Jazz Agenda

Roma Jazz Festival: a novembre parte la 40esima edizione

Dal 6 al 23 novembre il grande jazz torna all?Auditorium Parco della Musica con il Roma Jazz Festival che giunto alla sua quarantesima edizione offrirà ancora una volta il meglio della musica internazionale. A proposito scrive Mario Ciampà Presidente IMF e Direttore artistico Roma Jazz Festival:

“In questi quaranta anni di vita del Roma Jazz Festival ci sono state rivoluzioni digitali, stilistiche, con due generazioni che hanno attraversato di netto la multidisciplinarietà che il jazz ha sempre proposto nella sua storia, come ogni suono del quotidiano che si rispetti. Abbiamo portato il meglio di questo genere musicale in ogni luogo di questa citta', ridefinendo il concetto di “spazio culturale” con esibizioni dall'EUR allo Stadio Olimpico, dal Circo Massimo al Foro Italico, nell'ex Air Terminal dell’Ostiense, ma anche in teatri di periferia (quelli chiamati “di cintura”), auditorium, club, parchi. L’unico punto fermo era ed è tuttora la proposta di profilo internazionale, multistilistica e di qualità. In queste quattro decadi sui palchi del festival sono passati tutti i più grandi interpreti italiani ed internazionali di questo genere musicale: Miles Davis, Dizzy Gillespie, Sarah Vaughan, John McLaughlin, Gato Barbieri, Sonny Rollins, George Benson, Pat Metheny, Ray Charles, B.B.King, Mc Coy Tyner, Chick Corea, Michael Brecker, Jim Hall, Elvin Jones, Wayne Shorter. Da dodici anni, quando il festival si è trasferito nelle sale dei uno dei luoghi culturali più importanti d’ Europa, l’Auditorium Parco della Musica, è diventato tematico, cioè centrando il focus su argomenti di attualità culturale e puntando alla pluralità di espressioni artistiche. In questi anni abbiamo organizzato festival su temi come Jazz e New Deal, Jazz e letteratura, Jazz e visual art, Jazz labels, Jazz e nuovi talenti italiani, Le Orchestre, Metasax, Jazz appeal (la voce), The Masters, e tanti altri. Per i quaranta anni intendiamo festeggiare questo importante anniversario ripercorrendo la nostra storia e riproponendo per ogni concerto uno dei temi salienti affrontati nelle passate edizioni. Metasax, l’importanza del sax nella storia del jazz, sarà il tema del duo Joshua Redman e Brad Mehldau, ormai indiscussi protagonisti del jazz internazionale.

Per il tema Tradavanguardia, una rivisitazione della musica tradizionale francese in chiave moderna proposta dal fisarmonicista Richard Galliano, per la celebrazione del trentesimo anniversario del gruppo Musette. Jazz labels proporrà un omaggio alla nota casa discografica Impulse, con il concerto del quartetto del chitarrista John Scofield. Erri De Luca presenterà il suo spettacolo “La musica provata” accompagnato dal quintetto del sassofonista Stefano Di Battista, un ottimo connubio tra Jazz e letteratura. Nuova forma espressiva per uno dei musicisti italiani più importanti, Enrico Rava, che insieme al giovane pianista Giovanni Guidi e al padre dell’elettronica Matthew Herbert unirà la sua poetica con punte d’improvvisazione, suoni elettronici ed immagini video per questo spettacolo di Visual jazz. Duo inedito in PRIMA INTERNAZIONALE sarà quello del chitarrista Stanley Jordan e del batterista Billy Cobham, due dei maggiori protagonisti di sempre del jazz fusion saranno il riferimento al tema The Masters. Per Gezz - Generazione Jazz, una serata dedicata ai giovani talenti italiani, riuniti da Mario Corvini nella New Talents Jazz Orchestra per il progetto con il sassofonista Daniele Tittarelli, Extempora. La voce della giovane cantante Cécile McLorin Savant, per la prima volta a Roma con una nuova formazione ed un nuovo repertorio in ESCLUSIVA per il Festival, con il suo carisma e la sua voce ammaliante rappresenterà degnamente il tema Jazz appeal.

Completa la rassegna per il tema Jazz feeds the Planet, il concerto del pianista Omar Sosa e la giovane cubana Yilian Canizares al violino, in PRIMA ASSOLUTA A ROMA. Il concerto speciale “Junun” feat Shye Ben Tzur, Jonny Greenwood & The Rajasthan Express, tra musica indiana, rock e jazz sarà l’anteprima del tema del prossimo anno. A completare il programma alla Casa del jazz, tre concerti di swing la domenica mattina, per il tema Swing&New Deal, che tanto successo ha ottenuto nel 2014, con i gruppi di Radical Gipsy, Crazy Stompin’ Club, The Hot Jambalaya, composti da giovani musicisti italiani. Ma anche un concerto del gruppo Alain Berard Auguste Quartet, in collaborazione con l’Ambasciata Canadese ed uno tra cantautorato e jazz del cantante chitarrista Fabrizio Consoli. Sempre la domenica mattina, prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, Gioca Jazz con la conduzione di Massimo Nunzi presenterà due appuntamenti dedicati ai bambini, che saranno stimolati. alla scoperta degli strumenti musicali, mettendo in relazione arte e creatività. Un compendio dunque, tutt’altro che autocelebrativo, per il lancio di quello che saranno i prossimi Roma Jazz Festival a venire. Un pubblico, trasversale come sono state sempre le proposte artistiche, il perfetto equilibrio tra passato, contemporaneo e futuro.”

 

ROMA JAZZ FESTIVAL - 40° ANNIVERSARIO

AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

PROGRAMMA “AUDITORIUM”

 

6 NOVEMBRE ORE 11 – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Petrassi – ingresso euro 10

GIOCAJAZZ

Massimo Nunzi, direzione musicale, testi e tromba;

Marta Colombo, voce;

Carlo Conti, sax soprano e tenore;

Silvia Manco, piano;

Riccardo Gola, contrabbasso;

Pierpaolo Ferroni, batteria.

 

8 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Sinopoli . Ingresso euro 30

JOSHUA REDMAN/ BRAD MEHLDAU DUO

Joshua Redman, sassofoni

Brad Mehldau, pianoforte

 

8 NOVEMBRE ORE 19 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Libreria Notebook all’Auditorium - Ingresso libero

Incontro con STEFANO ZENNI per la presentazione del libro

CHE RAZZA DI JAZZ!

Jazz, blues, soul e le trappole del colore (EDT 2016)

Modera l’incontro: VALERIO CORZANI

 

9 NOVEMBRE ORE 21 – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Petrassi – ingresso euro 25

JACOB COLLIER - SOLO

Jacob Collier, voce, tastiere, chitarra, basso, batteria, elettronica

 

11 NOVEMBRE ORE 21 – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Sinopoli – ingresso euro 25/30

Concerto Speciale

“JUNUN” FEAT SHYE BEN TZUR, JONNY GREENWOOD

& THE RAJASTHAN EXPRESS

 

12 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Sinopoli – Ingresso Euro 25/30

RICHARD GALLIANO

“30TH ANNIVERSARY NEW MUSETTE QUARTET”

Richard Galliano, fisarmonica;

Sylvain Luc, chitarra;

Yaron Stavi, contrabbasso;

André Ceccarelli, batteria.

 

13 NOVEMBRE ORE 11 – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Petrassi – ingresso euro 10

GIOCAJAZZ

Massimo Nunzi, direzione musicale, testi e tromba;

Marta Colombo, voce;

Carlo Conti, sax soprano e tenore;

Silvia Manco, piano;

Riccardo Gola, contrabbasso;

Pierpaolo Ferroni, batteria.

,

13 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Sinopoli – ingresso euro 25

JOHN SCOFIELD - COUNTRY FOR OLD MEN (PRIMA NAZIONALE)

John Scofield, chitarra;

Larry Goldings, pianoforte;

Steve Swallow, contrabbasso;

Bill Stewart, batteria

 

14 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Petrassi – Ingresso euro 20

LA MUSICA PROVATA di e con ERRI DE LUCA

Stefano Di Battista, sax;

Roberto Pistolesi, batteria;

Daniele Sorrentino, contrabbasso;

Andrea Rea, pianoforte;

Nicky Nicolai, voce.

 

15 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Sinopoli – Ingresso euro 25

JAZZ VISUAL - RAVA - GUIDI - HERBERT

Enrico Rava, tromba;

Giovanni Guidi, piano;

Matthew Herbert, elettronica

 

18 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Sinopoli – Euro 25/30

PRIMA INTERNAZIONALE

STANLEY JORDAN E BILLY COBHAM

Stanley Jordan, chitarre, pianoforte, voce;

Billy Cobham , batteria

 

21 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Sinopoli – Ingresso Euro 15

EXTEMPORA - DANIELE TITTARELLI / MARIO CORVINI

NEW TALENTS JAZZ ORCHESTRA

 

22 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Sinopoli – Ingresso euro 25

PRIMA NAZIONALE

JACKY TERRASSON E CÉCILE MCLORIN SALVANT QUARTET

Jacky Terrasson, pianoforte;

Cécile McLorin Salvant, voce;

Stephane Belmondo,

tromba; Leon Parker, batteria;

Burniss Travis, contrabbasso

 

23 NOVEMBRE ORE 21 - AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

Sala Petrassi – ingresso Euro 25

OMAR SOSA & YILIAN CANIZARES

Omar Sosa, pianoforte, fender rhodes, tastiere;

Yilian Cañizares, violino, voce.

 

Auditorium Parco della Musica - Viale Pietro de Coubertin, 30 – Roma

PREVENDITA ONLINE: www.auditorium.com

La biglietteria del Parco della Musica è aperta tutti i giorni dalle 11 alle 20

La biglietteria Parco della Musica è aperta dopo le ore 20 per la vendita dei soli concerti serali

e chiude mezz’ora dopo l’inizio dell’ultimo evento in programmazione.

Le riduzioni per gli spettacoli di Musica per Roma possono essere applicate esclusivamente al botteghino

dell’Auditorium.

ACQUISTI TELEFONICI:

Esclusivo per l’Italia - Tel. 892.101 (servizio a pagamento)

 

 

UFFICIO STAMPA ROMA JAZZ FESTIVAL

BIG TIME – ROMA 06/5012073

CLAUDIA FELICI 329/9433332 - FABIO TIRIEMMI 329/9433332

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

UFFICIO STAMPA FONDAZIONE MUSICA PER ROMA

Tel. 06-80241.231– 228 – 26 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

ROMA JAZZ FESTIVAL

40° ANNIVERSARIO

 

PROGRAMMA “CASA DEL JAZZ

 

6 NOVEMBRE ORE 11 - CASA DEL JAZZ

Ingresso Euro 10

SWING & NEW DEAL - I RADICAL GIPSY

Gabriele Giovannini, chitarra; 

Daniele Gai, chitarre;

Giuseppe Civitelli, contrabbasso

 

13 NOVEMBRE ORE 11 - CASA DEL JAZZ

SWING & NEW DEAL - CRAZY STOMPIN’ CLUB

Ingresso Euro 10

Voci: Rita Sebastiani, Valeria Federici, Emidea De Simone:

Sax, Antonio Marinelli;

Tromba, Giulio;

Batteria, Davide Russo.

 

14 NOVEMBRE ORE 21 - CASA DEL JAZZ

INGRESSO – EURO 15

ALAIN BEDARD AUGUSTE QUARTET

Samuel Blais, sassofono;

Felix Stussi, piano; Alain Bédard, contrabasso;

Michel Lambert, batteria.

 

19 NOVEMBRE ORE 21 - CASA DEL JAZZ

INGRESSO – EURO 15

FABRIZIO CONSOLI

Fabrizio Consoli, Voce e Chitarre;

Gigi Rivetti, Pianoforte,

Keys; Silvio Centamore,

Batteria e Percussioni;

Fabio Buonarota, Tromba e Flicorno.

 

20 NOVEMBRE ORE 11 - CASA DEL JAZZ

INGRESSO EURO 10

SWING & NEW DEAL - PAOLA RONCI & THE HOT JAMBALAYA

Paola Ronci, voce;

Gino Cardamone al Banjo,

Giuseppe Talone al Contrabbasso,

Antonio Marianella alla Batteria e al Washboard,

Davide Richichi alla tromba e alla voce,

Giuseppe Ricciardo al clarinetto.

 

www.romajazzfestival.it

www.casajazz.it

 

Biglietteria on line > www.ticketone.it

Prevendita Telefonica TicketOne

Tel. 892.101

(dal lunedì al venerdì dalle 9:00 alle 21:00 e il sabato dalle 9:00 alle 17:30)

Prevendita Telefonica Comune di Roma

Tel. 06.06.08

(servizio con tariffa urbana del Comune di Roma, attivo tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore

21:00)

 

Leggi tutto...

Roma Jazz Festival: Fabrizio Bosso, Luciano Biondini e Paolo Silvestri String Ensemble in concerto all’Auditorium

  • Pubblicato in Pagina News

Giovedì 26 novembre Fabrizio Bosso e Luciano Biondini saranno di scena all’Auditorium Parco della Musica insieme allo String Ensemble di Paolo Silvestri con il progetto Melodies. Parliamo di due artisti che non hanno bisogno di particolari presentazioni. Tecnica individuale, totale padronanza del proprio strumento, estro consolidato e maturità artistica per un connubio musicale che si esprime a livelli altissimi.

 Dopo Face to Face, album uscito nel 2012 in cui Bosso e Biondini davano una prima infarinatura di quanto li accomuna, eccoli all’opera seconda: un progetto live dal titolo “Melodies” nel quale il duo prende una direzione precisa, scegliendo di interpretare alcune tra le più belle melodie della musica moderna e contemporanea, senza limiti di genere o di provenienza. Da Azzurro di Paolo Conte, all’immancabile capolavoro di Johnny Green Body & Soul. Da Balla Balla Ballerino all'emozionante Fragile di Sting, per passare da Michel Legrand e la sua What are you doing the resto of your life a Stevie Wonder e via così.

E per rendere questo loro omaggio alla grande musica definitivamente imperdibile Bosso e Biondini coinvolgono il compositore e direttore Paolo Silvestri, che arricchirà buona parte del repertorio con i suoi sempre raffinati arrangiamenti per quintetto d’archi.

 

FORMAZIONE

Fabrizio Bosso, tromba

Luciano Biondini, fisarmonica

Quintetto D’archi Diretto Da Paolo Silvestri

 

Giovedì 26 Novembre

Auditorium Parco Della Musica  Auditorium.Com

Sala Sinopoli Ore 21:00

Ingresso: 25 euro

Leggi tutto...

Roma Jazz Festival: Chihiro Yamanaka in concerto all'Auditorium

  • Pubblicato in Pagina News

Acclamata negli States e considerata miglior pianista del suo paese, il Giappone, Chihiro Yamanaka, che sabato 21 novembre sarà di scena all'Auditorium nell'ambito del Roma Jazz Festival, è sicuramente una delle più raffinate interpreti del pianismo jazz contemporaneo. All'attivo ben 13 dischi, quasi tutti pubblicati dall'illustre casa discografica Verve  e un curriculum davvero invidiabile. 

Le caratteristiche principali della pianista giapponese, originaria di Tokyo ma ormai newyorchese d'adozione, sono una tecnica sopraffina, grande senso della melodia, eleganza e uno stile davvero impeccabile. Orgoglio nazionale per il jazz nipponico, si è esibita  spesso insieme a personaggi leggendari del jazz  tra cui Curtis Fuller, Gary Burton, George Benson ed Herbie Hancock.

Ha firmato nel gennaio 2015 con la Blue Note con cui ha pubblicato Somethin’Blue e l’ultimo Syncopation Hazard. Rientra in Europa a novembre per 5 date esclusive con un’anteprima europea per il Roma Jazz Festival con una sezione ritmica anglo/americana, tra i migliori giovani musicisti della scena jazz.

 

Sabato 21 novembre

Sala Petrassi

ore 21:00

 

CHIHIRO YAMANAKA LONDON TRIO

SYNCOPATION HAZARD TOUR 2015  

Anteprima europea

Chihiro Yamanaka, pianoforte

Shaney Forbes, batteria

Daniel Casimir, contrabbasso

Leggi tutto...

Roma Jazz Festival: a novembre parte la 39esima edizione

Dal 14 al 29 novembre torna il Roma Jazz Festival con una 39esima edizione che sarà ricca di grandi nomi del firmamento musicale mondiale. Per i suoi trentanove anni il festival sempre attento all’attualità, declina il claim dell’Expo milanese in “JAZZ FEEDS THE PLANET”, volendo sottolineare come il questa musica abbia nutrito tutte le altre del Novecento a tutte le latitudini.

Al fianco di concerti di respiro internazionale che il Roma Jazz Festival propone, trova posto “Chef in Jazz” e “Eat, Drink & Jazz”, due iniziative che avranno protagonisti chef  e bartender che a loro modo reinterpreteranno il concetto di “Jazz” proponendo piatti, cocktail che per due settimane creeranno un “percorso del gusto” cui sarà difficile resistere.

Le sedi di spettacolo musicali saranno l’Auditorium Parco della Musica, in cui le grandi produzioni verranno presentate al pubblico romano, e il Teatro di Villa Torlonia, con un ciclo di performance di solo pianoforte, queste ultime ad ingresso gratuito (fino ad esaurimento posti). Ecco la programmazione completa e tutte le informazioni necessarie per i concerti

 

Info Utili:

Auditorium Parco della Musica - Viale Pietro de Coubertin, 30 – Roma

PREVENDITA ONLINE: www.auditorium.com

La biglietteria del Parco della Musica è aperta tutti i giorni dalle 11 alle 20

La biglietteria Parco della Musica è aperta dopo le ore 20 per la vendita dei soli concerti serali e chiude mezz’ora dopo l’inizio dell’ultimo evento in programmazione.

Le riduzioni per gli spettacoli di Musica per Roma possono essere applicate esclusivamente al botteghino dell’Auditorium.

ACQUISTI TELEFONICI:

Esclusivo per l’Italia 

Tel. 892.101 (Ticketone) 

 

IMF FOUNDATION in co-produzione con FONDAZIONE MUSICA PER ROMA

Con il sostegno del

Ministero dei Beni e delle Attivita’ Culturali e del Turismo

 

ROMA JAZZ FESTIVAL 39ma Edizione - 2015, Jazz Feeds the Planet

Dal 14 al 29 novembre 2015

PROGRAMMA AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

 

SABATO 14 NOVEMBRE – SALA SINOPOLI - ORE 21

Biglietto: Galleria € 30 - Platea € 35

GREGORY PORTER QUINTET (USA)

 

DOMENICA 15 NOVEMBRE - TEATRO STUDIO “G. BORGNA - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 22

AMEEN SALEEM  - THE GROOVE LAB (USA)

PRIMA EUROPEA

 

MARTEDÌ 17 NOVEMBRE – SALA PETRASSI - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 22

ALFREDO RODRÍGUEZ  TRIO (CUBA)

PRIMA VOLTA IN ITALIA

 

MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE – SALA PETRASSI - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 25

DHAFER YOUSSEF QUARTET (TUNISIA)

 

GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE– SALA PETRASSI - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 27

AVISHAI COHEN TRIO (ISRAELE)

“FROM DARKNESS”

 

VENERDÌ 20 – NOVEMBRE TEATRO STUDIO G. BORGNA - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 22

SARAH MCKENZIE QUARTET (AUSTRALIA)

 

SABATO 21 NOVEMBRE – SALA PETRASSI - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 22

CHIHIRO YAMANAKA LONDON TRIO

"SYNCOPATION HAZARD TOUR 2015"

PRIMA EUROPEA

 

DOMENICA 22 NOVEMBRE – TEATRO STUDIO G. BORGNA - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 22

SUN HEE YOU (COREA)

“NIKOLAI KAPUSTIN”

 

LUNEDI 23 NOVEMBRE – SALA PETRASSI - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 22

VINICIUS CANTUÁRIA  (BRASILE)

“PLAYS JOBIM”;

 

PRIMA VOLTA A ROMA CON QUESTO PROGETTO E IN VERSIONE SOLISTA

MARTEDÌ 24 NOVEMBRE – SALA PETRASSI - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 25

GIROTTO/SERVILLO/MANGALAVITE (ITALIA/ARGENTINA)

“PARIENTES”

 

MERCOLEDÌ 25 NOVEMBRE  – SALA PETRASSI - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 22

VINCENT PEIRANI / EMILE PARISIEN (FRANCIA)

 

GIOVEDÌ 26 NOVEMBRE – SALA PETRASSI - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 25

FABRIZIO BOSSO, LUCIANO BIONDINI E PAOLO SILVESTRI STRING ENSEMBLE (ITALIA)

“MELODIES”

NUOVA PRODUZIONE; PRIMA ASSOLUTA

 

DOMENICA 29 NOVEMBRE – SALA SINOPOLI - ORE 21

Biglietto: Posto unico € 22

MAURO OTTOLINI SOUSAPHONIX e

Cooking Show  di CHEF GIORGIONE  (ITALIA)

NUOVA PRODUZIONE; PRIMA ASSOLUTA

 

 

TEATRO DI VILLA TORLONIA

Via Lazzaro Spallanzani, 1 – Roma – info tel. 06 440 4768

Rassegna

PIANO SOLO

Ingresso gratuito

 

DOMENICA 15 NOVEMBRE - Ore 11,15

DOMENICO SANNA, pianoforte

 

DOMENICA 22 NOVEMBRE -Ore 11,15

ENRICO ZANISI, pianoforte

 

DOMENICA 29 NOVEMBRE  - Ore 11,15

FABIO GIACHINO, pianoforte

Leggi tutto...

Live Report: i Latin Mood di Bosso e Girotto per l’anteprima dell’ultimo disco “Vamos”

ROMA – La 35° edizione del Roma Jazz Festival chiude la sua seconda settimana di concerti nella sala Goffredo Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica sabato 26 novembre. A pochi minuti dall’inizio del concerto posti liberi non ce ne sono, ad aspettare il sestetto sul palco troviamo gli strumenti già schierati, immobili ancora per poco, in una formazione che vede le percussioni e la batteria sullo sfondo, una linea mediana occupata dal basso elettrico affiancato dal pianoforte a coda e sul proscenio, vicinissimi al pubblico, il sax soprano e baritono per Javier Edgardo Girotto, la tromba e il flicorno per Fabrizio Bosso. Sarà perché in Italia il gioco del calcio è l’argomento di molte discussioni, sarà che in platea c’è il campione del mondo del 1982 Marco Tardelli, ma il fatto certo è che il primo brano riporta alla mente l’appuntamento domenicale davanti alla radio durante la sigla di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Il concerto si apre così, con il brano rivisitato già nel 1965 da Herb Alpert, The taste of honey. Il secondo brano è Theorema, di Girotto, che mette in evidenza il pianista, il ritmo è più compassato, il flicorno più dolce, l’atmosfera può far pensare a un signore che canticchia fra sé una canzone di cui non sa le parole.

L’assolo di Bosso si fa più deciso e quelle parole indistinte adesso sono scandite con chiarezza. Applausi del pubblico e lo spartito passa a Girotto che posa il sax soprano per dedicarsi un po’ a quello baritono.Africa Es, di Mangalavite, impone un gran lavoro per il batterista Lorenzo Tucci, è vero che tocca lo strumento solo con le bacchette ma a guardarlo sembra che suoni anche con i gomiti e le spalle. Il busto sale, il collo sparisce, una compulsione che stimola le percussioni. Al pianoforte la testa di Natalio Mangalavite fa così tante volte su e giù che è un miracolo che non si sviti. Il brano finisce con le percussioni di Bruno Marcozzi che insieme al batterista porta il suono a un ritmo incalzante. ConMaragliao di Girotto è il momento di Luca Bulgarelli, al basso elettrico in posa statuaria. I due leader del gruppo restano accucciati per tutta la durata dell’assolo come a voler convogliare l’attenzione alle loro spalle. Girotto si rialza, percorre da solo qualche riga di spartito ed è raggiunto da Bosso, questa volta con il flicorno. Quando il pezzo si chiude gli applausi della platea partono dal maestro Nicola Piovani, seduto proprio accanto a noi. Adesso solo voce e tastiera, gli altri musicisti lasciano il palco. C’è solo Mangalavite che intona Algo Contigo di Chico Novarro, l’atmosfera è misteriosa, all’inizio le parole sono in una lingua sconosciuta poi i riflettori si fanno meno soffusi, il resto dei Latin Mood rientra in scena, le parole ora sono in lingua spagnola, non sappiamo cosa abbia cantato fino a questo momento ma è piaciuto a tutta la sala.

Virtuosismi di Bosso quando esegue El Mastropiero di Girotto, si piega a metà, il busto gli oscilla al punto che la tromba gli arriva alle ginocchia, le dita impazziscono, infilano una serie di accordi che lasciano la Petrassi imbambolata prima di sfruttare quel tacito vuoto che incoraggia l’applauso, ma è già il momento del basso, poi di Girotto, di Bosso e Girotto e di tutti e sei. Mathias di Bosso è un pezzo notevolmente più morbido, quasi fiabesco negli inserti delle campane tubolari, Girotot ha ripreso il sax tenore, Bosso il flicorno. In tutta sincerità questo è proprio un brano romantico, da cena a lume di candele, se vi capita un incontro del genere assicuratevi che le orecchie siano servite da Mathias.

In a sentimental Mood di Duke Ellington, brano del 1935 eseguito nel corso del secolo scorso anche da John Coltrane, Ella Fitzgerald e Billy Joel solo per citarne alcuni, segna il ritorno della tromba, un andamento del pianoforte più secco, il sax tenore alterna tonalità in salita e in discesa, sembra che stia ingaggiando con la tromba una gara a chi arriva più lontano. Javier e Fabrizio si capiscono con gli sguardi e quando lasciano  il posto al resto del gruppo consultano la scaletta, qualcosa nelle loro menti è cambiato. Alla fine del pezzo la decisione è diramata al resto dei leggii, assistiamo a un su e giù di spartiti e via al brano successivo. Matias, di Girotto questa volta, ha un ritmo allegro, basso e flicorno duettano sottovoce giusto il tempo per quest’ultimo di prendere la rincorsa e soffiare più forte. Entrano in scena il pianoforte, le percussioni e la batteria, Javier se li guarda, si diverte e si contorce intorno al sax baritono con la sua Vamos, brano che dà il nome all’ultimo lavoro dei Latin Mood, sul mercato a partire da marzo 2012. Javier batte il tempo con la gamba, butta una spalla avanti negli acuti, molleggia sulle ginocchia e questo solo per raccontarvi del corpo, sapeste che suono. Bosso intanto spreme la tromba fino all’ultima nota.

Il sestetto lascia la scena, ma l’applauso ininterrotto lo richiama per regalarci un bis che prevede The shadow of your smile, che ha conosciuto interpreti come Barbara Streisand, Sarah vaughan e Frank Sinatra, e African Friends (Bosso). Il 28 novembre del 2008 usciva “Sol”, brano d’esordio della formazione dei Latin Mood, sabato sera, quasi a celebrare l’anniversario di quell’esordio c’è stata l’anteprima non ufficiale del loro ultimo lavoro, Vamos, che sarà presentato al “The Place” di Roma,  il 13 marzo 2012.

Andrea Palumbo

Leggi tutto...

Live Report: al Roma Jazz Festival la Musica è Nuda

musicanuda00
musicanuda01
musicanuda02
musicanuda03
musicanuda04
musicanuda05
musicanuda06
1/7 
start stop bwd fwd

Basterebbe dire Musica Nuda per lasciare almeno intendere la variante di emozioni ed esperienze sensoriali che un concerto, come quello di sabato 19 all’Auditorium, può riservare. E non sarebbe comunque abbastanza. Ferruccio Spinetti (contrabbasso) e Petra Magoni (voce) sono quello che non ti aspetti. Lei, algida musa nella sua giacca di pelliccia appena sale sul palco, si rivela nel corso del concerto una donna ironica (ed autoironica) dall’estro imponente. Lui si nasconde timido dietro il suo contrabbasso, ma una volta rimasto solo in scena non perde occasione di interagire col suo pubblico, o di imbracciare scherzosamente lo strumento a mo’ di chitarra. Insieme formano una coppia completa ed eccentrica. Si definiscono un gruppo pur essendo un duo, e di questo gliene diamo atto. Dal 2004 a marzo di quest’anno si esibisco in cover dalla rivisitazione del tutto personale, pubblicando 5 dischi di successo. Il loro ultimo lavoro, invece, vede la prevalenza di pezzi originali e varie collaborazioni; da Max Casacci (chitarrista dei Subsonica) a Sylvie Lewis, ad Alessio Bonomo e Pacifico. La “nudità” della loro musica lascia spazio all’immaginazione ed allo spettacolo, che entrambi intessono con il proprio strumento. Spogliati di ogni eccesso ed orpello stilistico, i brani si rivestono di abiti nuovi. 

 

Prendiamo il caso di Bocca di Rosa: frenetica, soffocante, ben descrive musicalmente il testo della canzone. Petra Magoni abbandona la malinconia originaria data da De Andrè, per dare un corpo alla storia e alla donna, al suo tormento. Immancabili Came Together, Eleanor Rigby e Dear Prudence, omaggio beatlesiano dovuto ed acclamato. Un po’ jazz, un po’ canzone d’autore, un po’ rock e infine anche musica classica. Il suono originalissimo di Petra e Ferruccio si insinua in ogni composizione e le restituisce vita nuova. Ciò che ci ha affascinati maggiormente è la capacità di questo gruppo/duo di prendersi in giro, raccontare aneddoti di vita vissuta e, perchè no, di metterli in musica. Come inProfessionalità; scherzoso battibecco di una coppia alle prese con la poca serietà di alcuni manovali. I bis, a fine serata, sono tre, tra cui la più richiesta,  Il cammello e il dromedario, e la prima canzone suonata assieme, una romantica e coinvolgente Guarda che luna…che ben sostituisce la mancanza de La canzone dei vecchi amanti.

 

Serena Marincolo

 

foto di Valentino Lulli

 

Leggi tutto...

Live Report: The same korean girl – Youn Sun Nah al Roma Jazz Festival

yusunha01
yusunha02
yusunha03
yusunha05
yusunha06
yusunha07
yusunha08
yusunha09
yusunha10
1/9 
start stop bwd fwd

Youn Sun Nah sale sul palco del Teatro Studio all’Auditorium evidentemente emozionata, dopo un omaggio a Morricone da parte del chitarrista che l’accompagna, Ulf Wakenius (già chitarrista di Oscar Peterson. Capace di riprodurre linee di basso e percussioni e di ottenere grandi effetti dal suo strumento senza l’ausilio dei pedali). In un italiano zoppicante (ma sorprendente) ci spiega che è la prima volta che si esibisce in Italia, e a Roma poi! Insomma, una ragazza dalla voce sottile e i modi gentili che alla fine di ogni brano ringrazia sempre per ogni applauso ricevuto e per la nostra presenza. Ride spesso, e questo la rende ancora più simile ad una bambina un po’ impacciata. Eppure la carica del suo fascino aleggia nell’aria ancor prima che cominci a cantare. Nessuno tra il pubblico si aspetterebbe di assistere ad una metamorfosi tale. Wakenius intona i primi accordi dell’inconfondibile Message in a Bottle, e la timida ragazza coreana in casacca blu davanti a noi si trasforma in una donna ammaliante dalla voce possente. Il duo, atipico già dalla presentazione (una coreana che canta in francese ed un chitarrista norvegese), dimostra di avere un tipo di affiatamento che sposa il gioco, l’intesa immediata e quel tipo di complicità da coppia di lunga data. Youn Sun Nah plasma la sua voce sul suono della chitarra, completandola.

I suoi vocalizzi non sono per nulla scontati o ridondanti. Accompagnandosi con gesti delle mani sembra suonarsi come un theremin; sembra disegnare la musica nel vuoto o scuotersi come una percussione. Gli omaggi sono tanti: da Nat King Cole, Egberto Gismonti, Randy Newman, a Tom Waits, Leo Ferré, Carla Bley, Sergio Mendes e addirittura una piccola perla come Enter Sandman dei Metallica. Inoltre, il legame con le sue radici viene enfatizzato nel riarrangiamento di Gwangondo Arirang, brano del folklore coreano. L’annuncio poi di un pezzo tutto italiano: Estate di Bruno Martino. Youn Sun Nah ritorna impacciata nel presentarla, sperando ci piaccia. La risposta non tarda ad arrivarle, assieme al lungo scroscio di applausi, fischi e “brava”. Lei si commuove intimidita. Fa tenerezza vederla con le mani alla bocca, stupita del successo riscosso. C’è spazio anche per lo standard My favourite things in cui è lei stessa a suonare una kalimba, antico strumento africano a percussione. Che non è certo l’unico strumento singolare utilizzato durante la serata! In Moondog spunta un kazoo, ed in Same Girl un carillon; mentre Ulf Wakenius utilizza la sua bottiglia d’acqua per suonare la chitarra. Il pubblico è entusiasta al punto di non volerla lasciar andare. Il bis è doppio ed il tempo che passa alla fine degli applausi finali è lungo!

Serena Marincolo

Foto di Valentino Lulli

 

Leggi tutto...

Live report – Roma Jazz Festival: Roberto Gatto ci racconta il prog inglese

gatto00
gatto01
gatto02
gatto03
gatto04
gatto05
gatto06
gatto07
1/8 
start stop bwd fwd

Questo progetto fa parte di uno dei sogni nel cassetto che coltivo da diversi anni. Personalmente ho sempre amato le sfide e come sempre, mosso dall’entusiasmo, ho accettato di tentare anche questa”. E dal 2008, anno in cui ha visto la luce il progetto Progressivamente in un album registrato dal vivo alla Casa del Jazz, sono state diverse le occasioni in cui Roberto Gatto ha dimostrato di aver vinto totalmente questa sfida. Accompagnato da musicisti del calibro di Fabrizio Bosso alla tromba, Luca Mannutza alle tastiere e piano, John De Leo (ex voce dei Quintorigo), Roberto Rossi al trombone, Francesco Puglisi al basso, Maurizio Giammarco al sax e Roberto Cecchetto alla chitarra, venerdì 11 novembre Gatto ha regalato al pubblico dell’Auditorium il suo omaggio al rock progressive, nelle rivisitazioni di brani tratti dai dischi dei King Crimson, Genesis, Matching Mole, Robert Wyatt e Pink Floyd (oltre ad un brano originale di John De Leo). “Ho voluto coinvolgere musicisti che come me avessero vissuto quel momento musicale in quegli anni, ma anche musicisti più giovani, che magari avessero un punto di vista e una chiave di lettura differenti”. La sala Petrassi è gremita, ed il pubblico decisamente vario!

I musicisti salgono sul palco inizialmente senza John De Leo, che solo dopo i primi due brani spunta -letteralmente- da dietro la batteria ad intessere un gioco di suoni con la sua voce; una serie di “vocalizzi” che si incalzano, creando una buffa parentesi che non tradisce le capacità e la bravura di questo artista. De Leo gioca altrettanto col microfono, complementare e necessario nel far cogliere le molteplici sfaccettature sonore che lo stesso riesce a darsi. Differentemente Bosso usa il microfono per distorcere il suono della sua tromba, inscenando un botta e risposta di identici accordi che risultano come due voci diverse. Quello dei tre fiati poi, è uno spettacolo non solo sonoro, ma anche visivo; simili e sincronizzati i loro gesti danno la percezione che la musica -in quel momento- li abbia davvero uniti in un’unica melodia. Roberto Gatto ci spiega la scelta dei brani, ce ne racconta la genesi, cadenzando così l’ora e mezza trascorsa assieme. Si emoziona parlando di un’amica musicista scomparsa poche ore prima del concerto; aprendo uno squarcio (purtroppo) malinconico di vita personale. Anche in questo modo la musica ci parla, riesce a strappare un’emozione diversa ad ognuno di noi, a non rendersi fine all’ascolto e basta. L’inquietante romanticismo di Sea Song (potete immaginare quanto l’abbia reso tale la camaleontica voce di John De Leo), la poesia (arte a cui, del resto, si ispira) di Watcher of the Skies, o la chiusura con la splendida Trilogy (la cui prima parte è stata lasciata esclusivamente a Luca Mannutza e Maurizio Giammarco), sono solo una parte del racconto di una storia -quella del prog inglese- che gli abili narratori ci hanno restituito in musica.
Serena Marincolo
foto di Valentino Lulli
Leggi tutto...

Chocolate Genius alla Casa del Jazz

dsc5816
dsc5820
dsc5825
dsc5827
dsc5839
dsc5845
dsc5846
dsc5852
per-articolo3
1/9 
start stop bwd fwd

Completo grigio, camicia bianca e scoppola stile “C’era una volta in America”. Si presenta così, nella sala Auditorium della Casa del Jazz, Marc Anthony Thompson, nome d’arte “collettivo” Chocolate Genius Incorporated. Il songwriter nativo di Panama, cresciuto in California e trapiantato nella scena musicale newyorchese, è in Italia per la prima volta, per presentare la sua quarta fatica: “Swansongs”, 11 pezzi uno più intenso dell’altro, a cui l’artista statunitense ha intervallato sapientemente, durante tutto il concerto di sabato, vecchi brani e raffinate cover (“Shipbuilding” di E.Costello ad esempio: pura poesia contro la guerra). 

La voce suadente di Thompson ci guida con invidiabile naturalezza da un brano al pianoforte ad uno alla chitarra acustica per la prima parte del concerto, deliziando l’udito, o sarebbe meglio dire il palato in questo caso, trattandosi di “cioccolato”, con gocce di purezza lirica tratte dagli altri album della trilogia firmata Chocolate Genius, di cui quest’album rappresenta il capitolo finale. Da “Half a man” alla struggente “Like a nurse” al piano, è un susseguirsi di emozioni solitarie, fino all’entrata in scena del sodale Sébastien Martel che lo accompagnerà per il resto della serata alla chitarra elettrica. Il chitarrista francese, che ha alle spalle collaborazioni pregiate col sassofonista Femi Kuti e con i Morcheeba, non ruba la scena al nostro, distillando appunti soul e assoli blues con parsimonia, come nell’ironica e agrodolce “Enough for you”. Si ritorna alle ballate (influenza folk dissimulata dal boss Springsteen con cui collaborò nel 2006?), “She smiles” e “Polanski” su tutte, e qui la voce di Thompson scende calda come un cognac che scalda e riempie l’anima. Soulful appunto.

Sorprendente la rivisitazione, ancora più blues se possibile, di “Blue Sky Blues” del giovane Ryan Adams, che non fa che aumentare la nostra stima verso un cantautore che sa riconoscere ed apprezzare gli artisti delle nuove generazioni, addirittura omaggiandoli con una cover in un proprio concerto. “Vorrei aver scritto io questa canzone”, confessa senza problemi Marc. A parte qualche sperimentazione con inserti synth e parlato (“Lump”) che ha lasciato un po’ perplessa la platea, il concerto è volato via con piacevole scorrevolezza. In ogni caso, musica fuori da ogni costrizione di genere quella dell’artista nero, a dispetto dell’etichetta “neo-soul” che già gli era stata attribuita. Artista nero e vero, d’altronde chi merita di essere chiamato artista se non colui che riesce a trasmettere emozioni attraverso le sue opere? L’atmosfera creata dalle sue canzoni, ad un orecchio poco allenato, potrebbe sembrare affettata, ma attenendoci al principio di Occam la risposta è sempre quella più semplice: si tratta di puro romanticismo, nulla di più, nulla di meno. Un perfetto canto del cigno.

Massimiliano Rossi

 

foto di Mauro Romano

Leggi tutto...

Enrico Rava & the PMJL al Roma Jazz Festival

Provate a immaginare qualcosa che si avvicini alla potenza delle forze della natura, qualcosa di simile ad un uragano oppure ad una tempesta che coglie un’imbarcazione in pieno oceano. Provate a immaginare questo e facciamo un attimo mente locale. Forse la sensazione potrebbe fuorviarvi, o mettervi un po’ di inquietudine, ma se tutto questo viene tramutato in musica e se queste energie vengono incanalate nella maniera giusta, allora cambia tutto. E in positivo. Come è accaduto a noi all’inizio del concerto che abbiamo avuto il piacere di ascoltare venerdì scorso all’Auditorium, in cui sono saliti sul palco della sala Sinopoli Enrico Rava & PMJL (Parco della Musica Jazz Lab) nell’ambito del Roma Jazz Festival. Una musica che ci ha trasmesso la stessa sensazione di un fiume in piena che al suo passaggio, invece di distruggere tutto, ti lascia ascoltare il fruscio dell’acqua in movimento.

Immaginate, quindi, che, mentre siete seduti ad aspettare l’inizio di uno spettacolo, si chiudano le luci, dei musicisti salgano su palco velocemente e subito, senza lasciarti il tempo di focalizzare, comincino a suonare con un’energia indescrivibile, con un ritmo potente, senza perdere troppo tempo in chiacchiere…  Ma fermiamoci per un secondo alle presentazioni. Se siete degli amanti del genere, sicuramente conoscerete Enrico Rava e saprete bene che un maestro come lui non ha bisogno di parole inutili. Il PMJL, invece, è un ensemble dei giovani più rappresentativi delle ultime leve, diretto in questo caso dallo stesso Enrico Rava e composto da Mauro Ottolini al trombone, Dan Kinzelman al sax tenore,Daniele Tittarelli al sax contralto, Marcello Giannini alla chitarra elettrica, Giovanni Guidi al pianoforte, Stefano Senni al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria, che non ha niente da invidiare ai big della musica internazionale.

E torniamo alla nostra serata. Come dicevamo tutto comincia con un ritmo arrembante ed aggressivo che ben si adatta all’apertura di uno spettacolo di questo tipo. In prima linea ci sono i fiati che a tratti suonano in modo accorato, a tratti danno spazio all’intervento dei singoli. E poi ci sono gli altri strumenti, come la chitarra elettrica di Marcello Giannini che di certo non se ne sta in un angolino ad aspettare il suo turno, specie quando fraseggia con il trombone di Mauro Ottolini o quando si distorce in alcuni fantastici soli sotto un avvolgente tappeto di fiati. Dunque, un inizio spumeggiante che subito dopo lascia spazio ad un momento più rilassato in cui emerge anche il pianoforte di Giovanni Guidi e dove c’è anche lo spazio per una formazione minimale in cui spiccano proprio il pianoforte, il contrabbasso e la batteria, con gli altri musicisti momentaneamente in disparte come se fossero dei bambini che per la prima volta ascoltano un concerto del genere.

E di capovolgimenti di fronte in questo concerto ce ne sono stati davvero tanti. Per esempio è bello sentire un solo di basso o di batteria sotto un tappeto di fiati, un’inversione fra ritmo e melodia che offre delle piacevoli vibrazioni e che ti fa capire come un gruppo del genere sia dinamico, ricco di potenzialità e come sia divertente cambiare le carte in tavola quando se ne ha la possibilità. E poi di nuovo con un ritmo impetuoso che non dà tregua, che neanche ti fa capire quale sia il passaggio tra un brano ed un altro, che lascia a tutti lo spazio di emergere. E al di là di Enrico Rava, di cui ben conosciamo il valore, tutti i musicisti hanno prima o poi un momento per emergere e per comunicare a suon di note, dai sax, alla chitarra, al trombone e così via. Non c’è qualcuno che primeggia o che emerge rispetto ad un altro perché è l’insieme dei musicisti, unito allo studio degli interventi, che crea quella completezza necessaria ad un organico del genere. Ed è veramente difficile poter ricordare tutte le varie sezioni che hanno composto questo spettacolo così ricco e di momenti differenti, è difficile perché i cambiamenti sono troppo veloci e concitati per essere elencati dal primo all’ultimo.

Inoltre Enrico Rava, che è anche un grande scopritore di talenti, oltre che musicista di fama internazionale, ci ha dato l’impressione di divertirsi veramente tanto all’interno di questo gruppo di giovani musicisti che lo segue come un direttore d’orchestra immerso nel palcoscenico. Il pubblico questo lo capisce e dopo un bis c’è anche tempo per un tris, prima che le luci si riaccendano per dirci che purtroppo è giunto il momento di tornarcene a casa.

Carlo Cammarella

www.davidesusa.com

www.auditorium.com

Leggi tutto...
Sottoscrivi questo feed RSS