Jazz Agenda

Programmi per il weekend?

Ormai siamo nel pieno della stagione, e l’appassionato di Jazz capitolino ogni weekend (non che la prima parte della settimana sia avara di proposte…) si trova di fronte a delle difficili scelte. Cosa propongono i nostri club preferiti questo fine settimana? Se avete voglia di una serata dal sapore classico, questa sera al28divino avrete l’occasione di gustarvi il progetto Women Next Door, con la voce diElisabetta Antonini che – coadiuvata da una band tutta al femminile (Gaia Possenti al pianoforte, Federica Michisanti al contrabbasso e Carmen Falato al sax – vi riporterà perun po’ nei gloriosi anni ’50, quando Anita O’Day, Billie Holiday, Ella Fitzgerald incidevano con le orchestre più prestigiose dischi e brani che sarebbero diventati leggendari. Il sabato torna sul palco di via Mirandola il Man Trio, del quale vi avevamo già tessuto le lodi qualche tempo fa. All’Alexanderplatz doppio appuntamento, il venerdì e il sabato, con il Rosario Giuliani Hammond Trio, mentre la domenica sarà la volta di un’altra voce femminile alle prese con i cari vecchi standard a stelle e strisce, la voce di Alice Ricciardi. Del tributo a Bill Evans curato dal maestro Enrico Pieranunzi alla Casa del Jazz vi abbiamo già parlato (sabato, invece, c’è l’armonica di Max de Aloe), come ci sembra piuttosto scontato invitarvi a dare un’occhiata al programma del Roma Jazz Festival dell’Auditorium, appena partito. Il Gregory’s, da parte sua, ci propone il consueto appuntamento del venerdì con il “re dello swing” Emanuele Urso. Se invece avete voglia di bebop, lo stesso giorno si esibirà sul palco del Charity il Chiara Viola 4tet. Il locale di Monti conclude la settimana con la consueta serata blues del sabato e l’altrettanto classico aperitivo jazz domenicale, questa volta a cura di Chiara Izzi. Se invece il vostro sabato notte prevede un giro a San Lorenzo, non possiamo che consigliarvi una sosta al Beba do Samba, per assistere allo show dell’Alter Clan. Per una serata romantica, infine, il Tramjazz può essere un’ottima opzione. Che dite? Avete l’imbarazzo della scelta? Allora è meglio che non consultiate la nostra Jazz Agenda, qua vi abbiamo segnalato solo gli eventi principali, quelli in programma sono almeno il doppio! A Jazz weekend to you all.

Ciccio Russo

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A Campo de’ Fiori il Jazz incontra il cinema italiano

Quattro film tra i più rappresentativi della storia del cinema italiano reinterpretati in chiave Jazz. E’ il programma della prima edizione di “Jazz al Centro“, manifestazione che si propone di portare la musica nei luoghi storici di Roma e del Lazio. La location è uno dei luoghi dello spettacolo e della cultura dell’Urbe: quel Cinema Farnese, a Campo de’ Fiori, che ha ospitato le esibizioni di Aldo Fabrizi e Renato Rascel, di Macario e Wanda Osiris. E’ qui che, ogni giovedì di maggio, alle 22:30, la grande musica e la settima arte dialogheranno in uno spettacolo diviso in due tempi da quaranta minuti, come un vero film: un esperimento originale non solo nella formula, ma anche nell’obiettivo di diffondere la cultura in spazi non convenzionali.

Si parte il 6 maggio con uno dei simboli della scena Jazz capitolina: Enrico Pieranunzi che presenterà, in una conversazione con Vittorio Castelnuovo, il suo nuovo album “Wandering”. Nel “secondo tempo” Marcello Rosa (leader della Jac Band, formazione nata proprio in occasione di questa manifestazione) e Riccardo Biseo renderanno omaggio ai “Soliti Ignoti” di Monicelli, capolavoro della commedia all’italiana musicato da Piero Umiliani. Una settimana dopo sarà la volta dell’Afro Hammond Jazz di Ivan Vicari, accompagnato da Mauro Salvatore alla batteria e da Alessandro Tomei al sassofono. Alle percussioni un ospite davvero d’eccezione come lo statunitense Karl Potter. Sul palco saliranno poi Riccardo Fassi e Antonello Salis, che reinterpreteranno “Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, uno dei temi più celebri scritti da Ennio Morricone. Il 20 maggio spazio alle contaminazioni. Il primo tempo verrà affidato agli Acustimantico, band che, con i suoi “Concerti del Silenzio”, ha fatto della ricerca di spazi alternativi per l’espressione musicale parte integrante della sua filosofia artistica. Si prosegue con le sonorità Klezmer della Gabriele Coen Jewish Experience, che si cimenteranno con Nino Rota e “Otto e Mezzo”, l’onirico capolavoro di Federico Fellini. Il 27 maggio “Jazz al Centro” ci dirà arrivederci con un’esibizione del Trio Filante Mazzeogrottelligwis e con il debutto dal vivo della Jac Band, che farà calare il sipario con una jam session ispirata alle musiche di Armando Trovajoli tratte da “Il viaggio di Capitan Fracassa”.

Ciccio Russo

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La Centrale Montemartini apre le porte al Jazz

Con la rassegna “Montemartini Blue Note”, partita lo scorso 9 aprile, ha aperto al pubblico della capitale lo Spazio Eventi della Centrale Montemartini, straordinario esempio di archeologia industriale che, dopo essere diventato sede permanente delle collezioni di più recente acquisizione dei Musei Capitolini, continua ad offrire nuovi spazi alla cultura e allo spettacolo. La nuova area è stata ricavata dal riallestimento della sala macchine dell’ex centrale termoelettrica. La manifestazione(organizzata da Zètema Progetto Cultura in collaborazione con Rai Nuovi Media, per la direzione artistica di Federica Gentile) ha visto finora esibirsi, sullo sfondo della turbina a vapore e dei colossali motori diesel della struttura, formazioni come lo Stefano di Battista Jazz Quartet e il Remo Anzovino Trio. Ma gli appuntamenti con il grande jazz italiano proseguiranno, ogni venerdì e sabato, fino al prossimo 5 giugno.

Venerdì 7 maggio e sabato 8 maggio doppio appuntamento con il pianoforte di Enrico Pieranunzi solo (ore 20.00) e in duo (ore 22.00) con Luca Bulgarelli al contrabbasso. In occasione della Notte dei Musei, sabato 15 maggio toccherà al GeGè Telesforo Quintet  (GeGè Telesforo voce e percussioni, Max Ionata sax tenore e soprano, Alfonso Deidda piano, flauto, sax alto e baritono, Dario  Deidda basso acustico & hollowbody e Amedeo Ariano alla batteria). Venerdì 21 e sabato 22 maggio si esibirà invece il Maurizio Giammarco Jazz Quartet, con Maurizio Giammarco ai sassofoni, Luca Mannutza al pianoforte, Francesco Puglisi al contrabbasso e Marcello Di Leonardo alla batteria) mentre venerdì 28 e sabato 29 maggio sarà la volta di Danilo Rea, al piano la prima sera e in trio la seconda. Chiuderà la rassegna jazz venerdì 4 giugno e sabato 5 giugno il Roberto Gatto Quartet, con Roberto Gatto alla batteria, Daniele Tittarelli al sassofono, Luca Mannutza al pianoforte e Luca Bulgarelli al contrabbasso.

Ciccio Russo

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Enrico Pieranunzi: la parola al piano solo

“Si chiama “Wandering” l’ultimo lavoro registrato in studio dal maestro Enrico Pieranunzi. Ed in questo nuovo Cd, edito dalla casa discografica Camjazz, il musicista capitolino esplora luoghi e paesaggi sconosciuti che, attraverso le note del suo pianoforte, vengono trasformati in suoni, musica e colori. Ed è proprio il pianoforte l’unico protagonista di questo viaggio, un pianoforte che dà ampio spazio alla ricerca sonora e alla sperimentazione. Pieranunzi stesso ci racconta i retroscena e la gestazione di un’opera dedicata interamente a questo strumento”.

Maestro, cominciamo analizzando il titolo di questo Cd: ci sono 4 brani chiamati Wandering e questa parola ci sembra che sia il filo conduttore dell’intero lavoro: ce ne vuole spiegare il significato?

“Wandering vuol dire vagabondare ed è una parola che in questo contesto è collegata all’improvvisazione. Le quattro tracce con questo titolo costituiscono 4 esecuzioni in luoghi sconosciuti; per esempio, quando una persona vagabonda, può essere attratta da una via, da un paesaggio o da un panorama trovato lungo la strada. E questa persona, magari incuriosita da un particolare, si avvicina a questo luogo cercando di trovare qualcosa che non conosce. Quindi, Wandering rappresenta l’idea di un viaggio casuale ed estemporaneo collegato all’ improvvisazione”.

Quindi, questa parola può anche rappresentare lo specchio di uno stato d’animo particolare?

“Certamente, tutto il Cd rappresenta un viaggio ed il titolo sottolinea questo aspetto di esplorazione verso luoghi in parte conosciuti e in parte sconosciuti. Tutte queste tracce numerate sono improvvisazioni inventate sul momento. Magari ho visto un luogo che mi affascinava o dal quale ero incuriosito e la musica diventa la metafora per raccontarlo; un accordo mai suonato o combinazioni da approfondire possono diventare i mezzi per costruire una storia. Nel complesso sono tanti piccoli racconti con un unico filo conduttore… Dei racconti di viaggio se vuoi”.

Ci vuole raccontare la storia di questo Cd?

“La maggioranza dei brani è improvvisata completamente, ma alcuni di questi come Fermati a guardare il giorno, Rosa del mare e For my true love esistevano già. Sono dei brani melodici e ho deciso di metterli come contrasto accanto ad altri di linguaggio più complesso. Tutti gli altri, invece, sono improvvisati e, quindi, sono brani irripetibili che io non saprei più rifare. Durante il giorno in cui ho registrato, li ho incisi insieme a molti altri e poi li ho scelti. In genere l’idea di un Cd è quella di un percorso meditato, ma in questo caso, sebbene l’insieme sia voluto, i brani sono quasi tutti improvvisati, come un libro di racconti collegati gli uni agli altri. L’improvvisazione resta sempre un mistero: l’ascoltatore la può manipolare come vuole perché può ascoltare i brani nell’ordine che preferisce, mentre tu che suoni puoi compiere il tuo viaggio personale”.

In questo Cd si percepisce la presenza di una sperimentazione continua: che tipo di ricerca sonora c’è dietro Wandering?

“Nei brani improvvisati cerco e scruto sempre nuovi materiali. Immagina, per esempio, che tu dica ad un bambino di fare un gioco con le parole; gli dici cielo e terra e con questi due termini ci deve costruire un racconto. Io faccio la stessa cosa con la differenza che i materiali che utilizzo non sono le parole, ma i suoni e gli accordi. Quando improvviso cerco di indirizzare questi materiali sfruttandone le potenzialità in forma di racconto”.

Per lei ha un significato particolare incidere un Cd di piano solo?

“Ce l’ha di sicuro! È chiaro che è un ‘esperienza di riflessione che va in varie direzioni; a volte comunichi qualcosa a te stesso e inoltre può essere anche un grosso terreno di sperimentazione e ricerca. Il pianoforte ha questa peculiarità di autosufficienza e si presta a vari tipi di riflessioni e racconti. E’ uno strumento molto particolare mai uguale a se stesso, come un oceano infinito… E’ difficile immaginare di poterlo conoscere tutto”.

Maestro, per concludere ci vuole dire quali saranno i suoi prossimi impegni?

“Probabilmente ci sarà un live importante con musicisti americani”.

Tra i prossimi live di Pieranunzi il doppio appuntamento del Montemartini Blue Note il 7 e l’8 maggio e l’Ischia Jazz Spring del 15 maggio.

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