Al via in questi giorni il tour mondiale del progetto “Made in Mexico” formato da Israel Varela, virtuoso batterista, compositore e vocalist (già collaboratore di Pat Metheny, Charlie Haden, Yo Yo Ma, Mike Stern, Bireli Lagrene, Bob Mintzer, Diego Amador, Pino Daniele) e Karen Lugo – nota ballerina di flamenco particolarmente amata dalla critica per il suo stile passionale e l’integrazione di elementi di danza moderna. Entrambi musicisti di flamenco, i due artisti messicani – originari di Tijuana (Varela) e Guadalajara (Lugo) – si definiscono “esploratori del ritmo” mescolando forme canoniche con danza contemporanea, ritmi e canti rituali tradizionali in un raro mix di radici messicane e andaluse con il colore del jazz contemporaneo. Li abbiamo incontrati a Roma all’inizio del tour internazionale che li porterà in Messico, Spagna, Stati Uniti, Indonesia, Thailandia ed Emirati Arabi.
Quale importanza riveste Made in Mexico in questo momento della vostra carriera?
I.V.: “Per me è un progetto fondamentale, perché rappresenta in gran parte il mio modo attuale di intendere la musica.”
K.L.: “Questo progetto è nato proprio nel preciso momento in cui volevo approfondire la sperimentazione della danza con altri generi musicali, partendo dal flamenco come base del mio linguaggio personale e attingendo alla ricchezza della musica messicana. Ha quindi coinciso perfettamente sia sul piano personale che artistico con ciò che desideravo realizzare.”
Quali radici e suggestioni musicali ritroviamo nel progetto?
I.V.: “Radici 100% messicane, momenti di riflessione, sperimentazione non tanto su quello che già conosciamo ma con linguaggi che andremo a conoscere e che ci invitano ad uscire da noi stessi osservandoci dal di fuori e quindi guardando il mondo da un’altra prospettiva.”
K.L.: “Le mie radici sono ben piantate nel flamenco, ma ho assorbito tutto ciò che ho trovato sul mio cammino: dagli stili di danza più semplici a quelli più complessi.”
La componente ritmica è uno degli elementi caratterizzanti di Made in Mexico. Su quali pattern e figure ritmiche state lavorando?
I.V.: “Maggiormente ritmi flamenco, ma scomposti in altre metriche non necessariamente della tradizione flamenco. Inoltre, altri ritmi arabi e messicani come l’Huapango.”
K.L.: “Per lo più, figure del flamenco, ma l’idea è di approfondire i ritmi e le melodie dei diversi Paesi che visiteremo, insieme ai musicisti con cui collaboreremo.”
Quali sono i Paesi e gli ospiti che saranno coinvolti?
I.V.: “Al momento, Germania, Italia, Emirati Arabi, Indonesia, Thailandia, Spagna, Messico e Stati Uniti. Tra gli ospiti previsti: Jorge Pardo, Rita Marcotulli, Diego Amador, Kamal Musallam, Amit Chatterjee. In futuro avremo anche Villalobos Brothers, Otmaro Ruiz e tanti altri.”
K.L.: “Oltre a quelli già citati, mi piacerebbe collaborare con Javier Colina, Naike Ponce, Bjork, Sandra Carrasco, Cafetacuva, Hector Buitrago, Folklore traditional.”
Nel vostro video promo girato a Madrid http://www.youtube.com/watch?v=JLOw_fxCtdo (Anteprima) c’è anche Jorge Pardo: come è nato il suo coinvolgimento in Made in Mexico?
I.V.: “Entrambi abbiamo la fortuna di lavorare con Jorge Pardo in diversi progetti, quindi il suo coinvolgimento è nato in modo naturale e totalmente improvvisato. Girare il video promo insieme dentro un ascensore è stata una esperienza unica! Un chiaro esempio che non servono necessariamente strumenti musicali per fare musica: lo strumento siamo noi stessi.”
K.L.: “Entrambi avevamo già collaborato con lui separatamente. Abbiamo pensato che sarebbe stato molto bello unire queste collaborazioni trovandoci sul palco tutti insieme.”
Come è nata l’idea di collaborare e creare “Made in Mexico”?
I.V.: “La collaborazione con Karen, iniziata a Madrid, era inevitabile: entrambi lavoriamo nel flamenco con alcuni dei migliori musicisti al mondo ma soprattutto veniamo dallo stesso Paese. Il progetto è dunque stato una conseguenza molto naturale.”
K.L.: “Tutto è nato da un reciproco rispetto e da una grande stima professionale. Inoltre, siamo entrambi cresciuti nello stesso Paese, il Messico, e siamo entrambi “vittime” dell’arte del flamenco.”
Come nasce il vostro amore per il flamenco?
I.V.: “Io non ho cercato il flamenco, il flamenco ha trovato me. E quando ti trova occupa tutti i tuoi pensieri, momenti, passioni, amori, tristezze e ricchezze.”
K.L.: “In me è nato quando mi sono resa conto della sua grande complessità!”
Fiorenza Gherardi de Candei