Live Report: Odio l’Estate – Una striscia di terra feconda
- Scritto da Jazz Agenda
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In questa fredda notte di questa strana estate, uno dei pochi motivi che ci spinge ad uscire da casa e il buon jazz e la calda e stravagante accoglienza di “ Odio l’estate” , festival che anche quest’anno si tiene a Villa Carpegna. La serata di cui vi stiamo per parlare è quella di giovedì 28 luglio, un doppio concerto con diversi momenti che possiamo dire di aver visto con molto piacere. E mentre ci trovavamo lì in attesa di entrare, ci siamo accorti fin da subito che sarebbe stata una splendida serata dai sapori internazionali… e anche nazionali. Ma veniamo a noi: nonostante il clima, la gente è tanta e sembra già tutta pronta per una serata che di certo non mancherà di sorprese. L’evento ospitato ha nome ” Una Striscia di Terra Feconda” e come primo appuntamento ci propone dei giovani talentuosi francesi (età media 23 anni), i Sidony Box, e a seguire Danilo Rea, artista che senza dubbio non ha bisogno di presentazioni. I primi sono i vincitori del premio ” Jazz Migration” e si tratta di un “Power jazz Trio” composto dal chitarrista Manuel Adnot, dal batterista Arthur Nancy e dal sassofonista Elie Dalibert. Ci accorgiamo subito a partire dal primo pezzo che sarà qualcosa di nuovo perché tutto fa pensare ad una contaminazione continua con la scena musicale attuale. Si passa dai ritmi serrati del rock, al progressive, fino alla musica pop, rileggendo tutto in chiave jazz.
I “ragazzi” sprizzano energia che contamina il pubblico, si agitano, passano da soli incredibili a melodie più intense. Manuel Adnot si avvolge intorno alla chitarra e soffre ogni nota che suona. Con un po’ di fantasia ci ricorda la figura di Jimi Hendrix, mentre scambia sguardi compiaciuti con Arthur Nancy che sfoga tutta la sua “rabbia” sulla batteria, mantenendo ritmi serrati da rock duro. Tutto questo, però, non tocca Elie Dalibert che rimane davanti al pubblico ad occhi chiusi sfiorando il suo sassofono. Un gruppo che vale la pena di sentire e soprattutto di vedere in una performance dal vivo. Energia musicale e visiva. Dopo questa scarica di adrenalina Danilo Rea ci riporta a delle sonorità più pacate a cui siamo più abituati in una serata dove ci aspettiamo di ascoltare del buon jazz. E come diceva un padre ad un figlio: “Questa musica arriva diretta al cuore”. Sì, è vero, Danilo Rea ci tocca l’anima e ci ipnotizza come un incantatore di serpenti . Il pubblico rimane in religioso silenzio mentre suona e scoppia in fragori applausi e fischi alla fine di ogni pezzo. Lui rimane concertato sul piano, chiude gli occhi e canta le melodie. Agita il piede tenendo il tempo, si contorce e salta quando e preso dai propri soli. Rimaniamo rapiti dalla sua interpretazione di “La canzone di Marinella”, un sublime tributo a Fabrizio De Andrè. E alla fine Danilo Rea esce di scena da questa fredda serata tra i calorosi applausi del pubblico. Cosa dire? Che serata fantastica. Un caloroso grazie a “Odio l’estate” che ci ha dato modo di vivere una serata a cui non è mancato nulla.
Valentino Lulli
foto di Valentino Lulli
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