Jazz Agenda

Natalio Mangalavite in piano solo in concerto alle Rane di Testaccio

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Con Natalio Mangalavite, eclettico ed originalissimo pianista argentino, venerdì 2 dicembre viene inaugurato Piano in primo piano, uno spazio che le Rane di Testaccio intendono dedicare ai pianisti più interessanti operanti sulla scena romana ed internazionale. Attento ed aperto esploratore di suoni e stili, Natalio Mangalavite ha collaborato con artisti e gruppi operanti in generi musicali diversi: da Ornella Vanoni a Javier Girotto, da Beppe Servillo a “El Negro” Hernandez passando per Antonello Salis, Paolo Fresu, Furio di Castri e molti altri.

Il concerto proposto rappresenta un viaggio introspettivo nella sua evoluzione di compositore, autore e cantante: dalle origini argentine alle esperienze contemporanee del jazz italiano ed europeo. Saliranno sul palco alcuni graditissimi ospiti, suoi cari amici, di cui ovviamente non sveleremo il nome.

 

Le Rane di Testaccio

Via Galvani, 29/29A
00153 ROMA
t. 06 5740240

 

Ore 21:30

NATALIO MANGALAVITE

Natalio Mangalavite (pianoforte)
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Michael Rosen Tricolor a Villa Celimontana

Quando parliamo del Brasile pensiamo subito alla samba, alla bossa nova, pensiamo ad una terra che ha prodotto tanta musica che oggi viene apprezzata ed ascoltata dappertutto. Sono melodie molto raffinate, che stanno facendo il giro del mondo e che oggi stringono la mano al Jazz mescolandosi con uno dei linguaggi più complessi della musica. Certo, che questi due generi siano confluiti in un unico discorso è un fatto più che assodato, un fatto che forse non stupisce neanche più di tanto, tranne quando ascolti alcuni geni che ti lasciano davvero senza parole. Parliamo del quartetto Michael Rosen Tricolor, quello che proprio ieri abbiamo avuto il piacere di ascoltare nella cornice di Villa Celimontana.

Lui, Michal Rosen, newyorkese trapiantato in Italia dal 1987, più che un musicista è un’istituzione, un mago del sassofono che ha alle spalle collaborazioni con artisti del calibro di Mina, Celentano, Renato Zero, Danilo Rea, Roberto Gatto, Stefano Bollani, Enrico Rava e Danilo Perez. E gli altri non sono da meno.Alfredo Paixao, bassista di Rio de Janeiro, ci viene subito in mente perché ha collaborato con Pino Daniele, mentre Israel Valera, il batterista del quartetto, è un giovane promettente di origine messicana capace di tener testa a dei colossi come quelli già citati. E infine c’è l’argentino Natalio Mangalavite, pianista, compositore, arrangiatore che, soltanto per citare qualche nome, ha collaborato con Fabio Concato, Ornella Vanoni, Javier Girotto e Peppe Servillo.

E veniamo al nostro concerto. Se pensate che questi musicisti, provenienti da diverse parti del continente americano, abbiano problemi di comunicazione, forse avete sbagliato concerto. Qui parliamo di gente che non ha bisogno di parole, che sale sul palco e con un’occhiata riesce a far convergere il linguaggio della musica dove meglio crede. Gente che ha studiato, cha ha passato la vita davanti allo strumento, che ti trasporta in mondi lontani con semplicità. Ieri i musicisti hanno deciso di trasportarci in Brasile, di farci atterrare nell’aeroporto di Rio, magari  salutando la statua del Cristo Redentore, e così è stato. Inizialmente hanno suonato qualche bossa nova molto raffinata, poi si sono cimentati in ritmi più incalzanti, di quelli che ti fanno venire voglia di battere il piedi e di metterti a ballare; il tutto senza trascurare la genialità dell’improvvisazione. Michael Rosen, con il sassofono è capace di una potenza inaudita, riesce a far muovere le sedie quando prende un acuto, ma anche di far uscire suoni delicati ed armoniosi. E sono proprio questi crescendo e diminuendo i protagonisti della serata, sono le improvvisazioni, l’alternarsi di brani lenti con altri molto più accesi.

Ma oltre ai ritmi sudamericani c’è anche qualcos’altro, qualcosa che ci ricorda la nostra terra, che ci appartiene, che ci fa respirare le atmosfere degli anni ’50 e, perché no, magari quelle di un film di Fellini con un bel sottofondo musicale; non a caso un brano del repertorio, peraltro uno dei più belli, si chiama “Un Film Italiano” e un altro ancora “Fotografia”, titoli e musiche azzeccate che colpiscono dritto al cuore, che ti fanno rilassare, che ti immergono nel passato attraverso i ritmi dell’America Latina. E poi Alfredo Paixao sa anche cantare bene, compie dei soli vocali all’unisono con il suo strumento e a volte il suo basso, brillante e molto presente, sembra quasi avvicinarsi alle sonorità (o magari alla filosofia stessa) di una chitarra elettrica. Quindi, verso la fine Paixao, canta “Anna Verrà”, una canzone di Pino Daniele, che per l’occasione viene proposta con una bossa nova che ci si sposa davvero bene. Il concerto si conclude con un samba, “Bala Com Bala”, un ritmo incalzante e veloce, di quelli che veramente ti fanno venire voglia di alzarti in piedi e di iniziare a ballare.

Dunque, quella di ieri è stata una serata che ci ha fatto vivere per un po’ l’atmosfera del Brasile, una serata da non dimenticare sotto il cielo di un’estate romana che da sempre ci regala forti emozioni.

Carlo Cammarella

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Alburni Jazz, diciottesima edizione

Ai nastri di partenza la diciottesima edizione di ALBURNI JAZZ, la storica manifestazione dedicata al Jazz, Blues e Contaminazioni. Dall’8 al 12 agosto il comune di Serre, suggestivo e storico borgo medievale salernitano, ospiterà artisti italiani ed internazionali nell’intento di proporre e far dialogare le nuove tendenze musicali contemporanee attraverso concerti che vedranno esibirsi ogni sera ben artisti diversificati. Ad aprire la rassegna, l’8 agosto, sarà il quintetto capitanato da Peppe Servillo – storica voce degli Avion Travel – che si esibirà con una speciale formazione composta da musicisti del calibro di Javier Girotto, Natalio Mangalavite, Emanuele Smimmo e Daniele Basirico, in un progetto dal titolo L’amante improvviso che scompagina e reinventa il repertorio Avion Travel e di tutto quanto Servillo ha fatto nella sua strada fitta di attraversamenti ed incontri. Ad aprire il concerto il torinese Pinguino e, sempre in quintetto, la formazione musicale diretta da Piji, dedicata a reinterpretare il repertorio tenchiano e a evocarlo anche attraverso brani originali. Il 9 agosto è la volta dei milanesi 2 pingeons che apriranno due imperdibili performance: quella dei Neri per Caso, la più acclamata band italiana “a cappella” nel mondo, in una selezione del loro migliore repertorio, e il gruppo della rivelazione olandese pop-soul Alain Clark, noto al pubblico mondiale per il suo particolarissimo singolo Father and friend, che per l’occasione, nella sua unica data italiana, duetterà assieme al padre Dane, ex cantante del gruppo soul Dane and the Dukes of Soul. Clark è attualmente in rotazione nelle radio con il suo singolo Foxy Lady, a metà tra soul e funk.

Il 10 agosto il palcoscenico di Serre accoglierà il grande Ron insieme al suo quartetto formato da Piera Pizzi, Marco Serra, Fabio Gangi ed Ezio Rossi, preceduto dai giovani fiorentini Bloom Fly. L’11 agosto arriva Nathalie, la cantautrice italo-belga scoperta da DEMO e vincitrice dell’XFactor 2010, anticipata dalla performance dei napoletani The Softone e anticipatrice a sua volta dell’inedito duo voce-contrabbasso composto da Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, in brani classici e del loro ultimo progetto discografico dal titolo Complici.
A chiudere, il 12 agosto, sarà il gruppo DEMO Shootin’ Stars, apriconcerto di tre eccezionali musicisti: il cantautore Luca Madonia con il suo quartetto d’archi; il sassofonista Francesco Cafiso, ex bambino prodigio che suonò alla cerimonia di insediamento di Obama e attuale nome virtuoso del jazz internazionale – in duo insieme al pianista Dino Rubino – e Alex Britti con il meglio del suo repertorio per un coinvolgente ed unico gran finale.

Nata nel 1994, la manifestazione è da considerarsi un festival storico dell’intera area. Oltre ai grandi protagonisti che ne hanno segnato il percorso (si sono alternati, solo nell’ambito della scorsa edizione,  artisti come Francesco Baccini, Marina Rei, Toquinho, James Senese & Napoli Centrale, Paolo Belli, Gino Paoli) grande spazio è stato dato ai nuovi talenti, tanto che il Comune ha realizzato, in collaborazione con il programma di RAI Radio 1 DEMO, il suo primo DEMOLAB, una fabbrica di talenti dove i giovani aspiranti musicisti del territorio hanno la possibilità di provare, realizzare cd, effettuare sperimentazioni musicali e persino dei video. Per l’estate 2011 il direttore artistico Domenico Catalano, attuale Assessore allo spettacolo del Comune di Serre, grazie alla proficua collaborazione con la Palco Reale di Gianni Sergio, società di spettacolo che opera da oltre 30 anni sul territorio nazionale, ha concepito una molteplicità di proposte musicali, con un occhio particolare ai giovani talenti scelti da Michael Pergolani e Renato Marengo di DEMO, che faranno da apripista ai concerti serali, a special guest del panorama odierno pop/d’autore e a grandi nomi della musica di oggi. Il meglio della rassegna andrà a far parte di uno speciale curato da Gian Maurizio Foderaro, responsabile musicale di RAI Radio 1 nonché conduttore delle singole serate insieme a Mariarosaria Sica, in onda all’interno del programma di Radio 1Suoni d’estate.

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Natalio Mangalavite “Tierra Adentro” alla Casa del Jazz

Giovedì 28 luglio, Casa del Jazz Festivalpresenta Natalio Mangalavite “Tierra adentro” con Martin Bruhn. Musica argentina, la sua relazione con quella “andalusa”. Un progetto che cerca di raccontare le due Cordoba, quella argentina e quella spagnola… L’ influenza del “conquistador” dentro i ritmi e le melodie di un popolo, quello dell’interno. Natalio Mangalavite ( argentino di Cordoba) vive da tempo in Italia. Non dimentica la sua terra di origine. Martin Bruhn ( argentino di Cordoba) vive a Madrid e insieme offrono uno spettacolo ricco di emozioni già collaudato in varie occasioni ( La notte dei Musei a Roma, rappresentando L’argentina) e dentro il Festival di Jazz Argentino. Natalio Luis Mangalavite (Cordoba, 8 gennaio 1959) è un pianista, arrangiatore e compositore argentino di origini italiane. Vive e lavora in Europa da più di 20 anni. In Italia ha collaborato con artisti del calibro di Fabio Concato ed Ornella Vanoni, con la quale ha suonato per più di 15 anni, ed ha inciso dischi con Javier Girotto (“Colibrì”) e Peppe Servillo (voce solista degli Avion Travel) dal titolo “L’amico di Cordoba”. più recentemente” Futbol”. Con Fabrizio Bosso “Sol” e tanti altre collaborazioni nel mondo pop, jazz e etnico. Nel 2002 ha partecipato come insegnante al reality show musicale di Italia 1 che cercava nuovi talenti canori, Operazione Trionfo.

Casa del Jazz: viale di Porta Ardeatina, 55
Info: 06/704731
http://www.casajazz.it
ingresso:12 euro
Inizio concerto ore 21:00

NATALIO MANGALAVITE
“Tierra Adentro”
Natalio Mangalavite pianoforte,chitarra,voce
Martin Bruhn batteria,voce

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Michael Rosen Tricolor a Villa Celimontana

Quando parliamo del Brasile pensiamo subito alla samba, alla bossa nova, pensiamo ad una terra che ha prodotto tanta musica che oggi viene apprezzata ed ascoltata dappertutto. Sono melodie molto raffinate, che stanno facendo il giro del mondo e che oggi stringono la mano al Jazz mescolandosi con uno dei linguaggi più complessi della musica. Certo, che questi due generi siano confluiti in un unico discorso è un fatto più che assodato, un fatto che forse non stupisce neanche più di tanto, tranne quando ascolti alcuni geni che ti lasciano davvero senza parole. Parliamo del quartetto Michael Rosen Tricolor, quello che proprio ieri abbiamo avuto il piacere di ascoltare nella cornice di Villa Celimontana.

Lui, Michal Rosen, newyorkese trapiantato in Italia dal 1987, più che un musicista è un’istituzione, un mago del sassofono che ha alle spalle collaborazioni con artisti del calibro di Mina, Celentano, Renato Zero, Danilo Rea, Roberto Gatto, Stefano Bollani, Enrico Rava e Danilo Perez. E gli altri non sono da meno.Alfredo Paixao, bassista di Rio de Janeiro, ci viene subito in mente perché ha collaborato con Pino Daniele, mentre Israel Valera, il batterista del quartetto, è un giovane promettente di origine messicana capace di tener testa a dei colossi come quelli già citati. E infine c’è l’argentino Natalio Mangalavite, pianista, compositore, arrangiatore che, soltanto per citare qualche nome, ha collaborato con Fabio Concato, Ornella Vanoni, Javier Girotto e Peppe Servillo.

E veniamo al nostro concerto. Se pensate che questi musicisti, provenienti da diverse parti del continente americano, abbiano problemi di comunicazione, forse avete sbagliato concerto. Qui parliamo di gente che non ha bisogno di parole, che sale sul palco e con un’occhiata riesce a far convergere il linguaggio della musica dove meglio crede. Gente che ha studiato, cha ha passato la vita davanti allo strumento, che ti trasporta in mondi lontani con semplicità. Ieri i musicisti hanno deciso di trasportarci in Brasile, di farci atterrare nell’aeroporto di Rio, magari  salutando la statua del Cristo Redentore, e così è stato. Inizialmente hanno suonato qualche bossa nova molto raffinata, poi si sono cimentati in ritmi più incalzanti, di quelli che ti fanno venire voglia di battere il piedi e di metterti a ballare; il tutto senza trascurare la genialità dell’improvvisazione. Michael Rosen, con il sassofono è capace di una potenza inaudita, riesce a far muovere le sedie quando prende un acuto, ma anche di far uscire suoni delicati ed armoniosi. E sono proprio questi crescendo e diminuendo i protagonisti della serata, sono le improvvisazioni, l’alternarsi di brani lenti con altri molto più accesi.

Ma oltre ai ritmi sudamericani c’è anche qualcos’altro, qualcosa che ci ricorda la nostra terra, che ci appartiene, che ci fa respirare le atmosfere degli anni ’50 e, perché no, magari quelle di un film di Fellini con un bel sottofondo musicale; non a caso un brano del repertorio, peraltro uno dei più belli, si chiama “Un Film Italiano” e un altro ancora “Fotografia”, titoli e musiche azzeccate che colpiscono dritto al cuore, che ti fanno rilassare, che ti immergono nel passato attraverso i ritmi dell’America Latina. E poi Alfredo Paixao sa anche cantare bene, compie dei soli vocali all’unisono con il suo strumento e a volte il suo basso, brillante e molto presente, sembra quasi avvicinarsi alle sonorità (o magari alla filosofia stessa) di una chitarra elettrica. Quindi, verso la fine Paixao, canta “Anna Verrà”, una canzone di Pino Daniele, che per l’occasione viene proposta con una bossa nova che ci si sposa davvero bene. Il concerto si conclude con un samba, “Bala Com Bala”, un ritmo incalzante e veloce, di quelli che veramente ti fanno venire voglia di alzarti in piedi e di iniziare a ballare.

Dunque, quella di ieri è stata una serata che ci ha fatto vivere per un po’ l’atmosfera del Brasile, una serata da non dimenticare sotto il cielo di un’estate romana che da sempre ci regala forti emozioni.

Carlo Cammarella

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