Cosimo Boni racconta il disco d’esordio May be - Unable to return
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Pubblicato dall’etichetta spagnola Fresh Sound New Talent, May be - Unable to return il primo album da leader del trombettista Cosimo Boni alla guida di un quintetto composto da Daniele Germani al sax alto, Isaac Wilson al pianoforte, Mats Sandahl al contrabbasso e Jongkuk Kim alla batteria e percussioni. Un disco pensato interamente a Boston, durante le innumerevoli gig al Wally’s Jazz Cafè a cui Boni partecipava durante gli anni al Berklee College of Music. Ecco il racconto di Boni a Jazz Agenda.
Per cominciare l'intervista parliamo subito del disco: ti va di descriverlo brevemente ai lettori di Jazz Agenda?
Questo disco è il mio primo disco da leader. L’ho registrato con il mio quintetto. Il quintetto suona insieme da alcuni anni e ne fanno parte Jongkuk Kim alla batteria, Mats Sandahl al basso, Isaac Wilson al piano e Daniele Germani al sassofono contralto. La musica del disco rappresenta le molte sfumature sonore che abbiamo avuto modo di esplorare dal vivo nel corso degli anni. Nonostante la formazione classica del quintetto jazz abbiamo sempre cercato di espandere la nostra tavolozza di colori attraverso l’interplay e creando delle “band nella band.” Quindi ci sono momenti di solo, duo, trio, quartetto etc. Le composizioni fungono da trampolino e non da limite per i momenti di improvvisazione e creazione collettiva.
Raccontaci adesso la tua storia: come è nato questo progetto e come si è evoluto nel tempo?
Il progetto è nato a Boston, dove risiedevamo tutti e cinque per motivi di studio. Io avevo una data fissa con cadenza settimanale al Wally’s Jazz Café ed ho quindi iniziato a creare gruppi diversi ogni settimana per sperimentare nuova musica. Quando finalmente ho chiamato questi quattro musicisti, l’intesa è stata istantanea e ho capito che grazie a loro avrei potuto creare una band libera di spaziare e sperimentare repertori diversi. Molte sere abbiamo improvvisato per tutto il concerto creando temi e pezzi sul momento. Questo mi ha quindi ispirato a comporre appositamente per questa formazione cercando sempre di mantenere un equilibrio fra composizione e composizione scritta che ci permettesse di essere liberi e focalizzati sull’ascolto reciproco.
Per una band o per un artista, un disco può sintetizzare diverse cose: una fotografia del momento, un punto di arrivo o di partenza. Per te cosa rappresenta?
Onestamente non credo molto nei punti di arrivo o fine e neanche di partenza. Quindi anche questo disco l’ho vissuto come un passaggio. Un momento unico che fa parte delle nostre esperienze. Rispetto ad una fotografia però credo che un disco abbia la capacità di cambiare nel tempo. Riascoltando dischi del passato che amo mi emozionano ogni volta in modo diverso e spesso scopro nuove sfumature che prima non avevo notato. Spero che questo disco possa essere sempre vivo come lo sono i dischi che amo per me.
Se parliamo dei tuoi riferimenti musicali cosa ti viene in mente? Ci sono degli artisti, noti o anche meno noti, che per te sono stati davvero importanti?
Fare una lista sarebbe veramente lunga perché sono stato molto fortunato di aver ascoltato o aver studiato o di aver collaborato con tanti musicisti e persone fantastiche. Mi sento di dire che Daniele, Jongkuk, Isaac e Mats sono veramente delle grandi fonti d’ispirazione per me. Poi ci sono stati molti musicisti con cui ho avuto l’onore di studiare che mi hanno influenzato tantissimo, fra tutti mi sento di citare Joe Lovano, Darren Barrett, Danilo Perez, John Patitucci, Jason Palmer e Franco Baggiani. Tutti questi musicisti vivono la musica in tutt’uno con la vita e ognuno a suo modo mi ha mostrato come la propria umanità influenza la musica e viceversa.
Come vedi il tuo progetto nel futuro? In sintesi, quali potrebbero essere le evoluzioni legate alla tua musica?
Cerco di non pensare troppo al futuro ma di viverlo. Così come questo disco è nato in maniera molto naturale dopo una lunga serie di esperienze credo che l’esperienza quotidiana vissuta a pieno possa influenzare e guidare le scelte future. Credo che questo progetto abbia le potenzialità per durare nel tempo sfruttando che ognuno di noi è in un processo di crescita continua.
Chiudiamo con un ulteriore sguardo al futuro: hai qualche concerto in cantiere o qualche nuova registrazione da portare avanti?
Adesso sono molto fortunato nell’essere coinvolto nella registrazione di alcuni progetti di musicisti italiani veramente interessanti che usciranno nel 2024. Sempre nel 2024 speriamo di portare la musica di questo disco dal vivo in Italia ed in Europa, Vedremo poi se durante queste date potremmo creare del nuovo materiale da portare in studio e registrare un nuovo disco del quintetto.