Jazz Agenda

Marcotulli / Varela duo in concerto alle Rane di Testaccio

  • Pubblicato in Pagina News

Sabato 2 dicembre presso le Rane di Testaccio Marcotulli / Varela duo in concerto. L’incontro tra questi due musicisti è un viaggio alla ricerca di quei suoni che sono alla base di tutta la storia del jazz passando per sonorità ritmiche del flamenco, arabo e della musica indiana. E anche se a tratti può sembrare di trovarsi in Tibet per via di una campana rituale, o magari in Giappone, con la pianista che riduce manualmente il suono dello strumento per farlo sembrare corto come quando si pizzicano le corde di un Koto, lo scopo è sempre lo stesso, proseguire oltre e non fermarsi al primo piacere dell’ascolto.

Non potrebbe essere altrimenti con una artista che ha avuto riscontri più che positivi con Pat Metheny, Pino Daniele, Palle Danielson, come nel mondo del cinema (Ciak d’Oro, Nastro d’Argento e David di Donatello per la miglior colonna sonora di Basilicata Coast to Coast di Rocco Papaleo) e con Israel Varela batterista, compositore e anche la voce del duo. Voce calda, modulata e lirica quando occorre, ma soprattutto piena di registri. Varela ha suonato con grandi della musica come Pat Metheny, Charlie Haden, Yo Yo Ma, George Benson, Mike Stern, Victor Bailey, Pino Daniele, e anche nel flamenco con artisti come Diego Amador, Jorge Pardo, Antonio Canales, Joaquin Cortes.

Le Rane di Testaccio

Via Galvani, 29/29A
00153 ROMA
t. 06 5740240

 

Ore 22:00

MARCOTULLI – VARELA DUO

Rita Marcotulli (pianoforte)
Israel Varela (batteria e voce)

 

Leggi tutto...

Michael Rosen Tricolor a Villa Celimontana

Quando parliamo del Brasile pensiamo subito alla samba, alla bossa nova, pensiamo ad una terra che ha prodotto tanta musica che oggi viene apprezzata ed ascoltata dappertutto. Sono melodie molto raffinate, che stanno facendo il giro del mondo e che oggi stringono la mano al Jazz mescolandosi con uno dei linguaggi più complessi della musica. Certo, che questi due generi siano confluiti in un unico discorso è un fatto più che assodato, un fatto che forse non stupisce neanche più di tanto, tranne quando ascolti alcuni geni che ti lasciano davvero senza parole. Parliamo del quartetto Michael Rosen Tricolor, quello che proprio ieri abbiamo avuto il piacere di ascoltare nella cornice di Villa Celimontana.

Lui, Michal Rosen, newyorkese trapiantato in Italia dal 1987, più che un musicista è un’istituzione, un mago del sassofono che ha alle spalle collaborazioni con artisti del calibro di Mina, Celentano, Renato Zero, Danilo Rea, Roberto Gatto, Stefano Bollani, Enrico Rava e Danilo Perez. E gli altri non sono da meno.Alfredo Paixao, bassista di Rio de Janeiro, ci viene subito in mente perché ha collaborato con Pino Daniele, mentre Israel Valera, il batterista del quartetto, è un giovane promettente di origine messicana capace di tener testa a dei colossi come quelli già citati. E infine c’è l’argentino Natalio Mangalavite, pianista, compositore, arrangiatore che, soltanto per citare qualche nome, ha collaborato con Fabio Concato, Ornella Vanoni, Javier Girotto e Peppe Servillo.

E veniamo al nostro concerto. Se pensate che questi musicisti, provenienti da diverse parti del continente americano, abbiano problemi di comunicazione, forse avete sbagliato concerto. Qui parliamo di gente che non ha bisogno di parole, che sale sul palco e con un’occhiata riesce a far convergere il linguaggio della musica dove meglio crede. Gente che ha studiato, cha ha passato la vita davanti allo strumento, che ti trasporta in mondi lontani con semplicità. Ieri i musicisti hanno deciso di trasportarci in Brasile, di farci atterrare nell’aeroporto di Rio, magari  salutando la statua del Cristo Redentore, e così è stato. Inizialmente hanno suonato qualche bossa nova molto raffinata, poi si sono cimentati in ritmi più incalzanti, di quelli che ti fanno venire voglia di battere il piedi e di metterti a ballare; il tutto senza trascurare la genialità dell’improvvisazione. Michael Rosen, con il sassofono è capace di una potenza inaudita, riesce a far muovere le sedie quando prende un acuto, ma anche di far uscire suoni delicati ed armoniosi. E sono proprio questi crescendo e diminuendo i protagonisti della serata, sono le improvvisazioni, l’alternarsi di brani lenti con altri molto più accesi.

Ma oltre ai ritmi sudamericani c’è anche qualcos’altro, qualcosa che ci ricorda la nostra terra, che ci appartiene, che ci fa respirare le atmosfere degli anni ’50 e, perché no, magari quelle di un film di Fellini con un bel sottofondo musicale; non a caso un brano del repertorio, peraltro uno dei più belli, si chiama “Un Film Italiano” e un altro ancora “Fotografia”, titoli e musiche azzeccate che colpiscono dritto al cuore, che ti fanno rilassare, che ti immergono nel passato attraverso i ritmi dell’America Latina. E poi Alfredo Paixao sa anche cantare bene, compie dei soli vocali all’unisono con il suo strumento e a volte il suo basso, brillante e molto presente, sembra quasi avvicinarsi alle sonorità (o magari alla filosofia stessa) di una chitarra elettrica. Quindi, verso la fine Paixao, canta “Anna Verrà”, una canzone di Pino Daniele, che per l’occasione viene proposta con una bossa nova che ci si sposa davvero bene. Il concerto si conclude con un samba, “Bala Com Bala”, un ritmo incalzante e veloce, di quelli che veramente ti fanno venire voglia di alzarti in piedi e di iniziare a ballare.

Dunque, quella di ieri è stata una serata che ci ha fatto vivere per un po’ l’atmosfera del Brasile, una serata da non dimenticare sotto il cielo di un’estate romana che da sempre ci regala forti emozioni.

Carlo Cammarella

Leggi tutto...

Music Inn: gli appuntamenti di questo week end

Anche questo fine settimana un week end all’insegna del jazz al Music Inn. Si parte venerdì, 14 ottobre, con Israel  Varela,  abile  e  raffinato  compositore,  batterista,  e  cantante  dalla sorprendente  e  ricca musicalità. Originario di Tijuana, Messico, è considerato uno dei migliori talenti della scena musicale internazionale che grazie alla sua originalità vanta già collaborazioni con i migliori musicisti del mondo tra i quali: Pat Metheny, Charlie Haden, Yo Yo Ma, Mike Stern, Bireli Lagrene, Bob Mintzer, Diego Amador, Pino Daniele. Il  suo  Flamenco Jazz  drumming  è  la  sua  cifra  stilistica  immediatamente riconoscibile: flamenco, ritmi latino-americani, atmosfere di medio oriente, e  colori  jazz si  fondono in un’entità ormai inscindibile.  Il  sentimento latino, la raffinatezza melodica e il gusto andaluso della sua musica, sono elementi che assumono un valore irrinunciabile, facendo delle sue composizioni arie che subito s’imprimono nella memoria. (M. Leopizzi, Music Around net Magazine). Sabato 15 ottobre, invece, sarà la volta del trio di Bruno Marinucci che salirà sullo splendido palcoscenico di questo jazz club. Il mix culturale e lo straordinario livello internazionale di questo Trio caratterizza un risultato musicale unico, rendendo i concerti tanto raffinati quanto imprevedibili. Il repertorio è tratto dal nuovo disco di Israel Varela “Border  People”,  per  DSR Records (Egea  distribution) e  anche temi  tratti  dal  suo disco d’esordio “Tijuana Portrait” (vincitore dell’Euro Latin Award 2008). “Nal Tarahara” edito da RAI TRADE e Videoradio, con la collaborazione di Bill Evans al sax e di Randy Brecker alla tromba. E’ un disco di sole composizioni inedite di Bruno Marinucci. Un lavoro che propone brani completamente acustici, brani elettrici, brani in soluzione mista. Spazia tra Jazz, Blues, Funk, oltre a momenti tematici e narrativi, basati sulla dinamica, l’interplay e il senso melodico creando a tratti un’atmosfera minimalista, pur non essendo legato a nessuno stile in particolare. Già nei primi mesi dall’uscita del disco è intervistato e recensito dalle maggiori riviste musicali.

venerdì 14 ottobre ore 22
Israel Varela Trio 
Special guest: Cristina Benitez – ballerina di flamenco – 
consum. obbl.
Israel Varela, batteria e voce

Alfredo Paixao, basso e voce

Shai Maestro, pianoforte

sabato 15 ottobre ore 22
BRUNO MARINUCCI TRIO consum. obbl.
Bruno Marinucci, chitarre

Pierpaolo Ranieri, contrabbasso

Marco Rovinelli, batteria

Leggi tutto...

Roma Summer Jazz Fest: un’ultima settimana di concerti a Via Margutta 51a

Lo storico cortile di Via Margutta 51a, luogo noto ai più per il film “Vacanze Romane” con Gregory Peck e Audrey Hepburn, ha aperto le porte al Roma Summer Jazz Fest, l’unico Festival jazz estivo della capitale con un cartellone di artisti nazionale e internazionali. Lunedì 8 settembre salirà su questo palcoscenico, il quartetto del batterista Lucrezio de Seta presenta in anteprima l’album “Movin’ On”, con lui sul palco il sassofonista Gianni Denitto, il pianista Ettore Carucci e il bassista Leonardo De Rose. Melodie terse e seducenti, arrangiamenti calibrati con cura, interplay ai massimi livelli, “Movin’ On” è un disco ispirato: ogni tema, ogni solo sono animati da un’intenzione profonda che rendono la musica attuale, presente e viva. Il quartetto di Lucrezio de Seta ha un suono prorompente e duttile, capace di esaltare la varietà dei materiali sonori mantenendo una forte identità. Ottima la ripresa in studio e l’equilibrio fra le voci degli strumenti. Il 9 settembre sarà il turno di Rosario Giuliani espresso nel suo ultimo lavoro “Images”, la consapevolezza di una maturità artistica piena e la sua continua ricerca di nuove traiettorie, anche intimiste e personali, le immagini, appunto che riaffiorano dalla sua memoria e ispirano i suoi slanci virtuosistici e le sue improvvisazioni impareggiabili. Il 10 Settembre ci saranno due set: uno con Alessandro Lanzoni Trio (premio Top Jazz Miglior Nuovo Talento), l leader di questa formazione propone un programma di brani originali alternati a inedite rivisitazioni di brani di Thelonious Monk e John Coltrane. Il 2° affidato al quartetto di Francesco Ponticelli che presenterà il suo primo disco da leader “Ellipses” uscito qualche mese fa per la prestigiosa etichetta di Paolo Fresu, la Tuk Music. Chiude la rassegna l’11 settembre il batterista Israel Varela. 

Abile e raffinato compositore, Varela, è batterista e cantante dalla sorprendente e ricca musicalità. Grazie alla sua originalità vanta già collaborazioni con i migliori musicisti del mondo tra i quali: Pat Metheny, Charlie Haden, Yo Yo Ma, Mike Stern, Bireli Lagrene, Bob Mintzer, Diego Amador, Pino Daniele. Il suo Flamenco-Jazz drumming è la  sua  cifra  stilistica  immediatamente riconoscibile:  flamenco,  ritmi latinoamericani, atmosfere medio orientali, e  colori  jazz si  fondono in un’entità ormai inscindibile. Di seguito la programmazione della settimana.

Roma Summer Jazz Fest …il Jazz a Via Margutta 51/A

apertura ore 19,30 inizio concerti ore 21,30

 

8 settembre

Lucrezio de Seta Quartet
Gianni de Nitto sax
Ettore Carucci pianoforte
Leonardo de Rose contrabbasso
Lucrezio de Seta batteria

9 settembre

Rosario Giuliani Quartet “Images”
Rosario Giuliani sax
Roberto Tarenzi pioanoforte
Luca Fattorini contrabbasso
Marco Valeri batteria

10 Settembre

1° SET ALESSANDRO LANZONI TRIO
Alessandro Lanzoni pianoforte
Matteo Bordone Contrabbasso
Enrico Morello batteria
2° SET FRANCESCO PONTICELLI 4tet
Dan Kinzelman sax e clarinetti
Enrico Zanisi pianoforte
Francesco Ponticelli contrabbasso
Enrico Morello batteria

11 settembre

Israel Varela Trio
Israel Varela, batteria, voce
Alfredo Paixao, basso, voce
Angelo Trabucco, pianoforte
Special guest : Karen Lugo,ballo flamenco

 

All’interno del cortile, dalle 20 in poi è possibile anche assaggiare birre artigianali e prodotti tipici del reatino.

info e prevendite:

infoline: 331 5744830

website www.centrottava.it

email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Leggi tutto...

Villa Celimnotana Jazz Festival: di scena il duo Varela Allulli

Venerdì 9 agosto al Villa Celimontana Jazz Festival di Roma sarà di scena una formazione d’eccezione composta da due personalità eclettiche unite da una grande empatia e soprattutto dalla passione verso una ricerca stilistica sempre nuova: il duo Varela – Allulli, composto dal sassofonista Marcello Allulli (una delle personalità di spicco del panorama jazz nazionale) e dal celebre batterista Israel Varela (Pat Metheny. Mike Stern, Charlie Haden, Bob Mintzer), che darà vita ad un vero e proprio “viaggio” sperimentale e meditativo all’insegna di un jazz avanguardistico, travalicando i confini del genere e della classificazione. Un linguaggio che potremmo definire “metropolitano”, partendo dalle radici centro-sudamericane di un artista raffinato come Israel Varela e passando per l’ecletticità e la sperimentazione di Marcello Allulli. Il “percorso” inizierà dal Sud America per muoversi verso le grandi metropoli americane ed europee ed approdare alla cultura e alla tradizione indiana, sulla quale la ballerina catalana Cristina Benitez improvviserà la sua performance flamenca: un connubio ancora inesplorato, una vera “prima” assoluta. La grande passionalità e l’espressività di Cristina Benitez sono ormai note in Italia proprio per il grande successo e clamore suscitato dalle sue esibizioni con Israel Varela e Marcello Allulli. Questo live al Festival di Villa Celimontana vede la partecipazione anche di un’altra grande artista di flamenco, considerata una delle ballerine più originali al mondo: Karen Lugo che presenterà, in duo insieme a Israel Varela, il progetto internazionale “Made in Mexico” all’interno di un tour mondiale che li vede impegnati, per i primi live, in Indonesia, Emirati Arabi, Thailandia, Spagna, Messico e Italia).

Israel Varela – Marcello Allulli Duo & Friends 

Venerdì 9 agosto – ore 22 – Villa Celimontana Jazz Festival – Roma

in collaborazione con l’Associazione Aldebaran

Ingresso Villa Celimontana

Via della Navicella, 12Roma

 

06 581 7727

Leggi tutto...

Report: Varela – Allulli al Muzak hanno aperto SPAZIO JAZZ

allullivarela
allullivarela10
allullivarela12
allullivarela13
allullivarela14
allullivarela15
allullivarela2
allullivarela3
allullivarela4
allullivarela5
allullivarela6
allullivarela7
allullivarela8
allullivarela9
01/14 
start stop bwd fwd

Grande successo per la prima di SPAZIO JAZZ che si è tenuta domenica 11 novembre 2012. Dunque, dopo l’esperienza al teatro lo Spazio la rassegna si rinnova con una nuova location, il Muzak di Testaccio, locale assai attivo nella scena live romana. Per l’occasione si è esibita una grande formazione, il duo Varela – Allulli, composta da Marcello Allulli al sax e Israel Varela alla batteria con ospite d’eccezione il contrabbassista Daniele Cappucci. E allora date un’occhiata al report fotografico a cura di Valentino Lulli e scoprirete il fascino di una location davvero adatta per il jazz. Vi ricordiamo anche che domenica 18 novembre ci sarà il secondo appuntamento con i Radical Gispy e la mostra fotografica a tema a cura di Francesca Cencetti. Una serata all’insegna del Manouche con tante sorprese. Non mancate alla seconda edizione di SPAZIO JAZZ!

Leggi tutto...

SPAZIO JAZZ riparte domenica con il Duo Varela – Allulli

Domenica 11 Novembre alle ore 19:00 primo appuntamento conSPAZIO JAZZ, la rassegna organizzata da Muzak in collaborazione con Jazz Agenda che prenderà vita nello storico locale di Testaccio. Di scena una formazione d’eccezione composta da due personalità eclettiche unite da una grande empatia e soprattutto dalla passione verso una ricerca stilistica sempre nuova. Parliamo del duo Varela – Allulli, composto da Marcello Allulli al sassofono e da Israel Varela alla batteria, che darà vita ad un vero e proprio viaggio sperimentale e meditativo all’insegna di un jazz avanguardistico che travalica i confini del genere e della classificazione. Un linguaggio, quello del duo, che potremmo definire metropolitano e che si muove trasversalmente, partendo dalle radici sudamericane di un’artista eclettico come Israel Varela e passando per Marcello Allulli, musicista versatile e assai propenso ad esplorare territori sconosciuti. Il loro viaggio, dunque, partirà dal Sud America, per muoversi verso le grandi metropoli americane ed europee, fino ad arrivare a Roma, città anch’essa ricca di influenze e di suggestioni. Ospiti del live, Daniele Cappucci al contrabbasso e Neney Santos alle percussioni. In parallelo prenderà il via anche lo mostra a cura del fotografo Stefano “Uccio” Palena.

Marcello Allulli – sax tenore bio:Diplomato al Berklee College of Music, Marcello Allulli si sta sempre più affermando come uno dei sassofonisti jazz di spicco nel panorama italiano. Direttore artistico del club romano Music Inn, storico tempio romano del jazz nazionale ed internazionale che quest’anno ha riaperto la sua attività e che ad ottobre inaugurerà una nuova stagione di concerti, artisti, cultura e divulgazione con partner importanti nel mondo del jazz italiano. La lunga carriera di concerti nazionali e internazionali, vede tra le principali location italiane in cui si è esibito: l’Umbria Jazz Festival, a Roma l’Auditorium Parco della Musica, la stagione concertistica dell’Università La Sapienza,Jazz Image a Villa Celimontana e il Teatro Ambra Jovinelli, dove ha aperto con il suo M.A.T. la performance Racconti di Ascanio Celestini.

Israel Varela – batteria bio:Nato nel 1979 a Tijuana, Messico, Israel Varela è cresciuto in una famiglia piena di musicisti. Dopo aver cominciato ad esibirsi nei locali delle sua città con le migliori jazz band viene scoperto nel 1995 dal grande Alex Acuna da cui prende lezioni per tre anni. In seguito studia presso il Conservatorio di Baja (California), al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano (a partire dal 2001) e al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. A partire dal 2003 si trasferisce a Siviglia dove studia tutte le tecniche, i ritmi e le armonie della musica flamenco con i grandi Diego Amador, Luis Amador, e tutta la famiglia Amador. Il suo esordio discografico avviene nel 2008 con l’album “Tijuana Portrait” che nello stesso hanno lo porta alla vittoria dell’Euro Latin Award. Israel Varela è attualmente membro del Diego Amador Trio (Spagna), Kamal Musallam Trio (Emirati Arabi Uniti), e leader del “Trio Varela” (Italia).

Stefano Palena bio: Giovanissimo fotografo classe 1989, Stefano Palena, meglio conosciuto nell’ambiente come Uccio, ha già all’attivo numerose collaborazioni. Fra le più importanti citiamo quella relativa al 2010 con il celebre locale abruzzese “La Villa” (situata ad Atessa in provincia di Chieti) dove sono stati ospiti Dj del calibro di Catrina Davies e Salvatore Angelucci. La più recente è, però, quella con il “premio internazionale Giuseppe Sciacca”, di cui è stato il fotografo ufficiale nel corso dell’edizione del 2011.

 

 

Muzak Roma

Via di Montetestaccio 38/a

Apertura ore 18:30

Inizio concerto ore 19.00

Free Entry Up to you

Aperitivo + prima consumazione €10

 

Formazione

Varela – Allulli duo

Israel Varela, batteria

Marcello Allulli, sassofono

Leggi tutto...

Michael Rosen Tricolor a Villa Celimontana

Quando parliamo del Brasile pensiamo subito alla samba, alla bossa nova, pensiamo ad una terra che ha prodotto tanta musica che oggi viene apprezzata ed ascoltata dappertutto. Sono melodie molto raffinate, che stanno facendo il giro del mondo e che oggi stringono la mano al Jazz mescolandosi con uno dei linguaggi più complessi della musica. Certo, che questi due generi siano confluiti in un unico discorso è un fatto più che assodato, un fatto che forse non stupisce neanche più di tanto, tranne quando ascolti alcuni geni che ti lasciano davvero senza parole. Parliamo del quartetto Michael Rosen Tricolor, quello che proprio ieri abbiamo avuto il piacere di ascoltare nella cornice di Villa Celimontana.

Lui, Michal Rosen, newyorkese trapiantato in Italia dal 1987, più che un musicista è un’istituzione, un mago del sassofono che ha alle spalle collaborazioni con artisti del calibro di Mina, Celentano, Renato Zero, Danilo Rea, Roberto Gatto, Stefano Bollani, Enrico Rava e Danilo Perez. E gli altri non sono da meno.Alfredo Paixao, bassista di Rio de Janeiro, ci viene subito in mente perché ha collaborato con Pino Daniele, mentre Israel Valera, il batterista del quartetto, è un giovane promettente di origine messicana capace di tener testa a dei colossi come quelli già citati. E infine c’è l’argentino Natalio Mangalavite, pianista, compositore, arrangiatore che, soltanto per citare qualche nome, ha collaborato con Fabio Concato, Ornella Vanoni, Javier Girotto e Peppe Servillo.

E veniamo al nostro concerto. Se pensate che questi musicisti, provenienti da diverse parti del continente americano, abbiano problemi di comunicazione, forse avete sbagliato concerto. Qui parliamo di gente che non ha bisogno di parole, che sale sul palco e con un’occhiata riesce a far convergere il linguaggio della musica dove meglio crede. Gente che ha studiato, cha ha passato la vita davanti allo strumento, che ti trasporta in mondi lontani con semplicità. Ieri i musicisti hanno deciso di trasportarci in Brasile, di farci atterrare nell’aeroporto di Rio, magari  salutando la statua del Cristo Redentore, e così è stato. Inizialmente hanno suonato qualche bossa nova molto raffinata, poi si sono cimentati in ritmi più incalzanti, di quelli che ti fanno venire voglia di battere il piedi e di metterti a ballare; il tutto senza trascurare la genialità dell’improvvisazione. Michael Rosen, con il sassofono è capace di una potenza inaudita, riesce a far muovere le sedie quando prende un acuto, ma anche di far uscire suoni delicati ed armoniosi. E sono proprio questi crescendo e diminuendo i protagonisti della serata, sono le improvvisazioni, l’alternarsi di brani lenti con altri molto più accesi.

Ma oltre ai ritmi sudamericani c’è anche qualcos’altro, qualcosa che ci ricorda la nostra terra, che ci appartiene, che ci fa respirare le atmosfere degli anni ’50 e, perché no, magari quelle di un film di Fellini con un bel sottofondo musicale; non a caso un brano del repertorio, peraltro uno dei più belli, si chiama “Un Film Italiano” e un altro ancora “Fotografia”, titoli e musiche azzeccate che colpiscono dritto al cuore, che ti fanno rilassare, che ti immergono nel passato attraverso i ritmi dell’America Latina. E poi Alfredo Paixao sa anche cantare bene, compie dei soli vocali all’unisono con il suo strumento e a volte il suo basso, brillante e molto presente, sembra quasi avvicinarsi alle sonorità (o magari alla filosofia stessa) di una chitarra elettrica. Quindi, verso la fine Paixao, canta “Anna Verrà”, una canzone di Pino Daniele, che per l’occasione viene proposta con una bossa nova che ci si sposa davvero bene. Il concerto si conclude con un samba, “Bala Com Bala”, un ritmo incalzante e veloce, di quelli che veramente ti fanno venire voglia di alzarti in piedi e di iniziare a ballare.

Dunque, quella di ieri è stata una serata che ci ha fatto vivere per un po’ l’atmosfera del Brasile, una serata da non dimenticare sotto il cielo di un’estate romana che da sempre ci regala forti emozioni.

Carlo Cammarella

Leggi tutto...

Israel Varela e Karen Lubio raccontano il progetto “Made in Mexico”

Al via in questi giorni il tour mondiale del progetto “Made in Mexico” formato da Israel Varela, virtuoso batterista, compositore e vocalist (già collaboratore di Pat Metheny, Charlie Haden, Yo Yo Ma, Mike Stern, Bireli Lagrene, Bob Mintzer, Diego Amador, Pino Daniele) e Karen Lugo – nota ballerina di flamenco particolarmente amata dalla critica per il suo stile passionale e l’integrazione di elementi di danza moderna. Entrambi musicisti di flamenco, i due artisti messicani – originari di Tijuana (Varela) e Guadalajara (Lugo) – si definiscono “esploratori del ritmo” mescolando forme canoniche con danza contemporanea, ritmi e canti rituali tradizionali in un raro mix di radici messicane e andaluse con il colore del jazz contemporaneo. Li abbiamo incontrati a Roma all’inizio del tour internazionale che li porterà in Messico, Spagna, Stati Uniti, Indonesia, Thailandia ed Emirati Arabi.

Quale importanza riveste Made in Mexico in questo momento della vostra carriera?

I.V.: “Per me è un progetto fondamentale, perché rappresenta in gran parte il mio modo attuale di intendere la musica.”

K.L.: “Questo progetto è nato proprio nel preciso momento in cui volevo approfondire la sperimentazione della danza con altri generi musicali, partendo dal flamenco come base del mio linguaggio personale e attingendo alla ricchezza della musica messicana. Ha quindi coinciso perfettamente sia sul piano personale che artistico con ciò che desideravo realizzare.”

Quali radici e suggestioni musicali ritroviamo nel progetto?

I.V.: “Radici 100% messicane, momenti di riflessione, sperimentazione non tanto su quello che già conosciamo ma con linguaggi che andremo a conoscere e che ci invitano ad uscire da noi stessi osservandoci dal di fuori e quindi guardando il mondo da un’altra prospettiva.”

K.L.: “Le mie radici sono ben piantate nel flamenco, ma ho assorbito tutto ciò che ho trovato sul mio cammino: dagli stili di danza più semplici a quelli più complessi.”

 

La componente ritmica è uno degli elementi caratterizzanti di Made in Mexico. Su quali pattern e figure ritmiche state lavorando?

I.V.:  “Maggiormente ritmi flamenco, ma scomposti in altre metriche non necessariamente della tradizione flamenco. Inoltre, altri ritmi arabi e messicani come l’Huapango.”

K.L.: “Per lo più, figure del flamenco, ma l’idea è di approfondire i ritmi e le melodie dei diversi Paesi che visiteremo, insieme ai musicisti con cui collaboreremo.”

 

Quali sono i Paesi e gli ospiti che saranno coinvolti?

I.V.: “Al momento, Germania, Italia, Emirati Arabi, Indonesia, Thailandia, Spagna, Messico e Stati Uniti. Tra gli ospiti previsti: Jorge Pardo, Rita Marcotulli, Diego Amador, Kamal Musallam, Amit Chatterjee. In futuro avremo anche Villalobos Brothers, Otmaro Ruiz e tanti altri.” 
K.L.: “
Oltre a quelli già citati, mi piacerebbe collaborare con Javier Colina, Naike Ponce, Bjork, Sandra Carrasco, Cafetacuva, Hector Buitrago, Folklore traditional.”

Nel vostro video promo girato a Madrid  http://www.youtube.com/watch?v=JLOw_fxCtdo (Anteprima)  c’è anche Jorge Pardo: come è nato il suo coinvolgimento in Made in Mexico?

I.V.: “Entrambi abbiamo la fortuna di lavorare con Jorge Pardo in diversi progetti, quindi il suo coinvolgimento è nato in modo naturale e totalmente improvvisato. Girare il video promo insieme dentro un ascensore è stata una  esperienza unica! Un chiaro esempio che non servono necessariamente strumenti musicali per fare musica: lo strumento siamo noi stessi.”

K.L.: “Entrambi avevamo già collaborato con lui separatamente. Abbiamo pensato che sarebbe stato molto bello unire queste collaborazioni trovandoci sul palco tutti insieme.”

Come è nata l’idea di collaborare e creare “Made in Mexico”?

I.V.: “La collaborazione con Karen, iniziata a Madrid, era inevitabile: entrambi lavoriamo nel flamenco con alcuni dei migliori musicisti al mondo ma soprattutto veniamo dallo stesso Paese. Il progetto è dunque stato una conseguenza molto naturale.”

K.L.: “Tutto è nato da un reciproco rispetto e da una grande stima professionale. Inoltre, siamo entrambi cresciuti nello stesso Paese, il Messico, e siamo entrambi “vittime” dell’arte del flamenco.”

Come nasce il vostro amore per il flamenco?

I.V.: “Io non ho cercato il flamenco, il flamenco ha trovato me. E quando ti trova occupa tutti i tuoi pensieri, momenti, passioni, amori, tristezze e ricchezze.”

K.L.: “In me è nato quando mi sono resa conto della sua grande complessità!”

 

 Fiorenza Gherardi de Candei

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS