Il tempo per loro è breve, per questo non si risparmiano mai. Il salto da un progressive più “duro” ad atmosfere più folkeggianti è piacevole e ci rilassa. Baba Yaga, tutta al femminile, ci piace molto; e Claudia d’Ottavi dimostra di saper gestire bene il palco col suo volteggiare e il fare un po’ teatrale a discapito dell’aria lievemente impacciata che sembrava avere all’inizio. La dimostrazione è che i Murple hanno saputo coraggiosamente tener testa al caleidoscopio di emozioni che li avevano preceduti, senza tentennare. Divertendosi e divertendo hanno dato degna chiusura alla serata. Peccato per chi non c’era, perché noi ne siamo usciti entusiasti!

Serena Marincolo

foto di Valentino Lulli, Riccardo Arena

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Stefano Saletti e la piccola banda Ikona alla Casa del Jazz

Giovedì 11 agosto, Casa del Jazz Festival presenta: “Notte Mediterranea” con Stefano Saletti e laPiccola Banda Ikona. Ospiti speciali: Ambrogio Sparagna, Jamal Ouassini. Stefano Saletti presenta un progetto particolare dedicato a far conoscere affinità e differenze negli stili vocali e musicali dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo: le influenze, le contaminazioni, le specificità. Un viaggio affascinante tra i canti e i suoni del Mediterraneo: dalla polifonia balcanica ai canti del sud d’Italia, dai mouwashas arabo-andalusi, al fado portoghese, dai canti sefarditi della diaspora ebraica alle esperienze del canto in Sabir l’antica lingua del Mediterraneo. Polistrumentista, profondo conoscitore delle musiche del Mediterraneo e direttore di ensemble musicali internazionali, Saletti è il fondatore della Piccola Banda Ikona, formazione che al suo interno ha prestigiosi musicisti come le cantanti Barbara Eramo e Ramya, il fiatista Gabriele Coen, il violinista Carlo Cossu, il bassista Mario Rivera e il batterista Leo Cesari. Il gruppo per questa “Notte Mediterranea” si arricchisce di ospiti come Ambrogio Sparagna direttore dell’Orchestra Popolare italiana e il violinista Jamal Ouassini direttore della Tangeri Cafè orchestra. La Piccola Banda Ikona canta in Sabir, l’antica lingua franca che marinai, pirati, pescatori, commercianti, armatori, parlavano nei porti del Mediterraneo: da Genova a Tangeri, da Salonicco a Istanbul, da Marsiglia ad Algeri, da Valencia a Palermo.

Saletti e la Piccola Banda Ikona hanno ripreso questa sorta di esperanto marinaro, formatosi poco a poco con termini presi dallo spagnolo, dall’italiano, dal francese, dall’arabo, e l’hanno fatto rivivere scrivendo intensi brani che percorrono le atmosfere sonore della tradizione popolare del centro-sud Italia miscelate a melodie balcaniche, arabe, greche, sefardite. Nel 2008 è uscito per l’etichetta Finisterre il Cd “Marea cu sarea”, che è entrato ai vertici della classifica di Folk Roots, l’autorevole rivista inglese di world music e nella classifica dei migliori dischi del 2008 stilata dalla World Music Charts Europe, la classifica ufficiale della World music europea. La Piccola Banda Ikona nel 2009 ha ricevuto il prestigioso “Coups de coeur du jury” al Babel Med di Marsiglia per il Cd “Marea cu sarea”. In questi anni ha effettuato tour in diversi paesi europei e del Mediterraneo: Spagna, Portogallo, Francia, Bosnia, Grecia, Croazia, Svizzera e, naturalmente, in Italia.

Il precedente Cd “Stari Most” – pubblicato nel 2005 – era dedicato al Ponte Vecchio di Mostar in Bosnia, fatto crollare nel ’93, che da sempre rappresentava il simbolo dell’incontro e del passaggio dall’Occidente all’Oriente. Il disco è stato inserito nelle liste dei dischi più belli usciti nel 2005 stilate da World Music Charts Europe e da Folk Roots. Il loro brano Tagama è stato incluso in Buddha Bar vol. VIII e in Buddha Bar Ten Years che racchiude il meglio della produzione della famosa compilation dell’etichetta francese GeorgeV, oltre che nel Cd di Folk Roots (agosto/settembre 2006). La Piccola Banda Ikona ha effettuato numerosi lavori teatrali. Nell’estate 2007 ha riscosso un grande successo nell’esecuzione dal vivo delle musiche originali composte da Stefano Saletti per “l’Iliade l’aspra contesa”, andato in scena al Fori di Traiano a Roma e a Segesta per la regia di Piero Maccarinelli, con Massimo Popolizio e Manuela Mandracchia. Lo spettacolo viene ripreso l’anno successivo e nel 2010 viene rappresentato a Gibellina, nel Cretto di Burri. Il gruppo ha lavorato al fianco di Giancarlo Giannini nello spettacolo di musica e poesia “Il dolce canto degli dei”, debuttando al Festival di Taormina e proseguendo la lunga tournèe nei più importanti siti archeologici nazionali.

Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55
Info: 06/704731
http://www.casajazz.it
ingresso:12 euro

Stefano Saletti e la Piccola Banda Ikona
ospiti speciali: Ambrogio Sparagna, Jamal Ouassini
Stefano Saletti: bouzuki, oud, chitarre, voce
Barbara Eramo: voce
Ramya: voce
Mario Rivera: basso
Gabriele Coen: clarinetto, sax, flauti
Carlo Cossu: violino, voce
Leo Cesari: batteria e percussioni

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Live Report: “Body & Soul”, si apre il festival della Casa del Jazz

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L’apertura, martedì 21, del “Casa del Jazz Festival”, porta sul palco un evento davvero speciale: a ridosso dell’uscita nelle sale cinematografiche del film documentario di Michael Radford, Michel Petrucciani “Body & Soul”, un omaggio a questo eclettico artista da parte di alcuni musicisti che l’hanno accompagnato durante la sua carriera. Giampiero Rubei, direttore del festival, è riuscito a cogliere nell’organizzazione, ciò che avrebbe fatto sentire a proprio agio tutti i tipi di cultori del jazz; dai “classicisti” alle nuove generazioni, usufruendo del prato antistante con il palco come anello di congiunzione. È proprio da questo particolare che si può già intuire la varietà di pubblico che l’evento è riuscito ad attirare: c’è chi è arrivato molto presto per accaparrarsi i posti più vicini ai musicisti, chi aspetta seduto ai tavoli del bar sorseggiando un aperitivo, chi cena sulla terrazza del ristorante, chi fa la fila per mangiare un kebab (Già, un kebab! Ottimo e di poco intralcio rispetto al vassoio della tavola calda, se ad un certo punto fossero finiti i tavoli e bisognasse sedersi dove capita), e chi chiacchiera direttamente sdraiato sul prato in attesa che comincino a suonare. Questa è, a grandi linee, l’istantanea che abbiamo “scattato” appena varcato il cancello d’ingresso. Non che prima non fossimo riusciti ad intuire che rilevanza avesse l’avvenimento, data la fila di macchine e scooter parcheggiati lungo tutte le mura Aureliane. Però è nel momento in cui li vedi tutti insieme, lì sul quel prato e non più chiusi e “smistati” nei vari jazz club, che ti accorgi di quanto questo genere sia diventato popolare. Ed è solo pescando dal background di ognuno che si riesce a creare un’atmosfera piacevole per tutti come quella di martedì.

L’arrivo, alle 21, ti permette di godere del giardino ancora illuminato e di passeggiare liberamente alla ricerca del posto migliore. L’allestimento ci risulta semplice ed elegante: gran parte dei posti a sedere partono quasi dal cancello d’ingresso, arrivando fin sotto al palco. Tuttavia si ha la possibilità di camminare ed eventualmente sedersi (sull’erba) sia di lato che dietro ad esso. Più giù sono stati sistemati due gazebo con una tavola calda e gli spiedi dei kebab (dove la fila è nettamente maggiore!), mentre la zona bar è subito di fronte l’entrata dell’edificio; i tavolini già pieni da parecchio. Si fa la fila per mangiare o bere qualcosa di modo da non rimanere vincolati a concerto iniziato, si chiacchiera o ci si ferma a guardare il trailer del film (rigorosamente sottotitolato e senza audio per non disturbare il concerto) proiettato in loop su un muro del complesso. Alle 22 il palco si anima ed apre con una breve intervista ad Alexandre Petrucciani, figlio di Michael presente per l’occasione; e con la proiezione di due spezzoni tratti dal film. A breve ecco salire sul palco la prima formazione: al piano Eric Legnini, accompagnato da Manhu Roche alla batteria, Flavio Boltro alla tromba, Pippo Matino al basso, Francesco Cafiso e, a sorpresa, Stefano Di Battista ai sax. Il pubblico è ormai magnetizzato, fa piacere notare che chi continua a chiacchierare lo fa in un bisbiglio; l’aria è per lo più in silenzio e continua ad esserlo fino alla fine del primo set. Durante l’intervallo Silvia Barba, che ha organizzato questo evento in particolare, legge una lettera inviata da Petrucciani a Manhu Roche dagli Stati Uniti. Un’altra clip; questa volta è il trailer. Poi subito pronti a ripartire con la seconda formazione, che vede al piano l’unica artista donna ad esibirsi in questo omaggio, Rita Marcotulli, assieme ad Aldo Romano alla batteria, Furio Di Castri al contrabbasso e nuovamente Flavio Boltro alla tromba. Qualcuno più impavido del pubblico si alza per scivolare fin sotto al palco e guardare la restante parte del concerto lì in piedi. C’è una coppia che balla. L’attenzione è sempre alta. Giunti a fine concerto la gente sembra quasi interdetta, non si alza, come fosse ancora incantata, Silvia Barba sul palco con gli altri sorride e propone un finale improvvisato con tutti gli artisti agli strumenti. La Marcotulli e Legnini suonano a quattro mani, alla batteria Roche e Romano si alternano, ne vien fuori qualcosa di strepitoso, meritevole di tutti gli applausi presi. Tanto che la gente alla fine (questa volta per davvero) sciama verso le auto a rilento.

Serena Marincolo

foto di Valentino Lulli

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Report: Chihiro Yamanaka alla Casa del Jazz

Una grande serata all’insegna del jazz con Chihiro Yamanaka che lo scorso giovedì 18 luglio ha riscaldato l’atmosfera della Casa del Jazz. Un concerto unico nell’ambito di un Festival con un cartellone impeccabile. In alto, allora, potrete gustare il report a cura del nostro fotografo e collaboratore Paolo Callipari.

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I Nu Indaco chiudono Casa del Jazz Festival

E siamo giunti all’epilogo anche alla Casa del Jazz che domenica 4 agosto vedrà chiudere i battenti del Festival estivo con un apputnamento d’eccezione. Di scena i NU INDACO, gruppo che nasce dall’incontro tra Mario Pio Mancini, storico fondatore degli Indaco e tra i maggiori esponenti della world music italiana, e Antonio Nastasi, tastierista e arrangiatore, una delle figure più “anomale” del rock indipendente italiano. L’idea alla base del progetto è di una musica “world” nel senso etnico ma anche attuale del termine, coniugando la continuità con il passato attraverso alcuni elementi sonori dei vecchi Indaco, con una decisa sterzata verso un impatto più elettrico e moderno. Ospiti del concerto: Nicola Alesini, saxk soprano, Nando Citarella, tammorra, voce, Claudio Corvini, tromba, Francesco Di Giacomo, voce, Alessandro Gwiss, piano elettrico, Andrea Ra, basso e Stefano Salettik, oud. Tre anni dopo l’uscita di “SU MUNDU”, disco controverso e coraggioso, frutto dell’entusiasmo di un gruppo appena formatosi al seguito di MARIO PIO MANCINI (storico co-fondatore dei vecchi Indaco), i NU INDACO presentano il loro secondo album “HIBISCUS”, punto d’arrivo di un lungo percorso fatto sia di tanto lavoro su materiale nuovo che di sudore sui palchi italiani.

 

Si tratta infatti di musica arrivata allo stato attuale grazie al contributo di tutti i componenti la band, ma grazie anche al contatto diretto con il pubblico dei numerosi concerti sostenuti dai NU INDACO tra il 2008 e il 2012. Con questo disco, il gruppo ambisce a trasformare la definizione “musica di confine” (ricevuta da svariati addetti ai lavori) in “musica senza confini”: ROCK WORLD MUSIC in senso letterale. Il bacino del mediterraneo e il rock “globale” che si prendono per mano. Per andare a ballare,naturalmente. A questa nuova avventura partecipano, come ospiti d’onore, grandi personaggi della musica italiana:Francesco Di Giacomo, Rodolfo Maltese, Arnaldo Vacca, Nando Citarella, Raffaello Simeoni, Peppe D’Argenzio, Simone Pulvano.

           

Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55

Info: 06/704731

www.casajazz.it

ingresso 15  euro

 

CASA del JAZZ FESTIVAL 2013

Parco della Casa del Jazz

domenica 4 agosto ore 21

LA NOTTE DELL’ETNO ROCK JAZZ:

NU INDACO
Mario Pio Mancini bouzouki, violino, mandola
Antonio Nastasi antonizzatori, ferramenta, arrangiamenti
Monica Cucca voce
Martino Cappelli chitarra, bouzouki, oud
Alessandro Severa fisarmonica
Christian de Gori batteria
Matteo Pezzolet basso

Special guests
Nicola Alesini  sax soprano
Nando Citarella tammorra, voce
Claudio Corvini tromba
Francesco Di Giacomo voce
Alessandro Gwiss piano elettrico
Andrea Ra basso
Stefano Saletti oud

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Flavio Boltro & Marcio Rangel duo in concerto ala Casa del Jazz

Giovedì 1 agosto salirà sul palcoscenico della Casa del Jazz Festival il duo composto da Flavio Boltro & Marcio Rangel, una straordinaria coppia d’assi con un compositore di prim’ordine ed eccellente chitarrista mancino, con all’attivo pagine di rara bellezza che partono dal suo Brasile per poi abbracciare blues, jazz e flamenco. Flavio Boltro, invece, uno dei massimi trombettisti della scena internazionale, ha condiviso un periodo glorioso del nostro jazz contemporaneo con illustri musicisti come Roberto Gatto, Franco Cerri, Stefano di Battista, Stefano Bollani ed Enrico Rava. Marcio Rangel è uno straordinario chitarrista e compositore brasiliano. Mancino, come già prima di lui Jimi Hendrix, suona la chitarra “al contrario”, utilizza cioè una normale chitarra da destri, suonandola rovesciata, quindi con le corde basse in basso e le corde alte in alto. Questa caratteristica, unita a un notevole talento, conferisce al suo suono una impronta unica, innovativa e irripetibile. Le sue composizioni originali sono di rara bellezza estetica e lirica, dotate di armonia e ritmi complessi e, allo stesso tempo melodicamente accessibili al primo ascolto. Il suo notevole eclettismo porta a un linguaggio chitarristico universale che, partendo dal suo Brasile abbraccia blues, jazz e flamenco, associando alla sua superba tecnica, una sensibilità non comune. È stato ospite, in veste di interprete e/o compositore,nei maggiori festival e rassegne nazionali e estere, esibendosi sia come solista che in varie formazioni, al fianco di artisti riconosciuti nel panorama musicale nazionale ed internazionale.

Musicista talentuoso e brillante, Flavio Boltro è considerato uno dei più importanti trombettisti della scena jazz contemporanea, ex componente del sestetto di Michel Petrucciani. Nel ’98 viene citato da Wynton Marsalis, fra i migliori trombettisti del jazz mondiale. Ha segnato uno dei periodi più interessanti del jazz internazionale. Tra le sue collaborazioni ricordiamo: Petrucciani, Bireli Lagrene, Ron Carter, Richard Galliano, Gino Paoli, Cedar Walton, Danilo Rea, Bob Berg, Fabrizio Bosso, Don Cherry, Bollani, Wynton Marsalis, Cerri, Rava. Il famoso cantante di Carlos Santana Alex Ligertwoog, si unisce a Flavio Boltro nel suo ultimo album “Joyful” incredibilmente energico epositivo.www.myspace.com/flavioboltro

Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55

Info: 06/704731

www.casajazz.it

ingresso 10 euro

 

CASA del JAZZ FESTIVAL 2013”

Parco della Casa del Jazz

giovedi 1 agosto ore 21

FLAVIO BOLTRO & MARCIO RANGEL DUO

Flavio Boltro tromba

Marcio Rangel chitarra

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Casa del Jazz festival: di scena Gianluca Petrella Cosmic Band

Mercoledì 31 luglio salirà sul palcoscenico della Casa del Jazz, Gianluca Petrella insieme alla suaCosmic Band. Ideata per celebrare Sun Ra, l’orchestra prende presto il passo e guadagna subito le sembianze del leader Gianluca Petrella, che disegna una musica totale, sintetizzata nel suo bellissimo brano originale “The Cosmics”. La commistione è deflagrante: si incontrano il solismo free e l’utilizzo delle sezioni che richiama tanto Frank Zappa quanto Duke Ellington. In questa musica convivono mondi musicali apparentemente lontani filtrati dalla possente personalità di Petrella. I maestri Franco D’Andrea ed Enrico Rava si trovano d’accordo su diversi aspetti riguardo la musica. Su uno in particolare non hanno dubbi: “Se dovessi scegliere un trombonista in tutto il mondo non avrei dubbi, prenderei Gianluca Petrella”. Non è un caso, infatti, che entrambi si esibiscano stabilmente con il trombonista barese, classe 1975. Come loro tanti altri lo hanno scelto in passato, da Roberto Gatto a Roberto Ottaviano. Ma soprattutto Gianluca Petrella oggi è un leader affermato e valoroso, persino la critica statunitense se ne è accorta, premiandolo e inneggiandolo ad ogni occasione. Così ha presentato un progetto inedito – ideato ultimamente e pensato già per il futuro immediato con un ulteriore sviluppo, affiancando alla musica letture di brani originali ispirati e dedicati a Sun Ra – concepito per un’orchestra di undici elementi. “Desidero trovare costantemente nuovi stimoli, così ero molto stimolato ad occuparmi di un organico variopinto, con quattro fiati, i sintetizzatori, la chitarra elettrica, il pianoforte e la ritmica tradizionale affiancata alle percussioni”. L’incitamento più grande infatti è stato circondarsi di musicisti giovani, molti di loro poco conosciuti. “Non vorrei essere il promotore dei giovani, anche se è importante far conoscere nuovi volti. Sono tutti musicisti sotto i trent’anni, pescati nell’area bolognese, persone che suonano bene, stanno crescendo, sono volenterosi e adatti a quello che ho in mente.

 

 INGRESSO euro 15

Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55

Info: 06/704731

http://www.casajazz.it

Relazioni con la stampa

Maurizio Quattrini 338/8485333 – maurizioquattrini@yahoo.it

 

CASA del JAZZ FESTIVAL 2013

Parco della Casa del Jazz

mercoledì 31 luglio ore 21

 

GIANLUCA PETRELLA COSMIC BAND

Gianluca Petrella direzione, trombone
Beppe Scardino sax baritono
Francesco Bigoni sax tenore
Mirco Rubegni tromba
Giovanni Guidi pianoforte
Gabrio Baldacci chitarra
Alfonso Santimone Fender Rhodes electric piano, synth, laptop
Francesco Ponticelli contrabbasso
Federico Scettri batteria
Simone Padovani percussioni

Ingresso euro 15

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Casa del Jazz Festival: Enrico Rava Tribe in concerto

Dopo l’annullamento per pioggia del concerto previsto il 4 luglio, Enrico Rava sarà di scena presso laCasa del Jazz con il progetto “Tribe” recupera la data venerdì 26 luglio. Accanto a lui, sicuramente il jazzista italiano più conosciuto ed apprezzato a livello internazionale, da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e stimolanti, una formazione che racchiude varie generazioni di musicisti, tutti con una propria storia e personalità stilistica: Gianluca Petrella, musicista considerato tra i migliori trombonisti jazz a livello internazionale, il pianista Giovanni Guidi, il giovanissimo e  talentuoso contrabbassista Gabriele Evangelista e l’originale batterista Fabrizio Sferra. Del resto Rava ha compreso sin dai suoi esordi uno dei meccanismi adottati da molti grandi leader della musica afrio-americana: inserire periodicamente nelle proprie formazioni giovani musicisti, nuovi talenti, che apportano generalmente alla musica la freschezza di un sound contemporaneo, di un modo di pensare che pur sposandosi con la tradizione la trasforma elaborandola in maniera originale. Valgono come esempi eclatanti i gruppi di Miles Davis e i Jazz Messengers di Art Blakey, che pur nella diversità della linea musicale hanno contribuito a lanciare decine di musicisti, non pochi dei quali diventati delle personalità di rilievo, capaci di influire in maniera determinate sulle scelte poetiche dei loro leader. Con loro, il trombettista italiano condivide la qualità di talent scout, come dimostra l’elenco di musicisti che ha contribuito a far conoscere, molti dei quali diventati degli artisti di rilievo nazionale e internazionale.

Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55

Info: 06/704731

www.casajazz.it

ingresso 20 euro

 

CASA del JAZZ FESTIVAL 2013

Parco della Casa del Jazz

venerdi 26 luglio ore 21

ENRICO RAVA “Tribe”

Enrico Rava tromba

Gianluca Petrella trombone

Giovanni Guidi pianoforte

Gabriele Evangelista contrabbasso

Fabrizio Sferra batteria

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