Un nuovo Max Ionata Trio all’Alexanderplatz
- Scritto da Carlo Cammarella
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E’ stato un esperimento quello al quale abbiamo assistito venerdì sera all’Alexanderplatz, il primo concerto in cui questa formazione si è esibita dal vivo, la prima volta in cui Max Ionata al sassofono, Nicola Angelucci alla batteria e Vincenzo Florio al contrabbasso sono saliti sul palco insieme. C’è da dire che i musicisti già si conoscevano, Nicola proviene dallo stesso paese di Max, è presente in molti dei suoi dischi e fra i due c’è un’intesa perfetta. Anche per Vincenzo non si tratta di una prima volta, ha collaborato con Max in altre occasioni e possiede quell’alchimia necessaria per integrarsi fin da subito nel trio. E poi, quando la cornice in cui si suona è l’Alexanderplatz, l’atmosfera che si crea suscita forti emozioni e mette tutti a proprio agio.
Mentre aspettiamo che il concerto cominci, le luci sono ancora piuttosto tenui, i musicisti parlano delle ultime cose davanti al bancone del bar e dal palco si intravede soltanto la scritta azzurra con il nome del locale. Ma non appena il trio sale sulla scena, bastano pochi minuti, qualche sguardo d’intesa e scatta subito qualcosa, una scintilla prende subito vita e la parola passa direttamente alla musica. Si parte con un po’ di improvvisazione pura, qualcosa per rompere il ghiaccio con il pubblico del locale, poi si passa all’esecuzione di alcuni standard come “A Weaver of Dreams”, “A Nearness of You” e “Woodin’ You”; alcune canzoni famose, altre un po’ meno, ma ciò che conta realmente è che le melodia raggiunga la sensibilità degli ascoltatori.
Esperimento riuscito, l’intesa si consolida fin da subito e tra uno standard e un altro c’è ampio spazio per l’improvvisazione dei singoli. Spicca il suono profondo del sassofono, spiccano le variazioni ritmiche della batteria, spiccano anche quei silenzi che messi al punto giusto possono dare quel tocco particolare al brano di turno. E durante il secondo set, poco prima della fine del concerto, non poteva mancare un gioiellino che abbiamo ascoltato con piacere, un tocco di inventiva e di virtuosismo che troviamo soltanto nei jazzisti più bravi. Il trio, infatti, si cimenta con Out of Nowhere, uno standard molto conosciuto, che tuttavia viene eseguito con un arrangiamento creato dai musicisti per l’occasione, cioè una Bossa Nova meno scandita, con aperture più particolari spesso utilizzate nel jazz moderno. Il concerto, quindi, scorre veloce, le note del sassofono continuano a deliziare l’udito dei presenti e Max, dopo un’ora e mezza di performance, saluta il pubblico che entusiasta applaude il trio.
A fine serata ci avviciniamo ai musicisti per farci raccontare alcuni retroscena. Max ci spiega che, pur avendo fatto poche prove, è contento di come si sono comportati sul palco, il trio è una delle formazioni che predilige e non è vero che senza pianoforte la musica è incompleta, anzi la dinamica dei brani acquista delle sonorità molto interessanti. Anche lui è d’accordo con il nostro giudizio, il brano riuscito meglio è senza dubbio Out of Nowhere che, grazie a quella ritmica particolare, ha acquisito un taglio distinguibile e personale; un’idea di Vincenzo che con l’occasione ha voluto proporre quel ritmo per quel preciso brano. Dopo questa breve chiacchierata Max ci saluta dicendoci che spera di poter suonare nuovamente con questa formazione e, quindi, di tornare presto nel locale. Dunque, lo possiamo proprio dire: “Buona la Prima” per questo nuovo “Max Ionata Trio”. E a questo punto non vediamo l’ora di poter assistere anche ad una seconda ed una terza volta.
Carlo Cammarella
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