Jazz Agenda

Giovanni Guidi e Gianluca Petrella "SoupStar" in concerto al Caffè Bugatti di Terni

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Un connubio a dir poco inusuale nel mondo del jazz, è quello messo in piedi da Giovanni Guidi e Gianluca Petrella che mercoledì 7 settembre saranno di scena al Caffè Bugatti di terni dove presenteranno il loro progetto in duo dal titolo SoupStar. Ed infatti suscita subito curiosità, a fare il resto ci pensano due dei migliori jazzisti italiani di nuova generazione e un nome, per l'appunto SoupStar, che in un gioco di parole racchiude il cuore di una collaborazione ormai consolidata.

Una salutare capacità di mettersi in gioco costantemente, con ironia e apertura mentale, e la propensione a esplorare, in lungo e in largo, nuove dimensioni e nuovi linguaggi. Un approccio vitale e necessario che consente al jazz, oltre che a delineare nuove strade, di vivere un fertile momento di grazia. In questo modo riprende la programmazione del Bugatti Caffé che porta a terni il meglio del jazz italiano ed internazionale.

Mercoledì 7 settembre,

Inizio concerto ore 21.30

Caffè Bugatti

Via Fratini 13, 05100, Terni

Ingresso €15

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Live Report: Enrico Rava Tribe alla “Casa del Jazz festival”

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In un periodo così ricco di eventi e soprattutto di grandi concerti non potevamo certamente mancare all’apertura del festival che come ogni anno si tiene alla Casa del Jazz durante l’estate. E ad aprire una rassegna che come sempre porta con sé alcuni dei più grandi nomi del panorama jazzistico nazionale ed internazionale non poteva che esserci una formazione di spicco come quella capitanata da  Enrico Ravache, per l’occasione ha portato con sé i componenti della sua “Tribe”, ovvero Gianluca Petrella al trombone, Govanni Guidi al pianoforte, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Fabrizio Sferraalla batteria. Un’ulteriore testimonianza del fatto che Rava, oltre ad essere uno dei migliori musicisti del mondo, ama anche mettersi a confronto con alcuni dei giovani più talentuosi che suonano in Italia in questo momento. Dunque, l’atmosfera che si respira alla Casa del Jazz prima che inizi il concerto è come al solito accogliente. Riusciamo persino a goderci un po’ di brezza che, accompagnata dal magico suono delle cicale, ci accoglie in un tramonto suggestivo dai colori più variegati. E intorno alle 21:15, quando il concerto sta per cominciare, dopo che abbiamo perso per un po’ la cognizione del tempo, ci accorgiamo che il parco è quasi tutto pieno. Pochi minuti e i musicisti sono già sul palcoscenico. 

Ora, tutti gli amanti del jazz e soprattutto tutti quelli che hanno già sentito suonare almeno una volta Enrico Rava, sanno bene che descrivere a parole un suo spettacolo è un compito più che arduo, motivo per cui, al di là dell’esecuzione tecnica più che perfetta, lasceremo spazio alle emozioni, e soprattutto alle suggestioni che il concerto ci ha regalato. E allora una breve voce che annuncia il concerto e la “Enrico Rava Tribe”, in men che non si dica, sale sul palcoscenico. Dunque, come spesso e volentieri ci hanno abituato molti grandi musicisti che si sono susseguiti nei precedenti festival organizzati in questa location, l’inizio del concerto si concilia perfettamente con l’atmosfera che si respira in quel momento alla Casa del Jazz. Un tramonto suggestivo, un alito di vento che porta finalmente un po’ di lucidità e una musica un po’ nostalgica e malinconica che accompagna i nostri pensieri. Poi la musica cresce d’intensità, i fiati si alternano, a volte dialogano fra di loro sovrapponendosi come se fossero una voce sola,  a volte si sfidano a duello, a volte lasciano spazio ad altri strumenti.

E in tutto questo, Giovanni Guidi si fonde perfettamente con il suo strumento, Gabriele Evangelista abbraccia il suo contrabbasso, creando una ritmica avvolgente e profonda, e Fabrizio Sferra suona la sua batteria ad occhi chiusi, quasi in uno stato di trance. Nel frattempo Enrico Rava e Gabriele Petrella parlano sul palco, scherzano, ridono e si fermano a contemplare i propri compagni sul palcoscenico. E al termine della serata, a testimonianza del valore di questa formazione, viene chiesto a gran voce un bis che naturalmente viene concesso. Alla fine un Enrico Rava commosso ringrazia il pubblico esprimendo tutta la sua gioia per aver suonato a Roma. E allora possiamo dire che abbiamo passato una serata in una splendida cornice con un ancor più splendido concerto che ci ha dato l’opportunità di ascoltare uno dei migliori jazzisti del mondo. E il nostro consiglio, visto il cartellone, è quello di non mancate ai prossimi eventi!

Valentino Lulli

foto di Valentino Lulli

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Enrico Rava & the PMJL al Roma Jazz Festival

Provate a immaginare qualcosa che si avvicini alla potenza delle forze della natura, qualcosa di simile ad un uragano oppure ad una tempesta che coglie un’imbarcazione in pieno oceano. Provate a immaginare questo e facciamo un attimo mente locale. Forse la sensazione potrebbe fuorviarvi, o mettervi un po’ di inquietudine, ma se tutto questo viene tramutato in musica e se queste energie vengono incanalate nella maniera giusta, allora cambia tutto. E in positivo. Come è accaduto a noi all’inizio del concerto che abbiamo avuto il piacere di ascoltare venerdì scorso all’Auditorium, in cui sono saliti sul palco della sala Sinopoli Enrico Rava & PMJL (Parco della Musica Jazz Lab) nell’ambito del Roma Jazz Festival. Una musica che ci ha trasmesso la stessa sensazione di un fiume in piena che al suo passaggio, invece di distruggere tutto, ti lascia ascoltare il fruscio dell’acqua in movimento.

Immaginate, quindi, che, mentre siete seduti ad aspettare l’inizio di uno spettacolo, si chiudano le luci, dei musicisti salgano su palco velocemente e subito, senza lasciarti il tempo di focalizzare, comincino a suonare con un’energia indescrivibile, con un ritmo potente, senza perdere troppo tempo in chiacchiere…  Ma fermiamoci per un secondo alle presentazioni. Se siete degli amanti del genere, sicuramente conoscerete Enrico Rava e saprete bene che un maestro come lui non ha bisogno di parole inutili. Il PMJL, invece, è un ensemble dei giovani più rappresentativi delle ultime leve, diretto in questo caso dallo stesso Enrico Rava e composto da Mauro Ottolini al trombone, Dan Kinzelman al sax tenore,Daniele Tittarelli al sax contralto, Marcello Giannini alla chitarra elettrica, Giovanni Guidi al pianoforte, Stefano Senni al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria, che non ha niente da invidiare ai big della musica internazionale.

E torniamo alla nostra serata. Come dicevamo tutto comincia con un ritmo arrembante ed aggressivo che ben si adatta all’apertura di uno spettacolo di questo tipo. In prima linea ci sono i fiati che a tratti suonano in modo accorato, a tratti danno spazio all’intervento dei singoli. E poi ci sono gli altri strumenti, come la chitarra elettrica di Marcello Giannini che di certo non se ne sta in un angolino ad aspettare il suo turno, specie quando fraseggia con il trombone di Mauro Ottolini o quando si distorce in alcuni fantastici soli sotto un avvolgente tappeto di fiati. Dunque, un inizio spumeggiante che subito dopo lascia spazio ad un momento più rilassato in cui emerge anche il pianoforte di Giovanni Guidi e dove c’è anche lo spazio per una formazione minimale in cui spiccano proprio il pianoforte, il contrabbasso e la batteria, con gli altri musicisti momentaneamente in disparte come se fossero dei bambini che per la prima volta ascoltano un concerto del genere.

E di capovolgimenti di fronte in questo concerto ce ne sono stati davvero tanti. Per esempio è bello sentire un solo di basso o di batteria sotto un tappeto di fiati, un’inversione fra ritmo e melodia che offre delle piacevoli vibrazioni e che ti fa capire come un gruppo del genere sia dinamico, ricco di potenzialità e come sia divertente cambiare le carte in tavola quando se ne ha la possibilità. E poi di nuovo con un ritmo impetuoso che non dà tregua, che neanche ti fa capire quale sia il passaggio tra un brano ed un altro, che lascia a tutti lo spazio di emergere. E al di là di Enrico Rava, di cui ben conosciamo il valore, tutti i musicisti hanno prima o poi un momento per emergere e per comunicare a suon di note, dai sax, alla chitarra, al trombone e così via. Non c’è qualcuno che primeggia o che emerge rispetto ad un altro perché è l’insieme dei musicisti, unito allo studio degli interventi, che crea quella completezza necessaria ad un organico del genere. Ed è veramente difficile poter ricordare tutte le varie sezioni che hanno composto questo spettacolo così ricco e di momenti differenti, è difficile perché i cambiamenti sono troppo veloci e concitati per essere elencati dal primo all’ultimo.

Inoltre Enrico Rava, che è anche un grande scopritore di talenti, oltre che musicista di fama internazionale, ci ha dato l’impressione di divertirsi veramente tanto all’interno di questo gruppo di giovani musicisti che lo segue come un direttore d’orchestra immerso nel palcoscenico. Il pubblico questo lo capisce e dopo un bis c’è anche tempo per un tris, prima che le luci si riaccendano per dirci che purtroppo è giunto il momento di tornarcene a casa.

Carlo Cammarella

www.davidesusa.com

www.auditorium.com

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Roma Jazz Festival, Giovanni Guidi and The Unknown Rebel Band all’Auditorium

Il progetto di Giovanni Guidi, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare giovedì scorso all’Auditorium, è molto coraggioso, quanto i protagonisti di cui tratta: i ribelli sconosciuti, quelli che ricordiamo perché hanno fatto parte di importanti processi di liberazione, ma a cui non sapremmo dare un volto. Ed è all’Unknown rebel per antonomasia che si ispira Guidi: lo studente cinese davanti ai carri in piazza Tienanmen. Gli eventi narrati nei brani, infatti, arrivano fino ai giorni nostri, con quella che ormai a tutti è nota come l’Onda studentesca. Passando per i desaparecidos argentini, la Primavera di Praga, la Liberazione d’Italia, la legge Basaglia (che sancì la fine della segregazione per migliaia di malati psichici) e le lotte anticolonialiste in Sudafrica ed Algeria.

Così veniamo accompagnati in un viaggio nel tempo e nel Mondo, ben reso dalla commistione di generi tutt’altro che scontata. Con un’impronta da colonna sonora, che rafforza ancor più l’idea di base al progetto, nel jazz fluiscono le sonorità più disparate: si passa in tal modo da un’impostazione da banda ad una fanfara; da motivi anni ’20 e atmosfere decadenti a danze scatenate.

Ed è per questa varietà che Guidi sceglie di farsi accompagnare da musicisti attivi in diversi ambiti; dal jazz alla musica contemporanea:  Mauro Ottolini (trombone, bombardino), Giovanni Maier(contrabbasso), João Lobo (batteria), Michele Rabbia (percussioni), Fulvio SigurtàMirco Rubegni (tromba e flicorno), Daniele Tittarelli (sax contralto e soprano), Dan Kinzelman (tenore, clarinetto e clarinetto basso), David Brutti (sax baritono e basso).

Ancor prima che i musicisti salgano sul palco abbiamo la certezza, dalla disposizione degli strumenti, che a dominare la scena saranno i fiati. Ed infatti il nostro intuito non ci tradisce! Sono proprio loro a dare personalità ad ogni brano. Giocano letteralmente con la musica, ammaliando il pubblico con i loro virtuosismi e la loro versatilità. Ma ciò che più fa piacere scoprire, è che stasera a raccontarci la storia saranno dieci giovanissimi musicisti (definiti tra i dieci più interessanti talenti dello scenario musicale italiano), che nelle loro t-shirt colorate e nei loro jeans, nulla hanno a che vedere con la convenzionale compostezza del jazz.

I brani sembrano avere una scansione “vitale”, dove il predominare degli strumenti a fiato narra l’eroismo delle gesta di questi uomini e donne. Gli assoli al pianoforte di Guidi, come sempre appassionanti, ben ne descrivono il dramma. E l’intenso crescendo musicale, rende perfettamente l’incalzare degli eventi.

Quando la tensione scende, i fiati in prima fila al centro, calano anch’essi letteralmente, creando così un’involontaria coreografia.

In questo modo il concerto tocca punte di estremo divertimento, in cui i suoni sono esplosivi e trascinanti e di velata malinconia, dove a farla da padrone è il pianoforte che, un po’ in disparte in altri momenti, non si risparmia affatto in questi casi, lasciandoci addosso una forte emozione.

Ancora: quasi volesse far rivivere l’Uomo in carne ed ossa davanti a noi, Michele Rabbia si cimenta nella fine costruzione di “rumori” con le sue percussioni e con oggetti innalzati a strumenti per l’occasione: come l’utilizzo della carta argentata. Rievocandone i passi, i gesti, le azioni.

Alla fine noi siamo estasiati e loro stanchi e senza respiro, ma ci regalano comunque uno stoico bis!

Serena Marincolo

foto di Davide Susa

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Live Report: Enrico Rava Tribe alla “Casa del Jazz festival”

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In un periodo così ricco di eventi e soprattutto di grandi concerti non potevamo certamente mancare all’apertura del festival che come ogni anno si tiene alla Casa del Jazz durante l’estate. E ad aprire una rassegna che come sempre porta con sé alcuni dei più grandi nomi del panorama jazzistico nazionale ed internazionale non poteva che esserci una formazione di spicco come quella capitanata da  Enrico Ravache, per l’occasione ha portato con sé i componenti della sua “Tribe”, ovvero Gianluca Petrella al trombone, Govanni Guidi al pianoforte, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Fabrizio Sferraalla batteria. Un’ulteriore testimonianza del fatto che Rava, oltre ad essere uno dei migliori musicisti del mondo, ama anche mettersi a confronto con alcuni dei giovani più talentuosi che suonano in Italia in questo momento. Dunque, l’atmosfera che si respira alla Casa del Jazz prima che inizi il concerto è come al solito accogliente. Riusciamo persino a goderci un po’ di brezza che, accompagnata dal magico suono delle cicale, ci accoglie in un tramonto suggestivo dai colori più variegati. E intorno alle 21:15, quando il concerto sta per cominciare, dopo che abbiamo perso per un po’ la cognizione del tempo, ci accorgiamo che il parco è quasi tutto pieno. Pochi minuti e i musicisti sono già sul palcoscenico.

 

Ora, tutti gli amanti del jazz e soprattutto tutti quelli che hanno già sentito suonare almeno una volta Enrico Rava, sanno bene che descrivere a parole un suo spettacolo è un compito più che arduo, motivo per cui, al di là dell’esecuzione tecnica più che perfetta, lasceremo spazio alle emozioni, e soprattutto alle suggestioni che il concerto ci ha regalato. E allora una breve voce che annuncia il concerto e la “Enrico Rava Tribe”, in men che non si dica, sale sul palcoscenico. Dunque, come spesso e volentieri ci hanno abituato molti grandi musicisti che si sono susseguiti nei precedenti festival organizzati in questa location, l’inizio del concerto si concilia perfettamente con l’atmosfera che si respira in quel momento alla Casa del Jazz. Un tramonto suggestivo, un alito di vento che porta finalmente un po’ di lucidità e una musica un po’ nostalgica e malinconica che accompagna i nostri pensieri. Poi la musica cresce d’intensità, i fiati si alternano, a volte dialogano fra di loro sovrapponendosi come se fossero una voce sola,  a volte si sfidano a duello, a volte lasciano spazio ad altri strumenti.

E in tutto questo, Giovanni Guidi si fonde perfettamente con il suo strumento, Gabriele Evangelista abbraccia il suo contrabbasso, creando una ritmica avvolgente e profonda, e Fabrizio Sferra suona la sua batteria ad occhi chiusi, quasi in uno stato di trance. Nel frattempo Enrico Rava e Gabriele Petrella parlano sul palco, scherzano, ridono e si fermano a contemplare i propri compagni sul palcoscenico. E al termine della serata, a testimonianza del valore di questa formazione, viene chiesto a gran voce un bis che naturalmente viene concesso. Alla fine un Enrico Rava commosso ringrazia il pubblico esprimendo tutta la sua gioia per aver suonato a Roma. E allora possiamo dire che abbiamo passato una serata in una splendida cornice con un ancor più splendido concerto che ci ha dato l’opportunità di ascoltare uno dei migliori jazzisti del mondo. E il nostro consiglio, visto il cartellone, è quello di non mancate ai prossimi eventi!

Valentino Lulli

foto di Valentino Lulli

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Atina Jazz Festival, sedicesima edizione

Condividere per crescere” è lo slogan intorno al quale ruotano tutte le iniziative della XXVIedizione di AtinaJazz Festival,che si svolgerà ad Atina, in provincia di Frosinone, dal 21 al 30 luglio. Organizzato da Comag Sales, con la direzione artistica di Maurizio Ghini ed Elide Di Duca. Con 25 edizioni ininterrotte alle spalle,AtinaJazz può essere sicuramente annoverata tra le più longeve manifestazioni estive e grazie ad un profondo restyling, negli ultimi tre anni ha saputo riconquistare un ruolo di rilievo tra i tantissimi festival jazz che ogni anno  si svolgono in Italia. AtinaJazz sta assumendo sempre di più un ruolo di sviluppo del territorio, con grande attenzione nei confronti dei giovani musicisti e non solo: a luglio, infatti, per la prima volta, tra le tante iniziative collaterali del Festival si avrà la possibilità di assistere a performance di giovani writers con il concorso Jazz&Graffiti, oppure ci si potrà “confondere” con delle brevi ma intense esibizioni della compagnia teatrale Attori per caso che invaderanno gli spazi lasciati liberi dalla musica. Una jam session allargata che vedrà mixarsi con i ritmi sincopati del jazz i liberi colori dei writers, le parole e le danze degli attori e gli immancabili sapori con le prelibate degustazioni dei ricercatissimi prodotti tipici.

 

Atina Jazz 2011 prenderà il via il 21 luglio con Giovanni Guidi  e la sua Unknown Rebel Band, chedarà l’inizio ufficiale ai concerti nella storica Piazza Marconi. Il 22 luglio, una esclusiva del festival: il concerto  di Rita Marcotulli e Rocco Papaleo con il loro progetto “Basilicata is on my mind”. Per la prima volta verranno eseguite dal vivo le musiche del pluripremiato film “Basilicata coast to coast”, diretto ed interpretato dallo stesso Papaleo, grazie al quale Rita Marcotulli ha vinto, tra gli altri premi, anche il prestigioso David di Donatello come miglior colonna sonora. .Sul palco con Rita Marcotulli e Rocco Papaleo anche alcuni dei grandi interpreti del jazz italiano: Fabrizio Bosso, Luciano Biondini, Furio Di Castri e Roberto Gatto. Sabato 23 luglio, invece, salirà sul palco di Atina Jazz uno dei mostri sacri del panorama jazz internazionale, il trombettista, Wynton Marsalis and the Lincoln Center Jazz Orchestra, da tutti considerata una delle più prestigiose orchestre jazz del mondo.

Domenica 24 luglio  il quartetto di Franco D’Andrea, pianista Italiano che nel 2010 è stato nominato dall’Accademia di jazz di Francia miglior musicista europeo. Atina Jazz riprenderà il 28 luglio con uno dei migliori pianisti di scuola cubana in circolazione: Hilario Duran. Altro grande evento, venerdì 29 luglio, con un’altra leggenda della musica: Al Jarreau, unico cantante ad aver vinto tre Grammy Award in tre diverse categorie: jazz, pop, and R&B. Vocalist moderno, cantante capace di esplorare con la voce tutte le timbriche, su ritmi swing, pop, jazz e R&B arpeggi e accordi.  Sabato 30 luglio, un gruppo inglese sulla scena da molti anni e molto amato dai giovani, gli Incognito, formazione considerata capostipite dell’ Acid-Jazz. La chiusura delle serate atinati, domenica 31 luglio, con un doppio concerto, aprirà la serata Enzo Pietropaoli Quartet, formato da Enzo Pietropaoli al contrabbasso, Fulvio Sigurtà alla tromba, Julian Oliver Mazzariello al pianoforte e Alessandro Paternesi alla batteria che presenteranno “Yatra”. Seguirà il trio del pianista Danilo Rea con Ares Tavolazzi ed Ellade Bandini, con un omaggio ai Beatles.

Appendice del festival il 5 agosto,sconfinamento in provincia di Isernia, a Castelpetroso, con il concerto di Mario Romano quartet. Non più quindi un solo concerto di punta in un solo fine settimana per Atina jazz, ma ben due lunghi weekend di grandissima musica che porteranno sicuramente ad Atina e nel territorio circostante, appassionati provenienti da ogni parte d’Italia, che oltre ai concerti potranno  scoprire e godere la tante bellezze artistiche di un territorio ricco di storia  a due passi dal Parco nazionale d’Abruzzo e dall’Abbazia di Montecassino. Insomma, un Festival ricco d’iniziative e appuntamenti che sapranno far convivere e fondere la cultura locale, con la cultura nazionale ed internazionale, rappresentando la base per avviare quei processi di sviluppo culturale che è uno degli elementi fondamentali per un0 sviluppo del sistema turistico ed economico, riqualificando e migliorando la vivibilità complessiva del territorio. Anche per l’edizione 2011 viene confermata la collaborazione tra Atina Jazz e Radio 1, che ha notevolmente contribuito alla promozione del Festival in ambito nazionale.

 

PROGRAMMA 2011

21 luglio 2011 Atina:ore 21.30 piazza Marconi: Apertura ufficiale della XXVI edizione del Festival conGiovanni Guidi e The Unknown Rebel Band– Fulvio Sicurtà: tromba, flicorno – Mirko Rubegni: tromba, flicorno – Daniele Tittarelli: sax alto – Dan Kinzelman: sax tenore – David Brutti: sax basso – Mauro Ottolini: trombone, tuba -Giovanni Guidi: piano – Giovanni Maier: contrabbasso – Joao Lobo: batteria – Michele Rabbia: percussioni.

ore 24,00 cortile palazzo ducale : jam session

22 luglio 2011 Atina:ore 20,30 cortile palazzo ducale : Aperitivo in jazz

ore 21.45 piazza Marconi : Rocco Papaleo e Rita Marcotulli, piano – Fabrizio Bosso, Tromba – Luciano Biondini, Fisarmonica – Furio Di Castri,contrabbasso – Roberto Gatto, batteria

ore 24,00 cortile palazzo ducale: dj jazz set Lele Dimitri

23 luglio 2011 Atina:ore 20,30 cortile palazzo ducale : Aperitivo in jazz

ore 21.45 piazza Marconi Wynton Marsalis and the Jazz Lincoln Orchestra’s NY

ore 24,00 cortile palazzo ducale : dj jazz set Lele Dimitri

24 luglio 2011 Atina:ore 20,30 cortile palazzo ducale : Aperitivo in jazz

ore 21.45 Franco d’Andrea 4et

28 luglio 2011 Atina:ore 20,30 cortile palazzo ducale: Aperitivo in jazz

ore 21.45 piazza Marconi Hilario Duran trio

ore 24,00 cortile palazzo ducale: jam session

29 luglio 2011 Atina:ore 20,30 cortile palazzo ducale: Aperitivo in jazz

ore 21.45 piazza Marconi Al Jarreau

ore 24,00 cortile palazzo ducale: dj jazz set Lele Dimitri

30 luglio 2011 Atina:ore 20,30 cortile palazzo ducale: Aperitivo in jazz

ore 21.45 piazza Marconi  incognito

ore 24,00 cortile palazzo ducale: dj jazz set Lele Dimitri

31 luglio 2011 Atina:ore 20,30 cortile palazzo ducale: Aperitivo in jazz

Ore 21,30 Enzo Pietropaoli Quartet

ore 22,30 piazza Marconi Danilo Rea, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini Trio

ore 24,00 cortile palazzo ducale: brindisi finale

5 agosto 2011 Castelpetroso (IS):ore 20,00 sagrato cattedrale Castelpetroso Mario Romano 4et

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Massarosa Jazz Fest 2011, seconda edizione

E’ partita lo scorso 17 giugno la seconda edizione del Massarosa Jazz Fest, rassegna jazz diretta da Paolo Caivano che per il secondo anno consecutivo è riuscito a coinvolgere musicisti di rilievo nazionale ed internazionale nella manifestazione promossa dal Comune di Massarosa. Quattro appuntamenti di grande jazz, il 17 e 24 giugno e l’8 e 9 luglio 2011, alla Fattoria di Camporomano in localita’ Piano del Quercione nel Comune di Massarosa (Lucca). I nomi in cartellone: Joey Calderazzo Trio (già esibitosi il 17 gigno); Marcotulli, Girotto, Biondini; Giovanni Guidi Quintet; Riccardo Arrighini Group. I leader dei gruppi musicali sono pianisti di fama sulla scena musicale internazionale che porteranno a Massarosa i loro nuovi progetti ed in particolare Rita Marcotulli il 24 giugno e Giovanni Guidi l’8 luglio presenteranno i nuovi CD appena pubblicati. Il Massarosa Jazz Fest 2011 è quest’anno quasi un’anteprima versiliese di Umbria Jazz: infatti Joey Calderazzo e il Giovanni Guidi Quintet suoneranno prima in terra Toscana e poi passeranno al Festival perugino. Altra nota di prestigio è l’inserimento del concerto di Massarosa il 17 giugno all’interno del tour europeo del gruppo di Joey Calderazzo. Il 24 giugno ed il 9 luglio i concerti ed i musicisti dedicheranno le loro performance alle sonorità legate al grande Cinema, il trio della Marcotulli con la rivisitazione di sue composizioni di colonne sonore e l’Arrighini Group con l’omaggio a Morricone. Il gran finale della rassegna e’ infatti sul nuovo progetto di Riccardo Arrighini, musicista viareggino che alcuni anni fa rappresentò l’Italia in Australia assieme a Rea e Cafiso, e che regalera’ il 9 luglio il suo ultimo progetto musicale tra jazz e classica dedicato a Ennio Morricone.

Tutti i concerti saranno piacevolmente introdotti alle 20.30 da un momento conviviale di degustazione di prodotti tipici toscani: salumi, formaggi, vini, “erbi” di campo ed altri prodotti locali presentati su piatti di mais, tovaglioli di cellulosa, posate di legno, bicchieri in vetro, all’insegna del rispetto dell’ecosostenibilita’ ambientale. Seguira’ quindi il concerto in villa. L’ingresso per ciascuna serata e’ di 20,00 euro (ingresso gratuito per ragazzi sotto i 14 anni). E’ gradita la prenotazione ai numeri di telefono 0584.92231 – 348.8540068. E’ a disposizione bus navetta gratuito dal parcheggio della fattoria fino alla villa e ritorno. In caso di pioggia i concerti si svolgeranno per la data del 17 giugno presso l’auditorium Puccini di Torre del Lago e per le altre date presso il teatro Vittoria Manzoni di Massarosa.

La precedente edizione del “Massarosa Jazz Fest 2010″ sempre curata da Paolo Caivano, ha avuto la presenza di oltre 500 spettatori ed un riscontro mediatico su televisioni e media locali oltre che su riviste di settore. Quest’anno il Comune di Massarosa ha affidato all’Associazione Culturale “Liberi Sensi” la realizzazione dell’evento consentendo una continuita’ con la precedente direzione artistica, che quest’anno ha introdotto materiali ecologici e riciclabili per la degustazione, selezionato i prodotti tipici, curato la logistica, selezionato i gruppi musicali e gestito l’organizzazione per tutte e quattro le serate del Massarosa Jazz Fest 2011.

Programma

Venerdi’ 17 giugno 

JOEY CALDERAZZO TRIO,

Joey Calderazzo al pianoforte, Orlando Le Fleming al contrabbasso e Donald Edwards alla batteria.

Venerdi’ 24 giugno

RITA MARCOTULLI, JAVIER GIROTTO, LUCIANO BIONDINI.

Venerdi’ 8 luglio

GIOVANNI GUIDI QUINTET featuring GIANLUCA PETRELLA

Sabato 9 luglio

RICCARDO ARRIGHINI GROUP in ARRIGHINI SUONA MORRICONE.

Riccardo Arrighini al pianoforte, Francesco Carmignani primo violino, Nicola Dalle Luche secondo violino, Osvaldo Dal Boni Hasenberg viola, Giampaolo Perigozzo violoncello, Emmanuele Modestino chitarra elettrica/effetti.

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Vicenza Jazz guarda a New York – Il 6 maggio parte la XVI edizione

Il programma della sedicesima edizione del festival New Conversations – Vicenza Jazz, che si terrà dal 6 al 14 maggio (con un prologo il 2 maggio e un epilogo il 18), conferma l’originalità ideativa di uno dei festival più prestigiosi del panorama nazionale. Nel cartellone delle New Conversations vicentine nomi storici della musica afro-americana trovano spazio al fianco delle istanze più attuali della musica improvvisata, le proposte d’alto profilo culturale convivono con quelle di ampio richiamo popolare, in una kermesse che in una decina di giorni offrirà un numero sorprendentemente elevato di concerti (il programma completo sfiora il centinaio di spettacoli) che coinvolgerà la città nella sua interezza, dalle sedi teatrali ufficiali (lo splendido Teatro Olimpico del Palladio e il Teatro Comunale) alle piazze e le vie del centro, i palazzi storici, le chiese, il Conservatorio “Pedrollo”, i locali notturni.

Ancora una volta le scelte di programma del direttore artistico Riccardo Brazzale si distinguono per la capacità di ideare produzioni originali di grande impatto (come l’incontro tra la stupefacente virtuosa del pianoforte Hiromi Uehara e l’Orchestra del Teatro Olimpico nel segno delle musiche di Gershwin: 11 maggio), di riportare in Italia artisti di spicco da tempo assenti dalle nostre scene (è il caso del sassofonista Steve Coleman: 9 maggio) o progetti che hanno segnato la storia del jazz moderno (il “Mahler Re-visited” proposto dall’Ensemble del pianista Uri Caine: 8 maggio). A dare splendore al programma contribuiranno numerosi altri nomi di punta della scena internazionale, come i trombettistiArturo Sandoval (con Chico Freeman: 10 maggio) e Paolo Fresu (con Daniele di Bonaventurae il coro A Filetta: 14 maggio). Assai rilevante sarà poi la presenza di artisti trasversali, capaci di attrarre ampie fasce di pubblico non solo jazzistico: Roy Paci (7 maggio) e Vinicio Capossela, che arriverà a Vicenza per l’unica data veneta del tour “Marinai, Profeti e Balene” che fa seguito alla pubblicazione del suo nuovo album (prologo del 2 maggio).

Numerose sono le traiettorie culturali e i percorsi musicali di Vicenza Jazz 2011, a partire dal tema principale che dà titolo a questa sedicesima edizione del festival: New York New York, ovvero lo stato delle cose del jazz statunitense. La rotta newyorkese del festival sarà ampiamente esplorata nel programma di concerti che il Panic Jazz Café Trivellato proporrà nello spazio del Teatro Astra; ma testimoni d’eccezione della newyorkesità jazzistica saranno Uri Caine e Steve Coleman, nonché la giapponese Hiromi Uehara impegnata in un omaggio a George Gershwin, il musicista di New York che più di ogni altro ha saldato in maniera intensa e duratura la musica colta e quella popolare, incluso l’allora nascente jazz, dal quale trasse ampia ispirazione e sul quale esercitò una indelebile influenza con la sua produzione di canzoni.

Oltre che nel concerto gershwiniano di Hiromi, il rapporto del jazz con la musica colta troverà due altre importanti realizzazioni concertistiche nell’ambito di Vicenza Jazz: nel già citato omaggio di Uri Caine a Gustav Mahler (del quale nel 2011 cade il centenario della morte) e negli Omaggi a Nino Rota (del quale invece nel 2011 ricorre il centenario della nascita) proposti dal trombonista Gianluca Petrella con l’I-Jazz Ensemble 2011 e dall’Orchestra del Teatro Olimpico diretta da Giancarlo De Lorenzo (6 maggio).

A fianco dell’ampia rappresentanza del jazz statunitense, Vicenza Jazz offrirà come sua abitudine un ampio e significativo spaccato del jazz italiano, con la presenza di artisti del livello del sassofonistaRosario Giuliani e il pianista Dado Moroni (con il vibrafono di Joe Locke: 9 maggio), la cantanteMaria Pia De Vito (12 maggio), lo specialista dell’elettronica Martux_m con il progetto davisiano “About A Silent Way” (13 maggio), oltre ai già citati Paolo Fresu e Gianluca Petrella (con Giovanni Guidi).

Sarà come sempre altisonante anche la programmazione che Luca Berton del Panic Jazz Club di Marostica ha preparato per le serate ai Chiostri di Santa Corona, che si trasformeranno in “Panic Jazz Café Trivellato”, il jazz club after hours del festival. I nomi annunciati sono tali da suscitare una grande attesa: da star del calibro di Christian McBride (11 maggio, in quintetto) e Joshua Redman (il 18, in quartetto) a una serie di nomi che percorreranno le più attuali sfumature del jazz newyorkese:Ambrose Akinmusire (il 6), Rachel Z con Omar Hakim e Solomon Dorsey (il 7), Rudresh Mahanthappa (l’8), Martin Wind in un quartetto con Joe La Barbera (il 9), Julian Lage (il 12). E poi ancora il quartetto di Alessandro Lanzoni e Francesco Diodati (il 10) e i ritmi afro dei Dajaloo(il 14).

Molte iniziative collaterali amplieranno l’approfondimento del tema newyorkese del festival: una mostra fotografica dedicata agli scatti di Robert Otter (dal 5 al 15 maggio al ViArt); numerose proiezioni cinematografiche; una serie di duetti italo-americani al conservatorio “Pedrollo”. Oppure creeranno nuovi percorsi tematici, come nel caso del convegno internazionale “L’improvvisazione musicale e la musicoterapia”, a cura del Centro Studi Musicoterapia Alto Vicentino (12 maggio), delle messe musicali, degli appuntamenti alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari e al conservatorio “Pedrollo”.

Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2011 è organizzato dall’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza, in collaborazione con Aim Vicenza, Trivellato Mercedes Benz e con l’associazione Panic JazzClub, con il contributo della Regione Veneto e del Ministero per i beni e le attività culturali, oltre che con il sostegno di Intesa Sanpaolo, Confcommercio Vicenza, Confindustria Vicenza e molti altri sponsor.

Per il programma completo cliccate qui.

Per il sito della manifestazione con tutte le informazioni cliccate qui.

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Jazz Festival: Giovanni Guidi chiude il Cittaslow

Ultimo appuntamento per la tredicesima edizione del Cittaslow Festival per questa sera sabato 16 aprile alle ore 21:00 presso la Penisola-Lago Corbara con il concerto di Giovanni Guidi e il suo quartetto, che comprende altri tre giovani jazzisti: l’americano Dan Kinzelman al sassofono,Francesco Ponticelli al contrabbasso e Armando Sciommeri alla batteria. Vincitore qualche anno fa del referendum indetto dal prestigioso Musica Jazz come “Miglior nuovo talento”, il giovane, anzi giovanissimo, Giovanni Guidi “…è sicuramente uno dei pianisti più interessanti e originali della scena italiana…”, per dirla con le parole di Enrico Rava. Ha appena inciso per CamJazz ,«We Don’t live here anymore», registrato alla corte del genio indiscusso del sound engineer James Farber nei celebri studi Sear Sound di New York. Un album che alterna composizioni di Guidi a libere improvvisazioni, che vive e trova la propria forma nel dialogo e nel sentire reciproco dei musicisti che il pianista ha voluto accanto a sé.

Cittaslow ospite: ABBIATEGRASSO(MI) Chef: Piero Chiaveri

Antipasti: Crostini di taleggio, Insalata belga con crema di gorgonzola, Filzetta

Primo Piatto: Risotto pere e gorgonzola

Secondo Piatto: Cassoeula con polenta di farina biologica del parco Ticino

Formaggi: Gorgonzola dolce e piccante

Dessert: Offelle di Parona alla crema

Vini: Bonarda e Barbera

Info e prenotazioni:

0763 343302

www.cittaslowinfestival.it  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

www.cramst.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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