Jazz Agenda

Live Report: La varietà dei jazz4U al 28divino

jazz4u1
jazz4u10
jazz4u11
jazz4u12
jazz4u13
jazz4u14
jazz4u15
jazz4u16
jazz4u17
jazz4u18
jazz4u19
jazz4u2
jazz4u20
jazz4u3
jazz4u4
jazz4u5
jazz4u6
jazz4u7
jazz4u8
jazz4u9
01/20 
start stop bwd fwd

La sera di venerdì al 28Divino Jazz si caratterizza per la forte componente di “varietà”. Vario è il pubblico, varie sono le melodie proposte e varia è la scelta dei brani. Ci troviamo di fronte ai “jazz 4U” diretti dalla batteria di Cesare Botta, il delicato contrabbasso di Enzo Bacchiocchi, armonizzati dal piano di Francesco Bignami e dalla chitarra di Marco Moro. Il gruppo è ormai noto sulle scene romane da alcuni anni e propone una scelta musicale basata su una mistione di standard jazz, condito con blues e swing. Il concerto si apre con atmosfere leggere e riflessive che portano l’ascoltatore a concentrarsi su ogni singolo membro del gruppo, ad essere rapito dal movimento armonico delle dita sulla tastiera, dalla rapidità degli accordi della chitarra, mentre la batteria rimane la base sulla quale il contrabbasso muove la sua sinfonia. 

Durante la serata la varietà delle scelte geografiche è sicuramente molto accattivante e rapisce l’attenzione. I brani spaziano dai classici del panorama americano fino a giungere alle melodie sud americane e brasiliane, il tutto accompagnato da una selezione di brani inediti del gruppo, che mettono in risalto le qualità dei singoli elementi. L’aria che si respira è molto piacevole e non ci si accorge del tempo che passa. In chiusura il gruppo si congeda con il noto brano “ooo aria aio oba oba” e si presta volentieri a parlare con il pubblico, mostrando il lato più familiare della serata. Quello che stupisce di questo quartetto è sicuramente la totale armonia degli elementi; sul palco sembrano divertirsi talmente tanto che lo spettatore rimane coinvolto non solo dai suoni, ma anche dall’affiatamento tra gli elementi. Inoltre il locale si presta benissimo ad un’atmosfera raccolta e familiare: luci soffuse e di colore rosso rendono il tutto molto privato e intimo, nonostante la sala del concerto non sia poi di dimensioni così modeste. Ci auguriamo di sentire nuovamente questo spontaneo quartetto in serate così piacevoli!

Laura Orlandi           

Foto di Valentino Lulli

Vota questo articolo
(0 Voti)

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.

Torna in alto