Jazz Agenda

Two for The Road Jazz Duo in concerto a l'Ambretta: special guest Marcello Allulli

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Sabato 16 luglio presso L’Ambretta del quartiere Garbatella, il duo Two For The Road presenterà il primo disco Sentieri, pubblicato dall’etichetta Filibusta Records. La formazione, composta dal chitarrista argentino Emmanuel Losio alla chitarra e dal pianista romano Marco Silvi, con la speciale partecipazione del sassofonista Marcello Allulli in qualità di special guest, sarà alle prese con il repertorio del disco che mescola tradizioni ed unisce suoni e colori appartenenti a radici culturali tanto solide quanto differenti.

Sentieri, infatti, rappresenta un percorso, una pista, un viaggio attraverso elementi di tango, sapori della cultura napoletana, waltzer malinconici, echi lontani di blues e ritmi frastagliati. Un disco, dunque, che racconta storie e sogni di vite che appartengono a luoghi lontani costruendo un ponte naturale tra Italia ed Argentina.  

Il repertorio del disco spazia tra composizioni che raggiungono la tradizione latino americana, tra cui Zamba para no morir, famoso brano tratto dal folklore argentino, e con Good News, prima track del disco, firmata da Emmanuel Losio e caratterizzata da ritmi serrati ed incisivi.

Non mancano anche passaggi di indole più malinconica come Il Waltzer dei Sospiri che traccia un anello di congiunzione tra il jazz e sonorità dal sapore più classicheggiante, attraverso un serrato ritmo sincopato e un incessante scambio armonico. Torniamo ancora una volta in America Latina con il brano Y Ahora che, grazie alla sua indole latineggiante e al suo ritmo con echi di bossa nova, trasporta l’ascoltatore dall’altra parte dell’oceano.

BIO: Il duo Two for The Road comincia la sua attività nel 2014 esibendosi in alcuni dei principali club capitolini e nazionali. La sua storia prosegue nello stesso anno a Strasburgo con la partecipazione ad un evento organizzato dalla Corte Europea per i diritti umani e a Parigi durante la settimana italiana dei Municipi in giugno. Il duo ha inoltre preso parte ad innumerevoli Festival tra cui il Flaminia in Jazz del 2014, dove ha aperto il concerto di Marcello Rosa, e al Fara Jazz Festival del 2015, aprendo il concerto di Rotem Sivan. Two for The Road ha collaborato con diversi artisti tra cui Marcello Allulli, Mario Corvini, Simone Alessandrini, Pierfrancesco Cacace e Danielle Di Majo.

 

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Piazza Giovanni da Triora, 15

Inizio concerto ore 20:00

Per le prenotazioni rivolgersi a: 338 113 7099

 

Line Up

Two For The Road

Marco Silvi, pianoforte

Emmanuel Losio, chitarra

Special guest, Marcello Allulli, sax

 

Youtube Channel

https://www.youtube.com/channel/UCR19dimgLyrfCk1gLcBCE7w

 

Itunes

https://itunes.apple.com/it/album/two-for-the-road-sentieri/id1100150828?app=itunes&ign-mpt=uo%3D4

 

Tracklist

Good News

Giornata Diffidente

Y Ahora

Il Waltzer dei Sospiri

Sangue Blues

‘E Palomme

Two for The Road

Zamba para no morir

Sogno D’Amore

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Live report: Il MAT trio al Music Inn: ospite Fabrizio Bosso

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C’era grande attesa riguardo la riapertura del Music Inn e stando a quanto siamo riusciti a vedere la scorsa settimana, le aspettative non hanno di certo tradito quello che ci si attendeva. Questo jazz club, che con nostro immenso piacere ha riaperto i battenti lo scorso aprile del 2011, ha presentato al pubblico tre concerti d’eccezione. Siamo partiti giovedì con una Jam session ricca di nomi, per poi passare al concerto del MAT trio di venerdì che sabato ha ospitato Fabrizio Bosso, uno dei musicisti più talentuosi del panorama musicale italiano. Quello che possiamo dire, quindi, dopo aver partecipato alla presentazione all’attività della scorsa settimana, è che il Music Inn non è soltanto un jazz club, ma un progetto nel quale confluiscono arte, musica, letteratura e anche la buon cucina. Chiaramente se parliamo di un jazz club, la musica avrà senza dubbio un ruolo di primo piano e infatti quello che possiamo notare dopo queste prime giornate all’insegna del jazz è che accanto ai grandi nomi presenti nella programmazione del Music si affiancheranno anche i giovani talenti emergenti.

 

E se a questo, poi, ci aggiungiamo che uno spazio notevole verrà dato anche alla buona cucina, anch’essa un’arte a tutti gli effetti, allora le premesse per una buona riuscita ci sono davvero tutte quante. E durante questo week end di fuoco, in cui si sono presentati molti fra i più grandi musicisti romani ed italiani, abbiamo avuto il piacere di vedere il concerto del MAT trio, composto da Marcello Allulli al sax,Francesco Diodati alla chitarra ed Ermanno Baron alla batteria, con ospite d’eccezione Fabrizio Bosso. Cosa ci dovevamo aspettare da una serata come questa se non uno spettacolo da incorniciare? Del resto la risposta del pubblico, che ha riempito il locale senza lasciare uno spazio vuoto, è arrivata e bastava guardarsi un po’ intorno per capire che non c’era più l’ombra di un posto, con gente sparsa in ogni angolo del Music Inn. E nel momento in cui la parola è passata alla musica, la gente ha smesso di parlare, il brusio si è interrotto e ci siamo lasciati trasportare da questi due fiati che ci hanno condotto verso un fantastico turbinio di sensazioni. La cosa più bella è stata sicuramente l’atmosfera che si è creata, unita alle sensazioni che una location del genere ha potuto trasmetterci. In un jazz club, infatti, tutto diventa più raccolto, intimo, familiare e si possono ammirare i musicisti scambiarsi segni d’intesa o quelle occhiate che valgono più di cento parole.

Marcello Allulli, durante gli stacchi parla, scherza e si diverte, mentre Bosso rimane sempre concentrato. Sono forse due approcci diversi che si completano, si fondono per creare un’armonia senza precedenti che lascia incantato tutto il pubblico presente. E mentre la musica scorre fluida e leggera i due fiati si alternano, dialogano insieme, giocano con complicità e ci fanno percepire la gioia di suonare, di improvvisare, di divertirsi e di far divertire. Insomma, non è la prima volta che abbiamo il piacere di ascoltare il MAT trio, ma il fatto che accanto al sax di Marcello Allulli ci sia stata anche la tromba di Fabrizio Bosso ha creato aspettativa e novità allo stesso tempo. Un concerto fantastico che consigliamo a tutti di vedere almeno una, due, tre, quattro volte…

Carlo Cammrella

Valentino Lulli

Foto di Valentino Lulli

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Marcello Allulli sul metodo di insegnamento: “E’ fondamentale osservare gli studenti!”

Nella musica quanto in altre discipline la didattica è una componente importantissima. Tuttavia il dibattito su quale sia la forma migliore di insegnamento è più che mai aperto e gli spunti di riflessione certamente non mancano. Quale potrebbe essere, dunque, il miglior approccio per trasmettere il proprio sapere in una classe? Lo abbiamo chiesto a Marcello Allulli che all’intensa attività concertistica associa anche la didattica e l’insegnamento musicale

Dal mio punto di vista – ci spiega Marcello - è fondamentale dal primo momento che entro nella stanza osservare gli studenti e capire quali sono i punti su cui dovrò lavorare nello specifico. Nelle mie classi di improvvisazione/ear training non c'è un livello specifico ed è aperta a tutti gli strumenti. La difficoltà sta nel saper mantenere alta la concentrazione e l'interesse soprattutto negli allievi più bravi che giustamente hanno già affrontato un certo tipo di esercizi.

Penso che lo studio della prospettiva, ovvero guardare le cose da un altra angolazione, sia un po’ il segreto e la riuscita dei miei laboratori. Per esempio far cantare i temi ai batteristi o far fare le bass line ai sassofonisti, etc.etc. Ma soprattutto essere in grado di saper cantare e apprendere tramite il canto ciò che poi verrà riprodotto col proprio strumento.”

Visto che parliamo di Jazz il discorso della didattica non può non toccare anche l’improvvisazione. Quanto è importante anche questo tipo di insegnamento? A proposito Marcello Alluli prosegue dicendo che:

“Penso che l'improvvisazione sia molto importante non solo nel jazz, ma nella vita, anche perché secondo il mio parere musica e vita sono direttamente connesse! Soprattutto oggi dove ci sono sempre meno punti di riferimento, tutto viene sempre più messo in discussione. Pertanto dobbiamo avere la capacità di saper inventare e saper reinventarci. Lo dico perché la nostra vita è un grande magnifico assolo!!”

Ma quel è il punto di partenza? Come si arriva a trasmettere il proprio sapere a studenti desiderosi di apprendere. Ovviamente ogni maestro prima di insegnare è stato anch’esso coinvolto in un processo di  apprendimento. Abbiamo approfondito anche questo punto con Marcello Allulli.

Il mio metodo di studio  - prosegue - parte innanzitutto dalla ricerca della concentrazione. Sin dai tempi delle scuole medie ,mi ricordo di aver avuto problemi nel rimanere attento alle lezioni o nella lettura di un libro. Probabilmente è un problema che mi sono portato avanti con l'età. Uno dei metodi che mi sono imposto è quello di fare appena sveglio determinati esercizi o suonare una canzone  al pianoforte.

Non ho pregiudizi verso i generi musicali, da questo punto di vista mi sento onnivoro e appena ascolto qualcosa che mi piace che sia un brano, una sequenza ritmica o una semplice melodia cerco di impararla ed assimilarla. Cerco di non tralasciare mai gli esercizi sul suono ed esercizi ritmici (con metronomo e senza) e ormai da diversi anni lo studio della musica di J.S.Bach.”

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Live Report: alla centrale Montemartini il MAT trio

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Straordinario esempio di come vecchio e nuovo possono convivere insieme in armonia, la Centrale Montemartini, situata a via Ostiense nei pressi di piramide, oltre ad essere una location ricca di fascino, è anche un luogo dove spesso e volentieri si può ascoltare del buon jazz. Parliamo di una centrale termoelettrica inaugurata nel 1912 che da un lato ci fa pensare a come eravamo un po’ di tempo fa, dall’altro ci offre la possibilità di guardare degli esempi più che degni di arte antica. E se il posto che abbiamo avuto modo di visitare lo scorso venerdì ci ha dato modo di fare dei paragoni, se non altro fra due mondi agli antipodi, anche la musica che abbiamo ascoltato ci ha dato modo di arricchirci attraverso un gioco di contrasti, si suoni, di luci e colori. La formazione che è salita su questo palcoscenico è ilMAT trio, acronimo del trio di Marcello Allulli, sax tenore, direttore artistico, compositore e arrangiatore, di cui fanno parte anche il chitarrista Francesco Diodati e il batterista Ermanno Baron

E allora, giusto per darvi un’idea di quello che abbiamo avuto modo di ascoltare (e vedere…) venerdì, possiamo cominciare col dire che la musica, soprattutto quando si parla di jazz, forse è l’unica arte che ha la capacità di deliziare l’udito con delle vibrazioni capaci di addolcire i nostri timpani. Se a questo aggiungiamo che anche i nostri occhi sono rimasti piacevolmente sorpresi da quello che abbiamo visto, forse ben comprenderete che in quella sera, a quella data ora, c’era anche un’alchimia in più rispetto ad un normale concerto. La musica, infatti, è stata sempre accompagnata da immagini video che scorrevano sotto i nostri occhi. Ma non parliamo di semplici riprese, come potrebbero esserlo quelle che guardiamo ogni giorno in Tv, ma di qualcosa che era ben studiato, costruito e a volte creato sul momento. In altre parole una forma d’arte che ne incontra un’altra e la completa dandole una sorta di potere narrativo che forse avrebbe anche da sola, ma non con la stessa potenza e introspezione.

E veniamo alla serata vera e propria. Il brano con cui il MAT trio esordisce è Time, una rivisitazione dell’omonima composizione fuoriuscita dal genio di Tom Waits. E’ un inizio in sordina, malinconico, una maniera dolce per alzare un sipario immaginario superato il quale si è immersi nell’oblio della poesia e della musica. Questo trio inoltre è una formazione atipica, un po’ fuori dagli schemi, che premia il timbro degli strumenti piuttosto che il virtuosismo portato all’eccesso. E mentre il concerto prosegue, le immagini scorrono dandoci a volte una diversa prospettiva di quello che sta accadendo sul palcoscenico. L’ultimo sogno, terzo brano di questa splendida serata, composto dallo stesso Marcello Allulli, è una sorta di crescendo in cui il sassofono a tratti dà sfogo a tutta la sua potenza, a tratti mostra tutta la sua dolcezza. E mentre la musica cresce producendo colori del tutto originali, il video la accompagna riproponendo, attraverso un’altra prospettiva, quello che succede sul palco. Come se fosse una narrazione vista da un’altra angolatura, o una storia che sembra svolgersi in parallelo. Sono immagini distorte della realtà, immagini che sembrano catturate da qualcuno che spia attraverso il buco di una serratura. Non importa se questo avvenga attraverso la ripresa del sax di Marcello, attraverso un piede che batte sulla gran cassa o attraverso delle dita che pizzicano una chitarra. Quello che è importante è, infatti, la visione che ne esce fuori. Come se guardando la stessa cosa da diverse prospettive si riuscissero ad estrapolare un altro racconto, un’altra storia, un’altra parentesi. E il concerto scorre velocemente coinvolgendo anche il pubblico in prima persona.

Altro brano di cui ci piace parlare è senza dubbio Hermanos, title track dell’ultimo lavoro del trio, che Marcello Allulli introduce al pubblico con una spiegazione. Gli “Hermanos” sono i nostri fratelli, quelli che durante un periodo difficile, ovvero l’unità d’Italia, per fame e miseria si sono dati alla macchia diventando i famosi briganti. Sono tutti quelli che per sopravvivere hanno cercato un’altra via e che sono stati accusati di andare contro uno stato che semplicemente li ha resi quelli che sono. E la musica a questo punto diventa una storia, la storia dei nostri bis nonni, la storia di un popolo che ha patito soprusi e miseria, narrata attraverso una melodia semplice, malinconica e popolare. Una storia che magari ci porta con la mente a quei focolari accesi in una foresta, dove si radunano tutti quei fuorilegge che per scacciare la nostalgia di una casa, di una donna, di tutto quello che hanno perduto in una volta sola, cantano insieme in un canto accorato. Insomma, un concerto dai mille volti, arricchito da diverse sfaccettature e visto da diversi punti vista. C’è tempo per una rivisitazione del famoso brano di Fabrizio de André, la canzone di Marinella, c’è tempo anche per ascoltare una piacevole rivisitazione del famosissimo brano Besame Mucho e c’è tempo per coinvolgere il pubblico in un coro a tu per tu con i musicisti. E quello che possiamo dire è che è stata una serata veramente molto intensa, intrisa di musica e contenuti, che forse, da quello che vi abbiamo appena raccontato, vi sembrerà che si sia svolta in una giornata intera, quando invece è durata per poco più di un attimo.

Carlo Cammarella

Foto di Valentino Lulli

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RAJ trio – una recensione

Una delle realtà più interessanti nell’attuale panorama del jazz italiano è costituita dal RAJ TRIO, formazione composta da musicisti di lunga e solida esperienza: Antonio Jasevoli (chitarra elettrica, classica e acustica; elettronica), Marcello Allulli (sax tenore) e Michele Rabbia (percussioni, batteria, laptop). Il trio è decisamente orientato verso la sperimentazione e l’improvvisazione eppure il risultato che ne deriva non appare mai ostico e di difficile ascolto. L’album omonimo (“Raj Trio”, Parco della Musica Records) ci offre una musica che si può per certi versi definire di avanguardia, senza mai, tuttavia, incarnare alcuni eccessi a volte riconducibili a tale definizione. Le sonorità elettroniche percorrono, spesso come sfondo, un po’ tutto il disco, fatto di brani (alcuni dei quali brevissimi) nei quali si mescolano suggestioni passate e orientamenti futuri. Sicuramente ciò che accomuna i tre musicisti è un desiderio di libertà, di ricerca, di espressione e valorizzazione di tutte le possibili dimensioni della musica. Il risultato è, appunto, un album che esprime un jazz in bilico tra passato, presente e futuro. In alcuni brani (ma forse sarebbe meglio dire in alcuni momenti, poiché spesso nella medesima traccia si alternano stili differenti) emerge in maniera più decisa la volontà di sperimentare, con il ricorso a distorsioni, a suoni sghembi, obliqui, a tratti quasi rumoristici; a complesse trame elettroniche, atmosfere acide, interventi percussivi quasi ipnotici. In altri brani, invece, si coglie una struttura melodica più tradizionale (basti pensare a “Far”, appoggiato sulla chitarra classica di Jasevoli, o a “Banchetto di nozze”, nel quale si esalta in modo quasi poetico il sax di Allulli). Un disco, insomma, ricco, sfaccettato, multiplo e stimolante, che va ascoltato e riascoltato più volte per poterne apprezzare appieno la varietà e la complessità.

Marianna Giordano 

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La nuova stagione del Music Inn: la programmazione di ottobre

Giovedì 6 ottobre dalle ore 19grande festa per l’inaugurazione della nuova stagione del Music Inn che quest’anno celebra i 40 anni dalla sua apertura. Molto attesa è la jam session che ospita grandi nomi internazionali a sorpresa, tra questi: John B. Arnold, Maurizio Giammarco, Fabrizio Sferra, Michael Rosen, Ettore Fioravanti, Daniele Tittarelli. Lo storico locale, tempio del jazz capitolino e nazionale, che il 7 aprile scorso ha riavviato un’intensa attività di concerti, riapre in grande stile. Oltre la jam sarà presentato il libro “Music Inn, 1971-2011. Personaggi, racconti, emozioni di ieri e oggi” testo di Federico Scoppio, in occasione dei quarant’anni dall’apertura del Jazz Club. Con la prefazione, perfettamente congeniale di Giovanni Tommaso, che fu presidente dell’associazione, interviste e aneddoti raccontati dai più grandi musicisti e critici italiani da Enrico Rava a Marcello Rosa, Enrico Pieranunzi, Rita e Carla Marcotulli, Massimo Nunzi, Enzo Pietropaoli, Roberto Gatto, Adriano Mazzoletti, Riccardo Lay e molti altri. Il libro, contente un CD e un DVD con filmati storici e interviste ai personaggi di oggi sarà presentato alle ore 21. Di seguito il programma di ottobre.

PROGRAMMAZIONE OTTOBRE 

venerdì 7 ottobre ore 22
MARCELLO ALLULLI TRIO consumazione obbligatoria
Marcello Allulli, sax – Francesco Diodati, chitarra – Ermanno Baron, batteria

sabato 8 ottobre ore 22
MARCELLO ALLULLI TRIO feat. FABRIZIO BOSSO consum. obbl.
Marcello Allulli, sax – Francesco Diodati, chitarra – Ermanno Baron, batteria
Special guest: Fabrizio Bosso, tromba

giovedì 13 ottobre ore 21,30
JAM SESSION con Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, Joe Rehmer e ospiti a sorpresa
ingresso libero

venerdì 14 ottobre ore 22,30
Israel Varela Trio 
Special guest: Cristina Benitez – ballerina di flamenco
 – consum. obbl.
Israel Varela, batteria e voce – Alfredo Paixao, basso e voce – Shai Maestro, pianoforte

sabato 15 ottobre ore 22,30
BRUNO MARINUCCI TRIO consum. obbl.
Bruno Marinucci, chitarre – Pierpaolo Ranieri, contrabbasso – Marco Rovinelli, batteria

giovedì 20 ottobre ore 21,30
JAM SESSION con Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, Joe Rehmer e ospiti a sorpresa
ingresso libero

venerdì 21 ottobre ore 22,30
PAOLO RECCHIA TRIO consum. obbl.

Paolo Recchia sax contralto –  Nicola Angelucci batteria – Nicola Muresu contrabbasso

sabato 22 ottobre ore 22,30
LAURA LALA/SADE MANGIARACINA 4TET “PURE SONGS” (etich. Jazz Collection) –consum. obbl.
Laura Lala, voce – Sade Mangiaracina, pianoforte – Giacomo Buffa, contrabbasso – Alessandro Marsi, batteria

giovedì 27 ottobre ore 21,30
JAM SESSION con Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, Joe Rehmer e ospiti a sorpresa  – ingresso libero

venerdì 28 ore 22,30
CHAT NOIR “Weather Forecasting Stone” consum. obbl.
Michele Cavallari, pianoforte – Caterina Palazzi, contrabbasso – Giuliano Ferrari, batteria

sabato 29 ore 22,30
MARIO RAJA  4TET  consum. obbl.
Mario Raja, sax tenore – Enrico Bracco, chitarra – Luca Fattorini, contrabbasso – Armando Sciommeri, batteria

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Hermanos Quartet presenta “Musgo y Luna” a Braschi in Jazz

Domenica 8 giugno alle ore 18, nella bellissima cornice del Palazzo Braschi di Roma, l’ensemble composto da Marcello Allulli, Javier Moreno Sanchez, Francesco Diodati e Ermanno Baron presenterà l’album “Musgo y Luna“, promosso con il sostegno dell’Oficina Cultural dell’Ambasciata di Spagna e della Real Academia de España di Roma. Attraverso composizioni originali ed arrangiamenti di capolavori di Giacomo Puccini, Luciano Berio, Federico Mompou, l’Hermanos Quartet condurrà il pubblico in una sorta di viaggio musicale, coinvolgente e visionario, appassionante e festoso al tempo stesso.

OPENING ore 17,30 a cura della scuola di musica Imusic School.

 

PALAZZO BRASCHI

Piazza San Pantaleo, 10 – Roma

prenotazione consigliata: tel. 060608

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All’Officina Biologica di scena il MAT duo

Appuntamento da non perdere all’Officina Biologica per giovedì 10 ottobre, quando a salire sulpalcoscenico della rassegna Officina in Jazz ci saranno Marcello Allulli al sassofono edErmanno Baron alla batteria. Un progetto, dunque, che nasce da un costola del MAT Trio (formazione completata da Francesco Diodati), con un duo del tutto inedito che darà vita ad una notte magica in un quartiere suggestivo come Borgo Pio, situato in pieno centro di Roma a due passi dalle mura Vaticane. E’ una formazione quella capitanata da Marcello Allulli che si muove in quel territorio dove tutto è trasversale, tra silenzi e inflessioni ritmiche che lasciano spazio al lirismo più  puro e a melodie affilate, che non possono passare inosservate. Il risultato è una musica ricca di linguaggi, dove il jazz volge lo sguardo alla consapevolezza del domani. Ed è stato proprio l’interesse per le contaminazioni a riunire i due musicisti in un progetto originale che permette di spaziare tra una ricerca ritmica estrema, grazie all’assenza del supporto armonico, e momenti melodici esclusivi. I brani originali, infatti, formano un anello di congiunzione tra momenti di pura improvvisazione e altri in cui è l’interplay a farla da padrone. Ed il risultato è un colore particolare, un linguaggio nuovo, un paesaggio sonoro arricchito dalle contaminazioni più disparate che parte da ispirazioni puramente jazzistiche e classiche per creare una musica mai unilaterale. I due artisti, infatti, approdano di volta in volta su terre sconosciute, riff ipnotici, micro-canzoni, episodi astratti, costruzioni eterogenee e multi-stilistiche. Una serata magica, dunque, in cui il duo proporrà brani originali accompagnati da composizioni di H. Villa Lobos, F. De Andre’, G. Puccini.

Officina Biologica,

Borgo Angelico 30, zona Borgo Pio

Telefono: 06 683 3897

Tutti i concerti cominceranno alle ore 22:30

L’ingresso è libero

Giovedì 10 ottobre

MAT duo

Marcello Allulli, sax

Ermanno Baron, batteria

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Villa Celimnotana Jazz Festival: di scena il duo Varela Allulli

Venerdì 9 agosto al Villa Celimontana Jazz Festival di Roma sarà di scena una formazione d’eccezione composta da due personalità eclettiche unite da una grande empatia e soprattutto dalla passione verso una ricerca stilistica sempre nuova: il duo Varela – Allulli, composto dal sassofonista Marcello Allulli (una delle personalità di spicco del panorama jazz nazionale) e dal celebre batterista Israel Varela (Pat Metheny. Mike Stern, Charlie Haden, Bob Mintzer), che darà vita ad un vero e proprio “viaggio” sperimentale e meditativo all’insegna di un jazz avanguardistico, travalicando i confini del genere e della classificazione. Un linguaggio che potremmo definire “metropolitano”, partendo dalle radici centro-sudamericane di un artista raffinato come Israel Varela e passando per l’ecletticità e la sperimentazione di Marcello Allulli. Il “percorso” inizierà dal Sud America per muoversi verso le grandi metropoli americane ed europee ed approdare alla cultura e alla tradizione indiana, sulla quale la ballerina catalana Cristina Benitez improvviserà la sua performance flamenca: un connubio ancora inesplorato, una vera “prima” assoluta. La grande passionalità e l’espressività di Cristina Benitez sono ormai note in Italia proprio per il grande successo e clamore suscitato dalle sue esibizioni con Israel Varela e Marcello Allulli. Questo live al Festival di Villa Celimontana vede la partecipazione anche di un’altra grande artista di flamenco, considerata una delle ballerine più originali al mondo: Karen Lugo che presenterà, in duo insieme a Israel Varela, il progetto internazionale “Made in Mexico” all’interno di un tour mondiale che li vede impegnati, per i primi live, in Indonesia, Emirati Arabi, Thailandia, Spagna, Messico e Italia).

Israel Varela – Marcello Allulli Duo & Friends 

Venerdì 9 agosto – ore 22 – Villa Celimontana Jazz Festival – Roma

in collaborazione con l’Associazione Aldebaran

Ingresso Villa Celimontana

Via della Navicella, 12Roma

 

06 581 7727

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Report: Varela – Allulli al Muzak hanno aperto SPAZIO JAZZ

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Grande successo per la prima di SPAZIO JAZZ che si è tenuta domenica 11 novembre 2012. Dunque, dopo l’esperienza al teatro lo Spazio la rassegna si rinnova con una nuova location, il Muzak di Testaccio, locale assai attivo nella scena live romana. Per l’occasione si è esibita una grande formazione, il duo Varela – Allulli, composta da Marcello Allulli al sax e Israel Varela alla batteria con ospite d’eccezione il contrabbassista Daniele Cappucci. E allora date un’occhiata al report fotografico a cura di Valentino Lulli e scoprirete il fascino di una location davvero adatta per il jazz. Vi ricordiamo anche che domenica 18 novembre ci sarà il secondo appuntamento con i Radical Gispy e la mostra fotografica a tema a cura di Francesca Cencetti. Una serata all’insegna del Manouche con tante sorprese. Non mancate alla seconda edizione di SPAZIO JAZZ!

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